Quest’anno dedico i miei migliori auspici per l’anno Nuovo a tutti i figli del mondo, i figli che abbiamo, che siamo stati, che avremo, che non abbiamo avuto, che abbiamo perso, che troveremo…
Un caro abbraccio forte e ricco di promesse
Quest’anno dedico i miei migliori auspici per l’anno Nuovo a tutti i figli del mondo, i figli che abbiamo, che siamo stati, che avremo, che non abbiamo avuto, che abbiamo perso, che troveremo…
Un caro abbraccio forte e ricco di promesse
E’ di questi giorni la storica apertura degli Stati Uniti al pensiero gender.
E’ solo questione di tempo e tutto il mondo occidentale accetterà di fatto una idea nuova di famiglia, di figli, di paternità e di maternità. Ossia di società. Ossia di economia (perchè dove si parla di diritti si parla anche di soldi). Ossia di antropologia.
Davanti alla storia che chiede cambiamenti il pensiero dei singoli ha poca rilevanza, ed i singoli sono chiamati ad adeguarsi a quello che sembra una volontà ferrea di una intera società in mutazione.
Solo il tempo racconterà le implicazioni, le novità, le complicazioni, le difficoltà e gli errori che ogni Cambiamento significativo porta con sè, un cambiamento che oggi non è più possibile fermare, credo non sia più nemmeno corretto ostacolare.
Ma allora come si può conciliare tutto questo con quello che sembra presentarsi e rimanere come un essere fuori tempo, fuori moda, fuori tutto?
Personalmente continuo a credere che la famiglia normale debba essere costituita da un padre, una madre e via discorrendo; come anche credo che anche le famiglie non normali debbano avere i loro diritti garantiti, nel nome di un amore che si vuole dichiarare senza sesso e dunque senza imposizioni di sorta.
A causa di questa uguaglianza di diritti da tutelarsi, le famiglie non possono essere classificate però (come io non riesco a fare e credo non ci riuscirò mai, essendo questo un mio limite) tra l’essere nella norma e l’esser fuori della norma, e dunque la società e le leggi procederanno affinchè questa distinzione di parte che viene tacciata di omofobia, non possa avere la meglio e causare discrimini, come è sempre accaduto nel passato.
Nelle scuole si insegnerà per decreto, ossia per programma ministeriale, il pensiero gender e ci saranno notevoli conseguenze e modifiche nell’educazione e nello sviluppo della pedagogia condivisa, da come è stata ad oggi intesa e progettata.
Questo comporterà tutto un ciclo di formazione rivolta ai docenti ed in parte anche alle famiglie che dovranno prepararsi a questa importante esigenza collettiva.
Non solo, questo mutamento comporterà decine e decine d’anni di assestamento, durante i quali accadranno cose nuove e non prevedibili, ovviamente del tutto legittime.
Coloro che si rifiuteranno di accettare questa presunta ideologia, dovranno in qualche modo adattarsi pena il loro allontanamento dalla scuola pubblica, oppure in alternativa rifugiarsi nelle scuole private e cosiddette confessionali.
Di sicuro si va anche ad ingrandire il gap che già esiste tra la laicissima cultura occidentale e la lontanissima cultura orientale araba, che rimane nelle sue maglie più incontrollate ed oscure profondamente teocratica, e visto il già dilagante terrorismo islamico, i folli della jiadh aggiungeranno anche questo tassello alla loro violenza (è il normale prezzo richiesto a chi si ritiene essere avanti nello sviluppo e nel progresso).
Per concludere, credo che ogni paese dovrebbe proporre un referendum al suo popolo, chiamato a rispondere nelle urne con un parere favorevole o sfavorevole.
Favorevole non all’amore libero (retaggio degli anni della contestazione) ma alla parità di genere (sostanza del mondo che si è totalmente emancipato dalla tradizione, dalla storia, dalla letteratura religiosa e da un certo modo di intendere la ragione).
Solo questo referendum giustificherebbe e permetterebbe agli occhi di tutti l’accettazione e l’effettivo normamento di questa nuova prassi familiare. Così come si fece per il divorzio e per l’aborto (ma con la differenza che l’aborto ed il divorzio non si chiedeva di imporli ma solo di legittimarli).
Potrebbe sembrare un passaggio forzato o discriminatorio, ma visto che la materia è imponente e profonda, quale procedura migliore di detto trasparente e democratico agire politico?
Visto che la verità sulla questione non può essere dettata con leggerezza nè da una minoranza che si vorrebbe imporre, nè da una presunta e forse non esistente maggioranza che chiederebbe l’immobilismo di fatto, che referendum sia.
Ci sono i conti che non tornano.
Mi sono messa a ripercorrere gli ultimi siti che hanno avuto la ventura di incrociare il mio, e dunque di riflesso quelli che io ho avuto la ventura di incontrare.
Aspettate che me li riprendo per descriverveli in breve: sono tutti bellissimi, in sostanza ognuno racconta le sue passioni, i suoi interessi, i suoi amori, le cose belle che stanno loro capitando. A volte anche le cose meno belle.
C’è chi ci dice che è innamorata e che sta aspettando un bambino; chi commenta ed illustra famosi ed insuperati pezzi cinematografici, di cui esalta la incomparabilità e la indubbia verità storica e sociale; chi si occupa di volontariato in maniera attiva e responsabile, preoccupandosi in continuazione di darsi una formazione specifica; chi si interessa di fotografia in maniera professionale, o quasi, esaltandone i colori come le sfumature di grigio; chi impazzisce per il cinema, e pressochè maniacalmente ne insegue le pellicole, le recensioni, le immagini e le novità…; molti degli amici che ho incontrato e che incontro sono insegnanti, o formatori, o spiccati lettori, o appassionati del web per le sue opportunità didattiche; qualcun’altro è appassionato d’arte, e dell’arte ci sa dire tutto, retroscena ed aneddoti, particolari che non troviamo sui libri di scuola arricchiti da riflessioni personali; altri ancora scrivono spacciandosi per insicuri ed incapaci, ma poi a giudicare dai followers e dalle visite del blog tanto principianti non devono essere…
Siete tutti meravigliosi, e non lo dico per cerimonia.
Sarà che quando si va a guardare il singolo, riusciamo a vedere tutte quelle cose che l’ordida massa nasconde, annerisce, annebbia…
Ed è per questo che i conti non tornano tanto; che ci stanno a fare tante persone in gamba e piene di interessi, che praticamente non si contano, dentro una società come la nostra che sbarcolla, annaspa, non sa darci lavoro, sicurezza, sogni ed ispirazioni?
Forse sta proprio in questo il segreto dell’enigma.
La divina famiglia siamo noi, noi che non ci perdiamo d’animo, noi che pensiamo al nostro fare come a un possibile costruire collettivo. Magari lo facciamo a piccoli passi, spesso forse non ci rendiamo nemmeno conto di fare qualcosa per gli altri e non solo per noi stessi.
Io stessa più di una volta mi sono imbattuta nel pensiero “Adesso smetto di scrivere, tanto siamo milioni, e tutti che pensiamo d’avere qualcosa da dire di interessante, ma poi non ci guarda nessuno, diciamo la verità, o comunque, ci guardiamo in pochi, come dire, un pugno di mosche che combattono contro un oceano di moscerini, contro dei giganti insuperabili ed irraggiungibili…”
Forse continuiamo a farlo perchè semplicemente scrivere aiuta noi stessi ancora prima che qualcun’altro, e allora che crepi l’avarizia, o il senso di smarrimento momentaneo, io sono qui, rimango qui, insieme a voi, con tutta me stessa, ossia due gambe due braccia una pancia un addome ed una testa.
E voglio chiudere per ora con un piccolo video ripescato in rete, proprio dentro uno dei vostri siti.
Sì, la vita è proprio bella, nonostante le apparenze.
NB: scusate mi dimenticavo della cosa più importante: Grazie grazie grazie a tutti
.
Ciao amici,
sulla scena politica tutto in stand by.
E noi tacciamo nell’attesa di segni positivi. Incrociamo le dita.
Sul fronte delle nostre vite private e personali, per fortuna invece tutto si muove.
Non c’è giorno in cui non si abbia a ringraziare il fatto di possedere un lavoro.
Dedico l’anno nuovo alle donne, perchè in piena emancipazione e progresso, alle soglie del quarto mondo, ancora soffrono moltissimo, ancora nelle più varie società, dalle più evolute alle meno progredite, sono ridotte a schiave, vengono pregiudicate, non sono riconosciute.
Poi lo dedico ai bambini, perchè dovrebbero nascerne di più, soprattutto dove non ne nascono abbastanza; perchè sono la cosa più bella della vita; perchè rendono le nostre stesse esistenze migliori per il solo fatto di esistere; perchè dove ne nascono molti non sono difesi come il bene che sono; perchè il mondo dovrebbe guardare a loro come a una presenza da imitarsi.
Quindi lo dedico alla famiglia, che è la cosa più importante e preziosa che si possa ritenere d’avere, che un uomo possa pensare di sè, quando la parola famiglia significa quello che deve essere, ossia protezione, comprensione, calore, incoraggiamento, attesa, ascolto, sostegno, capacità di pentimento, capacità di perdono, identità, confronto, affetto, accettazione, giocondità, passioni ed insegnamento.
Infine lo dedico agli amici, perchè gli amici sono una bella cosa, sono il potersi sentire in una famiglia allargata, sono il tempo che non passa, sono il sole anche quando piove, sono la voglia di ridere in compagnia, sono il potersi fidare quando sei fuori dalle tue condizioni, sono l’altro che ti conosce per quello che vali, e sei tu che sei pronto a fare altrettanto…
Non ho dediche per i bugiardi, per i violenti, per i ladri, per gli assassini, per i furbi che si credono al di fuori delle regole, per i parassiti, per i vigliacchi, per quelli che non sanno pensare con la loro testa, per gli invidiosi, per i despoti che si credono padroni degli altri, per quelli che fanno confusione e nella loro confusione ci sguazzano, e per tutta quella varia umanità che rinuncia all’essere degna della propria natura.
C’è una paese pieno di case di sasso. Sta dentro una collina che guarda il mare che è abitato da grandi navi e da piccole barche.
Fino a ieri non sapevo che esistesse e mai avrei immaginato che sarebbe potuto divenire parte della mia vita.
Per tutta l’esistenza mi sono trascinata come fossi un cavallo da soma enormi pesi senza mai domandarmi perché dovessi farlo, o come potessi evitarmi la fatica.
Sapevo di doverlo fare e basta.
Sapevo che era una cosa necessaria e basta.
Il giorno che ho incontrato un pezzo speciale d’umanità per il disorientamento e l’emozione mi sono persa dentro un labirinto.
Dentro questo groviglio di foresta malsana ed insidiosa ho vissuto giorni terribili, dove il cielo ha smesso d’essere d’aria e la terra ha smesso d’essere solida, ed il fuoco ha smesso di scaldare e l’acqua di bagnare. Io sapevo solo di non essere ancora morta, come m’avesse assalito un terribile drago che ogni giorno si mangiava un pezzo di me senza che io potessi fare nulla.
Non sono morta perché sono fatta di bellezza, ossia sto come un albero aggrappata alla verità che è come una lampadina che non può essere spenta da nessun terremoto e da nessun naufragio e da nessuna apocalisse.
Ho combattuto come un valoroso soldato che non sa quando smetterà di vedere morti e feriti intorno a sé…e solo si augura di trovarsi il prima possibile alla fine del tunnel.
Durante i lunghi mesi di travaglio e di solitudine e di sconforto i parametri normali di valutazione sono stati sostituiti da misure straordinarie.
Quando ho creduto di potere avere raggiunto la meta che mi avevo prefisso, ho sgranato gli occhi per vedere meglio e mi sono trovata in un porto sicuro.
Strano, ragazzi, una si butta a capofitto nella ressa degli smarriti e degli esaltati per ritrovarsi dentro un ordinato orticello candido di fiori e ricco di spezie.
Improvvisamente e finalmente i numeri sono tornati a fare sistema, il cielo è tornato d’aria, come la terra di sasso ed il fuoco di scintille e l’acqua di gocce ballerine.
Meravigliosa la vita che torna ad essere vivibile e piena di sacrosante opportunità. Da questo piccolo angolo di paradiso dove le tragedie sono state inghiottite dalla carne che nel frattempo le ha digerite e ben assimilate, osservo con buona pace gli umani che mi circondano e ce ne sono di varie categorie. Alcuni hanno la mia preferenza e la mia disponibilità, altri sono stati recintati dentro luridi campi dove loro stessi hanno deciso di passare i loro giorni, altri ancora stanno in una terra di mezzo nell’attesa di venire compresi.
C’è solo una certezza in questa mutazione in continua metamorfosi; e sono i nostri cari che si sono dimostrati attenti e vicini nei giorni del terremoto e dello sconvolgimento. Le persone che ci vogliono bene hanno a loro volta sbagliato, magari molto sbagliato, ma se poi si ravvedono e si ravvedono e si ravvedono, allora si può davvero credere che si siano ravveduti.
Come un innamorato che viene da un passato turbolento e per nulla promettente ma che bussa alla nostra porta in una sera d’inverno portandoci un dono; noi non gli vogliamo dare fiducia e non lo facciamo entrare.
Torna il secondo giorno e non lo facciamo entrare.
Torna il terzo e sempre lo cacciamo via.
E così la stessa storia per un tempo inverosimile di cui si perde la conta.
Poi un giorno non preciso, esattamente come gli altri, l’innamorato torna, ci rinnova il suo dono e noi questa volta gli diciamo di sì.
Gli diciamo di sì per premiare la sua costanza, perché consideriamo che una buona cosa non meriti d’essere buttata via.
La famiglia è il luogo santo dove accadono i miracoli. Lo dico nel senso profano del termine. Santo sta per privilegiato, specifico e benedetto. Il fatto è che famiglie non si nasce ma ci si costruisce. Le famiglie si scelgono, non ce le troviamo impacchettate e scontate. Ma si scelgono nel cuore. Possono funzionare sono se stanno nel cuore.
Tutto il resto che sta fuori di questo nodo assoluto è il puttanaio che circonda ordinariamente tutto e tutti.
Quando sento parlare le persone in genere mi sorprendo sempre della nostra ripetuta cecità. Alla mancanza di intelligenza non ci si può fare (fortunatamente) l’abitudine.
Accade infatti che in genere ci si ferma all’apparenza delle cose, e non ci si muove verso la visione della sostanza.
Prendiamo per esempio il nostro capoufficio ed i colleghi di lavoro, o il nostro dirigente ed i colleghi di lavoro, o i nostri parenti con relativi affini, o i nostri amici di passaggio e relativi contingenti.
Sono tutti stati d’umanità quotidiani dove sovrasta per lo più la legge del tornaconto personale.
Alzi la mano chi cerca d’ impostare la propria giornata lavorativa o la propria giornata familiare o la propria giornata festiva e di divertimento secondo le banali leggi della spontaneità, dell’impegno e della condivisione.
Immagino già le risposte di molti: “Io considero solo i miei familiari, tutti gli altri sono estranei” oppure “Quello che gli altri fanno a me non vedo perché io non dovrei fare loro” oppure “Ciò che conta è essere furbi più degli altri perché così nessuno ti fotte” oppure “Perché dovrei impegnarmi quando nessuno ha mai fatto nulla per me?” e così di seguito su questo passo…
Il mondo va di merda perché questi sono i nostri luoghi comuni. Consideriamo la famiglia un luogo privilegiato e separato dal resto della società e la società come la discarica della nostra immondizia, ma non è nemmeno questa la verità, perché quello che noi ci dispensiamo di fare in società ci ritorna contro nella famiglia la quale non è affatto il luogo privilegiato e “Perfetto” che si ritiene considerare, ma solo il luogo dove insegniamo a noi stessi e ai nostri figli come fottere il prossimo.
La famiglia non sono nostro padre, nostra madre, i nostri fratelli o nostra moglie, nostro marito, i nostri figli…la famiglia sono le persone che ci scegliamo e che si dimostrano all’altezza del loro compito verso cui noi ci dimostriamo fedeli.
In altre parole la famiglia non è un contenitore fisso e stabile, ma mobile e modificabile. E in altre parole lancio una freccia in favore delle famiglie allargate, quando queste stesse dimostrano di funzionare meglio di quelle originarie.
Il problema che si aggiunge dentro questo periodo di grandi cambiamenti e di grandi sconvolgimenti, è che l’essere comune rischia di scambiare le nuove opportunità per facili occasioni in cui fare quello che si crede.
I fautori del rigidismo nel nome di questo rischio reale vorrebbero chiudere le nuove frontiere che invece avanzano coma falangi ben armate che mai nessuna dittatura sporca e crudele potrà mai più fermare.
Tanto vale affrontarli, i problemi, metterli tutti su di un tavolo e pianificarli il meglio che si può.
La vera fortuna di questa nuova idea di famiglia vivente e in costruzione è che il nucleo familiare può diventare una vera e propria comunità, un vero e proprio agglomerato di persone che si ritrovano ad essere unite perché si condividono gli stessi principi di onestà, di ricerca, di divertimento.
Dentro questa bellissima ricerca che ho deciso di fare mia, sta l’annullamento dei vecchi parametri di misura e la presa in considerazione dei nuovi.
La bellezza degli affetti è che si può amare un solo essere come uomo e come donna, ma si possono amare vari esseri come amici e fratelli e compagni di viaggio. In un certo senso si diventa delle grandi madri o dei grandi padri dove i confini del conosciuto e dello sconosciuto si assoggettano alle leggi della riconoscenza e della fratellanza universale.
Non riesco a trovare un altro termine per definire la questione.
Fratellanza non nel senso religioso del termine, o meglio, non nel senso confessionale del termine, ma nel senso antropologico ed umanistico.
Il “Siamo tutti fratelli” è stata e continua spesso a venire fraintesa come un’espressione buonista e facilona dove ci si può mettere dentro tutto e tutti.
Niente di più falso.
Questo motto può funzionare solo se ognuno dei componenti di questa ideale compagnia di fatto e in prima persona si assoggetta alle regole sopra citate e sopra descritte.
Si assoggetta nel senso che decide liberamente e coscientemente di farsi servitore della pace, della capacità concreta di vivere l’uno accanto all’altro.
Come vedete il discorso si sta allargando in maniera esponenziale e arriva a toccare spazi intergalattici e assai complicati, in cui viene sapientemente messa in discussione la stessa idea di Dio, e quindi la stessa idea di cristianesimo nel nome della scienza sovrana.
In che misura l’uomo è un essere perfetto perchè a immagine di Dio e nello stesso tempo è un essere fallibile e potenzialmente orribile perchè libero? In che misura ci sono varie idee di divinità, tutte da ritenersi discutibili, ma una sola idea di scienza la quale non dà adito a nessun dubbio, nel momento in cui però si manifesta o si rende conosciuta? Serve di più all’uomo una scienza visibile che cammina alla velocità della tartaruga o un’idea del Dio che non c’è che quando si rivela cammina alla velocità della luce?
Qui per ora mi fermo, perdonatemi per la mia loquacità e vi auguro una serena giornata.
Lo stagismo è il primo passo per la conquista del mondo.
Non amo che le rose che non coglietti
There is always something to be thankful for in your life. Being alive is absolutely one of them!
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