OGGI SI RIDE (e anche domani)

 

 

Lo stacco di testa di Balotelli che realizzare la prima marcatura per l'Italia (AFP PHOTO/ PATRIK STOLLARZ)

 

 AFP PHOTO / CHRISTOF STACHE

 AFP PHOTO / GIUSEPPE CACACE

 

 

 AFP PHOTO/ PATRIK STOLLARZ

 

 AFP PHOTO / CHRISTOF STACHE

 

 

 

REUTERS/Thomas Bohlen

 

 AFP PHOTO / GABRIEL BOUYS

 

 AFP PHOTO / GIUSEPPE CACACE

 

L'esultanza di Balotelli dopo il secondo gol  (AFP PHOTO / CHRISTOF STACHE)

 

2012 Italia

 

Balotelli

 

 Action Images

 

 

Italia-Germania

 

 

 

Lo spiritoso cartello di una donna, che sdrammatizza sul difficile momento economico

 

Grande fantasia nelle acconciature: i tifosi ci credono

Gioia incontenibile

 

...e tutti pregustano il fischio finale che sancirà la vittoria dell'Italia

La festa azzurra nella notte più bella (Cristini)

 

La festa azzurra nella notte più bella (Cristini)

 

La festa azzurra nella notte più bella (Cristini)

 

La festa azzurra nella notte più bella (Cristini)

La festa azzurra nella notte più bella (Cristini)

 

“Meglio una fine orribile di un orribile infinito”

“Meglio una fine orribile di un orribile infinito”

Oggi una persona a me molto cara mi  ha detto questa frase.

L’ho trovata molto intelligente e  sopratutto   veritiera.

Nessuno di noi può  decidere  gli eventi della propria  vita,  come  spesso mi sono già trovata a ripetere,   però  noi nel nostro personale  intento  possiamo  farne tesoro,  possiamo   realmente e finalmente  prepararci  per il giorno in cui sarà la nostra personale occasione, possiamo  imparare dagli sbagli,  possiamo chiedere scusa per le sofferenze causate, possiamo  farci una ragione delle cose che non sono andate come  avremmo voluto, possiamo  avvicinarci  alla comprensione  del nostro prossimo più prossimo,  possiamo  fortificarci   delle nostre stesse debolezze, possiamo  possiamo e ancora possiamo.

Il momento generale non è davvero dei più facili;  davvero sta iniziando un nuovo mondo da queste macerie che non hanno ancora toccato il loro fondo?

A  me piace crederlo,  come mi piace credere  che molti di noi torneremo  a  rilassarci,  a sorridere spensierati,  e soprattutto  a  camminare spediti e senza più  tanti inesorabili e penosi barcollamenti.

Vedete amici cari,  solo chi ha molto sofferto  ed ha camminato  per anni e anni  dentro un tunnel  senza mai  vedere uno spiraglio di luce,  può  gustare  pienamente della  luminosità ritrovata.

Solamente chi ha visto in faccia la morte può   sapere cosa significa  godere del bene della vita.

Solamente chi ha patito la fame può  apprezzare  il conforto   di una vita tranquilla   dove non mancano le priorità  del vivere.

Cosa mai volete che abbiano ad apprezzare  coloro che sempre tutto hanno avuto garantito  e che  di fronte ad un problema  sostanziale  non saprebbero, come non sanno,   girarsela da soli?

Non sto facendo l’elogio dell’essere dannato!

Avrei voluto, come noi tutti credo,  un mondo senza ingiustizie,  dove ci fosse pane per tutti,  e felicità per ognuno quanto bastasse, dove non fossero nemmeno  nominabili  gli omicidi, i soprusi, le violenze e i genocidi  di massa,   ma la realtà è un’altra faccenda, lo sappiamo.

Meglio di noi  lo sanno le migliaia  di uomini e donne e vecchi e bambini   che oggi, in questo momento,   non sono certi di potere arrivare a sera.

Che cosa mai credete che possano pensare,  costoro,  delle nostre  a volte ridicole  pretese o lamentele?  Lo so,  voi mi state per rispondere  che  molti tra noi  hanno abbandonato da tempo   l’idea  del superfluo, e questa è una cosa molto saggia  e positiva.

Ma  doveva proprio sopraggiungere  una crisi economica mondiale perchè si dovesse arrivare a questo?

Evidentemente sì.

E se bisogna arrivare a vedere di fronte il bisogno per accorgersi della sua presenza,  allora  è il momento di  rimboccarsi le maniche.

Ognuno scelga in serenità,  finalmente  o come sempre,   la sua via;  ognuno scelga  il suo mezzo,  ognuno  faccia  la cosa migliore che può arrivare a progettare per sè e per il suo prossimo.

Nello specifico,  meglio una fine orribile di un orribile infinito,  significa che  ci sono tragedie che si consumano in un giorno come tragedie che si consumano in anni. E’ chiaro  che è meglio   soffrire in una maniera orribile,   un giorno  solo  che  un tempo infinito,  ma ancora io torno con la mia solita  riflessione di sempre:  che accada un caso piuttosto che l’ altro,     non dipende dalle nostre specifiche volontà, ma solo dai singoli destini.

E in merito  a questa questione,   prevedo  per il futuro   tanta luce e tanta voglia di allegria…

UN SANO PROTAGONISMO

 

 

Fabrizio Frizzi (Infophoto)

 

 

 

Zucchero (Schicchi)

 

L'iniziativa della Coldiretti

 

 

 

Samuele Bersani (Ansa)

 

Le foto del terremoto in Emilia

 

San Petronio chiuso per rischio crepe

 

Lo spettacolare colpo d'occhio del Dall'Ara (Schicchi)

 

Gli abitanti di Mirandola dormono in strada (LaPresse)

Foto Businesspress

Luca Carboni  (Schicchi)

(LaPresse)

 

 

 

Crolli a Mirandola (LaPresse)

 

Andrea Mingardi (Schicchi)

(LaPresse)

Griminelli (Schicchi)

(LaPresse)

 

 

Cesare Cremonini (Schicchi)

 

(LaPresse/Fiocchi)

Il duetto Cremonini-Pausini  (Schicchi)

Tendopoli Emilia Romagna

 

BAMBINI PROTAGONISTI

 

 

 

 

Cielo terra viandanti e la quiete dei pascoli

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il Dalai Lama tra le nostre macerie…

 

 

Il Dalai Lama a Matera

 

“Io giro il mondo – ha detto  – per incontrare la gente ed avere una relazione diretta. Nel dialogo con la gente io promuovo valori umani perché io ho due impegni: il primo è promuovere i valori etici, il secondo è migliorare ancora le relazioni fra le religioni”.

 

“La felicità che deriva dalla ricchezza materiale e dal potere non è quella vera. Quella che arriva dalla compassione e dall’amore è la felicità – ha detto il Dalai Lama -. La cultura del popolo tibetano è la pace, non solo per i 6 milioni di tibetani ma perché sia diffusa in tutto il mondo”.

 

“Matera ha deciso di conferire la cittadinanza onoraria al leader buddista. “Ho avuto notizia dal premio Nobel Betty Williams, che è la promotrice di questa visita, che il Dalai Lama è molto felice e molto contento della decisione di Matera di assegnargli la cittadinanza onoraria”, ha detto il sindaco Salvatore Adduce, negando che il riconoscimento sia uno schiaffo per Pisapia.”

 

Siate forti

Reuters Interviews His Holiness

 

The Four Noble Truths

 

Visit to Edinburgh and Dundee

 

 

Live Webcasts from Milan, Italy

 

 

 

 

 

 

 

Grandi immagini, pezzi di vita: quando una foto racconta

dalla Cecoslovacchia …      all’India

Tra leggenda e nostalgia:  gli zingari di Koudelka a Milano

Tra leggenda e nostalgia:  gli zingari di Koudelka a Milano

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Fotogalleria - I nomadi del Rajasthan

Fotogalleria - I nomadi del Rajasthan

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Fotogalleria - I colori dell'India

Fotogalleria - I colori dell'India

Fotogalleria - I colori dell'India

Fotogalleria - I colori dell'India

Fotogalleria - I colori dell'India

Fotogalleria - I colori dell'India

Racconta di culture minoritarie e lontane, di persecuzioni  storiche e antiche, di equilibri secolari, di intese che non hanno bisogno di parole, di silenzi  che odorano dell’aria del mattino, di  fanciulli  che non hanno desideri degni delle loro  aspettative, di credenze che rimangono incomprensibili  agli occhi del mondo, di famiglie senza diritti dove la vita  sembra vincere sulla morte,  di assemblamenti  umani  dove si può solo stare a guardare,  di donne  che sono la forza della terra,  di miserie che sono indicibili quanto scandalose, di gesti quotidiani  consumati  nell’immobilità del tempo  e di uomini che   valgono poco  eppure contano più di quello che valgono…

Immagini che raccontano di…

QUANDO LA RELIGIONE PERDE SE STESSA

 

 

 

Gli ennesimi episodi di violenza religiosa accaduti  in Nigeria  ci dimostrano  un modo di fare culto   che si trasforma in occasione di odio.  Ogni atto che utilizza la fede  religiosa, ossia un pensiero  seppur irrazionale  ma pur sempre  raziocinante,  nato per costruire la pace,  a fini politici, ideologici, razzisti, di prevaricazione e di morte,  è da condannarsi come atto dell’ignoranza e dell’intolleranza.

Non voglio e non intendo arrivare al punto di dover concludere, come altri fanno,  che sarebbe   la religione in quanto fanatismo,  l’origine e la causa di tutto questo male.

Il credo in un Dio monoteista (le peggiori violenze sono sempre accadute dentro il monoteismo)  non è di per se fonte  di violenza e divisione;  al contrario, lo spirito  che dovrebbe ispirare  l’appartenere  ad una fede umanitaria, nata per l’uomo e per l’umanità,  non può che essere  conciliatore, votato all’integrazione  e alla convivenza pacifica.

Quando questo non accade, e spesso non accade,   è solo e sempre l’uomo il vero e l’unico colpevole.

Come dire, non è l’arma che uccide, è chi la impugna e la utilizza a  scopi di morte.

Il pericolo più grande che consegue  questi atti terroristici (tutti egualmente da condannare, da qualunque fonte provengano o siano mai provenuti nel passato)  è che appunto si associa  l’agente alla religione che lo ha armato in modo improprio.

Non bisogna cadere in questo errore.

Anche se di fatto crimini di questa natura forse non  avranno mai fine.

Il vivere in un mondo molto imperfetto  non è una buona scusante per fare di peggio e per assuefarci   a  pericolosissimi luoghi comuni.

Un uomo di fede faccia l’uomo di fede, porti questo spirito di tolleranza verso il prossimo   nel suo operato quotidiano, non abbia mai a dimenticare d’essere chiamato a rappresentare la pace,  e abbia a condannare  sempre qualunque atto di violenza.

I cristiani ennesimamente uccisi  questa volta hanno reagito. Non sono in grado di non  comprendere  la difesa di chi si trova  sempre  attaccato  e non riconosciuto,  però  i popoli  che assistono a questi eventi, la gente comune che vive direttamente queste tragedie,   dovrebbe aprire gli occhi ed il cervello, ammettendo  tutti le proprie responsabilità. Per chiedere di conseguenza giustizia.

 

 

IL MIO ESAME DI MATURITA’

Esami di Stato 2012 date 20 giugno prima prova di Italiano

Il mio esame di maturità  è stato negli anni  in cui  non si poteva ancora dire ad un professore  quello che pensavi apertamente, senza rischiare  di venire per questo penalizzato.

Giovanissima, ingenua, inesperta, forte soltanto della mia serietà, del mio impegno nello  studio, del mio amore autentico per il sapere.

A scuola ci avrei voluto portare volentieri il letto, forse perché  a  casa non avevo nessuno  con cui  scambiare discorsi  come invece mi risultava più facile stando tra i compagni.

Gli anni del magistrale sono stati i più belli della mia esistenza  trascorsa; guardavo il mondo e le cose come se non mi dovessero mai  riguardare; la mia  curiosità intellettuale e non solo, era pura,   si rivolgeva  a tutti gli aspetti  della vita,  che io consideravo come una cosa che un giorno mi sarebbe appartenuta, il giorno che finalmente qualcosa  mi avrebbe fatto sentire libera di  scegliere. Protagonista di me stessa e degli altri.

La scuola che io stavo per abbandonare, senza che me ne rendessi veramente conto,  era stata  tutto il mio mondo e tale sarebbe rimasta.   Diligente,  tranquilla, carina, capace  e piena di talento,  con tutto il  futuro davanti,  eppure  qualcosa non girava, non ha mai girato per molto tempo.

Succede. Nessuno di noi  sceglie chi essere,  ma solo  di essere.  Ed io  stavo zitta  e buona   nell’attesa   di  sentire la mia campana suonare solo per me, tutta per me…

La notte prima della fatidica prova ricordo d’avere dormito  sonni relativamente sereni; avevo scelto   Pirandello ed il tema  della follia e della maschera.

Il mio esame è stato brillante,  ma siccome  avevo detto  al commissario   interno    che ero intenzionata  a proseguire gli studi, non mi favorirono in modo particolare con il voto; solo un cinquanta, che però non fu   da intendersi come riduttivo. Nella mia classe concessero    solo un 52 ed un 54  prima di me,  e non ho mai studiato per il voto,  anche se a dire il vero è questo ridicolo numero che spesso ci porta avanti…

Non mi sono dovuta impasticcare, allora non si usava, nessuno ci avrebbe provato, ma se anche l’avessi potuto,  non mi sarebbe mai passato per il cervello; solo litri di caffè, magari, per quelli più esagitati,  che poi avevano anch’essi il rovescio della medaglia.  Le cose o le sapevi  o le tiravi   a caso o facevi  scena muta;   le sapevi   o perchè ti eri   ben preparato o  perchè ti chiedevano la sola cosa su cui   avevi buttato l’occhio negli ultimi trenta giorni di studio (cioè ti andava  di culo).

Di tutto quello che è accaduto poi, o meglio, non è mai  successo,  Io sono e mi dichiaro colpevole; una colpevole senza colpa,  ma pur sempre colpevole.

Non ho vissuto e sono rimasta a guardar vivere; non ho reclamato mai, non ho mai alzato la mano  per chiedere spiegazioni, sempre attendendo pazientemente l’arrivo della mia occasione. Del resto non facciamo  forse così  quando andiamo dal medico  e ci sono dieci persone prima di noi? No, l’esempio non è abbastanza   calzante, perché dopotutto dieci persone vengono servite  in un tempo relativamente breve, mentre io ho dovuto rimanere nel luogo del nulla per  un tempo che non può essere definito ragionevole.

Forse questo  secondo  esempio può rendere meglio l’idea:   come  quando prenotiamo un biglietto  che troviamo esaurito, e quindi possiamo solo sperare nella disponibilità  improvvisa dell’ultima   ora…Non c’è certezza che questo possa accadere.

Un giorno ho rischiato  di morire, soffocata dal dolore,  perché   la mia attesa è stata veramente troppo lunga….

Mi  dichiaro di nuovo  al mondo colpevole;  ho permesso  quello che non avrei mai dovuto permettere ma che non ho potuto   evitare.

C’è di bello  che  Ora   di  certo  il mio mondo è cambiato.

E se è cambiato  il mio mondo,  cambierà anche il vostro, il nostro, il loro…

Abbiamo amici,  occasione di sorridere e   rallegrarci.

Perchè nulla è accaduto invano.

I PINOCCHI VANNO A SCUOLA FINALMENTE…

 

e non rischiano più   di finire nella pancia delle balene…

E’  già qualcosa,  non vi pare?

 

 

 

ALUNNI E MAESTRI VERI

 

 

Solo per dire a tutti che oggi la scuola non è più così, non è più così, non è più così…

NEL SILENZIO VIGOROSO DELLA SERA

 

 

 

 

 

 

 

Gli  uomini sono come gli alberi; nascono, crescono e muoiono; servono al prossimo; possono essere spettacolari o piccoli e insignificanti; per lo più si riproducono attraverso il  proprio ciclo vitale; quando tagliamo  un grande tronco con  le sue fronde vive e rigogliose  ci può sembrare  di  commettere un vero delitto, come uccidessimo o lesionassimo una parte di una  persona;  loro sono muti, ma solo per chi non sa ascoltare  i suoi suoni tra le foglie; loro  sono immobili,  ma viaggiano con noi che li portiamo per il mondo nei nostri pensieri; alcuni sono così belli e maestosi, da farci ammutolire, e nell’ammutolirci,  ci commuoviamo,  come quando noi ci innamoriamo, o mettiamo al  mondo  un figlio,  o scopriamo d’avere ricevuto un gesto d’affetto speciale;   come noi   sono mutanti nel seguire il corso delle stagioni,  ma non perdono mai quel qualcosa che li fa  essere sempre se medesimi  nel corso infinito   del tempo.

 

Tutto quello che accade di buono  ad  un albero,   accade   per amore, sempre e solo per  un atto d’amore, così come deve essere  per noi  che  respiriamo il loro ossigeno  ed osserviamo il cielo cullarci nel silenzio   vigoroso  della sera…

La vita è un gesto di risoluzione; ognuno deve arrivare irremovibilmente  a compiere il proprio.

Immagini di luce per chi è al buio…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   

ma  anche immagini retoriche  per chi ha preconcetti

o immagini  insopportabili  per chi non tollera il silenzio

o immagini  scontate per chi  non conosce il contenuto

o immagini inutili  per chi ritiene  di  non dovere mai scoprire  nulla di nuovo

o immagini spente  per chi ha già staccato la spina

o la sta staccando

o  la staccherà

scivolando senza nessun rumore

nel buio…