E’ stato definito bello, e in un certo senso lo è.
Ma è anche SCONOSCIUTO, e questo lo rende anche tenebrosamente affascinante.
Si chiama COVID19
Ha cambiato le nostri abitudini sociali
E’ stato definito bello, e in un certo senso lo è.
Ma è anche SCONOSCIUTO, e questo lo rende anche tenebrosamente affascinante.
Si chiama COVID19
Ha cambiato le nostri abitudini sociali
Sta per arrivare, porterà a tutti cose meravigliose, sarà migliore di quello che ci lasciamo alle spalle, ricco di promesse e speranze.
Bisogna crederci, che la fiducia nel futuro può fare miracoli…sempre.
Bisogna avere speranza e coraggio.
E poi non si tratta banalmente di miracoli, ma di sogni per cui abbiamo lottato che diventeranno realtà più che meritate… Diamoci da fare :-)))
Ho appena terminato di leggere il libro di Osho intitolato “Amore, libertà e solitudine”.
Ero curiosa di approcciare lo spirito buddhista che è profondamente diverso dal modo di pensare occidentale, anche se ovviamente rimangono dei punti di aggancio tra le due culture.
Mi sembra d’avere capito queste poche cose capitali: noi Occidente abbiamo un approccio materialistico e consumistico della vita, tendiamo per la nostra nevrosi possessiva a ridurre le persone a cose e a considerarle quindi delle proprietà.
Nel nome dell’amore assoluto arriviamo a commettere atti terribili che nulla hanno a che fare con l’amore, perchè la cultura sociale dominante non ci insegna il concetto di rispetto dell’altro, il concetto di meditazione della vita, il concetto di amore come donazione e non come acquisto di qualcosa che può essere anche l’affetto di una persona scambiato per conquista.
Detto materialismo è assolutamente presente anche nella civiltà indù, ma totalmente assente nel pensiero buddista che predica appunto l’ascesi, il distaccarsi dalle cose, il lasciarle fluire verso la loro naturale direzione.
Per Osho i legami matrimoniali non dovrebbero proprio esistere perchè legano dentro un contratto due persone che si promettono amore eterno, senza considerare che l’amore non può essere messo dentro un contratto, in quanto per essenza impalpabile, etereo, non circoscrivibile, libero e mutevole come il vento.
In merito al problema dei figli, Osho sostiene che una società a misura d’uomo si prende cura dei bambini in quanto tali, sapendoli assistere e crescere durante tutte le tappe della vita con qualunque cosa possa accadere ai loro genitori.
Una specie di comunità stile hippy, dove tutto è aperto, tutto è ammesso, se per tutto si intende che le persone non si devono sentire in nessuna maniera obbligate a fingere quello che non pensano e non provano più.
Sul piano della natura, critica il vivere dentro città super popolate dove si è in tanti ma tutti condannati all’isolamento; condanna anche le piccole comunità dove vige la regola della castrazione, del doversi auto-controllare, auto-reprimere. Distingue l’isolamento (pessimo) dalla solitudine ( utile e buona) perchè sapere stare da soli con se stessi è una vera virtù, è una cosa bella e preziosa, da non vedersi come asocialità.
Sul piano dello Stato condanna ogni forma di politica, compresa quella gerarchica della Chiesa e dei suoi preti, perchè intesi come strutture padrone e prevaricatrici che avrebbero la pretesa di dirci cosa fare, chi essere, come pensare…
Sul piano della Scienza condanna ogni forma di ricerca futile ed assurda, come l’andare su Marte a discapito della distruzione dell’ozono e quindi a discapito della salute della Terra destinata di questo passo all’implosione e al surriscaldamento.
Sul piano della fede condanna ogni forma di credo disciplinato dentro una Chiesa, nessuna esclusa, perchè dette chiese avrebbero tradito il vero mandato spirituale di Gesù e di Maometto, che era ed è un messaggio di amore puro.
Sul piano del lavoro, non comprende gli uomini che si dedicano anima e corpo alla carriera sacrificando ad essa tutto di se stessi, fino a diventare dei robot, assenti ai veri bisogni e ai loro cari.
Sul piano dell’economia la circolazione del denaro dovrebbe sparire e dovrebbe subentrare l’uso del baratto.
Che dire. In linea di massima come si può essere contrari a queste belle considerazioni?
Peccato che non sono attuabili, non su scala mondiale, ma il tutto si può ridurre alla scelta di singoli uomini che scelgono per sè il cammino iniziatico del diventare un Budda; peccato che il mondo rimane legato alle sue Nazioni ed ai suoi Nazionalismi, al potere del denaro che è l’unico che non subisce mai crolli.
Comunque è utile leggere di pensieri così liberi e sganciati dalla nostra pesantissima struttura storica, fatta sempre di cause ed effetti, di obblighi e rispetto delle leggi, comprese quelle ingiuste.
Ma ecco che arrivo da dove ero partita: per Osho non è che Dio è amore, ma è ovviamente l’amore stesso ad essere Dio.
Lui dice che c’è una sostanziale differenza. Se si parte da Dio mettiamo Dio fuori di noi, e Dio ci dominerà; se si parte invece dall’amore, mettiamo l’amore davanti a tutto e quindi Dio stesso in noi, noi stessi diventiamo Dio grazie all’amore che è in noi e fuori di noi.
Personalmente concluderei così: ognuno faccia come meglio crede, l’amore è sempre buono se è sganciato dall’idea di possesso. Certo che essendo e sentendomi figlia della mia cultura, della mia cultura accetto l’idea di un Dio che sta fuori di me e che non percepisco come il mio Padrone, ma come il mio Custode.
Del resto, so anche che Dio sta dentro di me, e non può stare solo fuori, e quindi io stessa sono Dio nel senso che partecipo della sua bellezza e forza. Senza questo Dio esterno, secondo me si rischia di perdere di vista la trascendenza, riducendola ad estasi, ad ascesi, ad esperienza mistica umana, temporanea e fine a se stessa.
Non per nulla il buddismo prevede la reincarnazione, il ciclo metempsicotico della vita.
Con un Dio esterno si parla invece di resurrezione, di un ciclo che inizia, si evolve e si compie. Ognuno scelga quello che sente più proprio.
Lei è una eccellenza della ricerca in campo medico.
Dava fastidio in Parlamento e quindi viene ingiustamente accusata di un fatto gravissimo e infamante.
Ci vogliono dieci anni di processo prima di arrivare alla assoluzione definitiva.
Alla fine la nostra eccellenza italiana non più motivata a rimanere in patria, ci dice addio a testa alta, si dimette da quel Parlamento che ha rappresentato per lei solo un incubo infinito (le sue testuali parole), e fugge in America.
Questo è uno spaccato del nostro Paese, purtroppo.
Milionario muore e lascia tutto in beneficenza
Ed i nipoti non hanno avuto nulla da contestare.
Mi sembra che per essere oggi la giornata del dono, nulla poteva essere più rappresentativo.
Sono già iniziate da qualche giorno, ma sinceramente non mi sono sembrate l’evento prioritario.
Però è bello potere parlare ogni tanto di cose positive, ed i giochi olimpici, doping permettendo, sono senza dubbio un evento che ancora ci conquista.
Tante medaglie all’Italia, naturalmente!!!
Ci sono medici veri che curano facendosi mille domande,
e altri che le domande le rifuggono, pensano solo a pararsi il culo quando il malato presenta un problema che vedono per se stessi solo come una possibile complicazione, fregandosene di quel benedetto giuramento che hanno pronunciato nel nome della medicina e dei diritti del malato.
Di questi secondi i nostri ospedali ed ambulatori sono pieni zeppi.
Io lancio un urlo di sconcerto: “Cercasi medico vero disperatamente”
E intanto nel mondo scopriamo che la medicina non è mai una sola…
Ricevo dal Blog ” Marisa Cossu- Vola alta parola ” https://marisacossu.wordpress.com/ il simpatico Tag dedicato all’Estate, tempo di svago e rilassamento, che tutti vorremmo il più concesso possibile…
Il Tag è stato ideato da http://iriseperiplo.wordpress.com.
Regole per partecipare:
-Citare il blog che ha creato il Tag
-Ringraziare il Blog che vi ha nominati
-Inserire il logo del Tag
– Nominare e avvisare 5 Blog
-Raccontare le vostre preferenze estive ( cibo, gelato, abiti, calzature, … e per finire, citare la vostra canzone dell’Estate).
Per quanto riguarda le mie preferenze estive, posso raccontare poche semplici cose immagino molto comuni:
come cibo prediligo le insalate (anche se sono onnivora e mi piace tutto); il mio gelato preferito è alla panna ( gli altri gusti a volte stancano, ma la panna è sempre la numero uno) ; gli abiti devono essere larghi e meglio se di lino, non per forza bianchi, va bene anche se colorati, dall’azzurro al rosso ( se siamo in spiaggia un semplice bikini che ci permette di prendere più sole possibile ma senza diventare delle caldarroste); le calzature leggere, aperte e comode, tipo i sandali (lasciamo i tacchi alti per altre occasioni…); lo sport preferito potrebbe essere nuotare, visto che solo d’estate è più facile approfittarne ( ma estate è anche sinonimo del dolce far niente, e quale sport più ricercato dello stare ore e ore in spiaggia, meglio se dopo una certa ora, a fare lunghe chiacchierate con gli amici?); il libro dal quale non separarsi mai è una serie di documenti utili per il corso di formazione che ci attende ( come a dire che è vero che l’estate viene per farci riposare, ma non ci permette di mollare completamente la presa…); il momento della giornata più goduto è senz’altro il primo mattino, quando ci svegliamo in tutta relax, è c’è silenzio, e sappiamo d’avere davanti tutta la giornata libera da poter fare qualunque cosa decideremo di intraprendere, magari anche niente (senza però esagerare con la pigrizia); la mia canzone per l’estate potrebbe essere quella che ascolteremo in un momento particolare e ci rimarrà in mente per una qualunque ragione…
Le mie graditissime nomine sono queste:
https://aidamillecento.wordpress.com/ una simpaticissima persona scoperta sulla rete
https://arringo.wordpress.com/ una delle tantissime e bravissime insegnanti conosciute sul web che parlano di scuola
http://francescocallegari.blogspot.it/ un preside che si occupa anche di vita normale
http://www.didatticarte.it/Blog/ una professionista della didattica dell’arte
http://www.robertosconocchini.it/ un professionista della scuola digitale
Grazie Marisa per avermi inserito in questo serpentone colorato…:-)
L’evento è già accaduto, ma non per questo scaduto.
Cari amici, la verità sul volo di provenienza tedesca che è andato schiantandosi sulle Alpi francesi, con a bordo (oltre molti tedeschi) anche molti spagnoli, e diventando nello sfracellamento cibo per le aquile, è che il copilota suicida e pluriomicida aveva a suo carico un certificato medico che lo dava per malato per il giorno dell’incidente, ma il pilota lo aveva stracciato e non consegnato.
Ma come? Siamo nell’era della certificazione on line, e questo lavoratore dichiarato super malato è stato libero di omettere un dato così importante? Ma non doveva essere direttamente l’Asl o chi per essa ad inviare a chi di competenza questo documento?
Più questa storia procede e più rivela falle incredibili nel sistema preventivo, organizzativo e strutturale. Per non andare a toccare quello umano e quello esistenziale, che ci dimostrerebbe quanto ancora occorre imparare su come “Vivere per essere felici permettendo al nostro prossimo di continuare ad esserlo”
un esempio di donna ok
per una società più giusta
il diritto di guarire
Un modo straordinario e molto semplice di aiutare il prossimo, da parte di chi lo può fare, decide di farlo, sa di doverlo fare, e non si spreca in parole o in ipocrisie…
Un esempio di imprenditore ok
Ebola può essere sconfitto
E’ guarito dall’Ebola e presto tornerà in Africa dai suoi ammalati-
è un medico italiano e si chiama Fabrizio Pulvirenti-
un medico ok
Per il nuovo anno mi sto preparando con tanti buoni propositi.
So che il pensiero positivo aiuta e dunque non serve ripetere all’infinito le cose che non vanno bene, quanto piuttosto sottolineare nella testa le cose che stanno già funzionando e che possono, anzi, devono, migliorare.
La prima tra tutte ci può stare l’avere cura di noi stessi. Se dovessimo ammalarci o se ci dovesse accadere qualcosa, addio buoni propositi, tutto finirebbe in ramenga in un batter di ciglio…
La seconda cosa, ci può stare un pensiero per il lavoro. Se lavorare stanca, non avere un lavoro uccide, e quindi qualunque sforzo faremo per migliorarlo, sarà certo ben fatto. Non solo per migliorarlo, ovviamente, ma anche per proteggerlo e per non farcelo portare via da una classe politica che sa fare solo tre cose molto bene: rubare, rubare e rubare, creando povertà sociale.
La terza cosa che non può mancare è la serenità in famiglia. Le nostre famiglie sono il nostro treno viaggiatore. Ci sono tanti vagoni, ogni vagone è una famiglia, un insieme di famiglie; se il treno si ferma, ci fermiamo tutti.
Sul treno, viaggiando, passiamo di vagone in vagone, facciamo conoscenze, ma poi ognuno torna al proprio posto, a sedere, a ristorarsi, aspettando il momento di scendere.
La nostra famiglia in un certo senso è la nostra carta di identità. Lo so che lo è sempre di meno in un mondo dove i legami sono diventati fragili e solo pura formalità, lo so che non si può chiamare famiglia chi ci uccide, ci violenta, ci minaccia, ci ignora, e non ci ama affatto, verso la cui violenza ognuno di noi deve sapersi ribellare e sapere chiedere aiuto; ma le vere famiglie, quelle che ci mettiamo sulle spalle e che sappiamo perchè vogliamo e perchè dobbiamo sostenere, quelle sì che sono i nostri occhi, il nostro naso, la nostra bocca, le nostre mani…
Al quarto posto metto senz’altro il tempo libero.
Il tempo libero è un poco il sabato della settimana, o la domenica, per chi il sabato lavora.
E’ quel giorno che possiamo dedicare non dico solo a noi stessi, che sarebbe triste, a pensarci un pò bene; lo possiamo dedicare al fuori programma, a quel che capita capita, e così sia, e così accada, e possa il sole illuminare e creare l’ombra che creerà giochi di luce che ispireranno l’artista che ne farà disegni e colori che produrranno sogni che diventeranno farfalle che si poseranno di fiore in fiore, sempre più in alto, lassù, fino a toccare le nuvole, per poi finire nella valle, sulle rive del mare, e decidere di prendere una barca, e di andare a remare…
Insomma, il giorno del non so che, del quasi nulla, dell’imprevisto.
Infine, nel nuovo anno ci dobbiamo portare il silenzio.
Sì, ragazzi, è così bello il silenzio.
E’ una pagina vuota senza parole, che vuol dire che può contenere di tutto, anche quello che non c’è.
E’ una pagina bianca, che in ogni momento potrebbe diventare colorata.
E’ una pagina democratica, perchè non dà sentenze irremovibili e perentorie.
Dice a ognuno di noi: ” Tu chi sei? Come ti chiami? Cosa vuoi? Cosa hai fatto per averlo?…” E ci lascia parlare, raccontare, sproloquiare, a volte.
E la pagina bianca, saggiamente e con grande umiltà, rimane in silenzio, e raccoglie tutti i nostri pensieri segreti e privati, solo nostri, perchè solo noi potremmo capirli, apprezzarli, accoglierli.
Ecco, questi mi sembrano dei buoni propositi, per l’anno nuovo che arriva. Non vi pare, amici carissimi?
che fa la differenza
Racconto suggerito da I discutibili
IL SOPRAVVISSUTO
Bene. Come inizio tema letterario per rompere il ghiaccio, non c’è davvero male.
Tutti sopravviviamo a qualcosa o a qualcuno.
Io stessa se sono qua è perchè sono sopravvissuta a una serie di giornate difficili o più e meno catastrofiche.
La differenza tra esseri ed esseri è che c’è chi lo comprende, d’essere a prova di resistenza, e c’è chi si ritiene una specie di palla da bowling. Basta che rotola.
Chi si ritiene una specie di meccanismo a prova di rottura, è perchè si crede intoccabile, ma è solo un perfetto cretino.
Per esempio: Luca è sopravvissuto alla scuola e a tre ragazze che gli hanno rovinato l’esistenza in tutte le maniere possibili ed immaginabili. Per lo meno, ci sono andate molto vicino.
Quando era bambino amava giocare a calcio, è stata una bella infanzia la sua; da adolescente, ha vissuto giorni felici, ma già il morbo del “che cazzo dovrò fare da grande” cominciava ad essere una specie di spada di Damocle che pendeva inesorabile sulla sua testa.
Poi la grande stangata; tanti tentativi forsennati di aprire porte (alcune molto curiose) che non hanno mai portato a nulla, mentre i suoi amici e compagni di corso trovavano, uno ad uno, la loro brava destinazione.
Scusate, può sembrare una scusa, ma io credo che si nasce con una fottutissima carta d’identità, quella scritta con un inchiostro simpatico che dopo che l’hai letta, sembra sparire.
Anzi, peggio; almeno quella si riesce a leggerla una volta.
Le relazioni sentimentali, almeno per ora, non hanno portato a nulla.
La prima troppo giovane ma anche fin troppo sicura di quello che voleva, ed una fuga a Dubai per raggiungere la sorella non era certo un programma facilmente condivisibile.
La seconda troppo frignona e troppo del sud; ti voleva tutta per sè, sempre per sè, esclusivamente ventiquattrore su ventiquattro; ti sei talmente esaurito ad ascoltare le sue lamentele querule al cellulare attaccato all’orecchio, che chiuso con lei, promettente psicologa al Caldarelli di Roma, ti sei sentito persino un poco risollevato.
Solo un poco, non proprio del tutto.
Luca è di quelli che senza una ragazza al suo fianco non si può realizzare. Ma dove la trovi oggi una brava figliola che ha intenzioni serie di voler bene a qualcuno con cui possa durare oltre qualche mese di tentativo???
Così è arrivata anche la terza, Dio te la raccomando.
Una psicopatica, conosciuta su internet, che non faceva cose strane, questo no, ed anche di una certo carattere e di un certo standard di vita medio alto…però non era nemmeno con lei arrivato il momento della fortuna.
Prima si è ammalata, poi ti ha tenuto ossessionato sulla rete a ritmi di collegamento folli, obbligandoti a dormire con la luce accesa in modo che ti potesse meglio controllare.
Tu sei stato talmente disponibile e direi resistente, da concederle ogni capriccio, fino a quasi compromettere il tuo stesso equilibrio mentale.
Poi ti sei finalmente ravveduto.
E ti sei ravveduto quando lei ti ha concesso di vederla. Già, perchè non l’avevi mai vista, non avevi voluto incontrarla nella sua fisicità sino a quando lei stessa avesse deciso di mostrarsi di persona.
Ragazzi, che delusione.
Una bella ragazza trasformata in un mostro di lardo da una cura terribile al cortisone.
E ti è caduto il mondo addosso.
Ma sei sopravvissuto.
Marco in compenso fino a l’altro ieri ha condotto una vita dentro la quale, più che lui sopravvivere a cose folli, erano le persone girate intorno a lui a dovergli sopravvivere.
Poi un bello o brutto giorno che dir si voglia, la ruota è girata.
E’ scattata l’ora x. Ed è stato lui che nel giro di due mesi ha dovuto sopravvivere ad ogni genere di sciagura.
Un trauma cerebrale, un intervento d’urgenza dopo ogni genere di esame di controllo, e poi una trombosi che parte come una scheggia impazzita che va a piazzarsi nel dentro dei tuoi polmoni che lentamente smettono di pompare e tu nemmeno te ne accorgi.
Sei talmente stato una macchina perfetta ed insensibile al dolore, che quel fiato che si era ridotto al lumicino non l’avevi nemmeno percepito.
Uomo d’acciaio, abituato a sopportare il freddo dei ghiacciai come il caldo torrido del deserto, come potevi pensare che sarebbe stata una silente e mefistofelica embolia a portarti quasi al creatore?
Ma sei sopravvissuto.
Si amici cari, nella vita si sopravvive, si può sopravvivere ad ogni genere di sciagura o di giornata di merda, basta che non sia ancora giunta la nostra ora fatale…
Di sicuro in un istante può cambiare la vita, o il punto di vista con cui osservarla.
“Ma no, dai, non è successo niente. Ce la farai, ce la faremo, pensa a come sei stato fortunato: stavi per crepare ed invece ecco che porti a casa la pellaccia, ti pare poco?”
“Per quanto dovrai avere più cura di te stesso, per quanto dovrai evitare di fare sforzi fuori misura, una vita pressappoco normale non te la toglie nessuno.”
Già; non ce la toglie nessuno.
Ma tu non volevi una vita normale, nè mai l’hai avuta, ne mai l’hai vissuta…
E nemmeno io.
Hai fatto sempre quello che volevi, quando volevi e come ti saltava in testa.
Per questo tuo modo di fare il tuo matrimonio stava persino andando a puttane…
E adesso questi medici della domenica che non hanno saputo curarti a dovere perché ti hanno dimesso quando dovevano ancora tenerti dentro, ti vengono a dire che sei stato addirittura fortunato…visto come si stavano mettendo le cose…
Mi sa che hanno anche ragione.
In quanto a me, io sono sopravvissuto a tutto; alla solitudine, all’abbandono, alla sfiga; all’amore senza risposte; e all’amore impossibile.
E adesso ci va alla grande.
cz
Una terrazza marina sopra la valle
muri rosa
una tenda gialla che veleggia
contro il cielo;
è grande il silenzio cristallino
interrotto qui e là
dai viandanti,
e nello scrigno delle stanze dipinte,
nulla disturba il nostro pacifico lavoro.
Dimora dolce dimora
che ci abbracci senza farci male
dove tutto ride
di rosso vestito
anche i passeri sotto le grondaie e le formiche in fila su per l’albero d’arancio;
domina nel mezzo della corte il verde oleandro dopo la fioritura
e i nostri pensieri trasparenti
volano non molto lontano
verso il mare
blu.
Sento il rumore delle onde attraverso le conchiglie
le mie dita accarezzano la sabbia bianca
non certo tropicale ma che sa di
vita quotidiana
e quando accenderemo il forno e faremo il pane
ci sarà il profumo del grano e del sale.
Ruscelli fragorosi
cantano l’acqua
che ci nutre
ed anche quando sarà inverno e ci sarà la nebbia,
per noi sarà sempre estate
dentro il sole.
Oggi ho visto una mia parente acquisita, morire.
Aveva ottant’anni ed era una specie di zia che però da anni non frequentavo più, per vecchie storie come ne esistono spesso in molte famiglie.
Voi mi direte: e allora, era vecchia, non ci eri affezionata, non era quasi niente per te, e dunque? dove sta il dolore? dove sta la notizia degna di riflessione?
La notizia degna di riflessione è che la conoscevo, e per diversi anni l’avevo frequentata, del tipo Natale insieme, le domeniche ogni tanto, ed era una brava donna.
Due vite si incontrano e i loro destini si incrociano.
Uno è un giovane di colore che ha bisogno del sussidio di disoccupazione; l’altro è un maneger ultra ricco che per un incidente di percorso si ritrova su una sedia a rotelle, paralizzato dal collo in giù.
L’unica parte del corpo rimasta sensibile è il volto,…e il cuore.
Il giovane disoccupato dal passato turbolento si presenta al colloquio perché Philippe è alla ricerca di un badante personale, ma sa già che non sarà assunto, perché non ha credenziali, non ha titolo, e sinceramente nemmeno gliene importa più di tanto…
Il colloquio sembra invece catturare la curiosità dell’invalido, che vede in quel ragazzotto tutto muscoli e simpatia una persona autentica, vera, genuina, piena di vita, proprio quello che lui ha perso o rischia di perdere per sempre, seppellito dentro quella poltrona completamente strappato alla gioia di sapersi vivo.
Gli lancia una sfida; gli propone l’incarico in prova per un mese , ed aggiunge “Secondo me non resisterai nemmeno due settimane…”
Driss accetta, tanto non ha niente da perdere; fuori c’è solo la strada ad attenderlo, ed una famiglia in bilico, piena di problemi, dove la madre lavora dalla mattina alla sera per potere guadagnare per tutti il necessario per andare avanti.
Inizia così un periodo di convivenza, dove hanno modo di conoscersi.
Da un lato il giovane ormai ex disoccupato che diventa giorno dopo giorno un bravo assistente specializzato, ma solo perché ha carta bianca, solo perché Philippe lo lascia libero di esprimersi in tutto e per tutto, trattandolo da subito come uno della famiglia e non come l’ultimo intruso; dall’altro lato, l’invalido che si trova improvvisamente catapultato in una serie di situazioni dove non esiste più la regola, l’etichetta, la forma, il già detto e risaputo, ma l’imprevisto, la novità, l’improvvisazione, la proposta di nuovi esperimenti, di nuove esperienze, trattato non più come un handicappato e basta, ma come una persona che nonostante il suo handicap ha bisogno di fare una vita assolutamente normale, dove ci si alza al mattino con la contentezza d’essere vivo, con la speranza di cose belle e positive, dove si cerca di combattere la noia, la solitudine, l’ipocrisia…
Nasce tra i due, senza nessun calcolo, un’amicizia spontanea, nonostante il legame professionale e specifico.
Philippe si diverte con Driss, come non si divertiva più da un’infinità di tempo. Non solo si diverte Philippe, ma si diverte chiunque viene a contatto con la sua presenza, perché la sua bellezza umana è semplicemente contagiosa…
A sua volta Driss ha trovato una vita normale e positiva con Philippe, e non è più sotto i ponti…
Certo, questo può accadere perché il giovane è fondamentalmente una persona onesta, e valida, nonostante tutta la sfortuna che l’ha perseguitato fino a quel momento…e Philippe non è un coglione ricco pieno di sé e privo di attenzioni umane, che un giorno sfigato si è trovato privo dell’uso delle gambe; prima di diventare invalido era stato un uomo normale; aveva amato profondamente sua moglie, ormai morta; ed ora nel presente, non soffre tanto per la sua immobilità fisica, quanto per la sua solitudine affettiva…
Non a caso cerca di trovare una nuova compagna, che probabilmente troverebbe senza problemi, nonostante il suo stato…, ma lui non vuole una donna qualunque, non si accontenta.
Inizia pieno di aspettative una relazione epistolare che Driss finisce per seguire passo a passo…
Philippe desidera al suo fianco una donna innamorata, capace d’affetto almeno quanto lui potrebbe di sicuro essere con la sua eventuale compagna…
Ma c’è un ma, c’è un ostacolo oscuro che sembra vincere sul desiderio di tornare a vivere; l’ostacolo è la paura di sentirsi rifiutato, di sentirsi giudicato, soppesato, messo a nudo nella propria fragilità…la paura di non potere essere all’altezza…
E Philippe allora scappa, si sottrae all’ultimo momento alla prova, all’incontro, all’impresa…
Continuerà a sottrarsi fino a che l’amico, e non certo il badante, l’obbligherà a farvi fronte.
E’ lui che deciderà, è lui che li farà incontrare, è lui che organizzerà a sua insaputa la frittata.
E vince, tutto va come doveva andare, come la squisita umanità dei due protagonisti permette che venga ad accadere.
E la vita per Philppe riprenderà alla grande; un nuovo matrimonio, nuovi figli, una nuova vita.
E la vita per Driss comincerà a girare; un lavoro vero, una compagna, una famiglia tutta sua.
E se pensiamo che questo film si ispira ad una storia vera, c’è veramente da sorridere, da essere contenti…
E’ stato campione d’incassi in Francia, e nonostante questo, merita sul serio.
Ciao amici, oggi si parla di giustizia.
Ma quale giustizia? Quella dei tribunali?, quella processuale? O quella più generalmente intesa come senso positivo della vita? La mia attenzione riguarda quest’ultima.
Io non auguro al mondo felicità o ricchezza o potere o successo…tutte cose estremamente soggettive che lascio alle considerazioni personali, oppure estremamente oggettive che lascio alle considerazioni generali ; io auguro al mondo che possa avere la sua giustizia, semplicemente.
Già la premessa fa comprendere che di essa ce ne sia un grande bisogno, ovunque, sempre, da sempre.
Il fatto che questa emergenza o necessità prioritaria non si sia mai placata nella storia e nel tempo non è una buona ragione per ritenere archiviabile o secondario il tema di discussione.
La giustizia va amata di per se stessa perché è una meta, è un progetto collettivo ed universale che coinvolge tutto il tessuto della comunità.
Mentre il sentimento della felicità è qualcosa di assolutamente intimo e privato, quasi segreto o da segretare, mentre il successo è qualcosa di molto esteriore, di molto contingente, di molto visibile e concreto, per cui su di esso, sulla sua oggettività si è tutti generalmente d’accordo, la giustizia è un cammino, è un sentiero, è un percorso che solca tracciati impervi e spesso sconosciuti alla grande notorietà, senza per questo rimanere mai un fatto squisitamente privato, squisitamente del singolo.
Cercano giustizia tutti gli uomini che hanno ricevuto un oltraggio, un’offesa, un torto, una prevaricazione; cercano giustizia tutti gli esseri privi di parola, privi di capacità di difesa, privi di autonomia che per difendersi dalle offese devono ricorrere alla parola di chi sa e deve spendere voci per loro.
Cercano giustizia i carcerati nelle carceri, che si trovano a scontare una giusta pena in condizioni incivili ed ingiuste; cercano giustizia i perseguitati, gli scherniti, gli esclusi, i diversi, che per le più varie ragioni non si sono trovati garantiti i diritti più elementari e prioritari, sopratutti quelli che faticano a trovare riconosciuti i loro diritti anche dopo lunghe lotte e battaglie.
Cercano giustizia i normali, quelli che hanno sempre fatto il loro dovere e si sono sempre spesi per la giusta via di mezzo, ma che al posto di riconoscimenti si sono trovati solo negazioni, scorrettezze, squilibri; cercano giustizia.
Cercano giustizia gli incompresi e i calunniati, quelli che hanno agito bene ma sono stati accusati di avere agito male, quelli che hanno gito per l’interesse comune ma si sono trovati tacciati di avere agito per interessi personali; cercano giustizia gli infermi obbligati a condizioni di vita disumane e ben oltre il limite della sopportazione.
Cercano giustizia gli sfortunati che sono nati nella parte sbagliata del mondo, nel momento sbagliato, o nel modo sbagliato; cercano giustizia gli sfruttati, i raggirati, quelli che sono stati usati come oggetti e poi buttati via come pezzi di ricambio; cercano giustizia gli umili, gli ultimi, le persone normali ed ordinarie che a causa di leggi ingiuste o non perfette si sono trovati a pagare le colpe degli altri, della cattiva politica, della cattiva amministrazione.
Cercano giustizia quelli che non capiscono, quelli che devono fare appello a tutta la loro buona volontà per far tornare i conti che non tornano, quelli che non hanno mezzi adeguati per farsene una ragione e tuttavia se la inventano, se la sanno improvvisare.
Cercano giustizia quelli che stanno al palo, che per le più varie ragioni non sono dentro il circuito del mondo, e attendono, attendono, attendono che venga anche per loro il momento del salto, dello scatto, dell’involata.
Cercano giustizia quelli che danno cento e ricevono trenta, però continuano lo stesso a dare quello che sanno fare e costruire, perché le loro ragioni superano ogni forma di soddisfazione apparente.
E cercando dunque ovunque, di sopra e di sotto, a destra e a sinistra, dalla mattina alla sera, si ha solo da sperare che non ci si stanchi mai di farlo.
Tra l’inizio di questa ricerca e la sua risoluzione il tempo che può intervenire nessuno può calcolarlo e prevederlo; vuoi perché i tempi stessi della sua realizzazione sono assai contorti, vuoi perché non è affatto garantita nessuna dirittura d’arrivo.
Nella ricerca di questa benedetta benedizione, corre la vita.
La vita di quegli stessi corridori che pensano solo a correre, a correre, a correre, correre sempre.
Non c’è pausa, non c’è sosta, non c’è intervallo, che non sia quello contingente ed inevitabile, giusto il tempo di riprendere fiato, di recuperare le forze, di riorganizzare il tempo.
Alla fine della corsa uno saprà la verità.
Qualcuno però non arriverà nemmeno a conoscerla, perché non arriverà alla fine della gara; anche loro cercano giustizia, perché non hanno potuto avere le loro occasioni.
Non crediamo a chi vuol scoraggiarci ; non crediamo a chi vuol depistarci dal nostro sogno; non crediamo a chi sembra già avere il paradiso nelle mani mentre ha solo palta e fango.
C’è da credere solo a se stessi e a quelle poche persone che abbiamo avuto la fortuna di conoscere perché ci hanno insegnato il vero senso della vita.
Tutto qui.
La giustizia insomma è solo una questione di volontà, che supera l’oggi, che supera lo ieri, che supera la paura del fallimento e della solitudine.
Prete pedofilo immediatamente sospeso dal Papa
Ho accolto con gioia e sollievo la notizia pervenuta dai media riguardante la Santa Sede (e che sinceramente attendevo): il pontefice Benedetto XVI ha ordinato l’immediata sospensione dalla funzione ecclesiastica di un suo ministro accusato di un episodio di pedofilia appena commesso ai danni di una bambina di dieci anni. Finalmente la Chiesa attraverso la sua massima autorità ha dato il primo significativo e tempestivo segnale in materia di giustizia e di cura delle anime al popolo cristiano e non solo; Continua a leggere
Freud (1856-1939) il padre della psicanalisi
Credo che la psicanalisi sia stata una delle cinque maggiori scoperte/conquiste del secolo scorso; Continua a leggere
Il gioco del voto.
L’idea mi è stata suggerita dal film di Luciano LIGABUE che mette in scena questo divertente/impegnativo gioco di società dove la sola regola da rispettare tra amici è di rispondere a delle domande in modo assolutamente sincero.
La trama della storia è presto detta: un gruppo di ex ventenni si ritrova dopo altri vent’anni per passare quattro giorni insieme sulla costa romagnola nella mitica Rimini, decidendo attraverso l’idea divertente del gioco di raccontarsi, di fare il punto della propria vita, una sorta di bilancio personale e collettivo, dandosi per ogni domanda posta dal leader un ipotetico voto da zero a dieci, spiegando in assoluta libertà poi agli altri il perchè di quel voto.
Ciao a tutti, carissimi, sono di nuovo qui tra voi con l’articolo che vi avevo promesso.
Si tratta della scoperta scientifica del dottor Ryke Geerd Hamer, studioso e ricercatore, laureato in medicina, nonchè oncologo, psichiatra e teologo; con la sua teoria detta delle 5 leggi biologiche rivoluziona il tradizionale modo di intendere la medicina e di intendere il malato.
Decisamente un argometo di estremo interesse e di altrettanta estrema complessità e delicatezza.
Non ho intenzione di esprimere pareri personali ma vorrei lasciare che sia il lettore che, prendendo lettura di alcuni documenti qui allegati, possa farsi un’idea diretta e non influenzata dalla medesima, sul tema in questione.
Consigliata la lettura a chi vuole aprire la sua mente…
Non c’è nulla di buono o cattivo al mondo se il pensiero non lo fa tale. William Shakesperare
Ciao a tutti.
Carissimi, scusate se continuo il tema dei sentimenti ma voglio chiudere il capitolo prima di passare ad altro, ossia al già anticipato problema del marxismo oggi…
Dunque, si diceva dell’amore platonico, dell’amore cortese e dell’amore borghese; ora si vuole approfondire l’argomento con il riflettere se detto sentimento possa essere stupido, facoltativo o indecente. Continua a leggere
Ciao a tutti.
Continuiamo le nostre piccole lezioni di filosofia: oggi cominciamo con il riflettere su una virtù assai rara ai giorni nostri, ossia l’esercizio della calma. Esercitare la calma significa che quando tutto intorno a te sembra crollare, tu rimani capace di rimanere calmo, di raccogliere le poche idee chiare rimaste e di farti forza; così facendo non ci si butta nella prima decisione presa d’impulso e si rimanda ogni genere d’intervento in un momento successivo, quando si è riusciti a recuperare la naturale lucidità. Continua a leggere
Ho trovato la mia libertà
A te che pensi di avere cose più divertenti da fare che leggermi
A te che ti diverti solo quando stai davanti al grande fratello
A te che te ne stai beato seduto in qualche angolo della stanza a fare nulla
A te che stai aspettando il momento di partorire
A te che non hai avuto figli perché sei stato sfortunato Continua a leggere
Lo stagismo è il primo passo per la conquista del mondo.
Non amo che le rose che non coglietti
There is always something to be thankful for in your life. Being alive is absolutely one of them!
MultaPaucis - Blog di Viaggi on The Road
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Da un'Emozione nasce un Disegno da un Disegno un'EMOZIONE
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Tempo riposato tempo guadagnato
"L'attualità tra virgolette"
Vivir con amor
Educare all'apprendimento
La nuova didattica. Sono tornata!
Versi essenziali per cuori semplici
C'è poco da spiegare...basta leggere.
«Meglio una testa ben fatta che una testa ben piena» (Michel de Montaigne)
"Anche nei tempi bui si canterà? Anche si canterà. Dei tempi bui" B. Brecht
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