Domani è il giorno di San Valentino, ma chi se ne frega, io amo un morto, ucciso dalla mafia e dall’avversione dello Stato. Il suo nome immortale è Giovanni Falcone.

Domani è il giorno di San Valentino, ma chi se ne frega, io amo un morto, ucciso dalla mafia e dall’avversione dello Stato. Il suo nome immortale è Giovanni Falcone.
E’ la coppia del momento, tutti i giornali ne stanno parlando, su di loro stanno i riflettori dei programmi televisivi d’Europa.
Lei è la moglie del probabile futuro presidente di Francia, ha ventiquattro anni in più del suo gentile consorte, che ha sposato nel 2007 dopo un divorzio e dopo tre figli già grandi.
Lui era un giovanissimo sedicenne che conosce la sua insegnante di letteratura, se ne innamora, ma viene obbligato ad abbandonarla per un evidente amore impossibile. La loro storia fa scandalo, lei viene indotta al trasferimento nel tentativo di mettere tutto a tacere.
Prima di essere obbligato a lasciarla le dice con la forza dei suoi giovanissimi anni: “Un giorno ritornerò e sarai mia moglie”
Così è stato.
Certo, un’età matura portata splendidamente, mentre lui è già stato definito un giovane vecchio, cioè un giovane che evidentemente delle persone non guarda molto l’apparenza ma assai più la sostanza.
Dietro ogni scelta del presidente in scalata c’è lei, ci sono i suoi consigli, le sue conoscenze, i suoi programmi. Donna, ex docente, politica per passione, madre (dei tre figli avuti nel precedente matrimonio), moglie, consigliere, e immagino anche amica, sorella, e tutte quelle che sono le facce necessarie dentro una convivenza funzionante e così particolare.
Sono l’immagine di quello che va contro corrente, l’immagine del cambiamento necessario, l’immagine della trasgressione che se ne infischia delle regole, che ragiona con la propri TESTA, che non si lascia intimidire dai luoghi comuni e dai pregiudizi.
Certo, una bella mescolanza di testa e cuore, di ragionamento e romanticismo, di calcolo e improvvisazione. Al confronto l’Attimo fuggente che finisce con il suicidio del giovane studente che non riesce a ribellarsi all’autoritarismo paterno, di strada in avanti ne è stata fatta. Perchè questa è l’Europa che sa vivere libera e non soffocata dal bigottismo e dal conformismo di maniera.
Lui è una mescolanza di ribellione e di capacità mediatrice e mediatica; viene dalla finanza, dai poteri che contano, e nello stesso tempo avrebbe la presunzione di rappresentare il nuovo, la nuova via, la fine della destra e della sinistra intese come nella vecchia politica.
Ai francesi piacciono enormemente, sia alle donne che agli uomini, moltissimo ai giovani, ma non solo; piace la loro testardaggine, la loro coerenza, la loro capacità di perseguire i sogni e di realizzarli. Piace evidentemente il loro fascino, la loro eleganza, il loro anticonformismo (anche lei si difende benissimo, dimostrando almeno dieci anni di meno).
Ovviamente non mancano voci di gossip, malelingue che sparlerebbero di una presunta omosessualità di lui, e di una presunta ruffianaggine di lei…a cui però non ci piace credere, visto che rincorriamo i grandi ideali.
Allora qual’è l’incognita? Che lui viene dal nulla, non ha un partito che lo sostiene, non ha esperienza, è un signor nessuno politicamente parlando. E la Francia si aspetta molto dal suo Presidente neo eletto che dovrà dimostrare d’essere capace non solo dei bei sogni perpetrati nella vita privata ma anche di solide e produttive realtà da realizzare nella vita pubblica.
L’alternativa sarebbe la Le Pen che invece vanta un curricolo politico di tutto rispetto, ma rappresenta l’estrema destra, e tutti sappiamo cosa significa appartenere all’estrema destra…
Un’altra incognita è rappresentata dal futuro; nulla ci garantisce che l’unione oggi così simbiotica tra Macron e la sua vetusta moglie potrà sopravvivere al tempo, di certo implacabile, di certo oscuro, di certo imprevedibile.
Per il momento ci si gode la bella storia d’amore, rimanendo saldi dentro un progetto che guarda al futuro con tanti propositi di innovazione e di rinnovata unità europea, portando con sè la capacità di credere negli assoluti valori del passato.
E poi c’è la sua antagonista, che non ha davvero nessuna intenzione di alzare bandiera bianca, che ha già rassegnato le sue dimissioni da presidente del Front National, e che tenacemente crede in una Francia più forte, capace di ostacolare la minaccia del terrorismo islamico, libera dalle oppressioni di una Europa despota che ha saputo soltanto chiedere dazi e diffondere malcontento nei popoli.
Staremo a vedere.
Sveva Modignani e Andrea Vitali sono venuti in città a presentare i loro ultimi libri.
Non li avevo mai visti nè li ho mai letti, in sincerità. Nessuna opera di questi due autori nemmeno tanto giovani. E invece sono due belle penne della nostra bella Italia, che vendono bene, ma che a quanto pare scrivono anche in maniera davvero accattivante.
Se scrivono come si sanno presentare, dovrebbero essere dei geni.
Chi era Maria di Nazaret?
Ho finito di leggere il libro sulla figura della Madonna così come conosciuta, intesa e amata dal religioso Alberto Maggi. Non aspettatevi un linguaggio da chiesa o da cerimoniale liturgico. Maggi parla del Vangelo come un appassionato di fumetti potrebbe parlare del suo personaggio preferito, cioè con passione e disarmante entusiasmo, senza atteggiamenti distaccati e pomposità cattedratiche.
Dei testi sacri sa tutto, sa molto, sa troppo, forse, ma ce li fa amare come se fosse una nostra assoluta necessità scoprirli e commentarli nella loro essenzialità e funzione.
Il suo linguaggio è così semplice e diretto che incanterebbe anche un passante distratto, o un analfabeta di parole, o un miscredente refrattario di cose della Bibbia.
Il fatto è che Maggi sa che dietro a Maria e alla sua storia sacra c’è null’altro che la grandiosa tragedia/avventura di una donna semplice del popolo che fu interpellata da Dio stesso a diventare niente di meno che la madre di suo figlio.
Maggi sa che Maria ebbe semplicemente il merito ineguagliabile di dire subito di sì alla sua chiamata, una chiamata inspiegabile per non dire assurda e scomoda, a dir poco.
Maggi sa che per quel “sì” detto di slancio e con devozione Maria si mise in un pasticcio senza fine, perchè divenne subito “persona poco raccomandabile” per tutta la sua famiglia, per il suo futuro sposo, e persino per la sua gente, non esclusi sopra a tutti i sapienti sacerdoti del Tempio.
Non solo Maggi sa tutto questo, ma sa anche che in casa di Gesù la sacra famiglia non potè mai essere per nulla nè tranquilla nè benedetta.
I tre membri di questo sovrano e speciale triangolo umano non si comprendevano, si parlavano poco, probabilmente si evitarono anche molto, e diciamocelo chiaramente, ne avevano di ragioni per non capirsi.
Lei era la madre ma di una maternità discussa e chiacchierata; lui era il padre ma di fatto loro sapevano che proprio il genitore non era, e non solo loro lo sapevano…
Lui era il figlio, ma figlio di chi? figlio di un qualcuno che non si sapeva poi di fatto chi fosse, dove stesse, cosa facesse…
Gesù rimane in famiglia per trent’anni, e poi se ne va in giro qui e là a fare le sue prediche, che lo porteranno in breve tempo diritto sulla croce.
Ma come, suo figlio non era forse stato annunciato dall’angelo come lo stesso Messia, il Salvatore? E perchè invece rischiava di finire con la peggiore delle accuse? con il più vergognoso dei riti sacrificali?
Maria le prova tutte con il suo bambino, poi diventato uomo; ci prova coi rimproveri, ci prova con i silenzi, ci prova con le preghiere, ci prova con le minacce, e ci prova con gli atti di forza. Giunti sul punto di rapirlo, lei con l’aiuto dei suoi parenti, affinchè il suo nome e la sua presenza finisse per far danni al buon nome di casa (questo figlio scriteriato che faceva cose come risuscitare i morti proprio nel giorno dedicato al riposo, che parlava con le prostitute, che andava in casa dei pubblicani, che pretendeva di rimettere i peccati, che andava in giro a mettere i figli contro i padri e che chissà cosa ancora avrebbe potuto combinare…).., Maria sente Gesù, che avvisato della presenza dei suoi familiari che chiedevano di lui, così risponde: ” Chi è mia madre? Chi sono i miei fratelli? Chiunque compie la volontà di Dio, questo è mio fratello, e mia sorella, e mia madre”.
Come a dire: “Io non ho madre, o padre, o fratello, o sorella…se non chiunque mi segue ascoltando le mie parole”
E allora Maria improvvisamente si ricorda, si rivede, si risente, lei davanti all’Angelo della buona novella, lei davanti alla rivelazione del suo compito assurdo ma accettato di slancio. Allora, ignara di tutto, fu pronta a dire di sì.
Adesso, non più ignara di tutto, si sente ancora pronta a dire di sì. Dire di nuovo di sì, non più all’angelo celeste, ma a suo stesso figlio da lei stessa partorito e verso il quale è lei stessa ora come una bambina appena nata.
Solo la Madonna capisce che occorre fidarsi, che Gesù non è pazzo, nè bestemmiatore, nè bugiardo, come tutti dicono, come tutti temono. Gesù è semplicemente se stesso, e sta facendo le cose del Padre suo, anche se i sacerdoti gli danno contro, lo accusano di bestemmiare, lo accusano di essere posseduto dai demoni…
Dopo una vita di silenzi e di incomprensioni, la madre è pronta ad accompagnare il figlio sul Golgota, perchè di abbandonare Gesù proprio ora che è rimasto solo non se ne parla in assoluto.
Nel momento della croce solo Maria e l’altra povera donna Maddalena stanno sotto di lui a piangere le loro lacrime. I discepoli sono tutti scappati, dalla paura di fare la stessa fine.
No, ecco, è rimasto Giovanni, il più giovane, il più forte, il più onesto. Il più sognatore.
Anche i miracolati non ci stanno sotto la croce, forse ignari di questo strazio, o forse chissà per quale ragione lontani e loro stessi beati inconsapevoli.
Maria invece pronta, accompagna Gesù che griderà prima di morire tutto il suo dolore di uomo e di figlio.
Maria invece certa, è pronta dopo i tre giorni dalla deposizione, a credere che suo figlio morto e defunto non è più tale, ma è già tra i vivi resuscitati a nuova vita.
Maria non ha bisogno di avere prove di questo, come Tommaso o come Pietro o come altri…
Maria crede, crede sempre, crede al suo cuore, crede al suo sogno di vita vera.
Questo era Maria.
Anche quest’anno è tempo di Natale, tempo di feste, di auguri, di ….voglia di famiglia.
Auguri a tutte le famiglie allora, a chi la famiglia non ce l’ha o ce l’ha lontana, a chi la cerca, a chi l’ha persa, a chi la ritrova, a chi se la sceglie a propria misura, a chi si dedica a lei tutti i giorni chiedendo poco in cambio, a chi riconosce e sa che le famiglie sono preziose, a chi le famiglie le supporta e le sostiene, …e a chi ha avuto il coraggio di rinnegarla, la propria famiglia sbagliata… in cambio di una giusta.
BUON NATALE A TUTTI, BUONE FESTE AL MONDO…
Nel bene e nel male ha fatto la storia di Cuba, è stato fino alla fine capace di rimanere fedele a se stesso e alla sua storia, alla storia della sua Isola: Cuba lo ha più amato che odiato, e per essere stato un dittatore, il mondo ha potuto vedere di molto molto molto peggio di lui…
E’ stata di certo la forma di comunismo di Stato più a misura d’uomo che si sia vista sul pianeta Terra.
Rimane di certo una realtà alla quale fare riferimento e sulla quale volgere studi e riflessioni, osservazioni, critiche e possibili cambiamenti per il futuro, soprattutto dopo la fine dell’embargo americano.
Figura eccezionale che è entrata nell’immaginario collettivo accanto all’altro grandissimo lider, rimasto amatissimo ai giovani rivoluzionari di ogni tempo, il leggendario Che Guevara.
In vita ha dovuto combattere feroci lotte e guerre fredde senza risparmi di colpi da parte dei suoi potentissimi avversari, senza mai arrendersi.
A 90 anni si è lasciato piegare dal tempo, che non risparmia nessuno, che arriva nel momento che deve essere per tutti…
Una rivoluzione autonoma, quella cubana; mai esportata, non esportabile, unica.
Ma il suo futuro?
Meraviglioso, non solo brutte notizie, non solo orrore, ma anche tante ragioni per essere fieri di noi stessi….
Ecco 40 bravi cittadini che si sono distinti per qualcosa…
Ma chissà quanti ce ne sono in giro ancora di sconosciuti…che probabilmente tali rimarranno…
Premiati i gesti che ci rendono migliori
Per lui c’era prima la persona e poi la malattia. Perchè siamo un tutt’uno.
Laico, coraggioso, rivoluzionario, sensibile, intelligente, ricercatore, affascinante, innamorato della vita, idealista… guaritore della più terribile malattia…
Incontro attesissimo e felice tra la più alta religione non monoteistica e il nostro mondo cattolico.
Giovani e meno giovani, persone famose e qualunque, tutti sono stati attratti da questa personalità solare, gioiosa, giovane e piena di compassione per l’umanità.
Viva il Dalai Lama!
E’ morto Dario Fò, un gigantee, un genio, un… adorabile Giullare del pensiero.
Era un casinista, un sovvertitore, imprevedibile, intelligente, colto, irriverente, provocatore, uomo libero del nostro tempo, giovane nello spirito, rivoluzionario, eclettico, …come lui nessuno.
Ciao Dario, rideremo per molto molto tempo ancora con te….garantito, e spero anche non solo ridere. Perchè è il momento di essere seri.
Milionario muore e lascia tutto in beneficenza
Ed i nipoti non hanno avuto nulla da contestare.
Mi sembra che per essere oggi la giornata del dono, nulla poteva essere più rappresentativo.
Mi è capitato in questi giorni di visitare per puro caso un Castello degno di nota, dalla storia un pò bizzarra e dal nome alquanto significativo che mi piacerebbe raccontarvi.
Si tratta del Castello dell’Aquila che non porta questo nome perchè aquilano, ma perchè svetta tra le alte valli della Lunigiana a ben 800 metri sopra il livello del mare.
Dovete sapere che questa storica dimora affonda le sue radici documentate intorno al 1300, ma si sa per certo che ha precorsi longobardi e romanici, quindi potrebbe essere (tolgo il potrebbe e ci metto un bel deve) anche anteriore.
Solo circa vent’anni fa era più che altro un rudere abbandonato che subiva tra l’incuria ed il sciacallaggio locale la perdita dei suoi tesori e lo svilimento della sua antica austerità.
Succede che le sorti di questa maestosa residenza finiscono nelle mani e nei sogni di una signora di circa cinquantanni, allora insegnante di lettere, che decide di licenziarsi per trasferirsi arma e bagagli tra i rovi selvaggi di questo luogo che hanno mangiato nei secoli pezzi interi di mura e di torrioni.
La cosa che attira la dolce donzella, la quale dietro il suo aspetto gentile e raffinato nasconde un coriaceo desiderio di vedere rinascere il luogo, non sono certo i sassi implosi su stessi e le mille difficoltà previste da doversi affrontare nella ristrutturazione: dietro il progetto un pò folle di comprarsi questa casa ancora non abitabile è che il costo di questa impresa equivarrebbe l’acquisto di un appartamento di lusso nel nord d’Italia, e quindi, spesa per spesa, l’idea di avventurarsi nella rinascita di un bene storico nazionale, porta in sè quel valore aggiunto che fa vincere ai suoi occhi ogni resistenza.
La ristrutturazione prevede il beneficio di fondi finanziati dall’Unione Europea, più ovviamente propri capitali, più il progetto di mettere a regime il Castello una volta riportato al suo splendore.
Mettere a regime significa andare ad utilizzare e quindi capitalizzare gli spazi ristrutturati per scopi mondani privati e di utilità pubblica, che significa andare ad organizzare dentro le mura cerimonie, piuttosto che matrimoni, meeting ed altri eventi di vario genere, con tanto di cappella intra le mura benedetta.
Nel giro di vent’anni tutto si compie a puntino; ad aggiungere una nota misteriosa a tutta la vicenda, come se non bastasse il recupero rocambolesco di un cotanto ostello, ci si mette una tinta di orrore; mentre che si sta scavando per predisporre lo spazio di un bagno viene ritrovato un osso umano.
Tutto si blocca; improvvisamente i riflettori delle Sovraintendenze alle Belle Arti piuttosto che dell’Università di non so quale eccellenza americana, nonchè lo stesso gruppo dei Ris operante in Italia, intervengono con il loro staff di antropologi piuttosto che di biologi ad analizzare la conformazione delle ossa capaci di raccontarci a quale secolo/periodo deve essere collocato il cadavere del defunto rinvenuto.
All’inizio si vociferava fosse il corpo di un ex partigiano qui rifugiatosi e poi ucciso in tempo di guerra, ma il responso è ben differente e non lascia ombra di dubbio: si tratta di un cavaliere risalente al 1200, morto per essere stato impallinato nientepopodimeno che da una balestra che va a conficcarsi con tutta la sua violenza proprio nel mezzo della sua gola dove vi si ficca facendolo morire nel giro di pochi secondi.
Tutto ricostruito sapientemente e con grande efficacia da un video a posteriori e dato in visione ai visitatori.
La perizia aggiunge anche che il povero cavaliere, probabilmente ucciso per ragioni di contese di corte a noi rimaste oscure ma immaginabili, viene subito seppellito in quattro e quattro otto proprio sul luogo della sua decapitazione (ma dovrei dire altra parola che non mi sovviene), al fine di farlo sparire repentinamente alla vista.
Il cavaliere è alto quanto poteva essere un uomo di quel tempo, ma viene sacrificato in un angolo angusto e dentro una terra argillosa (non c’è il tempo e il modo di trasportarlo altrove); questa sua tomba improvvisa, ignota e segreta riesce a conservare perfettamente lo scheletro fino ai giorni nostri. Viene analizzata con cura anche la parte di metallo rinvenuta nel cranio, ed è proprio questo materiale a far risalire l’evento intorno al 1200.
Non mi stupirei di cominciare a sentire vociferare di luoghi maledetti o segnati da eventi infelici, dove di notte si potrebbero udire i lamenti dei fantasmi, se non fosse che il Castello che io mi sono trovata a girare in lungo e in largo in una soleggiata giornata settembrina è a dir poco fantastico, maestoso, accogliente, stupendamente restaurato, immerso nel silenzio della valle, solare e per nulla tenebroso, dove la visuale sottostante è da mozzafiato, e dove davvero ci si può aspettare di vedere il cielo ed i boschi silenti e verdeggianti sorvolati da regali e maestose aquile.
Fin qui tutto bene, sembrerebbe che la moderna castellana innamoratasi del suo ranocchio trasformatosi in un meraviglioso principe possa oggi cantare vittoria; ma non è così: c’è un ma da raccontare.
Tutto sembrerebbe precipitare davanti all’ostacolo insormontabile di una strada che conduce dalla valle fin su nella cima del luogo: la strada che attraversa il bosco in certi punti diventa molto stretta e ci possono passare le macchine in alternanza, prima per un senso e poi per l’altro.
Voi direte, e che sarà mai? Basta organizzare un servizio di passaggio, oppure basterebbe allargare un poco la strada, in modo da risolvere il problema alla fonte.
Ma la strada è del Comune, ed il Comune non ha soldi da investire, e così non se ne viene fuori; la nostra nobildonna incompresa ormai comincia ad avere una certa età, e non ha più la forza (e la voglia) di lottare e di sperare in tempi biblici che risuonano da subito di carte bollate.
A fine anno lascerà la sua dimora al suo destino, sta già predisponendo lo svuotamento dei locali sapientemente arredati, e tornerà da dove era venuta, con tanta amarezza nel cuore ma anche, io credo, parecchia nostalgia di un sogno fuori del comune che ha avuto modo di vivere così lungamente e che l’ha cullata nelle lunghe notti vissute al solo chiarore della luna.
Possibile che tutto questo debba finire per l’apparente inconciliabilità di una signora, del suo Castello e di un Comune che non vuole saperne di lei e dei suoi problemi di viabilità (almeno così sembrerebbe)?
Ma come si può definire un Paese che ignorasse e lasciasse morire le sue bellezze, i suoi splendori, la sua storia, le sue radici, i suoi tesori?
Qualcuno giovane e forte ( e con qualche denaro o arma diplomatica in più) vuol farsi avanti in questa faccenda che senz’altro potrebbe trovare con buona pace di tutti il suo lieto fine?
“Castello cerca strada disperatamente.”
Il Castello dell’aquila che presto chiuderà i battenti.
Visitatelo finchè ne avete modo.
Lo stagismo è il primo passo per la conquista del mondo.
Non amo che le rose che non coglietti
There is always something to be thankful for in your life. Being alive is absolutely one of them!
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