il giovane giacomo

Ho visto il film, e dietro di me nella sala c’era un folto gruppo di giovanissimi, con la loro prof avvicinatasi per un attimo, che li complimentava per essere andati così numerosi alla visione del giovane Leopardi.
Davanti a me c’era una collaudata preside di liceo, da un anno andata in pensione, devo dire ringiovanita nell’aspetto e nel modo di fare, forse perchè osservata in un contesto extrascolastico ed informale, e mentre che lei non sapeva d’essere osservata…
Al mio fianco altri giovani, e sotto in basso alla platea, altri giovani.
Sì, i giovani sono venuti a vederlo perchè sospinti dai loro insegnanti, perchè interessati a catturare idee per un possibile componimento di tesi finale, per una possibile interrogazione con cui fare bella figura davanti agli altri…
Tutte ottime ragioni, se vogliamo ben sottolineare, che fanno di necessità virtù, ma quanti di loro sarebbero venuti o andranno a vederlo, per la semplice ragione di conoscere la storia di uno dei più grandi poeti del nostro ottocento?
Forse due o tre. Quelli che posseggono dentro di sè l’amore autentico per la poesia e per il pensiero, visto che Leopardi è stato contemporaneamente poeta e filosofo.

O quelli che si sentono attratti dall’umanità del compositore, dalla sua tragedia personale, dal suo essere stato eroico nell’affrontare il suo  complicato destino (oltre che per banale accidentalità o curiosismo)
Conosciamo l’autore per il suo famoso “pessimismo cosmico”, una visione della vita disincantata che traeva le sue radici proprio nell’ assoluta estraneità e possenza della Natura, una natura non benigna ma altera, non madre amorevole ma sovrana altezzosa e dispotica, irraggiungibile nella sua incommensurabile bellezza quanto nella sua incommensurabile diversità.

I dati biografici ci raccontano di un Giacomo che dopo una spensierata infanzia, unico periodo solare della sua vita, a causa di un folle e disperatissimo accanimento sullo studio ( sembra che abbia divorato fagocitamente tutti i libri della cospicua biblioteca paterna, costruendosi un’ eccellente erudizione), si ritrova gracile di salute, malfermo nella sua debole costituzione come nel suo sentirsi condannato dentro una casa vissuta come la propria prigione.

Figlio di un conte, destinato come primogenito alla carriera ecclesiastica, deve combattere sia contro un padre che non ammette nessuna possibile deviazione da questo destino, sia contro una madre severissima e di pochissimo affetto, che morirebbe di vergogna nel sapere la carne della sua carne perduta dentro i meandri della minaccia della modernità incombente…

Ed è quello che accadrà; i moti rivoluzionari del 48 non attenderanno certo il plauso della classe aristocratica arroccata dentro i propri intoccabili privilegi come dentro i propri granitici ruoli e destini.

Leopardi vive, respira, sogna, desidera, racconta e ispira il grande desiderio del cambiamento sociale, e lo fa dalla sua misera stanza del suo magnifico palazzo, che gli pesa addosso come un insopportabile macigno.

Recanati è un luogo incantevole, ma non per Giacomo che qui si sente esiliato, costretto, legato, isolato, perso, incompreso, e non certo per la sua pusillanimità, non certo per la sua incapacità a costruirsi una vita propria.

Quando cerca di fuggire dal giogo familiare, l’onnipresenza e onnipotenza paterna glielo impedisce, e per questo viene ripreso come un reietto colpevole di tradimento, traditore della santa e intoccabile verità, che può stare solo nell’arroccamento della fede, che può stare solo nella solidità della tradizione, là dove la fede è un dogma che non può essere messo in discussione e non un atto d’amore assoluto che si rivolge verso Dio come verso gli uomini ed il mondo con tutto ciò che contiene.

Non c’è che dire. Ci sono tutti gli elementi per piacere alla gioventù.
Alla gioventù di oggi, intendo dire, come a quella di allora.
Istinto di ribellione, sofferenza verso un sistema obbligante, bisogno di libertà e di cambiamento.
E tanta solitudine…quella che spesso lamentano gli adolescenti senza riconoscerlo e senza esserne consapevoli.

Ma il giovane Giacomo ha solo soprattutto bisogno di una cosa elementarissima; ha solo bisogno di amore, come lui stesso recita in una scena del film, come lui stesso dichiara al mondo intero attraverso i suoi disperati scritti melanconici.

Le cose che sembrano farlo stare bene, prima o poi gli vengono sottratte, ma poi anche fortuitamente sostituite da altre presenze similari e confortevoli, che gli permettono di sopravvivere, di non cedere, di resistere sotto la forza brutale dell’ingrato e severo compito che la vita gli ha riservato.

Probabilmente non si hanno dati certi sulla sua reale vita sessuale; il suo handicap fisico non gli concede fascino verso il gentil sesso, non potremmo certo vedere in lui un adone o un simbolo di erotismo, non nel senso classico del termine; eppure Leopardi piace al genere femminile, a quel genere di donna con uno spiccato senso materno e protettivo, a quel genere di donna innamorata del’arte e della poesia filosofica ed oscura, come la sua.

E’ più lui stesso, da quel che emerge dalla sceneggiatura, che si sottrae ad una normalità affettiva. O forse si sottrae a questa eventualità proprio perchè si sente inadeguato e misero, precario anche nelle sostanze con cui e per cui deve lottare quotidianamente, sia contro una famiglia che mal lo sopporta, sia contro una società che mal lo accetta.

Non accetta di lui il suo essere così severo verso il giudizio del suo genere, verso l’idea di un’ umanità vuota ed illusa, miserrima e meschina, che si dimena tra le ordinarie speranze e necessità, ma che è solo un nulla che si dispera senza sapere di disperarsi.

Infine, ancora una riflessione: c’è una scena del film che mi rimbomba nella testa e non se ne vuole andare, è quando lui urla agli avventori presenti in una locanda  del tempo che lui scrive di pessimismo non perchè è stato toccato dalla cattiva sorte, ma aldilà della sua stessa condizione, e lo urla a squarciagola, perchè non vuole essere visto come quello che “sarebbe stato diverso se avesse avuto una capacità di salute fisica migliore”.

Mi sovviene la teoria periferica sulle emozioni che recita “non piango perchè sono triste ma sono triste perchè piango”; ma Leopardi piangeva perchè era malato nel corpo o perchè era anche malato nello spirito? E quanto il suo essere malato nel fisico ha contribuito a fare di lui il suo pensiero? e quanto Leopardi non avrebbe desiderato essere altro da sè perdendo con ciò le sue radicali convinzioni ed il suo profondo sentire? Non c’è possibilità di divisione in un uomo, a mio avviso; esso è tutto un insieme indivisibile in se stesso, e di certo sono  sempre e ancora solo il cuore e la mente che fanno di una persona ciò che è, aldilà del suo essere fisico.

La visione del film è sconsigliata a chi soffre di depressione, ma è vivamente consigliata a chi vuole scoprire la magnificenza di un pensatore tutto italiano che si è fatto conoscere nel mondo e nella storia per bellezza, intelligenza e splendore.

Ieri come oggi. e come sarà domani.

(A proposito, Leopardi morirà per avere mangiato troppo gelato, quell’alimento che a lui sembrava essere proibito, ma del cui divieto evidentemente a Giacomo importava proprio nulla…)

Città vecchia

Spesso, per ritornare alla mia casa
prendo un’oscura via di città vecchia.
Giallo in qualche pozzanghera si specchia
qualche fanale, e affollata è la strada.

Qui tra la gente che viene e che va
dall’osteria alla casa o al lupanare,
dove son merci ed uomini il detrito
di un gran porto di mare,
io ritrovo, passando, l’infinito
nell’umiltà.

Qui prostituta e marinaio, il vecchio
che bestemmia, la femmina che bega,
il dragone che siede alla bottega
del friggitore,
la tumultuante giovane impazzita
d’amore,
sono tutte creature della vita
e del dolore;
s’agita in esse, come in me, il Signore.

Qui degli umili sento in compagnia
il mio pensiero farsi
più puro dove più turpe è la via. .
(U. SABA, Città vecchia)

Commento: dopo che ho letto questa poesia ho pensato: “Ecco, chi scrive in questo modo è capace di sentire gli altri, potrei definirlo un empatico, uno che sa mettersi nei panni dell’altro (oltre naturalmente essere un geniale poeta che incrocia parole come sapienti suoni incantevoli e leggeri)” Virtù assai speciale.

ADOLESCENTI

Per i ragazzi c’è un sacco di roba da studiare.
S’insegna la grammatica a scemi d’ambo i sessi.

A me invece
m’hanno scacciato dalla quinta classe.
Hanno cominciato a sbattermi nelle prigioni di Mosca.

Nel vostro
piccolo mondo
di appartamenti
crescono ricciute liriche per le camere da letto.

Che vuoi trovarci in queste liriche da cani pechinesi?

A me, per esempio,
ad amare
l’hanno insegnato
nelle carceri di Butyrki.

M’importa assai della nostalgia per il bosco di Boulogne,
e dei sospiri davanti ai panorami marini!

Io, ecco,
m’innamorai
dallo spioncino della cella 103,
di fronte all'”Impresa pompe funebri”.

Chi vede tutti i giorni il sole
dice con sufficienza:
“Cosa saranno mai quei quattro raggi”!

Ma io
per un giallo illuminello
sopra un muro
avrei dato allora qualunque cosa al mondo.

Vladimir Vladimirovic Majakovskij (1930)

Se fossi stato …

Se fossi stato solo

avrei pensato diversamente

ma  non riesco ad immaginare come;

non so immaginare  quello che non è accaduto

sarebbe come raccontare che la luna  è blu

e che le stelle sono fatte di coriandolo.

Se potessi tornare indietro

vorrei essere stato un bambino  cattivo

e non preoccuparmi sempre degli altri

finendo di non potermi occupare di me;

eppure mi si dice che non siamo padroni

del nostro destino

ma che è il nostro destino

che ci fa padroni di noi stessi.

E’ splendido il tempo di chi non ha più fretta d’arrivare,

di chi sa di non potere buttarlo, il tempo,

e  di chi ha consumato tutta la sua voce

perchè potesse rimanere  per sempre nell’aria

la sola parola che conta.

Sta passando  anche maggio,

ci sono negli angoli dell’orto vasi vuoti

ancora da riempire.

Se fossi stato quello che non sono

avrei vissuto un’altra storia,

ancor più meravigliosa, forse,

ma avrei perso la mia

che è la sola che conta per me

e per te che mi vivi accanto…

 

amate farfalle

 

Leggere come piume

colorate come pagliacci

volano le farfalle

sopra i nostri sguardi distratti

e di qualcuno attenti…

Ridono i bambini nei giardini di carta

della scuola

invasa dal colore,

anche adesso che è inverno,

e noi presi da mille pensieri

attendiamo l’arrivo del sole

 

L’albero d’arancio

Una terrazza marina sopra la valle

muri rosa

una tenda gialla che veleggia

contro il cielo;

è grande il silenzio cristallino

interrotto qui e là

dai viandanti,

e nello scrigno delle stanze dipinte,

nulla disturba il nostro pacifico lavoro.

Dimora dolce dimora

che ci abbracci senza farci male

dove tutto ride

di rosso vestito

anche i passeri sotto le grondaie e le formiche in fila su per l’albero d’arancio;

domina nel mezzo della corte il verde oleandro dopo la fioritura

e i nostri pensieri trasparenti

volano non molto lontano

verso il mare

blu.

Sento il rumore delle onde attraverso le conchiglie

le mie dita accarezzano la sabbia bianca

non certo tropicale ma che sa di

vita quotidiana

e quando accenderemo il forno e faremo il pane

ci sarà il profumo del grano e del sale.

Ruscelli fragorosi

cantano l’acqua

che ci nutre

ed anche quando sarà inverno e ci sarà la nebbia,

per noi sarà sempre estate

dentro il sole.

Gioconda luce

 

Gioconda luce

che trastulli col cielo

col tuo arrivo

strabordano i colori

dell’arcobaleno nella stanza;

il male sarà ed è il nostro perenne

pensiero

ma è la gioia gioiosa

la nostra ferma  compagnia.

 

Il senso del perdono esce spontaneo

dalla contentezza d’essere vivo

ed io ho mani da stringere

ed occhi a cui sorridere;

le nostre  gambe danzano

come stecche leggere

d’acciaio

incrociando i passi degli altri.

 

Gioconda luce

che hai portato l’irrorazione

dentro i muri,

dietro le finestre,

nei cortili e nelle piazze comuni,

io ti amo

e ti ringrazio.

 

Che tu sia benedetta,

amica nostra.

 

 

Massime e minime

Devi avere fiducia

non pensare che le cose non possono migliorare.

Guarda al giorno che deve venire con decisione

la stanchezza passerà e

ritorneranno le forze.

Non permettere a nessuno di mancarti

di rispetto

chiedi giustizia se ti hanno oltraggiato.

Non dimenticarti di chi soffre

mai

e cerca di fare il meglio che puoi

per il tuo prossimo.

Nel tuo lavoro sii operoso, onesto, audace

e progetta sempre cose nuove

là dove ti riesce meglio.

Ama chi ti vuole bene

e perdona chi ti ha fatto del male

dimenticandolo.

Se ti avanza qualcosa

non buttarlo via,

usalo per chi non ne ha

ma non dare gli  scarti,

se non vorrai essere scartato.

Non nasconderti dietro la menzogna

solo per la  comodità di negare

il vero,

ma sappi tacere

quando certe cose non vanno dette

perchè troppo complicate,

Impara dai tuoi errori

come dagli errori degli altri

insegna quel che sai

come gli altri insegnano

quel che sanno.

Stai allegro

nel momento della paura

la luce spazzerà via le ombre

e splenderà il sole.

prima della primavera

Cade la neve lenta

sopra le strade

bagnate e fredde

e noi dentro le case

semivuote

prima della primavera.

Cade la neve stanca

e ballerina

sopra le foglie morte

e secche

degli alberi

prima della primavera.

La primavera che tace

sprofondata sotto il suo manto

gelido

e che appare così lontana

dietro il grigio  dell’inverno.

Dov’è il mio sole delle belle giornate

calde?

Tranquilla.

Il sole

ritornerà a scaldarci

dentro le barche sul mare

sopra gli scogli d’agosto

tra i gabbiani rumorosi

in    cerca  di cibo sull’acqua.

Sento  un tocco di campane

a festa,

guardo le zolle arse e verdeggianti

di  fiori indefiniti,

odoro il profumo del mirto e delle ginestre

che già mi scaldano

il pensiero.

E la casa si è    riempita  d’ amici

di risa vocianti

di ore chiacchierine.

Il cuore

 

 

 

E’ il sole che ci scalda

quello che non tramonta mai

perchè  sappiamo tornerà a risorgere

che ci tiene vivi…

E’  l’acqua  che ci nutre

quella che riteniamo un bene naturale

ed inestinguibile

mentre invece va protetta

come noi stessi

che ci conserva  sani

E’ la terra dura e solida

sulla quale  costruiamo  le nostre case

dove ci ripariamo dai venti e dalle piogge

ma non dai nemici

che ci mantiene

E’  l’aria  che respiriamo

che permette  il buon funzionamento di tutti i nostri

ammennicoli vari

qualcuno più grande qualcuno più piccolo

che ci mantiene  funzionanti

Ma alla fine è  solo  il nostro cuore

che batte

e la nostra capacità d’esercitarlo bene

che ci fa uomini

 

 

Omaggio al teatro, alla musica, alla poesia

 

Fare teatro  è imparare a vivere e chi impara  a   vivere,  insegna  a  vivere    anche agli altri…

 

 

Hai ammesso che mi ami di PD

L'immagine dei papaveri     Montagne    Immagine dell'albero. Inverno     Immagine di tramonto

Mi sono innamorato di te, mi sono innamorata di te       

Dolce tesoro

sono felice d’averti conosciuto

sono grata  al cielo d’averti incontrato,

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Pianeta musica

malika

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Cristo o Marx? Ognuno scelga il suo eroe

                                          

 

 

Caratteri del pensiero  marxiano

si pone come fine il compimento della libertà reale e non della libertà teorica o apparente

ispira il pensiero marxista e tutte le sue scuole come pensiero a lui estraneo  ma  conseguente

si occupa della Storia ossia del mondo reale che deve diventare il compimento del comunismo  inteso  come regno della libertà effettiva e non apparente

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L’amore è stupido? L’amore è facoltativo? L’amore è indecente?

                        

 

 Non c’è nulla di buono o cattivo al mondo se il pensiero non lo fa tale.          William Shakesperare

Ciao a tutti.

Carissimi,  scusate se continuo il tema dei sentimenti  ma voglio chiudere il capitolo prima di passare ad altro, ossia al già anticipato  problema del marxismo oggi…

Dunque, si diceva dell’amore platonico, dell’amore cortese e dell’amore borghese; ora si vuole  approfondire l’argomento con il riflettere se  detto sentimento possa essere   stupido, facoltativo o indecente. Continua a leggere

Elogio della parola

 

Se voi avete avuto modo di scorrere i pochi articoli presenti   in questo blog appena iniziato,  vi sarete accorti di come varia l’impostazione  del linguaggio poetico raffrontato al linguaggio filosofico. Continua a leggere

Perdonatemi, perdonatevi di PD

 

                                La forza del pensiero

Ma infine

qual’è la forza di un uomo?

Il suo pugno

o il suo pensiero?

La sua spada

o la sua verità?

Se dunque uomini e donne e bambini

vengono travolti dalla tragedia dell’inganno

di chi è la colpa? Continua a leggere

L’apparenza e l’inganno di PD

 

                                  

Ci sono persone

che non sono quello che sembrano

e che nascondono una doppia personalità

Si mostrano cordiali

ma non fanno nulla a caso

Si comportano da  generosi Continua a leggere

L’albero di natale di PD

 

Verrà un giorno in cui

io non ti cercherò più,

non ti scriverò più lettere

non mi preoccuperò più per te

e dirò a me stessa

“Spinta dal bisogno tu l’hai fatto, adesso tocca a lui” Continua a leggere

L’Attesa di PD

 

Ascoltami bene tu che non mi vuoi parlare

il tuo amico è come  il tuo nemico

non è quello che sembra

placido origlia col suo mantello nero

dietro le porte

però non riesce a sentire i bisbigli

non riesce a capire i pensieri

che non fanno rumori Continua a leggere

La chiesa di San Patrizio di PD

 

 

Ti respiro nell’aria

di quest’alba nuova

il frastuono delle onde tempestose

non coprono l’odore della tua presenza

del tuo schiantarti addosso a me

sotto i cento gabbiani che ci fanno da testimoni

volteggiando vocianti sul mare

tra la chiesa di San Patrizio

e questi molteplici vicoli di scale… Continua a leggere

Il cielo in questa stanza di PD

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IL CIELO IN QUESTA STANZA

Amore mio dolcissimo

lo so che è ancora presto

lo so che ancora non conosco

nulla di te

ma forse che per innamorarsi

occorre presentarsi?

Oltre ogni tradimento

impossibile ed ignobile Continua a leggere

La casa nuova di PD

 

 

 

 

La casa nuova

Oggi è nata la nuova casa

arroccata sopra una roccia

tra il cielo e la fossa

è piccola   graziosa    accogliente

è ancora vuota

ma presto si riempirà di gente

io sono la regina delle sue mura

e non so se ne sarò capace

improvvisamnete mi sento insicura

anch’io sospesa al ramo del grande albero

che è l’universo Continua a leggere

Natività di PD

 

Dolce compagno

è tutto a posto

è tutto sotto controllo

anche quello che sembra sfuggire

anche quello che ancora non si può capire

Certo

il pericolo di sbagliare rimane Continua a leggere

L’amore è un soffio di PD

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L’amore è un soffio

L’amore è un soffio

un alito di vento

che cavalca fiumi mari oceani deserti

tu credi di poterlo governare

o di poterlo ignorare

o di ridicolizzarlo

o di sminuirlo Continua a leggere

Non ho più paura di PD

 

 

 

Non ho più paura

La paura si è sciolta come neve al sole

Improvvisamente i campi si sono vestiti di colore

I miei occhi primi spenti

Si sono riempiti di luce

I campanili delle chiese oggi suonano a festa

La gente mi sorride perché io sorrido alla gente

Non sono più un ventre vuoto incapace di nuovi parti Continua a leggere

Ho trovato la mia libertà di PD

 

 

Ho trovato la mia libertà

A te che pensi di avere  cose più  divertenti  da fare che leggermi

A te che ti diverti solo quando stai davanti al grande fratello

A te  che te ne stai beato  seduto in qualche  angolo della stanza a fare nulla

A te che stai aspettando  il momento di partorire

A te che non hai avuto figli  perché sei stato sfortunato Continua a leggere

Il Dio di tutti

 

 

Il  Dio di tutti

Signore mio

gli atei non ti pregano

perchè assicurano che tu sei un’invenzione popolare,

una chimera religiosa; Continua a leggere

Caravaggio: una passione segreta

storia di un mito vivente

Alcune sue opere tra le più affascinanti ed emblematiche

Madonna di Loreto

 

 

 

 

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Inno alla gioia

                                

                            

non te ne andare di gianna nannini       

Inno alla gioia

 

Dedicato a tutti coloro che si amano, che si ameranno, che si sono amati

che pensano che l’amore non è una questione solo personale ma collettiva

che pensano di dovere rendere conto del proprio operato al mondo che ci accoglie e che ci guarda

che pensano che per amore si può superare ogni difficoltà

che pensano che oggi è il momento giusto perchè domani potrebbe essere troppo tardi

Che hanno un pensiero proprio, ossia sentito e vissuto

che sanno chi sono, da dove vengono e dove vanno

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Canti di dolore

 

 

L’albero sempre verde

Caro padre
sei venuto a liberarmi
come un gigante mi hai risollevato
per quanto tu non l’avessi programmato
che nulla del bene che ho avuto
è stato voluto solo per me
tranne nascere credo
e tu amavi troppo la vita per pensare che un giorno
avresti cercato di morire

Per te vivere era una cosa naturale
come un abete che tutti i giorni cresce
invecchia
e poi diventa un albero secolare
osserva  correre il tempo inarrestabile
e lui è sempre verde come il primo giorno Continua a leggere

Omaggio ad Alda Marini

 

 

Pensiero,io non ho più parole.

 Ma cosa sei tu in sostanza?

 qualcosa che lacrima a volte,

 e a volte dà luce.

 Pensiero,dove hai le radici?

 Nella mia anima folle

 o nel mio grembo distrutto? Continua a leggere