La bellezza della vita è nei suoi sentimenti fermi dentro un mondo che più mobile non potrebbe essere.
Con il tempo e tanto dolore si può comprendere che rimanere saldi nelle cose serie che ci scorrono dentro non è un esercizio privo di senso, ma bensì quella cosa di noi stessi che ci fa essere e diventare quello che siamo.
Spesso sono le persone che ci vivono accanto a non permettere la cosa più normale del mondo, che è semplicemente il volersi bene; ma altre volte siamo noi stessi che scegliamo di mettere in moto meccanismi pericolosi, poco comprensibili ed oscuri.
Insomma, nel nostro cuore è importante tenere sempre un angolo per chi ha contribuito a farci crescere e per chi noi stessi abbiamo tanto contribuito a far vivere.
Giorno dopo giorno si diventa “vecchi”, nel senso che sempre più ci si allontana da quella mole incommensurabile di energia che rappresenta la nostra giovinezza.
La giovinezza fisica, intendo dire, quella di quando non si ha neanche una ruga e neanche un briciolo di cellulite. Quella in cui non si ha ancora la consapevolezza di quello che diventeremo, e si crede che il tempo è senza fine e che i numeri non sono che entità astratte.
Occorre invece conservarsi come degli orti di collina, dove i ruscelletti scorrono sempre a portare refrigerio, e dove non manca mai un fico secolare sotto il quale ripararsi nelle giornate assolate.
Ci sono sempre bambini che ridono e giocano intorno l’altalena, e voci di persone anziane, e voci di varia gente che attraversa il sentiero di sassi e piccoli ciuffi d’erba sparsi.
C’è sempre la voglia di vivere, di sentirsi vivi, di lasciar vivere il bello che ci impedisce di abbruttirci e spegnerci. La vita è una compagna meravigliosa e soprattutto imprevedibile, sempre.
Amarsi e perdonarsi e sorridersi è il solo tesoro che dobbiamo custodire sopra ogni altro…
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