Olimpiadi 2016

Sono già iniziate da qualche giorno, ma sinceramente  non mi sono sembrate l’evento prioritario.

Però è bello potere parlare ogni tanto di cose positive, ed i giochi olimpici, doping permettendo,  sono senza dubbio un evento che ancora ci  conquista.

Tante medaglie all’Italia, naturalmente!!!

Calendario programma completo

 

Dopo quattro anni, l’Italia vince

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Torino, capitale dell’innovazione

Sua Maestà Italia

Dopo il padiglione del Nepal, l’unico abbandonato per necessità, rimasto a simbolo di un momento interrotto;  accanto al padiglione della Corea, coinvolgente per entusiasmo e voglia di esserci; accanto al  padiglione svizzero,  unico per impegno di pensiero che con le sue torri piene di cibo che si andranno a svuotare con il passaggio dei visitatori in corso ci vuole lasciare un messaggio chiaro volto all’ecosostenibilità;  nella pagella di chi ha dato il meglio o più degli altri c’è sempre e solo lei, sua Maestà  Italia (del resto si parla di orgoglio nazionale, che non poteva rimanere deluso).

Deluso ha invece, lo devo dire per obiettività,   la grande kermesse nel suo insieme, dove si comprende che dietro alla vetrina di facciata, più o meno curata  o più o meno improvvisata, manca ancora una vera e seria  sensibilità mondiale  verso il tema del CIBO, inteso come ciò che raccogliamo dalla TERRA, a beneficio delle nostre  comunità così attualmente DISPARICATE e  distribuite nel globo,  come  di TUTTE   le GENERAZIONI  future, i veri interlocutori di questa grande mostra.

Non si è parlato abbastanza insomma del nutrimento, non lo si è fatto vedere e toccare come si sarebbe potuto (solo il padiglione del Camerun  proponeva un approfondimento simile,  ma anche il padiglione di Israele  ha  puntato tutto sulla sua capacità di sapere  ADDOMESTICARE  anche un luogo ingrato a esigenze di  ordinaria agricoltura).

Il padiglione America punta tutto sul consumo a kilometro zero, sul ritorno al coltivare l’orto, mettendo a frutto nuove e semplici politiche alimentari intelligenti, ma non mette in evidenza come avrebbe potuto il loro grande problema alimentare che è quello dell’obesità e del cibo spazzatura.

Le immagini  e gli oggetti  proposti   sono riguardati  per lo più  la bellezza paesaggistica, la cultura locale, le tradizioni e l’artigianato,  ma penso si dovesse di più PARLARE E FARE VEDERE LA COSTRUZIONE  ED  IL CONSUMO  delle migliori tradizioni alimentari  di ogni paese, che hanno contribuito a fare più o meno sano quel paese.

Forse anche questo è segno di un momento economico e politico  difficile, dove si percepisce l’insicurezza e l’instabilità  di un insieme di equilibri  molto precari e per nulla ancora disposti a mettersi  seriamente in discussione.

I  padiglioni non sono riuscita a vederli tutti, per un giro completo ci vogliono almeno due visite.

La carta di Milano ho voluto firmarla, per dire “C’ero anch’io…” ma purtroppo non so quanto veramente dalla teoria il mondo è disposto a passare alla prassi.

Certo, noi possiamo contribuirci con i nostri piccoli gesti quotidiani, che sono il nostro fare la spesa, il nostro coltivare se ne abbiamo il modo, il nostro rispettare l’ambiente, il nostro nutrirci ed il nostro fare ristorazione.

 

 

Eurovision Song Contest 2015

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Vince la Svezia- Italia terza

Bello, dopo 60 anni di edizioni sembra un prodotto fresco, appena nato.

Un modo di sentire e fare musica giovane, elettrizzante, internazionale, sportivo e coinvolgente, dove tutti i paesi dell’Europa partecipano e dove tutti hanno la possibilità di votare tutto tranne il proprio Paese…Direi molto democratico…

Ecco 27 canzoni, 27 speranze di farcela, 27 nazioni che si trovano dentro  una bellissima vetrina, sopra un meraviglioso palco illuminato a giorno,   dove per una notte conta solo la musica.

Le scenografie e i costumi sono a dir poco spettacolari. Il voto degli spettatori  da casa è  in tempo reale, trasparente e molto partecipato. Fino all’ultimo i cantanti con i loro Popoli di appartenenza   si vedono rincorrersi in una girandola di possibili colpi di scena, ed alla fine naturalmente vince il migliore  🙂

per Aida Millecento

Ciao Aida   Ci credo che non puoi togliertelo dalla testa, e dal cuore.

L’avessi conosciuto io, mi sarei follemente innamorata del suo stile  🙂

Il paese delle parole

Ma un popolo degno d’essere nominato tale

per sentire l’orgoglio d’essere se stesso

ha bisogno di una serata che lo celebri

attraverso il poeta di turno?

Io amo i poeti

che molto mi rappresentano

ed amo Benigni

anche solo  dovendolo  per la sua specialissima persona

ma il popolo bue no

il popolo ossequioso no

il popolo che davanti al teatro sta compito e finge commozione

ma poi dentro le pareti domestiche si trasforma in un boia

no

non lo capisco

non m’ inganna

non m’interessa

non può fare più notizia

nemmeno se si prona  davanti  a un genio

al ballerino numero   uno  della Scala

o ad uno spettacolo degno d’una resurrezione

Se dobbiamo amare la nostra bellissima Costituzione, amiamola  e basta,

ed   insegniamola a scuola ai nostri giovani,

come ai nostri bambini.

Se per innamorarcene dovessimo  aspettare il giullare di corte,

allora abbiamo sempre dormito

allora dormiamo

allora ci prendiamo in giro

e saremmo  messi

parecchio parecchio parecchio

male.

“Viva il nostro paese, e così sia…”

aldilà delle belle parole

che se stanno dentro una Costituzione

devono stare dentro la politica

e non  sulla carta di un meraviglioso  libro.

Amo essere italiana, amo essere, amo amo amo… e basta

 

i più grandi registi ci raccontano…noi li amiamo per questo

 

Noi bravi ragazzi, brava gente

   

Centocinquant’anni fa  nasceva l’Italia liberata dalle sue dominazioni interne ed intestine; un tempo relativamente breve   se si pensa che le altre grandi nazioni sorelle dell’Europa avevano mosso  i primi passi verso l’unità  nazionale già nel   1200 all’interno  dei grandi movimenti  culturali del tempo.

Così che il nostro paese è un regno nel senso di “sovranità popolare”  assai giovane, ancora privo delle sue essenziali riforme di cui tanto si ventila la necessità e ci si augura la programmazione. Riforme della giustizia,  riforma del sistema elettorale, del sistema tributario, del sistema   partitico, delle grandi  infrastrutture  e naturalmente   riforma della scuola,  che per quanto se ne sia detto dicendo il falso,  naviga in  acque assai poco sicure ed assai poco promettenti.

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