Spegnere la luce per conservarla e scoprirla altrove…

Dopo l’occidente

Ho appena finito di leggere Dopo l’occidente di Ida Magli.

Libro interessantissimo, per acutezza, intelligenza, vastità di conoscenze e amore per la verità, o meglio, amore per la ricerca di un mondo più giusto e più a misura d’ uomo.

Ida Magli è una donna arguta, determinata nelle sue analisi che non si lasciano deviare dai pensieri dominanti e spesso superficiali e di comodo.

Fa un’analisi spietata dell’Europa di oggi, ormai volta al tramonto, destinata a diventare l’Africa del nord tra l’indifferenza di tutti, in primis dei sistema di potere occulti che ne hanno decretato la fine a suon di  guadagni predatori  operati dalla logica finanziaria e speculativa.

Fa un’analisi   spietata  degli americani e di quello che l’America ormai  rappresenta sempre più per tutti,  ossia un paese non più liberatore, non più portatore di pace e di democrazia (se mai è esistito un tempo in cui lo è stato), ma un paese violento, fagocitante e onnivoro, pronto a divorare anche se stesso se si dovesse trovare nel bisogno di farlo.

Fa un’analisi spietata della Chiesa, che da comunità  evangelica e perseguitata si è trasformata nel tempo in un contenitore ora crudele,   ora  corrotto, ora vuoto,   che ostinatamente continua  a dichiararsi, più per necessità che per convinzione,  portatore di luce e di salvezza.

Fa un’analisi  spietata  dell’Islam e di quello che rappresenta, ossia un’enorme agglomerato di persone pressochè primitive, insensibili a qualunque volontà di cambiamento e di apertura al mondo, convinte della propria attuale superiorità sia numerica che ideologica, e che  detteranno da qui a breve il loro predominio su una comunità europea e non solo, del tutto incapace a difendersi e a proteggere la propria bellezza, la propria storia, la propria civiltà,  la propria scienza, la propria arte, musica, e letteratura. Tutto quello che ha costruito in 2000 anni di vita.

E’ la fine dell’Occidente, è la fine della supremazia dei bianchi sui neri o sugli orientali.

E’ la fine del nostro mondo, delle nostre radici, della nostra passione per il progresso, le nostre scoperte,  le nostre incommensurabili battaglie che mentre che seminavano vittime andavano a celebrare il trionfo della libertà sull’oscurità dello stare prigionieri dei propri tabù.

Dopo l’occidente ci dice a chiare lettere che stiamo per finire, che verremo dominati da esseri inferiori in tutto ma non nel numero e non nell’ignoranza.

Si sa che l’ignoranza può fare enormi danni, persino maggiori dell’intelligenza criminale.

Infine la scrittrice  apre uno spiraglio:  chiude la sua  serie di analisi spietate, scomode ed indigeste,  con un’analisi generosa e portatrice  di possibilità di  ripresa da questa già decretata apocalisse.

Sarà la  grande  Russia il paese che erediterà i nostri tesori, che cercherà di fare opposizione alla conquista islamica, che non sarà mai assorbita dalla follia  americana, che non mollerà le proprie radici ortodosse e profondamente religiose, nonostante la  rivoluzione bolscevica, nonostante  lo sterminio assoluto  perpetrato  contro i monaci e contro il pensiero  religioso  e teologico. Se lo fece, fu per ottime  ragioni che Ida Magli non ha problemi    ad argomentare.

Una Russia che ci è sempre più assomigliata di quanto mai abbiamo saputo comprendere, che ci ha sempre amato e preso come modello, modello di vita, di cultura e di espressione, senza però  essere mai stata la stessa cosa, perchè la grande e sterminata  terra  degli zar   si è sempre contraddistinta  per il proprio ineguagliabile  ed  indomabile  carattere.

Dentro questo scenario globale non mancano considerazioni interessanti sul Giappone e sulla Cina, il  primo elogiato per la propria assoluta capacità  disciplinare, il secondo elogiato  per  la propria capacità di pesare sull’asse della bilancia, almeno in termini economici.

Non mancano nemmeno gli ebrei, che rimangono una presenza non presenza, nel senso che  se Israele  è stato capace   di regalarci  Gesù di Nazaret,   lo ha fatto senza volerlo, lo ha fatto senza riconoscerlo, lo ha fatto conducendolo a morte, tra   la repulsione dei romani   ed   il ludibrio  del popolo  perduto    osannante ed inconsapevole  della  sua fine.

Scrittrice dalle grandi passioni,  dunque, che credo abbia ancora molto da dirci.

 

 

 

 

 

 

 

Last Christmas

“La musica è il dono più grande che Dio abbia fatto all’uomo”     George Michael

Morto il leader Maximo

Morto il lider Maximo

Nel bene e nel male ha fatto la storia di Cuba, è stato fino alla fine capace di rimanere fedele a se stesso e alla sua storia, alla storia della sua Isola: Cuba lo ha più amato che odiato, e per essere stato un dittatore,  il mondo ha potuto vedere di molto molto molto   peggio di lui…

E’ stata di certo la forma di comunismo di Stato  più a misura d’uomo  che si sia vista  sul pianeta Terra.

Rimane di certo  una realtà  alla quale fare riferimento e sulla  quale volgere studi e riflessioni, osservazioni, critiche e  possibili cambiamenti per il futuro, soprattutto dopo la fine dell’embargo americano.

Figura eccezionale che è entrata nell’immaginario collettivo accanto all’altro grandissimo lider,  rimasto  amatissimo ai giovani rivoluzionari di ogni tempo,  il  leggendario  Che Guevara.

In vita   ha dovuto combattere feroci lotte e guerre fredde senza risparmi di colpi da parte dei suoi potentissimi avversari, senza mai arrendersi.

A 90 anni  si è lasciato piegare dal tempo,  che non risparmia nessuno,  che arriva  nel momento che deve essere  per tutti…

Una rivoluzione autonoma, quella cubana; mai esportata, non esportabile, unica.

Ma il suo futuro?

 

 

Premio nobel per la Pace

Premio nobel di incoraggiamento

In Colombia  ancora tutto è da cambiare,  ma è in corso un cammino  faticoso di  ricostruzione e di liberazione dalla cocaina  imperante.

Per questo il suo massimo leader Juan Manuel Santos  ha ricevuto il riconoscimento  all’attuale premio nobel  per la pace.

Mi associo  con le migliori  aspettative.

 

Fertility Day: ecco come lo penso…

Mettiamoci a fare un bambino

Mettiamoci a fare un bambino

Ma se non arriva ...

Ma se non arriva …

Ma se non possiamo farlo adesso perchè...

Ma se non possiamo farlo adesso perchè…

Dobbiamo volere una società che protegge la famiglia...

Dobbiamo Costruire   una società che protegga  la famiglia…

Ammetto d'essere all'antica, per me la famiglia è ancora questa...

Ammetto d’essere all’antica, per me la famiglia è ancora questa…

cioè questa

cioè questa

e non omosessuale

è possibile anche questa  ( solo  come eccezione alla regola)

e questa è possibile ma solo per diritto di adozione e non di surrogazione

e questa è possibile ma solo per diritto di adozione e non di surrogazione

Credo nelle differenze e non nelle omologazioni che nel nome della democrazia pretendono di cancellare la Storia di millenni

Personalmente Credo nelle differenze e non nelle omologazioni che nel nome della democrazia intesa come il tutto concesso, pretendono di cancellare la Storia di millenni, il nostro naturale sentire- Non per questo mi sento una che dorme…

Le famiglie possibili sono tante ma solo uno rimane il modo di fare figli

Le famiglie possibili sono tante ma solo uno rimane il modo di fare figli da cui dipende il diritto/dovere  di averne

Come di certo la fertilità necessita di cromosomi differenti che quando funzionano fanno miracoli

Di certo la fertilità necessita di cromosomi differenti che quando funzionano fanno miracoli

Non voglio ridurmi a sperare in un miracolo...

però non voglio ridurmi a credere nei miracoli…

Però i figli è meglio farli quando non si è troppo vecchi

E  i figli è meglio farli quando non si è troppo vecchi,  potendolo fare

Un giorno sarò madre

Un giorno sarò madre

Un giorno sarò padre...

Un giorno sarò padre…

Un giorno ci sarò anch'io...

Un giorno ci sarò anch’io…

Non posso compromettere la mia possibilità d'avere figli...

Non posso compromettere la mia possibilità d’avere figli…

E se il Maggiore problema è sociale...

E se il Maggiore problema è sociale…  con il  Diritto degli uomini compreso…

Allora lavoriamo sul Concreto per far vincere le Idee...

Allora lavoriamo sul Concreto per far vincere le Idee di libertà, giustizia, realizzazione…

L’Islam risponde

Musulmano che prega davanti alla Chiesa dove l’anziano  prete cattolico di Rouen   è stato sgozzato.

musulmani partecipi al dolore

cosa ne pensa la gente

negati i funerali ai terroristi

 

Europa: siamo in guerra

le ultime sull’attentato a Nizza

Mettiamoci nella testa che ovunque potremmo essere in pericolo.

E l’Unione europea cosa sta facendo a livello di interventi  unitari e di strategie  coordinate?

Ma il business legato all’immigrazione, a chi sta giovando?  Forse le maggiori responsabilità di questo cataclisma in atto stanno proprio lì dentro.

L’  Isis ha rivendicato la paternità del gesto, e dimostra quello che è, cioè che la religione non conta nulla (il terrorista in questione  era tutto tranne che un religioso)  ma è solo una manovra per destabilizzare l’Europa, da noi; il mondo, altrove.

Si vuole una globale sottomissione  all’Islam e alle sue regole; si vuole la rivalsa  su quello che  viene vista come una colpa dell’Occidente (di andare a fare guerre   a casa degli altri, ma anche altre molte  ragioni meno evidenti, più meschine  e più sotterranee).

La Francia è nel mirino, ma nessuno è fuori dal gioco, abbiamo visto  Bruxelles,  ma poi il Bangladesh, lo stesso Pakistan, il recente tentativo di rivolta della Turchia dove una minoranza vorrebbe un potere laico ed uscire dalla teocrazia islamica.

Sappiamo che l’Inghilterra sta investendo moltissimo sulla sicurezza (forse per questo rimane ancora illesa?)

Sappiamo che Roma per il Vaticano è un bersaglio sensibile, anzi,  ultrasensibile.

Ogni tanto anche negli Stati Uniti  c’è qualche lupo solitario   che agisce con la stessa strategia con cui ha agito  il terrorista di Nizza,  franco tunisino d’origine.

Gli Stati Uniti hanno già pagato un prezzo altissimo (anche per le loro scelte militari e di politica estera)  a questa guerra sbagliata (come se ce ne fossero di giuste) e bisogna risalire al 2001; ormai si parla  di quindici  anni  nei quali si sarebbe potuto fare di più per  garantire/sviluppare/avviare     un dialogo  diplomatico tra le parti.

Nei territori in Medio Oriente  tra l’Iraq  e l’Afghanistan  quotidianamente accadono atti criminali  contro i cristiani o contro i musulmani  appartenenti  alla maggioranza sunnita  che non viene riconosciuta legittimata a governare dalla  minoranza  sciita,  la più fanatica dello jihadismo.. Prima era Al  Qaeda,  oggi è il sedicente stato islamico. Domani?

La Siria non esiste più, è stata spazzata via dal piano   del gruppo di conquista, ed era il paese più tollerante in assoluto, dove convivevano  diversi   gruppi religiosi  in assoluta tranquillità, tra ebrei, cristiani e musulmani  (proprio per questo  era da eliminarsi? perchè era di cattivo esempio?).

Per non parlare  di quello che accade nella grande  Africa, dove  ieri  gruppi militanti  appartenenti a Boko Haram (una delle frange   di questo  organismo  estremo) hanno rapito le studentesse   frequentanti una scuola ad indirizzo occidentale, per impedire   che il nostro stile di vita  intacchi le loro donne e le loro ideologie; ma  domani  sentiremo di altri attentati contro il libero pensiero e contro le   realtà diverse da quella islamica.

Dove attaccheranno la prossima volta? E chi sarà il terrorista?  Un  lucido  squilibrato che decide di suicidarsi   in maniera “onorevole e gloriosa”,  o un lucido  commando di studenti borghesi  che si saranno   votati alle ragioni  di non so quale  ideologia?

Ex detenuti  in cerca dei loro cinque minuti di gloria,   o  sedicenti  uomini  in apparenza pacifici  e ben formati,  che anzichè seguire ideali pacifisti, liberali e tolleranti  faranno della violenza, dell’odio, della vendetta, dell’arroganza, della rabbia e della follia   il loro campo (inglorioso)  di battaglia?

Ma del resto loro sono più forti, ragazzi: più forti in numero, più forti in determinazione, più forti nel non avere nulla da perdere, più forti nell’avere ancora salda la loro identità culturale mentre noi abbiamo smarrito la nostra.

Ma  il popolo islamico non comprende che se non comincia a fare sentire una voce  corale  di dissenso, inevitabilmente uscirà fuori il razzismo nei loro confronti?  E che è proprio quello che lo Stato islamico vuole, metterci l’uno contro l’altro? Destabilizzare? Generare il caos?

Anche se non è una guerra di religione, e nemmeno culturale, ma solo una strategia di assalto ben pianificata che si avvale anche  di libere e spontanee iniziative  dove l’agire non richiede avere a disposizione un esercito: basta un uomo, un mezzo, qualche arma, un piano (e un lauto compenso magari, per essere più convincenti).

Ci stanno sbranando, assalendo,   come farebbe un branco di  iene o di avvoltoi che avendo avvistato un animale ferito decidono di farne carne per il loro pasto.

Come dunque uscirne con il minor danno possibile? Non saranno le  ennesime   manifestazioni di canto e di musica a salvarci. Non saranno le ennesime proclamazioni di sdegno.

Ci vuole una risposta chiara, unitaria e capace, disposta  a fare scelte  importanti,  anche poco   popolari,  o di disturbo  alle elites che manovrano nell’ombra indisturbate.

Altrimenti  questa guerra andrà avanti ancora per molto molto molto  tempo.

 

 

 

 

Morire per un’idea, morire per nulla

Morte di Jo Cox

siamo tutti belgi, siamo tutti cubani…

Due eventi  in breve tempo, uno di guerra, uno di pace…

davvero il mondo intero

 

Millemiglia Ciao Ciao

Galleria

Questa galleria contiene 42 immagini.

438 vetture in gara, 876 partecipanti, auto storiche  da tutto il mondo, e vince una coppia argentina con una Bugatti del 1927… Da non perdere Qui altre info (la cosa più originale che ho visto?  una targa con scritto  Ciao Ciao)

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lui prega, noi leggiamo il giornale

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Sto andando a farmi la solita terapia giornaliera, o quasi; nulla di preoccupante, solo un fastidiosissimo catarro che mi ha occluso l’orecchio sinistro con tutte le debite conseguenze (colpa di questa influenza devastante).

Mi siedo in metropolitana, che alle sette del mattino è ancora molto scorrevole, per lo meno da dove la devo prendere io.

Ce ne sono di fermate e quindi mi metto tranquilla a guardarmi in giro  i miei compagni di viaggio.

Nulla di particolare attira la mia attenzione, fino a  che non sale sul vagone un giovane di colore, forse proveniente  dall’Africa centrale, a giudicare dalla pelle molto scura.

E’  normalmente vestito, direi all’occidentale, potrebbe sembrare uno dei nostri studenti come ce ne sono centinaia, che vediamo tutti i giorni,  e fin qui tutto ok; ma appena si sistema nell’angolo che si sceglie per il suo tragitto, estrae dallo zaino un piccolo libretto rivestito di pelle di cuoio marrone, con davanti incastrata  come una stella, o qualcosa del genere.

Capisco subito che deve essere il suo libro delle preghiere.

Dunque è un giovane musulmano che sta per adempiere al dovere della preghiera quotidiana, rito che ogni islamico  ripete per cinque volte durante la sua giornata.

Se  a fare quel gesto fosse un giovane dei nostri, non ci si potrebbe credere, ovviamente; subito penseremmo a uno squilibrato, a un pervertito, o  quanto meno a uno che vive fuori dal mondo, con qualche problema di socializzazione.

Ma siccome sappiamo che per loro è un dovere, e sappiamo che per loro è una abitudine, e sappiamo che per loro è una cosa del  tutto ordinaria, allora nessuno dei presenti si stupisce più di tanto.

Mi viene però da osservarlo; lui non sa che lo sto guardando, o sembra non volerlo sapere, perchè nonostante sta davanti a me, non alza lo sguardo dal suo libretto dove con lo sguardo fa scorrere le pagine, una dopo l’altra.

Mentre che legge le sue labbra si muovono alla recita dei versi, come facevano le nostre nonne che recitavano il rosario a bassa voce, senza disturbare il silenzio delle stanze che le avvolgeva e le custodiva.

Lui invece  sta pregando in mezzo a un mare di estranei, in pieno giorno, anzi, di mattina appena inoltrata, senza preoccuparsi di nulla, nè di chi lo guarda, nè di chi gli sta accanto.

Ad un certo punto si libera un posto, allora smette un attimo di pregare, si allontana per sedersi, il tempo di risistemarsi e riprendere la recita della sue preghiere.

Mi rendo conto della sua fortuna, o meglio, del suo privilegio condiviso e concesso, ossia di potere manifestare il proprio credo religioso senza preoccupazione, cosa che noi non possiamo fare nei loro paesi, non senza qualche complicazione.

Accanto a lui sta una giovane donna che probabilmente sta  per recarsi al lavoro; lei non sta leggendo nessuna preghiera, ma naturalmente il giornale, quello appena ricevuto o ritirato all’ingresso della metro. Ne approfitto per fotografarlo, in modo da non essere notata, perchè  non vorrei che poi lui se ne abbia a male, visto che non ho cattive intenzioni su come utilizzerò la sua immagine (una volta feci lo stesso in Giordania ma con conseguenze non esattamente pacifiche).

A questo punto   mi viene spontaneo fare questa riflessione:  ma noi siamo mai stati in un tempo remoto, quando la modernità non era ancora imperante come ora,  in qualcosa simili a questa gente, che  nonostante la modernità dominante   si occupa normalmente  delle faccende di Dio tra gli obblighi e le necessità quotidiane?

Certo, abbiamo subìto un periodo in cui ci veniva imposto di essere credenti, e di essere osservanti, e di essere come una certa etichetta ben pensante ci obbligava a mascherarci.

Non voglio nemmeno entrare nel triste ed obsoleto capitolo della Chiesa che addirittura ha commesso delitti orribili nel nome della stessa fede, o infangando la tonaca che in modo indegno certi preti hanno indossato e a volte continuano ad indossare.

Non è di  questo che ora vorrei  discutere con voi.

Quello che io mi chiedo, e vi chiedo, cari amici che mi leggete,  è perchè abbiamo smesso di pregare.

Certo, mi si risponderà che non è vero che abbiamo smesso di farlo; che lo facciamo quando nessuno ci vede e nel privato della nostra vita. Che andiamo in Chiesa solo quando ne sentiamo il bisogno e che comunque anche se non lo facciamo vedere, noi sappiamo che dentro di noi un pò di fede c’è, un pò di fede è rimasta (ma quanto un pò? cosa vuol dire che ci è rimasta un pò di fede? forse che la fede si può misurare in grammi? facciamo ricette del tipo “Mi dia un etto di misericordia e due etti di coraggio, mescolati a centocinquanta grammi  di speranza, per favore…)

E mi si risponderebbe  che loro sono antiquati a continuare a fare  quello che noi abbiamo capito non essere più necessario (ma che cosa non sarebbe più necessario? pregare o pregare in quel modo??  ma poi che ognuno preghi pure come meglio crede, magari anche bestemmiando, se è la sola preghiera che la vita gli ha dato di conoscere)

Qualcuno potrebbe osservare:  ”  Abbiamo visto quanto serve questo rito ripetuto e ostentato  a conservare queste persone migliori di noi, visto che l’unica  vera preoccupante paura terroristica attuale proviene proprio da questa religione.”

Ma ne siamo proprio sicuri?

Premesso che loro non stanno ostentando nulla,  ma solo  ricordando a se stessi quello che sono, mentre noi ce lo siamo dimenticato,   non è forse  proprio  l’esercito terroristico islamico che  tutto ampiamente mostra di sè, armi e terrore,  ben  guardandosi    dal mostrarsi  inerme ed intento alla preghiera?

E’ solo la sua bocca piena di farneticanti esclamazioni ad evocare la figura di Dio,   mentre che non si cura di conservare nulla di umano, e di conseguenza nulla di divino (ed infatti questo presunto esercito jihadistico  non ha nulla a che spartire con l’Islam).

Nulla da paragonare con quanto sto vedendo:  davanti ai miei occhi c’è  solo un giovane uomo, del tutto pacifico, del tutto perfettamente inserito nel contesto che lo circonda.

Nulla di lui mi fa pensare ad una presenza  pericolosa, o ad un  individuo  fuori dal mondo, o ad un giovane che potrebbe andare ad arruolarsi domani  con quei folli che si mascherano   di nero,  kalashnikov  in  spalla.

Sono certa che se mi mettessi a ragionare con lui, potrei scoprire una bella persona, con le sue credenze e le sue aspirazioni del tutto simili alle mie.

Allora mi chiedo dove stiamo sbagliando, nessuno escluso, in questa faccenda dello scontro tra civiltà, che invece il terrore vuole farci temere.

Io credo piuttosto che qualche cosa abbiamo perso che invece merita d’essere recuperato; e credo che  c’è qualcosa in questa gente   che merita d’essere condiviso, a condizione che si possa incontrare in essa quella stessa curiosità verso l’altro che fa abbattere ogni diversità.

Vuote e retoriche parole?  Non credo proprio. Non sto parlando di come meglio apparire o di come aumentare il nostro giro d’affari (pratiche oltremodo nobili se ben finalizzate); sto banalmente dicendo di come dovremmo preoccuparci di tenere  il cervello acceso, ed insieme al cervello, anche il cuore.

siria, giordania, egitto ed occidente

Sono già tre gli stati arabi che hanno chiaramente preso una posizione militare contro l’ISIS, ossia contro il fanatismo islamico che vorrebbe uno stato islamico indipendente dove la sharia possa diventare l’ unica ed incontrastata legge dello Stato, messa in pratica nel suo senso più nefasto e distruttivo.
Dopo il decadimento progressivo dello stato siriano, che è diventato un unico campo di battaglia senza più passato e senza un visibile futuro ( ma dove rimane in corso una significativa capacità di resistere da parte della minoranza curda), dopo il terribile rogo del pilota giordano, dopo l’ennesimo sgozzamento degli oltre venti copti egiziani in terra di Libia, sembrerebbe che i paesi islamici coinvolti non hanno molta intenzione di subire la tracotanza e la ferocia terroristica di questo esercito spietato in sensibile crescita, senza reagire.

Anche il mondo occidentale, dopo lo storico assalto alle torri gemelle di New York, dopo il recente assalto a Parigi e dopo il recentissimo assalto a Copenaghen ( ma non si contano gli eventi degli ultimi anni che forse hanno avuto meno clamore, ma non certo minori conseguenze) sembra mobilitarsi in modo globale ed unitario avverso questi scellerati che di sicuro non hanno nessuna intenzione di fermarsi, per il momento in un senso assolutamente diplomatico che di certo non deve mancare in uno scenario di guerra e di tensioni così complesso e così in perpetua evoluzione.
Anzi, è proprio di questo armarsi intellettuale che l’Europa e non solo ha un assoluto bisogno.

Uno stato musulmano che si dovesse formare con le premesse del terrore si prefigura come qualcosa di terribile, di allucinante, di assolutamente folle. Eppure questa presunta follia sembra reclutare giovani appassionati che si votano al martirio, posseduti dall’idea che è meglio morire in gloria che vivere nella mediocrità e nell’ipocrisia.

La colpa del vecchio mondo cristiano o normalmente islamico sarebbe quella di non convincere più, di non risultare più affascinante o degno di attenzione e rispetto.

Da occidentale non certo corrotta e non certo entusiasta della nostra assai debole e fragile democrazia, vorrei dire a questi giovani soldati pronti a morire che si stanno semplicemente sbagliando.

Vorrei dire loro che si stanno offrendo ad una regia altrettanto falsa e mascherata, che nasconde secondi fini affatto nobili.
Vorrei dire loro che il loro odio per la vita e per l’umanità non può essere giustificato da nulla, nemmeno da presunti possibili e reali crimini.
Vorrei dire loro che se di violenza si fanno portavoce, solo di violenza si fanno espressione, e nulla più.

Poi che facciano pure quello che credono.
Da soli troveranno le loro risposte, così come da soli o in cattiva compagnia non hanno saputo farsi le giuste domande.

Come se non bastasse, c’è la questione ucraina a preoccupare gli equilibri mondiali; e persiste una profonda crisi economica che ha come protagonista da diverso tempo una sorvegliata speciale, la Grecia, nella quale più o meno (alcuni molto meno, altri molto più) tutti i paesi dell’Unione temono di doversi identificare.

Ragazzi, c’è da farsi venire il giramento di testa…

Qui ci vuole davvero molto sangue freddo, molta capacità di ponderare, ma soprattutto la sincera e determinata voglia di cercare soluzioni, da parte di chi è preposto a trovarle.

Per fortuna qualcuno che sa farlo io voglio credere, rimane ancora in circolazione.

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i riflettori anche sulla Nigeria

Loro sono i terroristi di   Boko  haram che significa “L’educazione occidentale è peccato”

bimbe usate come bombe

Anche per loro il mondo libero dovrebbe potere fare qualcosa, se vuole salvare se stesso.

#salviamolebambinedibokoharam

3 gennaio 2015

Ebola può essere sconfitto

E’   guarito dall’Ebola e presto tornerà in Africa dai suoi ammalati-

è un medico italiano e si chiama Fabrizio Pulvirenti-

un medico ok

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luce del mondo

In una stanza silenziosa c’erano quattro candele accese. La prima si lamentava: “Io sono la pace. Ma gli Uomini  preferiscono la guerra: non mi resta che lasciarmi spegnere” e cosi accadde. La seconda disse: “Io sono la Fede. Ma gli Uomini preferiscono le favole. Non mi resta che lasciarmi spegnere” e cosi accadde. La terza candela confessò: “Io sono l’amore. Ma gli Uomini sono cattivi e incapaci di amare. Non mi resta che lasciarmi spegnere“.  All’ improvviso nella stanza comparve un bambino che, piangendo, disse: “Ho paura del buio“. Allora la quarta candela disse: “Non piangere. Io resterò accesa e ti permetterò di riaccendere con la mia luce le altre candele. Io sono la speranza

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la tenerezza di Dio

Padre Francesco è il nostro parroco, il parroco di tutti che sempre ci stupisce nelle sue parole e nei sui gesti.

Ho ascoltato per poco e per caso qualche tratto della sua  omelia  sul santo natale, ed il Papa usava queste parole su cui indurci a riflettere; parlava di pazienza di Dio, di vicinanza di Dio, di tenerezza di Dio.

Dio il sommo ed unico e sconosciuto perchè nessuno lo avrebbe mai visto nelle sue vere fattezze,  non sarebbe altro che un amorevole nonno senza età determinato a volere che noi  uomini e suoi figli  ci decidessimo a lasciare che il suo Bene ci possa cambiare la vita.

Perchè poi si tratta solo di questo; non tanto che siamo noi   a trovare Lui, ma almeno permettere che possa Lui essere l’Essere che trova noi.

Bene, da oggi è ancora un poco più Natale anche a Cuba, dove i cristiani possono liberamente esibire i loro presepi che solo  fino a ieri erano ancora proibiti.

 

 

oggi si parla di…

orrore dal Pakistan la dolce morte o la morte amara?

fabiola gianotti

Ecco, il mondo si muove…

Nigeria, appello del Papa e di Michelle Obama per le ragazze rapite il papa contro ogni genere di violenza

#BringBackOurGirls

michelle obama in tv

 

#BringBackOurGirls l’opinione di malala yousafzai …………………………………

e  sarà proprio l’educazione a cambiare le cose nel tempo

Mi  sembra  il miglior modo di festeggiare  oggi  la festa della Mamma  🙂

(guardando le tre immagini, che ho caricato in un secondo momento, quando ho avuto la rete disponibile,  mi è venuto da riflettere sulla  loro profonda diversità di impatto: la prima ci racconta di un pontefice che è sempre uguale a se stesso, come siamo già abituati a vederlo;  la seconda ci parla di una first lady un poco costruita, che cerca l’espressione più credibile e sincera del caso; la terza non ha bisogno di  commenti, è semplicemente forte, convincente quanto basta, e parla più di  cento altre che non potrebbero mai avere la stessa  energia coinvolgente.  Non a caso è quella della gente che sta vivendo direttamente il dramma.)