Se il sole muore, seconda parte

Ho finito di leggerlo.

La prima cosa che mi viene da commentare  è che il libro meritava, naturalmente.  Non solo per come scrive la Fallaci, che comunque lo sappiamo, è stata un genio della scrittura. Non solo perchè  il suo stile ora leggero, ora canzonatorio, ora storico, ora giornalistico…non ci permette mai d’annoiarci.  Ma più che altro per quello che ci racconta, di questo suo viaggio che fece in America a studiare gli astronauti che vanno sulla luna.

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La chiave per aprire la luna

C’è appena stata la super luna, cioè la vicinanza massima della luna alla terra, che ci è sembrata più luminosa e  più grande  del solito.

Uno scienziato ci ha spiegato che per renderci conto in maniera  rudimentale  di quanto la luna si sposta dalla terra, basta prendere una chiave di quelle che hanno l’anello  cioè il buco, e osservare la luna dentro il buco, dal buco della chiave.

Ieri sera questa luna strabordava ed eccedeva detto limite…Probabilmente anche oggi…

Tutti a guardare la luna, dunque, dal buco della chiave,  più magica e bella che mai…

Guarda anche tu la luna dal tondo….

 

la luna

Night - Justyna Kopania oil on canvas

Moon girl

Notturno

Notturno | clerob

Notturno

Vladimir Sorin...

Kurt Jackson

Notturno

Paris Street 1 by Yuriy Shevchuk

Hans Baluschek:  Großstadtwinkel (Der Dirnenwinkel) 1929

Evening, Copenhagen, Paul Fischer. Danish (1860 - 1934)

notturno | clerob, 2009

Old Street ~ Yuriy Shevchuk

Hasui Kawase, Rain at Omiya, 1930

Lesser Ury Berlin Street at Night, 1889

Yuriy Shevchuk - Prague Husova Street

Notturno

by night

Ristorante Lagana #ROMA, Italy http://VIPsAccess.com/luxury-hotels-rome.html

Vladimir Ovchinnikov

Rainy Night In Paris by SharonLegg

Kawase Hasui (1883-1957): Moon at Matsushima, 1930

Castel S.Angelo by night

Sea at Night - David Burliuk

Moonlit Night by ChristianSchloe

S.Peter by night

Sera

Childe Hassam - Nocturne, Railway Crossing, Chicago, 1892-1893

Ferdinand du Puigaudeau - "The Bourg-de-Batz Church under the Moon" Painted on the nightshift.

Ivan Constantinovich Aivazovsky

Vron

Terrazza

La barcaccia

Vista sui Fori

Volo notturno

Two faces of the moon

rainy night painting

Moon

full moon

Rolando illustration

Piramid

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Winslow-Homer

By Gustavo Aimar

By Gianni De Conno

By Arianna Papini

By Marge Nelk

Tubi Du

Dock to the Moon  giclée print on canvas by elementerra

Night

Shipping on the Clyde by John Atkinson Grimshaw, 1881.

By Kawase Hasui

Luna, dolce luna

Vi è mai capitato di rincorrere un sogno che alla fine si trasforma in un incubo?

E quel sogno si dimostra una cattiva cosa, o una questione che nonostante tutto il vostro impegno,  non riesce ad avere successo?

Vi è mai capitato  di  capire d’avere buttato via tanto tempo   dietro a stronzate,  a  incredibili pusillanimità,  e voi  l’avete fatto non perchè non vi rendevate conto del fatto, ma perchè non potevate o non volevate  fare diversamente?

E vi è capitato di cercare lontano quello che avevate a portata di mano, però  questa volta sì  senza rendervene  conto, presi da altri problemi, da altre preoccupazioni che vi hanno accecati e avete lasciato perdere quello che poi siete andati a ripescare molto molto molto  tempo dopo?

Vi capita a volte di sentirvi stanchi, infinitamente stanchi,   e sapete benissimo perchè,  e allora vi dite che dovete solo avere un pò di pazienza, il tempo di recuperare un poco le forze, che poi tutto si aggiusta?

Non avete mai avuto l’impressione  di avere pianto moltissimo, troppo, tanto da non avere più lacrime, e questo vi fa star male non per le troppe lacrime versate  ma per la incommensurabile assurdità del dolore?

Il dolore di un innocente è assurdo perchè non può essere giustificato, accettato senza ribellarvisi.

Mentre la gioia è un miracolo che vive, che si fa carne, che si fa umanità.

Noi uomini il dolore ci piace dimenticarlo, senza riuscirci; la gioia ci piace condividerla, per non dimenticarla.

Capita infatti   anche di  doversi dire  che le cose stanno andando bene, che tanti obiettivi prima  completamente disattesi  finalmente al momento buono   vengono  messi a puntino, con tanta fatica e un poco di fortuna.

Le persone che conoscono la bellezza della gioia  sembrano fragili  ma sono rocce durissime che nulla può distruggere; coloro che la bellezza della gioia  non vogliono scoprirla o la temono, per l’impegno ch’essa richiede, sembrano forti ma sono case  d’argilla, alle prime piogge tutto verrà sciolto come sabbia senza consistenza.

Non vince chi non si sporca le mani evitando ogni rischio, vince chi si butta dentro i problemi  sapendo che i problemi non lo allontaneranno dall’essere se stesso.

Cosa può mai fregare del fatto che c’è  chi ha di tutto  e chi solo il necessario! Ci sono occhi per vedere purtroppo chi piuttosto non sa dove sbattere la testa,  e ci si sente totalmente inadeguati   a potere fare qualcosa.

Totalmente impotenti.

La sofferenza  gratuita delle persone è  qualcosa che  mi sconcerta, verso  la quale io so di non avere risposte, di non avere rimedi che non siano banali palliativi.

E poi ci  assalgono le paure, le angosce più disparate:  e se dovesse capitare questo, e se dovesse capitare quello???

Forse è che a diventar ….  grandi,  tutti i problemi prima mai presi in considerazione, ti vengono  spontanei, mica puoi nasconderli, negarli, far finta che  sono solo fantasie…

Ci sono tre generi di uomini: quelli tosti, quelli mai cresciuti, e quelli stronzi.

Così  come ci sono tre generi di donne: quelle che piangono sempre, quelle che fottono il prossimo, e quelle serie che si fanno un sacco di domande.

La differenza è che mentre le donne  sono sempre se stesse  e basta, per cui chi nasce bastarda rimane bastarda senza possibilità di cambiare,  gli uomini  possono essere alternativamente lungo la loro stessa vita l’una  o l’altra cosa.

Ci sono gli stronzi che possono diventare   tosti  e  quelli mai cresciuti che possono diventare stronzi per poi diventare  tosti  o rimanere  stronzi, e quelli tosti che diventano stronzi.

Io sono contenta d’essere nata donna. Vuoi mettere poter vedere il mondo dalla parte della luna?

Essa  è  gentile ma non infante, versatile  ma  non  superficiale,  luminosa  ma non accecante,  accogliente ma  non così comoda da farci venire voglia di non muoverci più; è notturna  ma si può vedere anche di giorno, è  misteriosa  ma non mascherata, è affascinante ma non esclusiva. Icaro che volò  verso il sole  rimase arso vivo   e poi  di sole si può proprio morire, mentre non ho mai sentito nessuno passare a miglior vita   per il mal di luna…

Insomma,  è così  che funziona.

il colore bianco (candore e purezza)

pinguino

Margherite

Volare

<3

Aquila

Luna piena

Punto di fuga.

Manned Nube di Jean Marie Massaud, l '"albergo volante" dall'aspetto di un'enorme balena bianca, le cui larghe pinne Sono Fatte per Attraversare le nuvole e il cielo, invece il Che per immergersi Nelle Profondità Degli Oceani

Naso da clown.  Tomas Kral.

Latte versato - amo questa idea!

Margherite

Abatjourin resina con sfere in madreperla di colore bianco e di colore oro.  Artigianato indonesiano.Misure in cm.  50 x 30.  Peso in Kg.  0,9 CircaN.B.  Il Foro E Creato per non Lontano surriscaldare la lampada!  Le piccole imperfezioni il Che SI possono trovare Sono Una testimonianza di un'oggetto artiginale non in serie!Abatjourin resina con sfere in madreperla di colore bianco e di colore oro.  Artigianato indonesiano.Misure in cm.  50 x 30.  Peso in Kg.  0,9 CircaN.B.  Il Foro E Creato per non Lontano surriscaldare la lampada!  Le piccole imperfezioni il Che SI possono trovare Sono Una testimonianza di un'oggetto artiginale non in serie!

cielo

Alle corde luci, progettato da Christian Hass

un litro di luce, Alvaline, Viabizzuno

Alla scoperta delle Torri costiere di Gallipoli | Vizionario

Derek Gores

Lampadario in Foglia di Cocco colore bianco decapato e con palla centrale realizzata in cotone.realizzato Completamente a mano, sembra ONU fiore Misure: Diametro 50 cm cmAlto 35circala Misura puo variare essendo Completamente artigianali!  Nota La Bellezza della Lavorazione!! Il lampadario di posta completo di allaccio elettrico ma non viene fornita la lampadina.

Gabbiani

Ralph Brown La Sposa

Come creare un rustico tablescape Inverno

Lasciate che questo mi sia a circa 70 anni!

Belle stelle!

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Grigio cielo

Gabbiani nel BLU

Suzy Pal Powell Collages

Cappadocia, Turchia | (10 belle foto)

@avadesordre:"Se l'Uomo Vitruviano di Leonardo deriva dall'iconografia di Issione legato alla ruota infuocata, l'Umanesimo riscatta il Ribelle." Vince la creativita' contro la ragione. Pavese scrive sul diario, dopo aver vinto lo Strega nel '50: "Nel mio mestiere dunque sono re. [...] a questo trionfo manca la carne, il sangue, manca la vita." A Pavese manca, per diventare adulto (Ripness is all), quell'irrazionalita' (della fanciullezza) sacrificata sull'altare della riuscita sociale.

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É Il Bianco Il colore in assoluto Più Amato dell'Estate 2012

Tulipani

figlio dei fiori

Chiesa cattolica romana a Colonia, Germania

La ricomposizione dei ghiacciai

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Simplicity

The Fang in Vail, Colorado.

Lupo siberiano.

Valle d'Aosta, Un giro in mongolfiera per perlustrare alpi, Foreste e ghiacciai

Ghiacciai

Vele

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101

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Inghilterra - Stonehenge

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Shimmering

In bicicletta sulla spiaggia sarebbe fantastico da fare!

<3

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strisce

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ecco che arriva la sposa ...

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Alegrete, Alentejo, Portogallo

✯ mozzafiato ...

Brothers.

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zebra

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Lisianthus

Nuvole

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Crescent Moon

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Grace Kelly

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Un mondo ordinato

 

Amici  carissimi, se mi dovessero chiedere ad oggi qual è il periodo  della mia vita  che io ricordo con più nostalgia, risponderei senza esitare: “la mia infanzia”

Non solo perché quando si è bambini è tutto così speciale e magico,  non solo perché  da bambini si guarda il mondo  con occhi    che poi  dimentichiamo,  ma perché da bambino  io sono  stato decisamente felice.

La  mia felicità  si chiamava  “Casoni”  che era il nome della contrada  montanara  in cui io e la nostra   numerosa  famiglia   parentale ci si trovava  per il periodo  dell’estate, finita la scuola…

Dire montanara  è un po’ eccessivo;  700 metri d’altezza  sono più collina che montagna,  sono quasi ancora campagna,  ma l’aria è più buona,  non c’è mai la nebbia  se non pochi giorni l’anno,  quando  le piogge continue di più giorni fanno alzare dal terreno il calore  del suolo  ed allora si forma  lo scontro  tra la terra  calda e l’aria fredda della valle…

La  mia felicità si chiamava nonna Giuseppina,   una vecchietta che il tempo  arido ed  ingrato  avevano trasformato in un piccolo ammasso  di curve, di rughe e di gobbe…la nonna  stravedeva  per me,  ero il suo pupillo;  io avevo il privilegio   di dormire nel suo lettone,  io avevo il privilegio di vederla e sentirla recitare il rosario da sotto le coperte la sera, prima della lunga veglia notturna, io avevo il privilegio  di  seguirla nell’aia  dietro le galline  mentre lei le rincorreva    e le chiamava  alla mensa…

La  mia felicità  si chiamava correre nell’orto a raccogliere le carote,  andare alla pozza  a prendere l’acqua fresca per il pranzo, stare con i miei cugini sotto l’ombra del grande ciliegio, giocare a cucco la sera  con i ragazzi più grandi  che   non si  facevano mai  trovare   ed alla fine vincevano sempre…perché baravano…

Ricordo la luna, la grande  luce bianca  della  luna  nella frescura delle sere di luglio,  ricordo il canto dei grilli  mai stanchi di   richiamarsi   nell’aria, ricordo i tramonti dalla collina del monte rosso, ricordo  le vacche  che  passavano  con i loro campanacci  da sotto le finestre  delle stanze della casa, la nostra casa, il nostro mondo;  ricordo  il sole,  il grano, il raccolto e la trebbiatura,  ricordo  le grandi feste  domenicali intorno ad una bella crescentina  calda  condita con un po’ di  formaggio e salame…

Quanti ricordi  assordanti che non si vogliono spegnere e che credo, non si spegneranno mai…

Oggi  vorrei potere   sostituire  quel periodo  lontano  e finito  con una felicità nuova,  tutta fresca  e rinnovata,  perché non ha senso   che una volta diventati adulti, dopo avere vissuto un’intera vita,  si abbia  a   scoprire  di dovere mettere questa parola  così importante tra quelle  desuete.

Certo, da bambini  abbiamo una contentezza   inconsapevole,  da adulti  la  nostra ricerca del sole,  dello stare bene nel mondo e con il mondo,   diventa   consapevole, metodica, puntigliosa, quasi  scientifica, per non dire di capitale importanza.

Di tutto si può fare a meno  tranne che della felicità. Lo sanno i medici, lo sanno gli analfabeti, lo sanno a nord  del pianeta come nel profondo sud, lo sanno tutti,  eppure  socialmente parlando  tanto non si fa nulla  per  insegnarla,  per trasmetterla,  per coltivarla  come  garantito  patrimonio   dell’umanità.

Io mi sento un ricercatore  che sta dentro il suo laboratorio  tra tante ampolle  effervescenti  e colorate;  c’è quella che  rumoreggia, c’è quella  che scoppietta, quella rossa, quella verde, quella gialla, quella grossa, quella stretta, quella con il collo a imbuto;     io con grande maestria e curiosità   le mescolo, le doso, le registro, le osservo, le pondero, le catalogo, se fossero viventi nel senso di organiche  le sezionerei…e poi  traggo le mie valutazioni.

Vi è mai capitato  di  scoprire  che quello che cercavate lontano lo avevate vicino?

Vi è mai capitato di concludere che quello che avevate fatto  con tanto convincimento e fatica e costanza e senso del dovere, alla fine si rivela quasi un estraneo  che vi guarda  dall’alto verso il basso  e vi chiede:  “Ma tu chi sei?  Ma  tu che vuoi?…”

Vi è mai capitato  di rendervi conto di avere buttato via un sacco di tempo in un’attesa che pensavate fruttifera  e lusinghiera,  tanto di quel tempo  che   un giorno vi svegliate  sudati nel letto nel pieno della notte, e vi trovate a chiedervi: “Ma io che ci faccio qui, dove sono i miei amici? Dove  ho lasciato il ricordo  del mio ultimo sorriso? Dov’è la luna? Dove sono finiti i grilli  che cantavano???”

Come un fantasma, un’entità  mai vissuta,      vi trascinate  nel  centro della  stanza, alzate lo sguardo al cielo  in cerca della luna, fino a che la trovate, là,  spiattellata  nel centro del firmamento,  che vi guarda bonaria  e vi  sorride dicendo: “ Amico mio, io stavo qui,  sono sempre stata qui,  per te che oggi hai deciso  di acchiapparmi, e per chi lo farà domani, e per  chi l’ha già fatto e non è più tornato indietro…”

Voi vorreste rispondere che  non stavate dormendo,  che stavate solo cercando, che avete atteso tutta la vita quell’incontro e che finalmente  non avete  più lacrime da versare…

Io voglio la luna,  eccome se la voglio;  la voglio a tal punto che non ho più nemmeno  bisogno  di  spiegarmi il perché  della vita, della morte, del dolore, delle scelte…tutto è ormai superato,  con una veste leggera  sei già fuori della stanza  confuso   con le pareti   del cielo,  non fa più freddo, anche se piove o tira vento o avanza  l’inverno…

Quello che era prima abbandono e solitudine oggi è una strada piena di gente; quello che era prima  noia mortale  oggi  è  una ghirlanda colorata che promette ogni genere  di  sorprese; quello  che prima  era confusione  e smarrimento  oggi  è chiarità assoluta,  volontà cristallina di fare, di saltare in groppa alla    stella più  bella che c’è…

Mio Dio,  come ho potuto stare tutto questo tempo  senza la tua  bellezza,  o  mia felicità?

Come ho potuto  soffocare i singhiozzi  perché  non  fossero sentiti  per così lungo tempo???

Perché,  dolcissimo  Gesù,  hai voluto questo da me?   Come hai  potuto   lasciarmi solo   nel grande pozzo  mentre che il mondo correva, rideva, si divertiva, schiamazzava, indifferente ed ignaro  di chi  non ha gambe per camminare, bocca per ridere,  possibilità  di incontro    alcuno….?

Ci si potrebbe chiedere come è possibile che nell’era del tutto concesso,  nell’era del web  che ci ha portato il mondo in casa e le case nel mondo,  ci siano vite prestigiose  e preziose   a cui non viene concesso nulla perché mai nulla è stato concesso, se non di illudersi  per una breve stagione,   se non di respirare l’aria che viene selezionata per loro, o di pronunciare parole  che possano stare bene con le parole di chi ascolta,  o  di  progettare cose  che siano null’altro che il riflesso  di cose di altri…

Non importa, non importa più nulla,  quello che è stato è stato. Oggi è morto e sepolto.

Da ora,  si abita  un mondo finalmente   ordinato.