I love AFRICA

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Vivere è adesso

 

Vivere è adesso,  non bisogna aspettare domani; vivere è sentirsi  dentro il mondo così come si è, con quello che si ha, con quello che si sa, con quello che si spera, con quello che si cerca…

Ho sempre  vissuto  nel futuro o nel passato.  Per una serie di ragioni varie  non mi ero  mai sentita  dentro nel mio presente, nel mio oggi,  non per una mia mancanza di volontà,  ma per una mia reale  incapacità.

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Non solo luoghi, ma anche uomini, volti, vita qualunque, vite morte, vite speciali…la nostra vita

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Perchè prego

    

 

 

Lamento per la distruzione di Gerusalemme

Salmo. Di Asaf.

 
O Dio, nella tua eredità sono entrate le genti:
hanno profanato il tuo santo tempio,
hanno ridotto Gerusalemme in macerie.Hanno abbandonato i cadaveri dei tuoi servi
in pasto agli uccelli del cielo,
la carne dei tuoi fedeli agli animali selvatici.Hanno versato il loro sangue come acqua
intorno a Gerusalemme
e nessuno seppelliva.Siamo divenuti il disprezzo dei nostri vicini,
lo scherno e la derisione di chi ci sta intorno.Fino a quando sarai adirato, Signore: per sempre?
Arderà come fuoco la tua gelosia?

Riversa il tuo sdegno sulle genti che non ti riconoscono
e sui regni che non invocano il tuo nome,

perché hanno divorato Giacobbe,
hanno devastato la sua dimora.

Non imputare a noi le colpe dei nostri antenati:
presto ci venga incontro la tua misericordia,
perché siamo così poveri!

Aiutaci, o Dio, nostra salvezza,
per la gloria del tuo nome;
liberaci e perdona i nostri peccati
a motivo del tuo nome.

Perché le genti dovrebbero dire:
“Dov’è il loro Dio?”.
Si conosca tra le genti, sotto i nostri occhi,
la vendetta per il sangue versato dei tuoi servi.

Giunga fino a te il gemito dei prigionieri;
con la grandezza del tuo braccio
salva i condannati a morte.

Fa’ ricadere sette volte sui nostri vicini, dentro di loro,
l’insulto con cui ti hanno insultato, Signore.

E noi, tuo popolo e gregge del tuo pascolo,
ti renderemo grazie per sempre;
di generazione in generazione narreremo la tua lode.

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Immagini come suoni, suoni e colori che incantano…viva l’estate

L’elogio della fedeltà

L’ELOGIO DELLA FEDELTA’

Amici carissimi, eccoci finalmente arrivati all’elogio della fedeltà.

In questo blog  si sono potute scorrere diverse pagine intitolate alla passione, all’amore travolgente, quello senza tempo e senza regole, quello che arriva una volta sola nella vita, quello che non può essere perso una volta incontrato, ma non si sono ancora  spese molte parole  a difesa e ad elogio  della fedeltà.

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Lettori malati, lettori sani

Amici carissimi,   ho notato  purtroppo in linea di massima   una certa  predisposizione  alla lettura  viziata  o  viziosa;  fateci caso  voi stessi,  quando  si racconta di fatti piccanti o scandalistici  o  comunque  che si ritiene vadano  o  andrebbero   a ledere  in qualche modo  l’integrità  di una persona,  ci si fionda come delle  saette  a spulciare  i testi, le parole, le espressioni,   non per amore della letteratura,  non per   passione  stilistica  o contenutistica,  non per condivisione di opinioni, ma perché    presi  dal vizio, appunto,  della curiosità morbosa.

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Il decalogo del buon collega

 

  1. Ama  il tuo lavoro  se ti riesce. Se non ti viene possibile  rispetta almeno  le persone  che lo praticano  e con cui interagisci.
  2. Fa in modo  di  rimanere  degno  del tuo stato  sociale e civile  oltre che individuale, in qualunque circostanza  del tuo dovere lavorativo.
  3. Guarda al tuo collega di lavoro come guarderesti a te stesso. Non  aggredirlo, non offenderlo, non mobbizzarlo. Esigi da lui uno stesso comportamento.
  4. Cercati un lavoro che sia adatto a te, se ti riesce.  Qualora  tu già lo praticassi, ritienilo come un bene prezioso  senza   misura e come un debito verso chi  non possiede la tua stessa fortuna  o la tua stessa   stabilità.
  5. Costruisci con pazienza e costanza  rapporti  lavorativi  dignitosi e corretti. Ravvediti di ogni possibile errore  prima che esso possa recare danno al tuo prossimo e a te stesso.
  6. Cerca di migliorare la tua conoscenza professionale  al fine di rendere sempre più efficiente  il tuo compito non per un puro fine utilitaristico  ma per un  sano  fine  pratico  e solidale  che sappia diffondere e condividere le buone pratiche.
  7. Non considerarti mai arrivato  o  inutile.  Considera invece  ogni nuovo giorno come un’occasione di miglioramento  e di  condivisione dei problemi e delle conoscenze.
  8. Ostacola con fermezza chiunque  cercasse   di   danneggiare il prossimo suo  (nell’ambito  lavorativo). Non associarti al pettegolezzo  che viene sospinto dall’invidia, dalla noia  e dall’ insoddisfazione di sè. Critica con tutte le tue forze chi sbaglia  facendo questo.
  9. Sostieni chiunque  si dovesse trovare in difficoltà  offrendogli  il tuo sostegno nella misura delle tue forze e delle tue occasioni.
  10. Condividi  il tuo sapere e le tue  competenze  mettendole al servizio  della società.    Non dimenticarti dei meno fortunati.  Sii  sempre pronto  a rimetterti in discussione.  Non lodarti delle tue conquiste  ma  lascia che siano gli altri a farlo per te. Rimani fedele a questi principi  non vivendo per lavorare ma lavorando per vivere.  Dai dunque al tuo lavoro il giusto peso, consideralo uno strumento per fare e non un mezzo  per  dominare sugli altri. Fa in modo, con qualunque mezzo,   che ognuno abbia il suo. Pensa ed agisci  in senso comunitario.

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CATTIVI COLLEGHI, CATTIVE PERSONE

 

Forse qualcuno di voi è portato a pensare  che   quello che si dimostra d’essere nel mondo del lavoro  non ha   nulla a che spartire   con quello  che dimostriamo d’essere nella vita privata.

Io ritengo  che questa opinione è falsa e profondamente  illosoria.  Non esistono affatto forme di compensazione tra le due sfere;  o le due parti della persona, privata e pubblica,  funzionano,  o non funziona nulla.  Questo può sembrare di primo acchito uno svantaggio, ma  semmai dimostra soltanto che l’essere è un unicum  e non uno sdoppiato, che la persona  è un composto armonioso e non schizofrenico. Continua a leggere

RAGIONE E SENTIMENTO

Lo so che siete  in vacanza, se non con il fisico già con la mente.

Lo so  che siete giovani e ve ne fottete  delle seghe mentali  delle persone più grandi  che ancora hanno un retaggio    mentale  rigido, attento alle norme, legato all’educazione severa ricevuta in casa  o all’idea  valoriale  che non tutto è concesso, che non tutto è legittimo.

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Pari opportunità, ricerca del vero e schiavitù

E’  di  questi istanti  l’approvazione al  senato argentino della legge che consente  il matrimonio tra gay.

Altri numerosi  paesi  l’hanno già  fatto prima di questo (vedi l’Olanda,  la Gran Bretagna, la Francia, la Spagna, la Scandinavia, la Germania,  lo stesso Portogallo e cinque stati degli Stati Uniti d’America) , ma questo è   il primo stato  non proprio  diremmo  anglosassone ed avanzato  che nonostante una profonda tradizione cattolica  riesce a compiere  la svolta, riesce a decidere un significativo cambiamento.

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Amo insegnare perchè amo essere libero

 

Che cos’è dopotutto l’insegnamento?  E’  insegnare ad essere liberi, a gestire la propria libertà, fatta di  continue scelte, di continue prove, di continue sfide, di continue rinunce, di continui confronti…e quindi è un pò come rincorrere  la perfezione umana a piccoli passi  di danza  che potrebbe essere raffigurata dall’armonia   conquistata  di corpi  scolpiti.

Certo,  scolpire dei muscoli  è estremamente più facile. Il maestro  lavora su una materia che non si vede, che rimane  sotterranea, che rimane  latente, e che giunge  a sviluppo solo in tempi molto lunghi e non immediati.

Ho insegnato molti anni scorsi, nel 1977 e poi il 78 e poi il 79…quando la scuola  era un   edificio  borbonico  nonostante il ’68  e nonostante i decreti delegati e nonostante  non ci fosse ancora  aria di crisi  economica  e  di collassi  culturali.

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