Giornata mondiale della Vita

Vita=Libertà, Libertà=Vita,  e dunque dove non c’è libertà non c’è vita libera,  e dove non c’è vita libera  non c’è vita vera.

Così  devono avere pensato questi personaggi presi ad esempio, filosofi, fotografi, musicisti, pittori, scienziati, poeti, uomini di preghiera, uomini semplici, perfetti sconosciuti, scrittori, politici, o altro ancora…

Una girandola da fare girare la testa… meglio scegliere come propria  una sola figura, quella che più sentiamo vicina o fondamentale… magari proprio quella che non troviamo scritta,   perchè possiamo scriverla o disegnarla o raccontarla vivendo …  solo noi stessi…

La dittatura europea

Diciamo la verità. Da quando siamo entrati nell’Europa  le cose per  le persone comuni non sono andate molto bene, ma semmai sempre in  peggio.

I singoli paesi hanno dovuto rinunciare alla  loro  personalità, alle loro forze e differenze, alla loro libertà di popolo e di pensiero. Alla loro millenaria  identità di  lingua.

Forse per certe  decisioni l’Europa ci è stata utile, è quella voce che interviene a dirci “Guarda che stai sbagliando, questa cosa è anticostituzionale…”, ma per una cosa buona fatta, ce ne sono altre dieci  che lasciano molto a desiderare, che ci schiacciano come dei vermi sul pavimento, senza possibilità di reagire e riprenderci   la nostra vita.

Un’Europa che ci ha lasciato soli davanti all’enorme problema dei migranti, un’Europa  che ha fatto figli e figliastri, un’Europa per cui conta solo e come sempre il dio denaro,  la finanza, l’interesse delle banche e dei suoi banchieri corrotti.

Questo libro non l’ho ancora letto, ma lo farò presto.

Sarebbe interessante ritrovarci per darci delle riflessioni…

Di sicuro dobbiamo  riprenderci  il nostro pensiero, almeno il nostro pensiero.

 

Tina Anselmi…

E’ morta Tina Anselmi, una grande protagonista  dello scenario politico del nostro Paese, al di là degli schieramenti politici di appartenenza.

Credeva nei valori della libertà e della democrazia, in tempi in cui la libertà  non era certo una garanzia. Ci ha creduto sempre,  anche dopo quando la libertà è diventata un’abitudine che si  rischia di dare per certa ed acquisita, proprio  quando basta poco per perderla e farla scivolare dentro il pantano del caos.

E’ giusto celebrarla, anche se ai giovani dice poco o nulla, anche se ai loro occhi può apparire come un’ anonima  vecchia del passato che nulla a che fare con il nostro mondo di oggi.

E invece occorre ricordare a tutti, e soprattutto alle ragazze e a tutto il mondo femminile del  nostro tempo,  che questa  semisconosciuta morta  a ottantanove anni  è  stata una ragazza esattamente come loro, che ha saputo fare fin da giovanissima  delle scelte coraggiose importanti, che non ha avuto timore di impegnarsi e di credere in una società migliore.

Ci sono oggi le Tina Anselmi di domani?  Donne che hanno un progetto e intendano perseguirlo  a beneficio di tanti?  Che sia in politica o in altri settori della vita,  poco importa.  Io credo di sì,  questa è l’eredità che  questa esemplare  e  non certo  superata  donna  di vita    ci lascia in consegna.

l’Oriana

Oriana_Fallaci_2

Continua a leggere

ecco il mondo libero

Un grande e composto spettacolo, come mai si era mai visto, come mai si era mai sentito.

Continua a leggere

11 gennaio 2015

il mondo islamico si dissocia

un attacco che disonora l’islam

Continua a leggere

IL MANDELA DAY

Parlando con un amico su quello che è accaduto in Sudafrica, nel volere sottolineare che le rivoluzioni sono possibili, lui commentò sarcastico ” Ho capito, ma se dobbiamo aspettare una vita intera per ottenere qualcosa…” ed io subito mi sono precipitata ad aggiungere: “Ma proprio perchè Mandela ci ha dovuto impiegare un lunghissimo tempo egli è poi diventato quello che è diventato…”
Come dire, non importa il tempo che tu ci impiegherai, conta alla fine il risultato.
La non violenza ha un prezzo altissimo, ma che vale sempre la pena di pagare.

E’ un albero che fiorisce sempre ,anche d’inverno; è il sole che non tramonta mai; è un morto che resuscita, perchè si era solo addormentato; è un miracolo verissimo che guardi sbalordito perchè mai avresti immaginato di poterlo vedere; sono gli occhi che sgrani  come se ti mancasse l’uso della vista e la tua bocca muta e aperta perchè si sono perse tutte le parole…per la gioia.

mandela-day-logo

MANDELA

cycling_for_mandela

20131206_mandelafotos

mandela-day

Mandela: a Milano murale 'per 20 anni libertà in Sudafrica'

PIAZZA LIBERA

tymoshenko-liberata

Ucraina salvata  dalla guerra civile

 

95 anni di storia nostra

Hillary Rodham Clinton, Nelson Mandela

Ultime La Presse

Le difficoltà piegano alcuni uomini ma ne rafforzano altri. Non esiste ascia sufficientemente affilata da poter tagliare l’anima di un peccatore che continua a provare, armato solo di speranza, con la convinzione che alla fine riuscirà a rialzarsi.

Sembra sempre impossibile finche’ non viene realizzato.

Se potessi ricominciare da capo, farei esattamente lo stesso. E così farebbe ogni uomo che ha l’ambizione di definirsi tale.

Mi piacciano gli amici dalle menti indipendenti che ti consentono di vedere i problemi da angolazioni diverse.

I veri leader devono essere in grado di sacrificare tutto per il bene della loro gente.

Una preoccupazione di base per il gli altri nella nostra vita individuale e di comunità può fare la differenza nel rendere il mondo quel posto migliore che cosi’ appassionatamente sogniamo.

Tutti possono migliorare a dispetto delle circostanze e raggiungere il successo se si dedicano con passione a ciò che fanno.

L’educazione è l’arma più potente che si può usare per cambiare il mondo.

Ho imparato che il coraggio non è la mancanza di paura, ma la vittoria sulla paura. L’uomo coraggioso non è colui che non prova paura ma colui che riesce a controllarla.

Provare risentimento è come bere veleno sperando che ciò uccida il nemico.

Bisogna guidare da dietro lasciando credere agli altri di essere davanti.

Non mi giudicate per i miei successi ma per tutte quelle volte che sono caduto e sono riuscito a rialzarmi.

Odio intensamente le discriminazioni razziali, in ogni loro manifestazione. Le ho combattute tutta la mia vita, le continuo a combattere e lo faro’ fino alla fine dei miei giorni.

Una buona testa ed un buon cuore sono sempre una formidabile combinazione.

Nelson Mandela  storia di un attaccabrighe

 

Il piano dei fatti

Erich Priebke in servizio pressol'ambasciata tedesca di Roma.

Il suo aspetto sembra quello di un uomo normale, persino simpatico.

Invece è  stato  Erich  Priebke,  un individuo al soldo delle SS  naziste  che durante la seconda guerra mondiale si è distinto per ferocia, crudeltà e insensibilità, causando il massacro delle fosse Ardeatine.

E’ di quelli che scusò il suo comportamento nel rispondere “Ho  soltanto eseguito degli ordini”  salvo poi non dimostrare mai un briciolo di pentimento o di ripensamento verso quel periodo così oscuro e terribile, verso le stesse vittime innocenti (tra cui solo ragazzi) barbaramente uccise, verso   gli stessi parenti che chiedevano e che ancora chiedono giustizia; vedasi il suo testamento post mortem che sostiene impunemente il negazionismo dell’Olocausto.

Come se non bastasse è morto a cento  anni,  quasi a beffeggiare chi muore suicida nella sua giovane età, solo perchè non si trova più un futuro davanti; quasi a beffeggiare chi  meriterebbe di vivere per l’eternità e invece gli spetta di andarsene precocemente.

Oltretutto anche dopo morto continua a far parlare di sè, come senz’altro avrebbe voluto che fosse.  Vuoi per quel suo testamento demenziale che si è ben preoccupato di lasciare affinchè non venisse smentita nemmeno dopo la sua dipartita  la sua ben conosciuta opinione sul nazismo e su quello che è stato e che ancora rischia di diventare.

Certo che la forza di certi uomini (ma è stato  questo un uomo?)  non finisce mai di sorprendere.

Adesso l’Argentina, da dove era stato estradato e donde lui desiderava tornare, non lo vuole per la sepoltura. Roma, la città che l’ha processato, condannato e sopportato  per anni   in prigionia,  vuole proibirgli il diritto d’avere una tomba, lui che di tombe ne ha causate moltissime.

Ma lui una dimora sottoterra   l’avrà, c’è da scommetterci.

Magari in sordina, magari senza clamore,  magari non nella forma che lui avrebbe desiderato, ma l’avrà.

Del resto, si può forse  impedire la inesorabile  trasformazione in cenere  di quello che  può rimanere per poco ancora un qualcosa di simile a un umano?

Di inumano  aveva tutto: lo sguardo, il sorriso malvagio, l‘arroganza, la  pusillanimità.

Il potere che ha potuto esercitare gli era stato asservito  da un Potere che purtroppo non è mai morto per davvero, nemmeno con la fine della guerra, nemmeno con la sconfitta del nazismo, nemmeno con quarantaquattro anni  di  lotte intestine e fratricide.

E  questo Priebke lo sapeva molto bene. Sapeva che per mille che lo volevano morto,  ce ne sono almeno dieci (ma sono di più) che lo vorrebbero ancora  tra noi.

Il male va sconfitto sul piano dei fatti e non delle idee.

I  fatti sono che  obiettivamente  parlando siamo sull’urlo di una catastrofe, e questo non a causa di quest’uomo e del nostro comune passato.

A me   non importa del  futuro di questo assassino, morto  da prigioniero, senza onore e senza gloria. M’interessa  invece del nostro, amici carissimi; moltissimo.

Ed è solo  di questo che mi voglio occupare, problemi permettendo.

Forse fatti di cronaca come questo servono proprio a farci comprendere come sia preziosa l’unica esistenza che è stata assegnata ad ognuno.

Si lascino morire  i morti che erano tali già da vivi, già dimenticati perchè mai ritenuti degni d’amore,  ma la vita per i vivi viventi  possa trovare e coltivare  la sua luce piena di  speranza.

Ogni giorno un pezzo  sempre di più, sempre di più, sempre di più…

Autonomia libertà creatività

Sto cercando  di  educarmi; a che cosa? All’autonomia.

Quando una persona è  autonoma è anche libera e creativa.

Se è libera (e dunque creativa)  può essere  positiva e costruttiva, può  fermentare idee e possibilità.

Queste idee possono diventare realtà, fatti, occasioni, nuovi mondi tutti da sviluppare e fare incrociare con altri mondi.

Continua a leggere

Tempo, cuore, mente

Solo ora

che ho costruito

la mia libertà

posso  viverla

ed  insegnarla

agli altri

Solo ora

che  posso  scegliere

 la conoscenza

posso conoscere

e fare conoscere

Solo ora

che afferro

la vita

posso vivere

e far vivere

e questo

può accadere

nella vita di un uomo

solo quando è il suo tempo

Tempo tempo tempo

cuore cuore cuore

mente mente mente

tre fratelli

in un solo spirito

All’uomo sta solo

di lasciarli  essere

nell’ora che arriva

Racconto perchè sono diventata filosofa

 

Quando  ero ragazza  non mi pesava andare a scuola, non mi è mai pesato stare sui libri, leggere, scoprire cose nuove, pormi delle domande,  perché la mia natura è senza dubbio curiosa e riflessiva.

Al magistrale pensavo:  “Potrei portarmi il letto da casa  e dormirei volentieri qui, perché qui gira il mondo, qui è il centro del movimento…”

Erano gli anni 70, anni caldi, anni terribili; forse questa mia serietà  caratteriale mi ha tenuta lontana dal finire in qualche  movimento  pericoloso  che a quel tempo non era difficile  incontrare ma mi ha anche

“ impedito”  di potere iscrivermi a Brera per coronare le mie qualità  artistiche.  Mia madre,  santa donna ma che del mondo non capiva nulla,  temeva per me,  temeva potessi finire in qualche giro di droga o di perdizione…ed io sono stata troppo ubbidiente  per sapermi ribellare.

Come tutti i bravi giovani del mondo,  da adolescente al massimo  ho sognato, sognavo  di fare o l’attrice o la cantante, insomma dei lavori   creativi, che sapevano stimolare la mia fervida  fantasia ed immaginazione.

In me non vibra la linfa del genio,  ormai su questo mi sono rassegnata, che altrimenti non ci sarebbe stato incidente di sorta o  destino  recondito   che m’avrebbero  potuto  tenere lontano  dall’essere e dal fare   quello che amavo e che amo sempre,   ma  una  cosa  devo comunque riconoscermela, a dispetto di ogni cattiva ventura:  alla fine  quello che uno è e pensa e vuole  viene fuori,  forse ci vorrà per alcuni più tempo,  forse  certe cose nel cammin facendo vengono anche irrimediabilmente perse, ma che centra, che importa perdere le briciole o se si vuole anche tutto l’antipasto…?  L’importante è essere al tavolo della festa  quando arriva, io credo, almeno  la torta.

C’è sempre tempo per dire: “Adesso ci sono anch’io…”

Mi rivolgo  ai giovani che   si sentono già vecchi e non riescono a spiegarsi il perchè,  o ai non più giovani  che  credono  d’avere sacrificato inutilmente  gli anni migliori al servizio di qualcuno che a malapena  ricordava   il loro nome,   o   ai vecchi  che non hanno mai vissuto una vita vera  e  che non hanno nessuna intenzione  di farsi  mettere  da parte  solo perché la loro data anagrafica così lo chiederebbe.

Ragazzi,  siamo tutti nella stessa barca. Rifiuti dell’umanità ribellatevi?  No,  certo che no,  non rifiuti dell’umanità  ma   esseri  semplici   che fino ad oggi siete semplicemente stati per le più varie ragioni  in silenzio,  fate da oggi  sentire la vostra voce.

In genere,  i  giovani  hanno a loro vantaggio una montagna di energia  di cui    certamente un fisico  che comincia  ad avere accumulato qualche decade  di  lavoro  si trova a dover   difettare,  ma questi ragazzi  ormai  attempati  possono avere   dalla loro  qualche cellula cerebrale  più  collaudata  e  dunque   possono riuscire  a sopperire  alla mancanza di  dinamismo fisico  con  la presenza  di dinamismo intellettuale (sempre che il loro cervello  abbia saputo  non solo svilupparsi  ma  educarsi  all’esercizio  della  riflessione). 

Poi ci sono quelli che anche da giovani  hanno  qualche problema  non solo di rendimento  fisico  ma soprattutto di  rendimento  mentale,  e    questo è un altro  discorso,  è  il problema  della società  che non educa, della religione che è morta  nel senso  che non è viva  dove dovrebbe vivere,   e    della politica che è corrotta…

Sempre in genere,  non parliamo poi dei vecchi che sono diventati le vere superstar  della    nostra bella società,   loro che ormai sulle soglie della pensione riscoprono quanto è bello tornare a vivere  ed avere di nuovo tanto tempo a disposizione per sé, loro che scoprono  di non avere nessuna  intenzione di lasciare la cadrega,  ossia il loro diritto  di stare nel mondo, di avanzare  il loro spazio e tutto il resto,   a dispetto  di chi  quel posto, sinceramente, potrebbe occuparlo a maggior titolo…

Quando sento parlare  di vita ultracentenaria  garantita per tutti mi vengono i brividi; io amo la vita, e non ho particolari problemi  verso nessuna fascia  del genere umano,  ma c’è una categoria (forse più di una)  che mi fa  per istinto  irritare: è la categoria di quelli che  quando incontrano il prossimo dice loro con aria pia  e sottomessa “Prego il Signore che mi faccia morire  perché  intanto ho già vissuto abbastanza…”  e poi in realtà pensano “Tutti devono crepare prima di me,  almeno la soddisfazione  di vedermeli passare davanti,  nella loro fossa…”

Come  sarebbe  bella l’umanità  che dice sempre quello che pensa, non lo trovate? E se proprio non può dirlo che almeno sappia tacere!  Ma  forse è più divertente scoprire  quanto noi uomini sappiamo essere mendaci,  che altrimenti   con troppa trasparenza  in circolo   la filosofia  potrebbe finire  in soffitta…

Partiamo allora dal punto primo sopra esposto: la società non educa, e perché non educa? Perché non investe sulla cultura. E perché non investe sula cultura? Perché  è governata da logiche di puro profitto. E perché è governata da tali logiche?  Perché ci sono i monopoli dei grandi business e dei grandi marketing…e la politica  è solo un luogo dove andare a fare scempio del denaro pubblico,  e la religione  rimane  una questione  molto molto  privata  che agisce  nel privato dei singoli,  come è giusto che sia.

In tutto questo scenario  l’unico  dato che mi sembra positivo  è proprio quello  del dover confermare che la religione è sì non solo morta,  ma anche sepolta,  se per religione  si vuole  intendere  quel tempo in cui   la chiesa teneva soggiogata l’umanità  nel dire ad essa cosa doveva pensare, cosa doveva votare, come doveva fare sesso, perché si doveva sposare,  perché doveva accettare di soffrire e così via…

Proprio per questa sua insopportabile   invadenza  e per questa sua arroganza e per questa sua  onnipresenza  non richiesta e non gradita,  il mondo moderno  ha degnamente  saputo metterla a tacere.  Non che  per questo luna parte di essa   oggi abbia  a sentire la nostra mancanza, giammai, piuttosto  questa parte    avrebbe solo un grande piacere  che si potesse tornare correndo tra le sue amorevoli braccia  piagnucolando  “Quanto avevi ragione, noi siamo cattivi  e solo tu ci sai governare…”

E invece il mondo reale, questo nostro cazzutissimo  mondo  pieno  di morte e di lordume di ogni genere,  com’ è rassegnevole   che sia,  non ha nessuna  intenzione di correre  dalla mamma,  visto  che  le madri o si amano perché sanno farsi amare, o  si ammirano quando si impara a conoscerle,    o si detestano  incondizionatamente.

Quando dico rassegnevole, intendo dire  che occorre essere obiettivi; ma un conto è la rassegnazione, un conto  è la resa.  Posso rassegnarmi  a che un assassino  tale rimanga per il resto della sua vita, ma non per questo mi devo arrendere all’idea che ogni uomo sia  o possa diventare  un assassino.

Dunque  ecco il ruolo  straordinariamente  vitale della filosofia oggi;  come  da una lente di ingrandimento   vengono osservati  attraverso di essa  i vari pezzi  della questione,  magari smontati  per poterli  analizzare meglio.  Essere filosofi non è che essere osservatori della realtà, così come lo scienziato osserva la natura nelle sue leggi fisiche, meccaniche,  dinamiche e via discorrendo…

Quando  mi sono iscritta all’università  non ho pensato per un solo istante a un bel corso di economia, o di lettere, o di storia, o di ingegneria (per l’ingegneria non mi avrebbero nemmeno ammesso  visto che nessuno ha saputo farmi amare la matematica, che invece credo sia una scienza  straordinaria) ,  tutte materie  interessantissime  e pregevoli,  ma a mio avviso  ancora troppo specifiche e circoscritte.

Ho pensato al sapere di tutti i saperi, ossia  a cosa  porta l’uomo  al pensiero e cosa porta il pensiero all’uomo.  L’uomo  va al pensiero  per il suo innato bisogno  di sapere il suo senso  ed il pensiero sta nell’uomo  perché oltre la materia  di se stesso, destinata alla fine,  sta in lui  il suo desiderio  di sopravvivere  alla morte.   Quindi  in poche parole  sono diventata filosofa perché amo l’immortalità.

Oggi credo che grazie a questa mia scelta speculativa strettamente legata alla sua scienza gemella, ossia la psicologia,  io possa essere in grado, meglio di ieri,  di governare  il mio mondo   e di inserirmi nel governo  del mondo. Credo che il pensiero  non abbia mai ad invecchiare; è l’unica  forma di  espressione umana  non sottoposta  alle leggi  impietose del tempo.

Ciò che mina le facoltà mentali  degli anziani non è il pensiero invecchiato  ma il loro  cervello ed il loro sistema nervoso   a  rischio  di  involuzione  e di indebolimento,  e non certamente  la limpidezza  della  forza  speculativa   che non conosce  arresti  fisici  di sorta  essendo lei stessa  afisica,  distaccata  dal  contingente.

Come altrimenti spiegare l’assoluto vitalismo di esseri che pur nel totale immobilismo hanno una vita cerebrale  florida  ed incontenibile?  Mi si dirà che sono un’eccezione  che  confermano la regola   e   che l’uomo medio  vuole per sé  la normalità  e non la  straordinarietà,  tuttavia  è l’eccezione  che detta i principi  e non certamente il contrario.

Oggi  mi posso  sentire e ritenere  senza più fardelli.   Senza più zavorre.

I fardelli e le zavorre sono stati un lungo periodo  che mi hanno  impedito  di  voleggiare,   come mi hanno  temprato  nel carattere  e nel  sapere  dare il giusto  peso  alle cose.  Nulla è perduto.  Tutto ritorna utile. 

Ma è la leggerezza,  è la libertà  liberata  che mi fa conoscere e mi farà riconoscere  i vitalismi  e le volontà  costruttiviste  degli esseri,  comprese  le mie.