Europa: siamo in guerra

le ultime sull’attentato a Nizza

Mettiamoci nella testa che ovunque potremmo essere in pericolo.

E l’Unione europea cosa sta facendo a livello di interventi  unitari e di strategie  coordinate?

Ma il business legato all’immigrazione, a chi sta giovando?  Forse le maggiori responsabilità di questo cataclisma in atto stanno proprio lì dentro.

L’  Isis ha rivendicato la paternità del gesto, e dimostra quello che è, cioè che la religione non conta nulla (il terrorista in questione  era tutto tranne che un religioso)  ma è solo una manovra per destabilizzare l’Europa, da noi; il mondo, altrove.

Si vuole una globale sottomissione  all’Islam e alle sue regole; si vuole la rivalsa  su quello che  viene vista come una colpa dell’Occidente (di andare a fare guerre   a casa degli altri, ma anche altre molte  ragioni meno evidenti, più meschine  e più sotterranee).

La Francia è nel mirino, ma nessuno è fuori dal gioco, abbiamo visto  Bruxelles,  ma poi il Bangladesh, lo stesso Pakistan, il recente tentativo di rivolta della Turchia dove una minoranza vorrebbe un potere laico ed uscire dalla teocrazia islamica.

Sappiamo che l’Inghilterra sta investendo moltissimo sulla sicurezza (forse per questo rimane ancora illesa?)

Sappiamo che Roma per il Vaticano è un bersaglio sensibile, anzi,  ultrasensibile.

Ogni tanto anche negli Stati Uniti  c’è qualche lupo solitario   che agisce con la stessa strategia con cui ha agito  il terrorista di Nizza,  franco tunisino d’origine.

Gli Stati Uniti hanno già pagato un prezzo altissimo (anche per le loro scelte militari e di politica estera)  a questa guerra sbagliata (come se ce ne fossero di giuste) e bisogna risalire al 2001; ormai si parla  di quindici  anni  nei quali si sarebbe potuto fare di più per  garantire/sviluppare/avviare     un dialogo  diplomatico tra le parti.

Nei territori in Medio Oriente  tra l’Iraq  e l’Afghanistan  quotidianamente accadono atti criminali  contro i cristiani o contro i musulmani  appartenenti  alla maggioranza sunnita  che non viene riconosciuta legittimata a governare dalla  minoranza  sciita,  la più fanatica dello jihadismo.. Prima era Al  Qaeda,  oggi è il sedicente stato islamico. Domani?

La Siria non esiste più, è stata spazzata via dal piano   del gruppo di conquista, ed era il paese più tollerante in assoluto, dove convivevano  diversi   gruppi religiosi  in assoluta tranquillità, tra ebrei, cristiani e musulmani  (proprio per questo  era da eliminarsi? perchè era di cattivo esempio?).

Per non parlare  di quello che accade nella grande  Africa, dove  ieri  gruppi militanti  appartenenti a Boko Haram (una delle frange   di questo  organismo  estremo) hanno rapito le studentesse   frequentanti una scuola ad indirizzo occidentale, per impedire   che il nostro stile di vita  intacchi le loro donne e le loro ideologie; ma  domani  sentiremo di altri attentati contro il libero pensiero e contro le   realtà diverse da quella islamica.

Dove attaccheranno la prossima volta? E chi sarà il terrorista?  Un  lucido  squilibrato che decide di suicidarsi   in maniera “onorevole e gloriosa”,  o un lucido  commando di studenti borghesi  che si saranno   votati alle ragioni  di non so quale  ideologia?

Ex detenuti  in cerca dei loro cinque minuti di gloria,   o  sedicenti  uomini  in apparenza pacifici  e ben formati,  che anzichè seguire ideali pacifisti, liberali e tolleranti  faranno della violenza, dell’odio, della vendetta, dell’arroganza, della rabbia e della follia   il loro campo (inglorioso)  di battaglia?

Ma del resto loro sono più forti, ragazzi: più forti in numero, più forti in determinazione, più forti nel non avere nulla da perdere, più forti nell’avere ancora salda la loro identità culturale mentre noi abbiamo smarrito la nostra.

Ma  il popolo islamico non comprende che se non comincia a fare sentire una voce  corale  di dissenso, inevitabilmente uscirà fuori il razzismo nei loro confronti?  E che è proprio quello che lo Stato islamico vuole, metterci l’uno contro l’altro? Destabilizzare? Generare il caos?

Anche se non è una guerra di religione, e nemmeno culturale, ma solo una strategia di assalto ben pianificata che si avvale anche  di libere e spontanee iniziative  dove l’agire non richiede avere a disposizione un esercito: basta un uomo, un mezzo, qualche arma, un piano (e un lauto compenso magari, per essere più convincenti).

Ci stanno sbranando, assalendo,   come farebbe un branco di  iene o di avvoltoi che avendo avvistato un animale ferito decidono di farne carne per il loro pasto.

Come dunque uscirne con il minor danno possibile? Non saranno le  ennesime   manifestazioni di canto e di musica a salvarci. Non saranno le ennesime proclamazioni di sdegno.

Ci vuole una risposta chiara, unitaria e capace, disposta  a fare scelte  importanti,  anche poco   popolari,  o di disturbo  alle elites che manovrano nell’ombra indisturbate.

Altrimenti  questa guerra andrà avanti ancora per molto molto molto  tempo.

 

 

 

 

il mondo in fiamme

il venerdi nero del ramadan

Palmira cade sotto il fuoco nemico

Palmira cade sotto il fuoco nemico

e  la prossima meta sarà Damasco.

 

il rogo di Muath

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A seguito del rogo perpetrato sul povero prigioniero giordano da parte dell’Isis, anche il mondo arabo comincia a fare sentire la sua voce ed il suo chiaro dissenso.

Nemmeno il Medioevo aveva osato tanto, ossia manifestare la propria assoluta capacità distruttrice con totale disprezzo della legge umanitaria, del condannato che rimane pur sempre un uomo, e del mondo tutto con le sue elementari regole di convivenza civile.
Ma dove vuole arrivare questo orribile disegno, di questo passo? Perchè non ci fanno vedere le loro facce, se sanno (come dicono) di fare cose sante e benedette?
Qui di benedetto c’è solo l’orribile morte di un uomo che attende senza dubbio la sua rinascita, non perchè vittima di una guerra santa (che non esiste), ma perchè vittima di un assassinio.

caro isis…

Caro Isis,

oggi l’orrore può essere assistito in diretta, basta accendere la tv.

L’occidente viene messo a dura prova dal tuo movimento terroristico e disumano che crede di potere piegare  gli equilibri dei continenti    imponendo la propria  folle corsa al potere.

Il tuo  cammino non potrà che avere un epilogo disastroso, ma nel frattempo quante  e quali vittime avrai  seminato lungo il tempo trascorso?

Vorrei vedere e sentire anche il tuo mondo musulmano dichiararsi apertamente e chiaramente contro questo movimento criminale, come del resto ha già cominciato a fare.

Già nasci morto, perchè nel nome di chi tu credi di rappresentare, tu sei stato abbandonato e disconosciuto.

Anche la Chiesa cattolica sta muovendo i suoi passi  e le sue valutazioni, che non sono certo tranquillizzanti  e  semplici, ma per te  il cristianesimo non è che un moscerino  che deve pagare le sue secolari colpe e le sue offese.

Se da un lato mi viene da ribadire il concetto che dove c’è uno squilibrio  così forte  siamo tutti chiamati a farci  autocritica,  dall’altro non si può  nascondere il più irremovibile dei disappunti.

Che possa ogni gesto di questo tuo  partito  ingiusto e impazzito ricadere su se stesso, ritorgliersi   contro,  annichilirlo nella sua feroce mediocrità e indifferenza.

Mentre spero anche che chi vi entra a far parte, conservando ancora un briciolo di cervello ossigenato e non totalmente stordito da chissà quale veleno,  possa trovare dentro di sè una piccola  voce che possa dire a se stesso “Ma cosa sto facendo?  ma dove sono? ma chi sono? ma cosa sto diventando? ma perchè sto facendo tutto questo? chi me lo sta ordinando?  sto uccidendo un mio nemico o solo qualcuno senza nome e senza volto che mi  viene imposto di uccidere, alla cui morte seguirà quella di molti altri fino a che smetterò di contarli? e poi? cosa avrò ottenuto?  un paese nuovo e più giusto dove le cose potranno funzionare? o solo  la soddisfazione del mio incontrollato  desiderio di morte?”

Così  riflettendo  potresti  decidere di fermarti,  perchè non c’è possibilità di rinascita  dove si semina solo morte; non c’è futuro dove  si uccide la possibilità di vivere in pace; non c’è soluzione duratura  possibile dove si inforca la mannaia  per autoproclamare la propria vittoria su un sistema che non ci ha riconosciuto.

Se poi consideri che stai uccidendo nient’altro che ottime persone innocenti ed innocue, che nulla o ben poco hanno fatto di male, solo per colpire altri, solo per colpire un’idea, solo per pura vigliaccheria, questo non ti fa certo merito.

Dovremmo tutti venire scuoiati, secondo questa logica.  Non rimarrebbero  più viventi, se non i bambini, che invece sono i primi a morire perchè incapaci di difendersi e facilmente strumentalizzabili.

Lasceremmo il mondo totalmente orfano di genitorialità,  oltre che dimezzato.

E non faremmo un bel regalo ai nostri figli, i figli che tu non hai e che certo non avrai, perchè se tu li avessi o pensassi di poterne avere, nel senso di riconoscerli come tali, non faresti a loro questo.

E invece tu li assoldi come soldati, mandandoli a morire senza neanche dare loro il tempo di diventare uomini.

Rimanendo  nella vergogna e nel rimpianto  d’essere stati solo volgari  assassini.

E’ questa la tua  guerra onorevole e benedetta?