Inno all’amore

Il cambiamento del mondo è una questione di carte?

Il cambiamento del mondo   è una questione di carte?

Da poco tempo nella scuola le schede dei genitori che devono compilare all’atto dell’iscrizione di loro figlio non portano più  la voce genitore 1 e genitore 2, ma la voce Tutore 1 e Tutore 2.

Questo per non urtare la sensibilità delle coppie omosessuali che portano il loro bambino a scuola senza per questo esserne stati obbligatoriamente generatori.

L’idea  di una nuova maternità e di una nuova paternità ha sempre affascinato il mio intelletto e il mio cuore; credo profondamente nella famiglia, che è il luogo dove si forma all’umanesimo, ma che si sarebbe arrivati un giorno a concepire una società dove tra la normalità familiare venisse inclusa l’avere due padri o due madri, senza con questo passare da una rivoluzione di pensiero collettiva, da una collegialità di discussioni, da una serie di passaggi formativi che si appellassero  alla sapienza dei saggi, dei filosofi, degli antropologi e dei religiosi, non me lo sarei mai aspettato.

Il mondo della scuola, imponendo questa nuova modulistica, ha deciso per tutti, e anche sotto silenzio, perchè la società di fatto non ne parla, non fa cenno di questo pensiero Gender  che in due parole sostiene l’annullamento della propria sessualità fisica, nel nome di una libertà assoluta di comportamento sessuale.

Libertà intesa come identità transgenere, ossia che tu sia maschio o che tu sia femmina, potrai decidere quando vorrai chi essere, come essere, cosa fare, quale famiglia costruire.

Dunque le famiglie con due maschi o con due femmine diventeranno sempre più la normalità.

Il fenomeno delle madri in affitto  diventerà una pratica legalizzata e sempre più praticata.

L’inseminazione artificiale a confronto  è diventata come bere un bicchiere d’acqua, perchè non c’è neanche da parlarne.

Si diffonderà sempre più una letteratura già per altro in utilizzo in certe realtà estere ma anche nella nostra comunità italiana dove si parla appunto in termini di favolette di due pinguini maschi che si vogliono bene e che vanno  a prendersi l’uovo di una simpatica amica pinguino  che lo cede loro  per  senso di altruismo e per dare a tutti, nessuno escluso, la possibilità ed il diritto d’essere felice.

Favolette dove due   orsette si amano alla follia e decidono di farsi fecondare, una delle due su decisione condivisa,  grazie ad un semino fertile che un simpatico amico orso rende loro disponibile, ovviamente  per un sentimento di generosità, in modo che tutte, nessuna esclusa, abbia la possibilità d’essere felice.

Sembra che oltre alle favolette si arriverà ad un vero e proprio indottrinamento infantile dove si ricorrerà alla manipolazione del pensiero che in quella fascia di tempo che è la prescolarità,  è come un pongo che può assorbire di tutto (indottrinamento già in corso all’estero).

Insomma, tutto questo per garantire il diritto di tutti alla felicità.

Siamo tutti uguali, tutti abbiamo il diritto d’essere amati e di diventare padri o madri di una nostra creatura, concepita per questo scopo, per questo fine, per questo progetto.

Che poi venga fabbricata su commissione, o che venga  costruita grazie all’uso di una provetta, e non grazie all’incontro di due esseri che si incontrano e si accoppiano come madre natura avrebbe pensato e architettato,  è diventato  solo un dettaglio di nessuna rilevanza, perchè il trionfo dell’amore non ha prezzo, non ha limite, non ha freno, non ha giustificazione contraria  accettabile.

Insomma, la natura fisica non è più ciò che detta legge, come accadeva fino a ieri; per oltre duemila anni siamo stati educati al pensiero che la natura del corpo  avesse la sua importanza, avesse  la sua fondamentalità, addirittura la sua sacralità templare,  avesse   la sua ragion d’essere. Oggi ci si dice che il corpo è solo un dettaglio, perchè domina la mente e il cuore.

Ok,  non mi dispiace l’idea di questa superiorità del cuore e della mente.

Nessuno più di me abbraccerebbe l’idea dello scavalcamento puramente fisico della persona, per permettere la liberazione e la realizzazione di progetti spirituali e metafisici.

Messa in questo modo  chi non sarebbe favorevole alla felicità di ogni essere?

C’è solo un dubbio che mi rimane da districare, e non si può non concedermelo, se vogliamo essere  onesti e intellettualmente corretti.

Voglio meglio conoscere il fenomeno delle madri in affitto.

Voglio capire le vere ragioni del loro gesto.

Voglio meglio capire  se lo fanno per pura generosità.

Voglio meglio capire se rimangono indenni nel corpo e nella mente dopo avere fatto un bambino che poi cedono ad altri senza più vederlo.

Voglio meglio capire  se lo farebbero lo stesso senza dovere percepire un solo centesimo.

Voglio meglio capire  se hanno la libertà fino all’ultimo di cambiare idea e di retrocedere dal loro immagino contratto di compravendita.

Voglio meglio capire  se le coppie omosessuali che si commissionano un figlio, se lo farebbero commissionare da donne  di cui non conoscono la sanità fisica e mentale e dunque saprebbero accettare l’eventualità di un figlio che dovesse nascere invece diverso da come se lo siano immaginato (realtà che puntualmente può accadere nelle coppie etero).

Voglio capire come reagirà questa società quando cominceranno i primi divorzi tra coppie omosessuali detentrici di figli (possibilità del tutto legittima visto che accade normalmente nelle coppie etero).

Voglio capire come saranno i figli di queste nuove famiglie tra vent’anni o anche meno, quale opportunità di vita e realizzazione troveranno nella società che dovrà essere capace di accoglierli come figli assolutamente uguali a quelli di tutti (nei fatti e non solo nelle parole).

Voglio capire come sarà il loro modo di pensare, di amare, di volere, di progettare le loro famiglie.

Voglio che la stessa famiglia tradizionale si sappia mettere da subito  in discussione, e sappia tirare fuori il proprio relativo fallimento, ragionando sulla violenza sulle donne, ragionando sulla libertà di abortire, ragionando sulla libertà di divorziare, ragionando sulla libertà di cambiare se stessa, perchè o la famiglia è una sola e uguale, aldilà delle differenze, o avremo famiglie di serie A e famiglie di serie B, e questo non può essere accettabile.

Voglio che la famiglia della normalità si metta al tavolo con la famiglia della diversità,  e cominci a parlarsi e confrontarsi in una agorà che finirà nella notte  dei tempi.

E voglio una società che cominci a fare discussione pubblica a 360 gradi  su tutte queste grandi perplessità.

Che faccia vedere al mondo islamico così profondamente lontano e così profondamente vicino, che non siamo dei folli, che non siamo  privi di  valori,   che siamo oltre le conflittualità  semplicemente  la culla del ragionare e dell’incontrare, che proteggiamo  e amiamo quanto loro e forse più di loro  una certa idea  di vita, di onestà, di purezza, di solidarietà (senza nemmeno avere bisogno di dimostrarlo).

Certo Chiediamo loro (alla società civile) scusa se senza renderci conto li abbiamo offesi, abbiamo urtato il loro sentimento di rispetto. E senza dubbio lo abbiamo fatto.

Vogliamo dire loro  (alla società civile) che aldilà dei nostri errori noi simo fieri  d’essere liberi, liberi anche di cadere, liberi anche di fare confusione, di stravolgere noi stessi.

E vogliano dire loro (alla società civile) che se non sapranno da oggi  portarci rispetto per quello che abbiamo dato e diamo e daremo, allora noi il rispetto da oggi ce lo prenderemo.

Ce lo prenderemo, perchè troppo abbiamo dato e non solo molto abbiamo preso.

(capitoletto del libro in programmazione  Un  paese, una scuola)

(Dedicato ai giovani uccisi a Parigi dagli assassini  che si fanno chiamare terroristi dell’Isis  ma sono solo animali da abbattere.)

 

 

 

la vita, la pace, la luce

dopo il buio…

La Francia blindata

E’ accaduto l’ennesimo attentato terroristico da parte dell’Islamismo fondamentalista.

Questa volta è stata una ecatombe e la Francia risponde blindandosi.

Non accadeva dalla seconda guerra mondiale.

E  adesso?  Come cambieranno gli equilibri interni in Europa? Come cambierà la Storia? Quale sarà la risposta del mondo occidentale all’Isis? Quale sarà il prossimo attentato di guerra? Come si modificherà il nostro comune senso dell’altro?

terrore a parigi

attentati a parigi

una strage

Cominciano a scoprirsi le carte

Pubblico solo un capitoletto  di quello che sarà il mio nuovo libro…

Parlerà di lavoro, di scuola e di cooperazione…(ed è un racconto di pura immaginazione ma che riflette la realtà del lavoro e della scuola in Italia)

Cominciano a scoprirsi le carte

Cominciano a scoprirsi lentamente le carte: le assistenti che venivano bistrattate dalla Dsga  uscente quando hanno appreso della sua dipartita hanno brindato per la felicità; altre due che con la capo ufficio aveva buoni rapporti, ma che comunque conservano per dignità una loro autonomia lavorativa, stanno osservando la situazione in attesa di decidere che posizioni assumere nei confronti del nuovo assetto;  l’impiegata che  invece era umma umma con la capa e che è risultata perdente posto, quella è stata la principale ragione che ha fatto decidere all’ultimo minuto al direttore (in questo caso direttrice) la richiesta di assegnazione provvisoria altrove,  stà altrove immagino abbastanza contenta d’avere causato questa conseguenza.  Fa sempre piacere sentirsi importanti, o comunque, dei precisi punti di riferimento per qualcuno, soprattutto quando questo qualcuno occupa dei posti di comando.

Il giro negli altri due plessi è stato fatto, e a dir la verità ho visto dei locali che  commentare che sembravano sporchi è dir poco; ma poi mi spiegano: alcuni spazi  della sede o hanno lavori di muratura in corso, o sono stati  luogo  di  accoglienza estiva dei bambini, quindi fino a qualche giorno fa  sono state teatro di lavori e di utilizzo; ovvio che adesso sono tutti  da pulire; si rilevano tutti i problemi e  la lista delle emergenze da segnalare al Comune che è il responsabile della manutenzione degli  edifici scolastici.

Per gli interventi di piccola manutenzione  non ci sono problemi, provvede la scuola con le minute spese, ma per tutto il resto (le mura, i bagni, le aule, gli impianti, il tetto, gli esterni, gli infissi…)  deve provvedere il Sindaco attraverso l’ufficio Pubblica Istruzione  e  relativo Ufficio  Tecnico,  che però ultimamente dice sempre di non avere grandi soldi.

Sto osservando le  colleghe  giorno dopo giorno mentre che le lascio lavorare in totale autonomia e cercando di disturbarle il meno possibile.  C’è Marta  della didattica che è molto silenziosa, non si sposta mai dalla sua cattedra, la preside me ne ha parlato   molto bene; poi c’è Ester   che mentre mi confidava a denti stretti di avere molto  sofferto con la direttrice di prima, praticamente aveva le lacrime agli occhi;  al protocollo  c’è  Piera   che tra le amministrative è la più anziana, con la massima competenza nel suo campo; alla finanziaria ( il settore che più mi riguarda )  c’è   Rosanna  che tra  tutte è l’unica ad avere conseguito la funzione superiore, ossia è l’addetta a sostituire  il Dsga assente.

L’anno scorso, non so perchè, ho visto che la nomina di vicaria alla direzione era stata data a Piera, credo per motivi di anzianità e perchè è quella con più servizio continuativo nella scuola. Forse questo ha provocato un certo risentimento in  Rosanna  che infatti ha già detto alla preside che intende chiedere l’utilizzo annuale presso  L’ufficio Provinciale del Territorio.

La Dirigente per questo si è molto risentita e sembra che voglia  in qualche maniera  rifarsi di questa assenza di spirito di squadra  cominciando a mettere dei paletti ben precisi, che però rischiano a loro volta di creare ancora più malcontento e ancora più scissioni e fuggi fuggi del personale.

Domani nella riunione con il gruppo   amministrativo (quello con i collaboratori scolastici c’è già stato ed ha portato molti frutti…)    proporrò proprio  Rosanna come mia sostituta (del resto è solo lei titolata a farlo).  Forse questo le darà una buona ragione per rimanere ancora un anno, e poi per l’anno nuovo io non ci sarò più, immagino, e le cose   andranno come dovranno andare anche senza di me.

Adesso che però ci sono,  il controllo ce l’ho io, accanto alla Preside,  e posso fare i miei passi, e seminare bene piuttosto che male,  così che  piano piano  le cose si stabilizzeranno   e  si tornerà ad una certa normalità (sempre che le cose stiano come mi detta l’impressione iniziale e non che ci siano elementi di valutazione a me ancora ignoti).

Ho fatto la conoscenza con il Presidente del Consiglio di Istituto; di solito sono genitori inesperti e  preoccupati  di venire disturbati il meno possibile,  salvo poi sapere il proprio figliolo gestito con una certa attenzione  dai professori o maestri; questo non è così, vuol sapere tutto di tutto (e magari anche di tutti) e mi sembra di capire che ha le mani in pasta  con il Comune, forse è dentro qualche maglia elettorale e la sua presenza interessata è forse  dovuta anche a secondi fini,  ma va benissimo lo stesso, di queste cose non si parla tra noi, perchè  con me si parla e si parlerà  sempre e solo di lavoro, di decisioni da prendere, di strategie da mettere in campo ecc…ecc… ( e va bene così, non sono fatta per il pettegolezzo o le intese poco chiare).

Lentamente vengono a presentarsi anche i docenti, ma loro lo fanno con il Direttore solo per motivi di interesse personale, ossia se devono prendere informazioni sulla loro ricostruzione di carriera e sulla loro  pratica pensionistica o sulla ricongiunzione dei servizi….

Per un docente la segreteria è quel luogo strano che non si capisce le impiegate cosa abbiano da fare per sette ore continue;  a volte  diventa anche quel luogo dove vengono assegnate le docenti o i docenti che come dire, vanno fuori di testa, e dunque diventano dei dipendenti scomodi, che non possono più coprire ruoli di insegnamento.

Come sta capitando a noi che ospitiamo una professoressa  in difficoltà,  Sonia, che però ora si deve decidere dove collocarla stabilmente, visto che  nemmeno in segreteria dimostra di potere funzionare in maniera serena; al telefono a volte se ne esce con  argomentazioni poco appropriate; “Se la fa  archiviare”,  la Dsga precedente aveva detto alla preside,  “non me ne assumerò la responsabilità”; allo sportello non ne parliamo;  non rimane che la biblioteca,  dove potrebbe venire relegata  tra i libri e le mura che non hanno nè orecchie nè bocche per replicare.

In quanto a Laura, la Direttrice che se ne è andata, doveva venire ieri a fare il passaggio delle consegne, ma non s’è vista, addirittura ha sparato la balla che si era presentata ma che a scuola non c’era nessuno; no problem,   mi sono fatta dare l’orario presunto del suo arrivo, l’abbiamo confrontato con i presenti ed abbiamo concluso che ci stava spudoratamente prendendo in giro.

La preside l’ha ricontattata   e facendo finta di niente le ha detto davanti a tutti che sentivano,  che non era possibile, che evidentemente ci doveva essere stato un priquoquo,  e che dunque la si attendeva, la si attendeva  il prima possibile, visto che “proprio oggi abbiamo scoperto che una pratica pensionistica di una docente andata in congedo  dal primo settembre dovrebbe avere il fascicolo completo da consegnare , ma di questo fascicolo   non c’è nessuna  traccia”.

La   Ds  è molto  contrariata;  mi chiede cosa sono tutte quelle carte che mancano, ed io che mi sono preoccupata di portarne alla sua attenzione l’elenco, rispondo già stanca, dopo otto  ore di lavoro indefesso :   “Preside, non posso fare in un giorno un lavoro di un anno; domani la prendo in mano e vediamo di risolvere”

Considerando che poi di pratiche pensionistiche non ne ho mai fatte,  ci sarà da divertirsi, ma intanto a me piace imparare, sono nata studente,  e dunque farò anche questo.

dal libro in prossima pubblicazione  (Un Paese, una Scuola)