la vita, la pace, la luce

dopo il buio…

sentimenti fermi, mondo mobile

Shooting TM Naturns Familie Schloss Juval Schlosswirt Waalweg Tiere Erlebnisbad 17-08-2012

Shooting TM Naturns Familie Schloss Juval Schlosswirt Waalweg Tiere Erlebnisbad 17-08-2012

La bellezza della vita è nei suoi sentimenti fermi dentro un mondo che più mobile non potrebbe essere.
Con il tempo e tanto dolore si può comprendere che rimanere saldi nelle cose serie che ci scorrono dentro non è un esercizio privo di senso, ma bensì quella cosa di noi stessi che ci fa essere e diventare quello che siamo.
Spesso sono le persone che ci vivono accanto a non permettere la cosa più normale del mondo, che è semplicemente il volersi bene; ma altre volte siamo noi stessi che scegliamo di mettere in moto meccanismi pericolosi, poco comprensibili ed oscuri.

Insomma, nel nostro cuore è importante tenere sempre un angolo per chi ha contribuito a farci crescere e per chi noi stessi abbiamo tanto contribuito a far vivere.

Giorno dopo giorno si diventa “vecchi”, nel senso che sempre più ci si allontana da quella mole incommensurabile di energia che rappresenta la nostra giovinezza.

La giovinezza fisica, intendo dire, quella di quando non si ha neanche una ruga e neanche un briciolo di cellulite. Quella in cui non si ha   ancora la consapevolezza di quello che diventeremo, e si crede che il tempo è senza fine e che i numeri non sono che entità astratte.

Occorre invece conservarsi come degli orti di collina, dove i ruscelletti scorrono sempre a portare refrigerio, e dove non manca mai un fico secolare sotto il quale ripararsi nelle giornate assolate.

Ci sono sempre bambini che ridono e giocano intorno l’altalena, e voci di persone anziane, e voci di varia gente che attraversa il sentiero di sassi e piccoli ciuffi d’erba sparsi.

C’è  sempre la voglia di vivere, di sentirsi vivi, di lasciar vivere il bello che ci impedisce di abbruttirci e spegnerci.  La vita è una compagna meravigliosa  e soprattutto  imprevedibile, sempre.

Amarsi e perdonarsi e sorridersi è il solo tesoro che dobbiamo custodire sopra ogni altro…

davvero il mondo intero

 

Sua Maestà Italia

Dopo il padiglione del Nepal, l’unico abbandonato per necessità, rimasto a simbolo di un momento interrotto;  accanto al padiglione della Corea, coinvolgente per entusiasmo e voglia di esserci; accanto al  padiglione svizzero,  unico per impegno di pensiero che con le sue torri piene di cibo che si andranno a svuotare con il passaggio dei visitatori in corso ci vuole lasciare un messaggio chiaro volto all’ecosostenibilità;  nella pagella di chi ha dato il meglio o più degli altri c’è sempre e solo lei, sua Maestà  Italia (del resto si parla di orgoglio nazionale, che non poteva rimanere deluso).

Deluso ha invece, lo devo dire per obiettività,   la grande kermesse nel suo insieme, dove si comprende che dietro alla vetrina di facciata, più o meno curata  o più o meno improvvisata, manca ancora una vera e seria  sensibilità mondiale  verso il tema del CIBO, inteso come ciò che raccogliamo dalla TERRA, a beneficio delle nostre  comunità così attualmente DISPARICATE e  distribuite nel globo,  come  di TUTTE   le GENERAZIONI  future, i veri interlocutori di questa grande mostra.

Non si è parlato abbastanza insomma del nutrimento, non lo si è fatto vedere e toccare come si sarebbe potuto (solo il padiglione del Camerun  proponeva un approfondimento simile,  ma anche il padiglione di Israele  ha  puntato tutto sulla sua capacità di sapere  ADDOMESTICARE  anche un luogo ingrato a esigenze di  ordinaria agricoltura).

Il padiglione America punta tutto sul consumo a kilometro zero, sul ritorno al coltivare l’orto, mettendo a frutto nuove e semplici politiche alimentari intelligenti, ma non mette in evidenza come avrebbe potuto il loro grande problema alimentare che è quello dell’obesità e del cibo spazzatura.

Le immagini  e gli oggetti  proposti   sono riguardati  per lo più  la bellezza paesaggistica, la cultura locale, le tradizioni e l’artigianato,  ma penso si dovesse di più PARLARE E FARE VEDERE LA COSTRUZIONE  ED  IL CONSUMO  delle migliori tradizioni alimentari  di ogni paese, che hanno contribuito a fare più o meno sano quel paese.

Forse anche questo è segno di un momento economico e politico  difficile, dove si percepisce l’insicurezza e l’instabilità  di un insieme di equilibri  molto precari e per nulla ancora disposti a mettersi  seriamente in discussione.

I  padiglioni non sono riuscita a vederli tutti, per un giro completo ci vogliono almeno due visite.

La carta di Milano ho voluto firmarla, per dire “C’ero anch’io…” ma purtroppo non so quanto veramente dalla teoria il mondo è disposto a passare alla prassi.

Certo, noi possiamo contribuirci con i nostri piccoli gesti quotidiani, che sono il nostro fare la spesa, il nostro coltivare se ne abbiamo il modo, il nostro rispettare l’ambiente, il nostro nutrirci ed il nostro fare ristorazione.

 

 

bravo ben

Le foto sono di Ben

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giusto per ricordare che…

la rete è uno strumento e non il mondo

Vivi la tua vita oltre la rete   🙂  amico !

ribloggato da  Diapason

il giro del mondo in qualche scatto…

 

abusimbel

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Gerusalemme, il quartiere ebraico

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Yemen du Nord.  Musulman yéménite.

sudanlı kız 2

Bambino indiano - India del sud

Ivy by Gansforever Osman, via 500px

gioia.  awwwww

Photos by Frédéric Lagrange

Il Tempo!  da Mahmoud Bakheet, via 500px

...

Uomo tibetano in abiti e gioielli tradizionali.  E 'tradizione per gli uomini tibetani di indossare gioielli stravaganti.

Le storie che raccontano quegli occhi ...

fotografato in Madagascar da giulifff su Flickr.

Ragazza al tempio.  Amritsar

serpente setta sadhu da Tom Carter

così carino ...

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Il mio giorno felice

Papouasie Nouvelle Guinée

Avviare ...

Belleza orientale ♥Lituania

Yogi

amish

Amdo, Tibet

Kyoto, Giappone

Vietnam

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da Alex Homin.  Intrigante.

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Sorriso per me!

Young boy in Taiwan

Dassanech girl with caps wig - Omorate Ethiopia...

Egiziano

Trecce!

!

Cowboy

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Kenya, Africa.  Samburu ragazza che porta una pila collana nubilato, tardo 20 ° secolo.  Fotografia: Angela Fisher

Nicaragua. :)

Sorriso da St Maarten

sorella Hmong con il fratello, vietnam.

Kalash Girl - Pakistan settentrionale

Beauty, Taj Mahal, India, Photography: Riëtte

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bella bambina

Tracce di vita ...  da Kani Polat

Mercante di Ren

Haruko, 1910s

Cuba, L'Avana.  | Ritratto di una tipica donna che fuma un sigaro cubano.  © Ania Blazejewska

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Asia - India / Gujarat - Machhukanah Rabari persone

Beduino uomo e il suo cammello nel Sahara

Famosa affrontare sul National Geographic - Then & Now

Una ragazza svedese indossa un costume tradizionale, Dalarna, Svezia da bjo ©

La pace inizia con un sorriso - immagine mondo bancario raccolta di foto su Flickr Creative Commons - bambina dal Marocco

Steve McCurry - India

Giovane ragazza Oman

COLORI ( arcobaleno)

graffiti

 

paesaggi

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preservativo

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BELLI DA MANGIARE…

27 GENNAIO 1945

Immagine2La mappa della morte

In questo giorno il mondo occidentale  scopriva alla luce   del mondo  uno degli orrori  assoluti  che un popolo abbia mai   commesso contro altri simili.

Odio pianificato, mistificato, perpetrato, banalizzato e negato.

Odio folle che incrocia l’incomprensibile e il non spiegabile.

Odio che non si lascia dimenticare, diversamente da    altri che invece possiamo confinare  dentro qualche vecchio scatolone.

Non ne voglio mostrare le sconcezze, che tutti noi già abbiamo ben veduto e continueremo a vedere,  perché  tutte le immagini dei crimini commessi non basterebbero a descriverlo.

Il dolore mai superabile  e mai vincibile  lo tiene in vita, lo tiene eterno, lo tiene nuovo e rinnovabile,  lo tiene talmente attuale e presente che si teme che un simile strazio  si possa ancora ripetere.

E purtroppo è una paura assolutamente vera e giustificata.

Perché gli uomini non imparano dagli errori degli altri?

Forse perché sono proprio degli altri. Ma se diventassero i nostri?

E  se solo avessimo  avuto qualcuno di questi mostri che fecero quel che fecero e che avessero  saputo ammettere e denunciare la propria personale colpa su quei terribili giorni…ci sono stati  al massimo solo suicidi, qualche processo, qualche patibolo, ma non  un barlume di ravvedimento.

Il male ha ucciso se stesso ma non è sparito. E’ rimasto vivo nelle sue ceneri.

Abbiamo potuto udire i lamenti dei sopravvissuti, degli spettatori inermi e inconsapevoli, dei testimoni,  ma loro, gli assassini?  Dov’è questo popolo di donne e uomini e a volte   anche bambini  che mentre gli altri venivano torturati, loro quasi   ridevano? Chi,  cosa, quale bestia feroce ha potuto  trasformare persone  normali in una macchina di tortura assoluta?

Questo popolo potrebbe tornare, in qualunque momento, in qualunque spazio.

Cominciare con piccole cose quasi impercettibili ma che nelle mani di qualche nuovo personaggio disturbato e indisturbabile  potrebbero trasformarsi in atrocità  assolute.

Questo popolo ieri è stato quello tedesco, ma oggi potrebbe essere quello …..ognuno ci metta il suo pensiero, la sua idea.

Io un’idea ce l’avrei; questo popolo siamo proprio noi stessi, che quando vediamo un’ingiustizia facciamo finta di non vederla per non avere problemi. Tutto comincia da questo. Dal far finta di non avere visto e di non sapere. Perché abbiamo paura. Siamo fondamentalmente  solo degli opportunisti.

Per questo è doveroso e utile ricordare, ricordare sempre, ricordare ovunque.

Ricordando quanto siamo fragili e imperfetti , a rischio di imbrattamento, a rischio di impudicizia, a rischio di disonore, a rischio di crudeltà.

Nel nome dei vivi, nel nome dell’umanità che è in noi  e   che per la nostra dignità   non può essere messa al silenzio.

Lo sapeva bene  Primo Levi,  che non ce l’ha fatta a superare la morte dell’anima, ma è rimasto vivo per sempre con il suo testamento d’amore.

Shema’

Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo,
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi:
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.         (Primo Levi, 10 gennaio 1946)

e allora si danza

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Auguri al mondo

e io?

 

 

e un albero è sempre un urlo di gioia…

Alberi

 

 

 

 

Hello, hello, hello, mondo

Dopo hello mondo  del 5 novembre 2009 ecco hello mondo del 2010

Auguri   auguri auguri   a tutti   noi

Andiamo avanti  così…