Regine come lei non ne avremo più

NEW YORK, NEW YORK – SEPTEMBER 08: A person walks by an image of Queen Elizabeth II displayed on Times Square digital billboard on September 08, 2022 in New York City. Queen Elizabeth II Britain longest-serving monarch passed away at the age of 96. David Dee Delgado/Getty Images/AFP

Lei non era una Regina qualunque. Rappresentava e rappresenta il 900, il
millennio che ci siamo lasciati alle spalle, con tutto il suo carico di guerre,
rivoluzioni, scoperte, rinnovamenti  e mutamenti astronomici. Non solo. Quest’ arzilla
vecchietta è uscita dal vecchio matusa per entrare come una giovinetta nel
nuovo secolo, nell’era dell’acquario, indifferente al peso degli anni che il
sistema intorno a lei ha cercato di renderle più leggero e solo apparente.

Alla fine però anche l’inossidabile Lady di ferro ha dovuto cedere. Rimasta
sola senza il suo principe consorte, con le mille discordie di famiglia, senza
più nulla da sperimentare e scoprire, dopo che aveva veramente visto tutto e
attraversato tutto, acciaccata nel corpo e nello spirito, molto più nello
spirito che nel corpo, direi, cosa rimaneva a fare a corte?

Basta essere la prima ad alzarsi e l’ultima ad andare a dormire.

Basta di tutto, di vecchi e nuovi governi, di vecchi e nuovi scandali, di
vecchie e nuove feste a Palazzo. Dopo avere disposto per filo per segno la sua
dipartita, ha chiuso la saracinesca. Almeno così l’immaginario collettivo
l’immagina.

La regina non c’è più, la regina è morta, lunga vita alla  Regina.

Di certo sappiamo solo che sua maestà Elizabeth II era  appartenente ad una
delle più discusse e potenti famiglie aristocratiche del mondo, si era  ritirata
nel suo castello in Scozia  ed è uscita di scena per sempre. Adesso è solo lei, finalmente
solo lei, una donna tra le tante morta come un comune mortale. Potrà riposare
in pace?

Non sarà proprio così, nel suo caso, perché anche dopo la sua morte
continuerà a venire citata, ricordata, commemorata credo persino con nostalgia,
tanto era impeccabile, ma anche contestata   per certi suoi errori  che l’opinione pubblica  non le aveva perdonato,  è inevitabile…. Da un lato l’arte del governo non s’
impara in un anno, e nemmeno in dieci, e nemmeno in cento, se non ce l’hai nel
sangue; dall’altro lato il giudizio storico non fa sconti a nessuno e se anche la  Regina non sia stata un membro del Parlamento, di sicuro questo Parlamento lo  ha rappresentato, condizionato e super-controllato.

Come Sovrana può avere senza dubbio guadagnato molti estimatori, nel corso
dei decenni, basta citare il suo noto rigore e il suo senso straordinario  del dovere; come donna privata, per quel che ne abbiamo saputo, non c’è altrettanto ombra
di dubbio. E  allora? La beatifichiamo?   Certo che no.  Ricordiamoci che Sua Maestà ha rappresentato per il suo retaggio  culturale la personificazione ereditaria  del colonialismo, dopo quello primo e non certo sprovveduto della grande Imperatrice Madre Vittoria; ha rappresentato la continuazione e conclusione del vecchio mondo,  l’ancien regime,  con tutte le sue chiusure e intransigenze, le sue centenarie  leggi coi
cerimoniali di corte (gli stessi che hanno mandato in frantumi vite pubbliche e
private di altre regine mancate e molto  meno fortunate di lei); ha rappresentato
l’ordine costituito della maggiore potenza occidentale europea che non ha mai
fatto gioco di squadra se non nel momento più cupo della nostra storia, quando
la figura della monarchia ha goduto di primi ministri di classe (e anche in
quell’occasione non l’ha fatto in maniera indolore o  per nulla e per caso o  senza il sostegno di altri che ci  hanno messo la faccia e il portafoglio).

Può  questo felice dettaglio di non poco conto, che tutti dobbiamo
riconoscerle,  farla passare oggi alla Storia come una perfetta regina
democratica, sopravanzando il simbolo ancora dominante e perseguito del
retaggio imperiale dell’800 che lei comunque, nonostante la sua educazione e nonostante il suo spirito e nonostante  la sua vicenda personale,    ha rappresentato?

E’ una valutazione complessa dove la commozione sincera del singolo lascia
il posto che trova e che solo il Tempo potrà discernere   dopo il momento emotivo
e celebrativo.

Piuttosto io mi chiedo da europea come sarà il mondo senza questo capo di
Stato che ormai camminava tra le stanze di Buckingham Palace ad occhi bendati e
con un curriculum che la precedeva di kilometri. Cosa rappresenta oggi la Gran Bretagna nel panorama mondiale, dopo la tragica Brexit e alla vigilia della più grave crisi politica ed
economica del grande dopoguerra? Quale presente si deve aspettare oggi
l’Europa dopo l’era elisabettiana? Potrà suo figlio, il nuovo re Carlo III, a dare un contributo significativo a questo tempo drammatico?

Per adesso, ciao Lillibeth,  riposa in pace. Ti ricorderemo con i tuoi
meravigliosi cappellini colorati che tutte le donne del regno ti hanno
invidiato.