Gli USA aprono al pensiero gender

gender-20giugno-300x118

E’ di questi giorni la storica apertura degli Stati Uniti  al pensiero gender.

E’ solo questione di tempo e tutto il mondo occidentale accetterà di fatto una idea nuova di famiglia, di figli, di paternità e di maternità. Ossia di società. Ossia di economia (perchè dove si parla di diritti si parla anche di soldi). Ossia di antropologia.

Davanti alla storia che chiede cambiamenti  il pensiero dei singoli ha poca rilevanza, ed i singoli sono chiamati ad adeguarsi  a quello che sembra una volontà ferrea di una intera società in mutazione.

Solo il tempo racconterà le implicazioni, le novità, le complicazioni, le difficoltà e gli errori  che ogni Cambiamento significativo porta con sè, un cambiamento che oggi non è più possibile fermare, credo non sia più nemmeno corretto  ostacolare.

Ma allora  come  si può  conciliare tutto questo  con quello che  sembra  presentarsi e rimanere  come un essere fuori tempo, fuori moda, fuori tutto?

Personalmente continuo a credere che la famiglia normale debba essere costituita da un padre, una madre e via discorrendo; come  anche  credo che anche le famiglie non normali debbano avere i loro diritti garantiti, nel nome di un amore che si vuole dichiarare senza sesso e dunque senza  imposizioni di sorta.

A causa di questa uguaglianza di diritti da tutelarsi,  le famiglie non possono essere classificate però (come io non riesco a fare e credo non ci riuscirò mai, essendo questo un mio limite)  tra  l’essere  nella norma e l’esser  fuori della norma, e dunque la società e le leggi procederanno affinchè questa distinzione  di parte  che viene tacciata di omofobia,  non possa avere la meglio  e causare discrimini, come è sempre accaduto nel passato.

Nelle scuole si insegnerà per decreto, ossia per programma ministeriale,  il pensiero gender  e ci saranno notevoli conseguenze e modifiche  nell’educazione e nello sviluppo della pedagogia  condivisa, da come è stata ad oggi intesa e progettata.

Questo comporterà tutto un ciclo di formazione rivolta ai docenti  ed in parte anche alle famiglie  che dovranno prepararsi a questa importante  esigenza  collettiva.

Non solo, questo mutamento comporterà decine e decine d’anni di assestamento, durante i quali accadranno cose nuove e non prevedibili, ovviamente  del tutto legittime.

Coloro che si  rifiuteranno di accettare questa presunta  ideologia, dovranno in qualche modo  adattarsi pena il loro allontanamento dalla scuola  pubblica, oppure in alternativa    rifugiarsi nelle scuole private e cosiddette confessionali.

Di sicuro si va anche ad ingrandire il gap  che già esiste tra la laicissima  cultura occidentale e la lontanissima cultura orientale araba, che rimane nelle sue maglie più incontrollate ed oscure profondamente teocratica, e visto il già dilagante terrorismo islamico, i folli della jiadh  aggiungeranno anche questo tassello alla loro violenza (è il normale  prezzo richiesto a chi si ritiene essere  avanti nello sviluppo e nel progresso).

Per concludere, credo che ogni paese dovrebbe proporre un referendum  al suo popolo, chiamato a rispondere nelle urne con un parere favorevole o sfavorevole.

Favorevole non all’amore  libero  (retaggio degli anni della contestazione) ma alla parità di genere (sostanza del mondo che si è totalmente emancipato dalla tradizione, dalla storia, dalla letteratura  religiosa  e da un certo modo di intendere la ragione).

Solo questo referendum giustificherebbe e permetterebbe   agli occhi di tutti  l’accettazione e l’effettivo normamento  di questa   nuova prassi  familiare. Così come si fece per il divorzio e per l’aborto (ma con la differenza che l’aborto ed il divorzio non si chiedeva di imporli ma solo di legittimarli).

Potrebbe sembrare un passaggio forzato o discriminatorio,  ma visto che la materia è imponente  e profonda,  quale procedura migliore di detto trasparente e democratico  agire politico?

Visto che la verità sulla questione non può essere dettata con leggerezza nè da una minoranza che si vorrebbe    imporre, nè da una presunta  e forse non esistente  maggioranza che chiederebbe l’immobilismo di fatto,   che referendum sia.

 

il mondo in fiamme

il venerdi nero del ramadan

Il reato di tortura

Grazie a   Amnesty International

da Polisblog.it

il tag sull’estate

Ricevo dal Blog ” Marisa  Cossu- Vola alta parola ” https://marisacossu.wordpress.com/   il  simpatico   Tag dedicato all’Estate,  tempo di  svago e rilassamento, che  tutti vorremmo il più concesso possibile…

Il Tag è stato ideato da http://iriseperiplo.wordpress.com.

Regole per  partecipare:

-Citare il blog che ha creato il Tag

-Ringraziare il Blog che vi ha nominati

-Inserire il logo del Tag

– Nominare e avvisare 5 Blog

-Raccontare le vostre preferenze estive ( cibo, gelato, abiti, calzature, … e per finire, citare la vostra canzone dell’Estate).

Per quanto riguarda  le mie preferenze estive, posso raccontare poche semplici  cose immagino molto comuni:

come cibo prediligo le insalate (anche se sono onnivora e mi piace tutto); il mio gelato preferito è alla panna ( gli altri gusti a volte stancano,  ma la panna   è sempre la numero uno) ; gli abiti devono essere larghi e meglio se di lino,  non per forza bianchi, va bene  anche se colorati, dall’azzurro al rosso ( se siamo in spiaggia  un semplice bikini  che  ci permette di prendere più sole possibile  ma senza diventare delle caldarroste); le calzature leggere, aperte e comode, tipo i sandali (lasciamo i tacchi alti per altre occasioni…); lo sport preferito  potrebbe essere nuotare, visto che solo  d’estate  è più facile approfittarne ( ma estate è anche sinonimo del dolce far niente, e quale sport più ricercato dello stare ore e ore in spiaggia, meglio se dopo una certa ora, a fare lunghe chiacchierate con gli amici?); il libro dal quale non separarsi mai  è  una serie di  documenti utili  per il corso di formazione che ci attende ( come a dire che è vero che l’estate viene per farci riposare, ma non ci permette di mollare completamente la presa…); il momento della giornata  più goduto  è senz’altro il primo mattino, quando ci svegliamo in tutta relax, è c’è silenzio, e sappiamo d’avere davanti tutta la giornata  libera da poter fare qualunque cosa  decideremo di intraprendere,  magari anche niente (senza però esagerare  con la pigrizia);  la mia canzone per l’estate  potrebbe essere  quella che ascolteremo in un momento particolare e ci rimarrà   in mente  per una qualunque  ragione…

Le mie graditissime nomine  sono queste:

https://aidamillecento.wordpress.com/          una simpaticissima persona scoperta sulla rete

https://arringo.wordpress.com/       una delle tantissime e bravissime insegnanti conosciute sul web  che parlano di scuola

http://francescocallegari.blogspot.it/           un preside  che si occupa anche di vita normale

http://www.didatticarte.it/Blog/         una professionista della didattica dell’arte

http://www.robertosconocchini.it/           un professionista della  scuola digitale

Grazie   Marisa  per avermi inserito in questo serpentone  colorato…:-)

Rinascere

p4891_p_v7_aa

Il mio legame con Francesco è qualcosa di speciale.

Quando ancora adolescente ebbi modo di vedere il film di  Franco Zeffirelli    “Fratello sole Sorella luna”, ne rimasi abbacinata.

Uscita dal cinema mi sentivo come frastornata,  come se fossi stata investita da un qualcosa che mi aveva travolto e stravolto.

Pensavo e ripensavo dentro la mia testa di ragazzina a questo’uomo semplice quanto complicato che aveva saputo in maniera del tutto pacifica entrare nella Chiesa fino alle soglie della sua alta Investitura, non solo in punta di piedi, ma addirittura a piedi scalzi.

Pensavo e ripensavo dentro la mia testa a questa coppia tutta speciale, Francesco e Chiara, che avevano saputo trasformare il loro incontro in una meravigliosa storia d’amore universale.

Pensavo ai tanti discendenti che questo grandissimo amore per Gesù  aveva saputo seminare e raccogliere  cammin facendo, andando a formare una grande famiglia ( le famiglie che ognuno di noi è, aspira, rappresenta o si presta a  modificare)

Pensavo  a quanto fosse almeno in apparenza, distante la chiesa reale da quell’idea di religiosità che si era fatta carne ed ossa del suo Signore.

Pensavo a me stessa, e mi chiedevo come e cosa dovessi fare per somigliare almeno in parte a quello stile di vita e di pensiero, così giusto, così bello, così alto.

Pensavo, pensavo e ripensavo  a quello stordimento buono  che non volevo se ne andasse e si cancellasse con l’andare del tempo.

Pensavo a come questo moto di stordimento potesse diventare un moto di cambiamento e rinascita.

Non mi sono mai arresa alla normalità; mai identificata in movimenti specifici, in dottrine chiuse e sigillate; mi sento uno spirito libero che però non vuole significare inconcludente.

Non dò mai nulla per scontato, e mai nulla  come  assoluto,  se non il sentimento della giustizia  che ognuno di noi possiede e dovrebbe coltivare.

Oggi non sono più una  ragazzetta, sono diventata una donna adulta, e non può non venirmi doverosa la domanda: “Hai mantenuto fede a quel movimento dello spirito che credevi così degno di considerazione”?

L’amore per la vita (e quindi per le cose viventi) e  per la bellezza  che dall’essere vivi   deriva (e dove c’è bellezza c’è bontà),   è la sola cosa che ci permette di rimanere nel solco  della felicità.

E che cos’è un uomo potente che fosse, se guardandosi allo specchio non potesse vedervi riflesso il suo vero io, il suo sogno, la parte migliore di sè?

La prima cosa da capire è che cosa significa essere nella Vita. Non è essere vivi.

Quanti vivi ci circondano ma che di fatto sono solo zombi nel senso che sono solo espressione di morte? Quanti vivi ci circondano ma che di fatto sono solo maschere, facciate, apparenze, muri indeformabili e impenetrabili, pareti di gesso asfissiante, melma fangosa che  sembra volere tutto inghiottire, uomini  nati  nella carne  ma mai rinati nella luce?

Ognuno  faccia la sua rinascita come meglio crede, secondo le proprie possibilità e desideri, occasioni e conoscenze, aspettative e fatiche; l’importante è farla, non dimenticarlo, non rinunciarci mai.

 

Ora cammini libera, e ti perdi tra la gente…

in omaggio a Laura  Antonelli

Come la ricorda Simone Cristicchi

Francesco apre ai Valdesi, parte del creato

Se non fossi nata cattolica, mi sarebbe piaciuto nascere valdese.

I Valdesi sono persone straordinarie, o meglio, lo è la loro storia, il loro avere dovuto combattere contro terribili pregiudizi ed ingiustizie, il loro modo di essere religiosi e nello stesso tempo uomini del mondo.

E’ di questi giorni l’apertura della Chiesa Cattolica a questa minoranza di credenti, e tutto attraverso la figura sempre più amata ed apprezzata del nostro Papa Francesco.

Amata dai semplici, dal popolo, dalle persone normali come dai diversi.

Forse meno apprezzata dalle lobby e dallo status quo dei poteri forti che non vorrebbero mai vedere messi in  discussione i loro secolari privilegi.

“Laudato si”  è il titolo scelto dal Pontefice per la sua ultima Enciclica e questo incipit  non ci ha sorpreso per nulla, perchè non è stato un caso che Bergoglio abbia voluto assegnarsi questo modesto  e scomodo  nome  (Francesco) una volta  arrivato al soglio pontificio.

Quale altra sorpresa ci riserverà ancora   questo sommo vescovo della Chiesa di Roma, ma che vuole ardentemente sentirsi e farsi sentire come il Padre di tutti i credenti?

Non dico nulla,  perchè non voglio osare l’impossibile, però le mie, come immagino quelle di altri, aspettative,  sono alte.

E così  perchè non lasciare cantare alto il canto di tutte le creature benedette del creato?

Nuovo Cinema Paradiso

Nuovo cinema Paradiso, uno dei primi grandi successi di Giuseppe Tornatore, è del 1988, ma rivisto ai giorni nostri non perde assolutamente il  fascino di tutte le storie che potremmo definire senza tempo.

Il giovane regista si cimenta con i sentimenti visti con una chiave di lettura tipicamente da uomo del sud, un uomo attaccato alla sua terra, al suo sole, al suo mare e alla sue radici, ma nello stesso tempo proiettato nel mondo, nel futuro, nelle cose lontane e sconosciute, che sole ci permettono di diventare grandi.

Il protagonista è un bambino dalla faccetta simpatica e dall’intelligenza sopraffina, mescolata ad una spiccata furbizia innocente, di quelle non maligne e che servono solo a farci stare meglio senza fare del male a nessuno.

E’ un bambino di sette anni circa, che vive con la madre ed una sorellina più piccola; il padre è andato a fare la guerra di Russia, e non è più tornato, dato come disperso.

Il piccolo paese siciliano dove  si ambienta la   vicenda   vive di povere cose, povera gente, e gesti quotidiani che si ripetono imperterriti tutti i santi giorni dell’anno, mentre che le stagioni scorrono portando con sè la ritualità  degli avvenimenti che caratterizzano il calendario.

Totò, questo è il suo soprannome, ma che  di nome si chiama Salvatore, è un bambino come tutti i bambini del mondo, ma ha una caratteristica che lo distingue in assoluto: ama il cinema, perchè lo fa sognare, perchè tutti i giorni va a trovare il suo “amico”  Alfredo  che chiuso dentro la sala di proiezione si prende l’occupazione di far divertire tutto il paese con i suoi spettacoli.

Andare al Cinema significa   per la gente delle campagne    il momento in cui le persone si ritrovano per passare il tempo dopo una giornata di fatiche, per stare insieme senza pensieri, per andare a conoscere quello che accade nel mondo, e per permettere a chi di interesse di fare le loro propagande o le loro  cerimonie di pseudoindottrinamento…

Per dirla tutta il primo a vedere le pellicole deve essere il Prete, che impone ad Alfredo   di tagliare tutti i punti  da lui ritenuti  “proibiti” e degni di censura.

Tutti questi pezzi censurati finiscono dentro un grande cesto che un giorno Alfredo  promette a Totò che sarebbero stati tutti suoi.

Alfredo  è per Totò qualcuno di più di un amico; è quel  padre che non ha mai avuto, è un maestro di vita che gli racconta con  l’intelligenza  del saggio  tutto quello che nelle  occasioni  di  crescita  non si dovrebbe fare e tutto quello che nelle  stesse  occasioni   servirebbe avere   per raggiungere la felicità.

Nella vita non si deve avere rimpianti, e non si deve perdere dei treni che passano solo una volta e che poi non tornano più.

Per Alfredo    Totò è il futuro che lui non ha mai avuto, solo perchè nato nel momento sbagliato del tempo e del progresso, o solo perchè perseguitato dalla mala sorte che lo fa   ritrovare  ceco a seguito di un incendio che distrugge tutto l’edificio  dedicato allo Spettacolo.

Per salvare il suo amico intrappolato nelle fiamme Salvatore  combatte come un leone, con tutte le sue forze lo trascina fuori dall’inferno, tanto che il bambino si guadagna  davanti a tutta la comunità  il permesso di sostituire in tutto e per tutto  il vecchio maestro di pellicola.

In questo cambiamento  Alfredo  non lo abbandona;  a  Totò non succederà di rimanere condannato e rinchiuso dentro una  sala  di proiezione senza  possibilità e senza sbocchi lavorativi, lui non lo permetterà.

Così che il piccolo rampollo di casa  cresce, pellicola dopo pellicola si fa uomo, attore dopo attore si fa grande,   ed    un bel giorno  si innamora di una ragazza di nome Elena.

E’ un amore travagliato , di quegli amori che accadono una sola volta nella vita, che lacerano e che potrebbero portare alla follia, se non ben protetti e benedetti dalla fortuna.

Diventa  un amore corrisposto,  nonostante un inizio problematico, e finirebbe per trasformarsi  in   definitivo  se non fosse che Alfredo   all’insaputa di entrambi ci mette il suo zampino a fare andare le cose diversamente.

I  due innamorati, l’uno ignaro dell’altro, vengono destinati  per ironia della sorte   ad una vita separata, e  quando meno se lo aspetterebbero  il destino li fa reincontrare, proprio quando Alfredo  muore e lascia alla madre di Salvatore   l’incombenza di convocarlo   al suo funerale.

Totò nel frattempo ha realizzato il sogno di Alfredo    che voleva fare di lui un grande; un grande significa che la gente ti conosce, ti chiede l’autografo, e tu ti puoi sentire a tutti gli effetti realizzato. In effetti Salvatore   è diventato un apprezzato regista.

Arrivato al paese viene subito informato dai parenti  che Alfredo  aveva lasciato per lui un dono da  portarsi via, ma il dono imprevisto e del tutto sconvolgente è quello di ritrovarsi davanti una ragazza che gli ricorda in tutto e per tutto la sua amata Elena.

Capisce che Elena è lì nel paese, e seguendo la figlia riesce in breve a ritrovare la madre.

Sono passati trent’anni, e non è semplice  ritrovare il filo che si era spezzato, tuttavia dove c’è un sentimento che ha molto sofferto fino al di là di ogni possibile dolore, c’è anche la  forza di fare  dei passi che potrebbero apparire diversamente   assurdi.

Elena e Salvatore  si rivedono, si raccontano, scoprono d’essere stati ingannati proprio da quella persona che più di tutto li aveva amati, e ritrovano la forza  non solo di perdonare  ma  anche di volersi di nuovo bene, come se nulla fosse accaduto di così serio da    giustificare la loro continua e assurda separazione.

Chissà come se la ride nel frattempo Alfredo  tra le nuvole del Paradiso, nel vedere il suo  Totò  non solo realizzato ma anche finalmente felice.

Casualmente sono anche gli stessi giorni che vedono la demolizione definitiva dello stabile “Nuovo Cinema Paradiso”,  diventato con la modernità un luogo fuori tempo.

La verità è che non è il CINEMA a  essere diventato fuori moda, ma solo un certo modo di intendere “l’arte  di  fare spettacolo”.

In apparenza questo film può sembrare  monotono e scontato; io lo trovo (come anche  la critica che lo ha giudicato)  semplicemente straordinario ed unico, perchè parla    con il cinema di cinema e della    vita reale, di quello che perfettamente accade alle persone che poi diventano protagonisti di storie, di come ognuno di noi è contemporaneamente quello che è stato,quello che è e   quello  che sogna di diventare.

Basta crederci, e tutto può essere possibile, a chiunque voglia indossare l’abito del sognatore.

Sapete quale è stato il regalo che Alfredo ha fatto trovare a Totò? Una pellicola tutta ricostruita, pezzo dopo pezzo, con tutte le scene censurate dai film messi in programma nella sala della supervisione parrocchiale, bacio dopo bacio, abbraccio dopo abbraccio.

Una   sfilata straordinaria d’umanità  che si ama e che si dichiara amore eterno.

L’aveva promesso Alfredo che quei pezzi tagliati sarebbero stati tutti suoi…

il Kintsugi

 

da diapason

il Manga festival

Si tiene a Milano in questi giorni; si parla di cartoni animati, di gusto, di stile, di creatività…tutta  giapponese

manga

 

Milanomangafestival

una storia di denunce

C’era una volta un Giudice che a seguito di una denuncia e di un processo  ha condannato in primo grado un Ministro.

Questo Ministro a dispetto di una legge che  glielo vietava  si è iscritto  ad una candidatura politica riuscendo a venire eletto.

Questo stesso Ministro, dopo avere partecipato ad una candidatura non legittima,  ha fatto denuncia ad una seconda  Ministra  che mettendolo in una lista di incandidabili   aveva semplicemente fatto il suo doveroso lavoro.

Allora la Ministra in questione  avrebbe potuto a sua volta denunciare l’oggetto del contendere, ossia il nulla a  procedere sulla questione di palese comprensione.

Ma non ce n’è stato  bisogno. Sono stati  altri insindacabili  Ministri che hanno denunciato quel    Ministro  che aveva  fatto denuncia contro la  povera   Ministra  senza nulla potere pretendere.

Secondo me, la catena di denunce non è ancora finita…

Che poi si voglia ragionare sulle condanne gravi o sulle condanne meno gravi se non irrilevanti, questo è un altro discorso.

La legge non è così sottile, lo si sa. Sono solo gli avversari che vanno sempre a mettere i puntini sulle i.

E la politica comunque se ne frega delle leggi.

Ma allora le leggi per chi   hanno valore?

Giusto, solo per chi non sta nel Palazzo  e non può avere  privilegi.

2 giugno

“2    GIUGNO”  

downloadLa festa della Repubblica

arrivati alla meta

Immagine