Ecco chi vince
Il dopo voto parla chiaro; il cittadino qualunque si è stancato della vecchia politica corrotta, spendacciona e inutile e ha preferito un movimento NO-POLITICA.
Li abbiamo visti e sentiti in televisione, i neo eletti o candidati al ballottaggio; sono giovani, inesperti, ingenui, in parte impreparati, ma sono pieni di entusiasmo, ci credono, sono uniti nei loro intenti di portare cambiamento e segnali di lotta vera.
La politica magistrale, quella con il cappello appeso all’attaccapanni da molto tempo, decisamente troppo, per lo più li sbeffeggia, li critica, li ignora, li sminuisce. Ma ne ha in silenzio timore.
Loro non danno retta alle polemiche, alle provocazioni, agli scoraggiamenti, alle offese; replicano che sono stati votati, che sono lì perchè hanno agito per scelta, per convinzione, per esasperazione; ed hanno raggiunto un primo risultato.
E intanto il paese continua a venire afflitto da suicidi intollerabili quanto ignobili e vergognosi, in piazza scendono le vedove di questi piccoli e medi imprenditori che hanno dichiarato bancarotta alla vita, a un sistema che li ha stritolati senza pietà e senza dignità.
Dappertutto si sente implorare la parola magica che tutti ci auspichiamo come quando si implora la venuta della pioggia dopo un lungo periodo di siccità: crescita crescita, crescita!!!
Crescita dove sei?
Sei nel carburante che deve calare, sei nel rovesciamento del sistema fiscale che deve mollare la sua terribile presa sui più deboli, sei nel lavoro che deve trovare i giusti e più illuminati interventi, sei nella gente comune che siamo tutti noi che cerchiamo di resistere e di non cedere al pessimismo ed allo sconforto, sei nello stesso movimento di questi nuovi cittadini che non amano essere chiamati grillini, come se fossero degli idiotini manovrati da un personaggio.
Questo personaggio semplicemente esprime il disagio e lo spirito di un pensiero, ma che non ha nulla a che spartire poi con la concretezza di tutti i problemi contingenti e reali che questi nuovi anti-politici troveranno sul loro percorso, e che dovranno sapere affrontare da soli, nello specifico, sul campo; questo personaggio non sempre le spara indovinate, e lo abbiamo visto; va dunque preso per quello che è, un fenomeno di rottura e di discussione, ma che da solo non potrebbe fare nulla di nulla, e che ha ben poco da insegnare sul fronte della progettazione.
Infine la crescita è nella Francia che ha deciso di cambiare rotta, anche se neanche per lei e per noi tutto questo è scontato che possa portarci a qualcosa di meglio.
E poi c’è la minaccia terrorismo che ha già dato il suo primo segnale di condanna e di intolleranza ed esasperazione.
Dall’altra parte del mare sta la Grecia, che dopo essere stata massacrata da una serie di provvedimenti impostati sull’austerità e sul rigidismo dei conti, ci dice basta; qui la percentuale di assenteismo alle urne è stata altissima, e sono in netto avanzamento l’estrema sinistra come l’estrema destra. Il risultato è uno Stato praticamente ingovernabile, dove tutto diventa possibile e incerto.
Hanno già detto che vogliono uscire dall’euro, che non hanno nessuna intenzione di pagare un debito che altri (i loro cattivi politici) hanno creato per loro.
Non è un bell’affare, non è un esempio confortante che ci può dare segnale positivi.
Per il momento i nostri leader si rimbalzano le colpe; stanno elaborando una lista delle responsabilità da imputare a qualcuno, come se questo ci potrà risollevare ed essere d’aiuto.
Il PDL ha pagato lunghi anni disastrosi di governo; il PD si salva solo perchè stava all’opposizione ma non perchè abbia in concreto carte vincenti ed innovative; i piccoli medi partiti di contenuto ( IDV e VENDOLA in testa) trionfano o si confermano in specifiche realtà locali.
E poi ci sono le REALTÀ PREMIATE, che vanno decisamente in contro tendenza; Verona trionfa con il suo sindaco leghista che viene riconfermato a pieni voti. Eppure è un leghista, eppure stando al quadro generale avrebbe dovuto venire sconfitto e sorpassato da altri colori di bandiera.
Questo dimostra una banale ma saggia verità; non contano i colori, le appartenenze, i partiti stessi, ma gli uomini. Anche in politica al di là delle appartenenze, c’è chi lavora bene e chi lavora male.
Tosi ha lavorato bene ed è stato premiato.
Perchè i nostri grandi capoccioni, a partire dal sindacato disunito ed inconcludente, un giorno sul fico ed un giorno sul pero, chiuso dentro logiche ormai sterili o ancora troppo poco coraggiose, non se lo vogliono mettere in testa? Bè, la risposta la conosciamo.
Nessuno ci aiuterà se non saremo noi stessi ad aiutarci.
Grillo, come qualcuno ha fatto notare, sta svolgendo un servizio utile a tutta la comunità; ha saputo portare il dissenso e la lotta dentro le istituzioni, e questo sta facendo bene all’antiterrorismo.
Ma ora si attende un segnale forte anche dai piani alti, da chi il potere lo gestisce per davvero, e potrebbe abilmente e con lungimiranza dare dei costruttivi salubri corroboranti indizi di conforto e di risollevamento.
Tutti lo esigiamo, tutti lo pretendiamo.
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