La forza di noi tutti

La ricerca di Yann Arthus Bertrand

perchè  si può e si deve  essere cinici, severi, critici, taglienti, obiettivi, razionalisti, storici, e tutto quello che si vuole, ma alla fine è solo quello che  sentiremo  primordiale dentro di noi  che farà di noi noi stessi.

Castello cerca strada disperatamente

 

Mi è capitato in questi giorni di visitare per puro caso un Castello  degno di nota, dalla  storia un pò bizzarra  e dal nome alquanto  significativo  che mi piacerebbe raccontarvi.

Si  tratta del Castello dell’Aquila che non porta questo nome perchè aquilano,  ma perchè svetta tra le alte valli della Lunigiana a ben 800 metri sopra il livello del mare.

Dovete sapere che questa storica dimora affonda le sue radici  documentate  intorno al 1300, ma si sa per certo che ha precorsi longobardi e romanici, quindi potrebbe essere (tolgo il potrebbe e ci metto un bel deve)  anche anteriore.

Solo  circa vent’anni fa era più che altro un rudere abbandonato  che subiva tra l’incuria ed il sciacallaggio locale    la perdita dei suoi tesori e lo svilimento della sua antica austerità.

Succede che le sorti di questa maestosa residenza finiscono nelle mani e nei sogni di una signora  di circa  cinquantanni,  allora insegnante di lettere, che decide di licenziarsi per  trasferirsi  arma e bagagli  tra i rovi selvaggi  di questo luogo  che hanno mangiato nei secoli  pezzi interi di mura e di torrioni.

La cosa che attira la dolce donzella,  la quale  dietro il suo aspetto gentile e raffinato  nasconde un coriaceo  desiderio  di vedere rinascere il luogo,  non sono certo i sassi implosi su stessi    e le mille difficoltà previste  da doversi affrontare nella ristrutturazione: dietro il progetto un pò folle   di comprarsi  questa casa ancora  non abitabile  è che  il costo di questa impresa equivarrebbe   l’acquisto di un appartamento di lusso  nel nord d’Italia,  e quindi, spesa per spesa,  l’idea  di avventurarsi  nella rinascita  di un bene storico nazionale,    porta in sè  quel valore aggiunto  che fa  vincere ai suoi occhi  ogni resistenza.

La ristrutturazione prevede il beneficio di  fondi finanziati dall’Unione Europea,  più ovviamente propri capitali, più il progetto  di mettere a regime il Castello una volta  riportato al suo splendore.

Mettere a regime significa andare ad  utilizzare e quindi capitalizzare   gli spazi ristrutturati per  scopi mondani privati e di utilità pubblica, che significa andare ad  organizzare  dentro le mura cerimonie, piuttosto che matrimoni, meeting ed  altri  eventi di vario genere, con tanto di cappella intra le mura   benedetta.

Nel giro di vent’anni tutto si compie a puntino; ad aggiungere una nota  misteriosa  a tutta la vicenda, come se non bastasse il recupero  rocambolesco di un cotanto  ostello,  ci si mette  una tinta di orrore;  mentre che si sta scavando per predisporre lo spazio di un bagno viene ritrovato un osso umano.

Tutto si blocca; improvvisamente   i riflettori delle Sovraintendenze alle   Belle Arti  piuttosto che dell’Università di non so quale eccellenza americana,  nonchè   lo stesso gruppo dei Ris  operante in Italia,   intervengono con il loro staff di antropologi  piuttosto che di  biologi  ad analizzare la conformazione delle ossa capaci di raccontarci a quale secolo/periodo  deve essere collocato il cadavere del defunto rinvenuto.

All’inizio si vociferava   fosse il corpo di un ex partigiano qui rifugiatosi  e poi ucciso in tempo di guerra, ma il responso è ben differente e non lascia ombra di dubbio: si tratta di un cavaliere risalente al  1200, morto per essere stato impallinato nientepopodimeno  che da una balestra che va a conficcarsi con tutta la sua violenza  proprio nel mezzo della sua gola dove  vi  si ficca  facendolo morire nel giro di pochi secondi.

Tutto ricostruito  sapientemente  e con grande efficacia da un video a posteriori e dato in visione ai visitatori.

La perizia aggiunge anche che il povero cavaliere,  probabilmente ucciso per ragioni di contese  di corte a noi rimaste oscure ma  immaginabili,  viene subito seppellito  in quattro e quattro otto   proprio sul luogo della sua decapitazione (ma dovrei dire altra parola che non mi sovviene), al fine di farlo  sparire repentinamente  alla vista.

Il cavaliere è  alto quanto poteva essere un uomo di quel tempo, ma viene sacrificato in un angolo angusto e dentro una terra argillosa (non c’è il tempo e il modo di trasportarlo altrove); questa sua tomba  improvvisa,  ignota e segreta  riesce a conservare perfettamente  lo scheletro fino ai giorni nostri. Viene  analizzata  con cura  anche la parte di  metallo rinvenuta nel cranio, ed è proprio  questo materiale a far risalire l’evento  intorno al 1200.

Non mi stupirei  di cominciare a sentire  vociferare  di luoghi maledetti o   segnati da eventi infelici, dove di notte si potrebbero udire  i lamenti dei fantasmi, se non fosse che il Castello che io mi sono trovata a girare in lungo e in largo in una soleggiata  giornata settembrina è a dir poco   fantastico, maestoso, accogliente, stupendamente restaurato,  immerso nel silenzio  della  valle, solare e per nulla tenebroso,  dove la visuale sottostante è  da mozzafiato, e dove davvero ci si può aspettare di vedere il cielo ed i boschi silenti e verdeggianti  sorvolati  da regali  e maestose aquile.

Fin qui tutto bene, sembrerebbe che  la moderna  castellana innamoratasi del suo  ranocchio  trasformatosi in un meraviglioso principe   possa oggi cantare vittoria; ma non è così:  c’è un ma da raccontare.

Tutto sembrerebbe precipitare davanti  all’ostacolo insormontabile di una strada che conduce dalla   valle fin su nella cima del luogo: la strada che attraversa il bosco in certi punti diventa molto stretta e ci possono passare le macchine  in alternanza, prima per un senso e poi per l’altro.

Voi direte, e che sarà mai? Basta organizzare un servizio di passaggio,  oppure basterebbe  allargare un poco la strada, in modo da risolvere il problema alla fonte.

Ma la strada è del Comune, ed il Comune non ha soldi   da investire, e così  non se ne viene fuori; la nostra nobildonna  incompresa   ormai comincia ad avere una certa età, e non ha più la forza (e la voglia)  di lottare e di sperare in tempi biblici che risuonano da subito  di carte bollate.

A  fine anno lascerà la sua dimora al suo destino, sta già predisponendo lo svuotamento dei locali sapientemente arredati, e tornerà da dove era venuta, con tanta amarezza nel cuore  ma anche, io credo,  parecchia nostalgia di un sogno fuori del comune che ha avuto modo di vivere così lungamente e che l’ha cullata nelle lunghe notti   vissute   al solo chiarore della luna.

Possibile che tutto questo debba finire per l’apparente  inconciliabilità di una signora, del suo Castello e di un Comune che non vuole saperne di lei e dei suoi problemi  di viabilità (almeno così sembrerebbe)?

Ma come si può definire un Paese che ignorasse  e lasciasse  morire   le sue bellezze, i suoi splendori, la sua storia, le sue radici, i suoi tesori?

Qualcuno  giovane e forte  ( e con qualche denaro o arma diplomatica in più)  vuol farsi avanti in questa faccenda  che senz’altro potrebbe trovare con buona pace di tutti il suo lieto fine?

“Castello cerca   strada  disperatamente.”

Il Castello dell’aquila    che presto chiuderà i battenti.

Visitatelo finchè ne avete modo.

 

 

 

 

 

Papa Francesco, Mamma Africa

 

Millemiglia Ciao Ciao

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a chi ci vuole male

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camminamenti

Lisbona, Portogallo.

 

 

Installazione di un sentiero lastricato

 

 

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BELLI DA MANGIARE…

Immagini speciali di persone speciali


 

 

UNA DONNA DI CARATTERE E COLORE

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UNA DONNA DI CARATTERE

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

RICAMI NEL CIELO

NO AGLI INCAPPUCCIATI

Disordini durante la manifestazione degli indignati a Roma, 15 ottobre 2011 (Ansa)

Roma, guerriglia in piazza San Giovanni Ancora scontri in piazza San Giovanni

Inferno indignati a Roma: città devastata, 70 feriti

Purtroppo quello che nemmeno tanto tacitamente  si temeva è accaduto.

Il gruppo dei Black bloc si è infiltrato nel corteo  romano ed ha fatto scempio di edifici, cose e persone; 70 feriti,  un milione  di euro di danni; peccato, perchè il peggio ha avuto la meglio.  La partita è ancora tutta aperta. La gente autentica scesa in piazza  per protestare  pacificamente  non si   fermerà certo a questa sconfitta,  perchè   ci vuole ben altro per scoraggiare  ottime e sacrosante ragioni che invece nelle altre città del  mondo (900 città su tutto il pianeta…)  non sono capitolate a  causa della solita  faziosa minoranza  disturbatrice  e manovrata.

Perchè proprio Roma? Perchè sempre  l’Italia?   Sembra  che qui le piazze siano   più facilmente  preda  di questi orribili e assurdi episodi.

Abbiamo ancora negli occhi gli orrori accaduti al G8  di Genova nel 2001 (in quel contesto ci furono purtroppo una serie  di  errori commessi anche dalle forze dell’Ordine);  abbiamo ancora nella memoria  gli anni tristi e bui del terrorismo politico e dell’odio  di classe.

NO,  bisogna  stare lontani da quei vortici, da quei meccanismi insani e malati, deviati e devianti.  I violenti sono solo violenti e basta;  è gente assoldata  da regie occulte, è gente che non ha cervello perchè così dimostra, che si droga  di  eresie  e falsità  (quando non lo fa anche con altro…), che non ha credi (che non sia quello della distruzione gratuita e  assoluta), che non ha coraggio di nulla, nemmeno dell’andare in piazza a volto scoperto per far vedere chi sono, sapendo d’essere nel torto,    come dei meschini vigliacchi  della peggior specie  che non vogliono farsi  riconoscere per le loro ovvie responsabilità.

E’   gente che è andata  a prendersela  con i simboli religiosi (che sono sopratutto simboli di pace) e che ha devastato  persino una casa privata e le macchine dei poveri cittadini indifesi  che si sono trovati in mezzo, dal nulla,   ad una vera e propria  guerriglia urbana.

Sono giovanissimi  e meno giovani  senza una storia culturale  che odiano le forze dell’ordine che stanno nelle piazze come espressione dello stato,  mentre sono solo  padri di famiglia  che magari  nello stato ci credono e che magari   semplicemente  stanno lì  a svolgere  il loro lavoro (e ci può stare il dissenso  politico   ma che andrebbe  espresso con altri mezzi laddove  la guerra cosìffatta porta solo alla  dura reazione)

Qualcuno ha perso (lo scopriremo  più tardi)  la sola cosa che aveva e che ancora gli dava la gioia di vivere…(la sua bicicletta), anche se può sembrare poca cosa di fronte  a sfasci   ed attacchi  di estrema gravità.

Mettiamo questi esaltati/squilibrati/sconnessi    in grado di non potere più nuocere. Come? Ovviamente con gli strumenti della legge, rimanendo nella legge, perchè solo la legge  ci può salvaguardare dal caos e dalla devastazione. Ovviamente la legge praticata in un paese democratico e nel nome della democrazia. Democrazia, sempre e solo democrazia  e non totalitarismi, e non demagogie, e non partitismi, e non  provocazioni  minacciose, e non cedimenti alla violenza.  Potrebbe essere quella l’occasione di un confronto  che per  scelta viene invece  rifiutato dai leader  del  “blocco nero”.

In tal modo   il movimento degli  indignados avrà  anche  nel nostro paese   la  propria  prossima occasione   di farsi valere e di esprimersi pacificamente.

Non mollate, non molliamo.  Così come non molleranno tutti gli altri  che altrove  sono riusciti  a manifestare senza incidenti e senza catastrofi (vedi  Spagna, Inghilterra, Stati Uniti, Francia…)

Ci sono buone ragioni per pensare   e  sperare  che questo  grande gruppo  vestito di un abito   universale e globale  (e non mascherato) possa  dimostrare  di avere qualche più che  buona idea,  qualche più che buona progettazione, qualche più che  buona energia  da spendere.

Idignati: protesta a Parigi con cartelloni e slogan

A Parigi gli indignati manifestano davanti al Municipio Francoforte, proteste contro la finanza davanti a sede Bce

Cosa guardiamo in televisione?

                                         

Ciao  a tutti.  Oggi vorrei parlare con voi  di quello che la gente sensata ama guardare in televisione, ed anche  di quali sono i programmi che fanno tendenza e che spopolano  quando  si tratta  di fare odiens.

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Pianeta musica

malika

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Diciamo allora gli eroi a cosa servono: a non cadere nel male assoluto

tienanmen

Ciao a tutti,  scusate  infinitamente  per l’orrore delle immagini del precedente articolo,  ma era doveroso testimoniare con la verità degli occhi e non solo delle parole  la presenza continua del male che abita il nostro  mondo reale. Continua a leggere

Ricordiamo, riguardiamo, ripensiamo o prendiamo atto dei luoghi dell’odio senza nome che non hanno mai avuto fine nè dopo Cristo, nè dopo Marx, nonostante Cristo, nonostante Marx

  

ossari per opera della dittatura in Cambogia

L’estrema crudeltà  di alcune immagini  che seguono consiglia vivamente la visione di questo articolo solo a persone adulte o sotto la guida degli adulti

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Elogio della parola

 

Se voi avete avuto modo di scorrere i pochi articoli presenti   in questo blog appena iniziato,  vi sarete accorti di come varia l’impostazione  del linguaggio poetico raffrontato al linguaggio filosofico. Continua a leggere

Immagini di Donne nella vita e nell’arte

 

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Perchè tutti celebriamo la libertà?

Le torture dell\’Inquisizione

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Alcune immagini…altrettanti pensieri

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Hello world!

  

musica di Ennio Morricone 

                                                       

                                                 

                           

                                                                     

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