In questo momento è sulla bocca dell’intellighenzia europea, sta spopolando tra i populisti, ed è quantomeno interessante leggerlo e rifletterlo.
Poi ne riparliamo con calma…
In questo momento è sulla bocca dell’intellighenzia europea, sta spopolando tra i populisti, ed è quantomeno interessante leggerlo e rifletterlo.
Poi ne riparliamo con calma…
l’opera completa
da L’idea di persona
(…) Se persone non si nasce ma ci si costruisce e solo attraverso la volontà di rispecchiarsi tali, quando si può affermare di volere perseguire l’idealità di un personalismo?
Solo quando in questo personalismo si sono inclusi i concetti di unicità, universalità e divinità dell’uomo in quanto creatura di Dio. Intorno a questi tre concetti si tornerà molto e di continuo perché sono i generatori di molteplicità che non perdono il loro universalismo a causa della loro radice intangibile.
Dall’unicità o assolutezza conseguono l’originalità, la creatività e l’inconoscibilità di ogni essere; dall’universalità o generalità conseguono l’uguaglianza, la dignità e la capacità di condividere di ogni essere; dalla divinità o trascendenza conseguono la libertà, la fratellanza e l’eternità di ogni essere. Solo la prima e la terza caratteristica partecipano della trascendenza, anzi, vi sono strettamente legate; la restante è immanente. Da queste nove qualità di sintesi si possono ricavare per ognuna tre ulteriori qualità analitiche, per cui si avrebbe che: l’uomo è originale perché è generato dall’Essere, partecipa dell’Essere e rimane legato all’Essere; è creativo perché si riproduce, crea opere d’arte ed è egli stesso un’opera d’arte vivente; è misterioso perché deve conoscersi, la sua conoscenza dura tutta la vita e solo all’Essere rimane conosciuto in pienezza fin dall’inizio; è uguale perché ha gli stessi difetti, le stesse virtù ed è costituito di anima più corpo, ossia da una dialettica comune; è dignitoso perché ha gli stessi bisogni, ha gli stessi diritti, ha gli stessi doveri; è capace di identificarsi perché riesce a socializzare, si realizza con l’aiuto degli altri e non è fatto per stare solo; è libero in quanto lo è nel corpo, nello spirito e dalla morte (nel senso che con la morte non finisce la vita); è fratello all’altro perché ama se stesso, ama l’altro, ama l’Essere; è eterno perché risorge nello spirito, risorge nel corpo, ritorna all’eternità da dove proviene.
Da oggi inizia una pagina nuova dedicata al dialogo interreligioso.
In successione pubblicherò sottopagine su questo tema sotto un punto di vista filosofico e culturale.
Non è una sezione leggera. Ma spero di riuscire a rendere appassionante temi complessi e che appartengono al nostro presente e al nostro futuro, dopo essere appartenuti al nostro passato.
Ciao a tutti.
Naturalmente aspetto qualche vostro commento. 🙂
Mi chiedevo in questi giorni che cosa determina il nostro successo, e cosa invece piuttosto lo compromette.
Partendo da questa prerogativa e volendola salvaguardare, la nostra giornata verrebbe dettata per lo più dalle esigenze della maggioranza, che come ben sappiamo a volte non sono quelle migliori.
Piacere è bello, ci può stare, ma poi alla fine sarebbe un supplizio il rimanere condizionati da questo unico scopo.
E poi cioò che conta è lo stare bene con se stessi, ancor prima che con chi ci circonda.
Dunque ognuno di noi è questa mescolanza di espressioni personali che si intercalano alle espressioni più socializzabili e più socializzanti.
Non che nel cercare di piacere al prossimo si smetti di essere noi stessi, ci mancherebbe, non è che siamo due in uno, perchè siamo e rimaniamo sempre unici, individibili, assoluti.
Ma i ragazzi lo sanno? e in che maniera viene insegnato loro che per riuscire nella vita occorre essere se stessi, piacersi, ancor prima che piacere?
Un modo potrebbe essere quando ci raccomandiamo di non dare mai nulla per scontato o per risaputo.
Un altro modo potrebbe essere quando suggeriamo loro di trovare la propria strada senza avere paura di fare qualcosa di sbagliato.
Io per esempio, ho sempre cercato di perseguire quelle poche cose che mi sembravano sostanziali, senza preoccuparmi delle altre.
Garantisco che se percepiamo qualcosa di prioritario, questo qualcosa si rivela tale nel tempo. Garantisco che non sempre tutto accade senza imprevisti, e che l’imprevisto è la sola cosa che ci tocca di accettare senza tanta storie, che non dipende da noi e nulla possiamo fare per impedirlo.
Garantisco che se ci si impegna in qualcosa senza barare, questo qualcosa porta con calma i suoi risultati.
E garantisco che le regole servono per essere trasgredite e che le trasgressioni servono per capire la fondatezza delle regole.
Insomma, alla fine è sempre il breve ma insuperabile motto di san Agostino che mi mette a tacere contenta: “Ama e fa quel che vuoi” è la sola verità che mi piace raccontare, poichè se agisci per amore ( e non per vendetta, e non per interesse, e non per noia…), di certo sarai compreso, di certo non avrai buttato via il tempo, di certo avrai fatto in modo di aggiungere contenuti al senso della vita.
Ho visto il film, e dietro di me nella sala c’era un folto gruppo di giovanissimi, con la loro prof avvicinatasi per un attimo, che li complimentava per essere andati così numerosi alla visione del giovane Leopardi.
Davanti a me c’era una collaudata preside di liceo, da un anno andata in pensione, devo dire ringiovanita nell’aspetto e nel modo di fare, forse perchè osservata in un contesto extrascolastico ed informale, e mentre che lei non sapeva d’essere osservata…
Al mio fianco altri giovani, e sotto in basso alla platea, altri giovani.
Sì, i giovani sono venuti a vederlo perchè sospinti dai loro insegnanti, perchè interessati a catturare idee per un possibile componimento di tesi finale, per una possibile interrogazione con cui fare bella figura davanti agli altri…
Tutte ottime ragioni, se vogliamo ben sottolineare, che fanno di necessità virtù, ma quanti di loro sarebbero venuti o andranno a vederlo, per la semplice ragione di conoscere la storia di uno dei più grandi poeti del nostro ottocento?
Forse due o tre. Quelli che posseggono dentro di sè l’amore autentico per la poesia e per il pensiero, visto che Leopardi è stato contemporaneamente poeta e filosofo.
O quelli che si sentono attratti dall’umanità del compositore, dalla sua tragedia personale, dal suo essere stato eroico nell’affrontare il suo complicato destino (oltre che per banale accidentalità o curiosismo)
Conosciamo l’autore per il suo famoso “pessimismo cosmico”, una visione della vita disincantata che traeva le sue radici proprio nell’ assoluta estraneità e possenza della Natura, una natura non benigna ma altera, non madre amorevole ma sovrana altezzosa e dispotica, irraggiungibile nella sua incommensurabile bellezza quanto nella sua incommensurabile diversità.
I dati biografici ci raccontano di un Giacomo che dopo una spensierata infanzia, unico periodo solare della sua vita, a causa di un folle e disperatissimo accanimento sullo studio ( sembra che abbia divorato fagocitamente tutti i libri della cospicua biblioteca paterna, costruendosi un’ eccellente erudizione), si ritrova gracile di salute, malfermo nella sua debole costituzione come nel suo sentirsi condannato dentro una casa vissuta come la propria prigione.
Figlio di un conte, destinato come primogenito alla carriera ecclesiastica, deve combattere sia contro un padre che non ammette nessuna possibile deviazione da questo destino, sia contro una madre severissima e di pochissimo affetto, che morirebbe di vergogna nel sapere la carne della sua carne perduta dentro i meandri della minaccia della modernità incombente…
Ed è quello che accadrà; i moti rivoluzionari del 48 non attenderanno certo il plauso della classe aristocratica arroccata dentro i propri intoccabili privilegi come dentro i propri granitici ruoli e destini.
Leopardi vive, respira, sogna, desidera, racconta e ispira il grande desiderio del cambiamento sociale, e lo fa dalla sua misera stanza del suo magnifico palazzo, che gli pesa addosso come un insopportabile macigno.
Recanati è un luogo incantevole, ma non per Giacomo che qui si sente esiliato, costretto, legato, isolato, perso, incompreso, e non certo per la sua pusillanimità, non certo per la sua incapacità a costruirsi una vita propria.
Quando cerca di fuggire dal giogo familiare, l’onnipresenza e onnipotenza paterna glielo impedisce, e per questo viene ripreso come un reietto colpevole di tradimento, traditore della santa e intoccabile verità, che può stare solo nell’arroccamento della fede, che può stare solo nella solidità della tradizione, là dove la fede è un dogma che non può essere messo in discussione e non un atto d’amore assoluto che si rivolge verso Dio come verso gli uomini ed il mondo con tutto ciò che contiene.
Non c’è che dire. Ci sono tutti gli elementi per piacere alla gioventù.
Alla gioventù di oggi, intendo dire, come a quella di allora.
Istinto di ribellione, sofferenza verso un sistema obbligante, bisogno di libertà e di cambiamento.
E tanta solitudine…quella che spesso lamentano gli adolescenti senza riconoscerlo e senza esserne consapevoli.
Ma il giovane Giacomo ha solo soprattutto bisogno di una cosa elementarissima; ha solo bisogno di amore, come lui stesso recita in una scena del film, come lui stesso dichiara al mondo intero attraverso i suoi disperati scritti melanconici.
Le cose che sembrano farlo stare bene, prima o poi gli vengono sottratte, ma poi anche fortuitamente sostituite da altre presenze similari e confortevoli, che gli permettono di sopravvivere, di non cedere, di resistere sotto la forza brutale dell’ingrato e severo compito che la vita gli ha riservato.
Probabilmente non si hanno dati certi sulla sua reale vita sessuale; il suo handicap fisico non gli concede fascino verso il gentil sesso, non potremmo certo vedere in lui un adone o un simbolo di erotismo, non nel senso classico del termine; eppure Leopardi piace al genere femminile, a quel genere di donna con uno spiccato senso materno e protettivo, a quel genere di donna innamorata del’arte e della poesia filosofica ed oscura, come la sua.
E’ più lui stesso, da quel che emerge dalla sceneggiatura, che si sottrae ad una normalità affettiva. O forse si sottrae a questa eventualità proprio perchè si sente inadeguato e misero, precario anche nelle sostanze con cui e per cui deve lottare quotidianamente, sia contro una famiglia che mal lo sopporta, sia contro una società che mal lo accetta.
Non accetta di lui il suo essere così severo verso il giudizio del suo genere, verso l’idea di un’ umanità vuota ed illusa, miserrima e meschina, che si dimena tra le ordinarie speranze e necessità, ma che è solo un nulla che si dispera senza sapere di disperarsi.
Infine, ancora una riflessione: c’è una scena del film che mi rimbomba nella testa e non se ne vuole andare, è quando lui urla agli avventori presenti in una locanda del tempo che lui scrive di pessimismo non perchè è stato toccato dalla cattiva sorte, ma aldilà della sua stessa condizione, e lo urla a squarciagola, perchè non vuole essere visto come quello che “sarebbe stato diverso se avesse avuto una capacità di salute fisica migliore”.
Mi sovviene la teoria periferica sulle emozioni che recita “non piango perchè sono triste ma sono triste perchè piango”; ma Leopardi piangeva perchè era malato nel corpo o perchè era anche malato nello spirito? E quanto il suo essere malato nel fisico ha contribuito a fare di lui il suo pensiero? e quanto Leopardi non avrebbe desiderato essere altro da sè perdendo con ciò le sue radicali convinzioni ed il suo profondo sentire? Non c’è possibilità di divisione in un uomo, a mio avviso; esso è tutto un insieme indivisibile in se stesso, e di certo sono sempre e ancora solo il cuore e la mente che fanno di una persona ciò che è, aldilà del suo essere fisico.
La visione del film è sconsigliata a chi soffre di depressione, ma è vivamente consigliata a chi vuole scoprire la magnificenza di un pensatore tutto italiano che si è fatto conoscere nel mondo e nella storia per bellezza, intelligenza e splendore.
Ieri come oggi. e come sarà domani.
(A proposito, Leopardi morirà per avere mangiato troppo gelato, quell’alimento che a lui sembrava essere proibito, ma del cui divieto evidentemente a Giacomo importava proprio nulla…)
ribloggato da qui
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Quando ero ragazza non mi pesava andare a scuola, non mi è mai pesato stare sui libri, leggere, scoprire cose nuove, pormi delle domande, perché la mia natura è senza dubbio curiosa e riflessiva.
Al magistrale pensavo: “Potrei portarmi il letto da casa e dormirei volentieri qui, perché qui gira il mondo, qui è il centro del movimento…”
Erano gli anni 70, anni caldi, anni terribili; forse questa mia serietà caratteriale mi ha tenuta lontana dal finire in qualche movimento pericoloso che a quel tempo non era difficile incontrare ma mi ha anche
“ impedito” di potere iscrivermi a Brera per coronare le mie qualità artistiche. Mia madre, santa donna ma che del mondo non capiva nulla, temeva per me, temeva potessi finire in qualche giro di droga o di perdizione…ed io sono stata troppo ubbidiente per sapermi ribellare.
Come tutti i bravi giovani del mondo, da adolescente al massimo ho sognato, sognavo di fare o l’attrice o la cantante, insomma dei lavori creativi, che sapevano stimolare la mia fervida fantasia ed immaginazione.
In me non vibra la linfa del genio, ormai su questo mi sono rassegnata, che altrimenti non ci sarebbe stato incidente di sorta o destino recondito che m’avrebbero potuto tenere lontano dall’essere e dal fare quello che amavo e che amo sempre, ma una cosa devo comunque riconoscermela, a dispetto di ogni cattiva ventura: alla fine quello che uno è e pensa e vuole viene fuori, forse ci vorrà per alcuni più tempo, forse certe cose nel cammin facendo vengono anche irrimediabilmente perse, ma che centra, che importa perdere le briciole o se si vuole anche tutto l’antipasto…? L’importante è essere al tavolo della festa quando arriva, io credo, almeno la torta.
C’è sempre tempo per dire: “Adesso ci sono anch’io…”
Mi rivolgo ai giovani che si sentono già vecchi e non riescono a spiegarsi il perchè, o ai non più giovani che credono d’avere sacrificato inutilmente gli anni migliori al servizio di qualcuno che a malapena ricordava il loro nome, o ai vecchi che non hanno mai vissuto una vita vera e che non hanno nessuna intenzione di farsi mettere da parte solo perché la loro data anagrafica così lo chiederebbe.
Ragazzi, siamo tutti nella stessa barca. Rifiuti dell’umanità ribellatevi? No, certo che no, non rifiuti dell’umanità ma esseri semplici che fino ad oggi siete semplicemente stati per le più varie ragioni in silenzio, fate da oggi sentire la vostra voce.
In genere, i giovani hanno a loro vantaggio una montagna di energia di cui certamente un fisico che comincia ad avere accumulato qualche decade di lavoro si trova a dover difettare, ma questi ragazzi ormai attempati possono avere dalla loro qualche cellula cerebrale più collaudata e dunque possono riuscire a sopperire alla mancanza di dinamismo fisico con la presenza di dinamismo intellettuale (sempre che il loro cervello abbia saputo non solo svilupparsi ma educarsi all’esercizio della riflessione).
Poi ci sono quelli che anche da giovani hanno qualche problema non solo di rendimento fisico ma soprattutto di rendimento mentale, e questo è un altro discorso, è il problema della società che non educa, della religione che è morta nel senso che non è viva dove dovrebbe vivere, e della politica che è corrotta…
Sempre in genere, non parliamo poi dei vecchi che sono diventati le vere superstar della nostra bella società, loro che ormai sulle soglie della pensione riscoprono quanto è bello tornare a vivere ed avere di nuovo tanto tempo a disposizione per sé, loro che scoprono di non avere nessuna intenzione di lasciare la cadrega, ossia il loro diritto di stare nel mondo, di avanzare il loro spazio e tutto il resto, a dispetto di chi quel posto, sinceramente, potrebbe occuparlo a maggior titolo…
Quando sento parlare di vita ultracentenaria garantita per tutti mi vengono i brividi; io amo la vita, e non ho particolari problemi verso nessuna fascia del genere umano, ma c’è una categoria (forse più di una) che mi fa per istinto irritare: è la categoria di quelli che quando incontrano il prossimo dice loro con aria pia e sottomessa “Prego il Signore che mi faccia morire perché intanto ho già vissuto abbastanza…” e poi in realtà pensano “Tutti devono crepare prima di me, almeno la soddisfazione di vedermeli passare davanti, nella loro fossa…”
Come sarebbe bella l’umanità che dice sempre quello che pensa, non lo trovate? E se proprio non può dirlo che almeno sappia tacere! Ma forse è più divertente scoprire quanto noi uomini sappiamo essere mendaci, che altrimenti con troppa trasparenza in circolo la filosofia potrebbe finire in soffitta…
Partiamo allora dal punto primo sopra esposto: la società non educa, e perché non educa? Perché non investe sulla cultura. E perché non investe sula cultura? Perché è governata da logiche di puro profitto. E perché è governata da tali logiche? Perché ci sono i monopoli dei grandi business e dei grandi marketing…e la politica è solo un luogo dove andare a fare scempio del denaro pubblico, e la religione rimane una questione molto molto privata che agisce nel privato dei singoli, come è giusto che sia.
In tutto questo scenario l’unico dato che mi sembra positivo è proprio quello del dover confermare che la religione è sì non solo morta, ma anche sepolta, se per religione si vuole intendere quel tempo in cui la chiesa teneva soggiogata l’umanità nel dire ad essa cosa doveva pensare, cosa doveva votare, come doveva fare sesso, perché si doveva sposare, perché doveva accettare di soffrire e così via…
Proprio per questa sua insopportabile invadenza e per questa sua arroganza e per questa sua onnipresenza non richiesta e non gradita, il mondo moderno ha degnamente saputo metterla a tacere. Non che per questo luna parte di essa oggi abbia a sentire la nostra mancanza, giammai, piuttosto questa parte avrebbe solo un grande piacere che si potesse tornare correndo tra le sue amorevoli braccia piagnucolando “Quanto avevi ragione, noi siamo cattivi e solo tu ci sai governare…”
E invece il mondo reale, questo nostro cazzutissimo mondo pieno di morte e di lordume di ogni genere, com’ è rassegnevole che sia, non ha nessuna intenzione di correre dalla mamma, visto che le madri o si amano perché sanno farsi amare, o si ammirano quando si impara a conoscerle, o si detestano incondizionatamente.
Quando dico rassegnevole, intendo dire che occorre essere obiettivi; ma un conto è la rassegnazione, un conto è la resa. Posso rassegnarmi a che un assassino tale rimanga per il resto della sua vita, ma non per questo mi devo arrendere all’idea che ogni uomo sia o possa diventare un assassino.
Dunque ecco il ruolo straordinariamente vitale della filosofia oggi; come da una lente di ingrandimento vengono osservati attraverso di essa i vari pezzi della questione, magari smontati per poterli analizzare meglio. Essere filosofi non è che essere osservatori della realtà, così come lo scienziato osserva la natura nelle sue leggi fisiche, meccaniche, dinamiche e via discorrendo…
Quando mi sono iscritta all’università non ho pensato per un solo istante a un bel corso di economia, o di lettere, o di storia, o di ingegneria (per l’ingegneria non mi avrebbero nemmeno ammesso visto che nessuno ha saputo farmi amare la matematica, che invece credo sia una scienza straordinaria) , tutte materie interessantissime e pregevoli, ma a mio avviso ancora troppo specifiche e circoscritte.
Ho pensato al sapere di tutti i saperi, ossia a cosa porta l’uomo al pensiero e cosa porta il pensiero all’uomo. L’uomo va al pensiero per il suo innato bisogno di sapere il suo senso ed il pensiero sta nell’uomo perché oltre la materia di se stesso, destinata alla fine, sta in lui il suo desiderio di sopravvivere alla morte. Quindi in poche parole sono diventata filosofa perché amo l’immortalità.
Oggi credo che grazie a questa mia scelta speculativa strettamente legata alla sua scienza gemella, ossia la psicologia, io possa essere in grado, meglio di ieri, di governare il mio mondo e di inserirmi nel governo del mondo. Credo che il pensiero non abbia mai ad invecchiare; è l’unica forma di espressione umana non sottoposta alle leggi impietose del tempo.
Ciò che mina le facoltà mentali degli anziani non è il pensiero invecchiato ma il loro cervello ed il loro sistema nervoso a rischio di involuzione e di indebolimento, e non certamente la limpidezza della forza speculativa che non conosce arresti fisici di sorta essendo lei stessa afisica, distaccata dal contingente.
Come altrimenti spiegare l’assoluto vitalismo di esseri che pur nel totale immobilismo hanno una vita cerebrale florida ed incontenibile? Mi si dirà che sono un’eccezione che confermano la regola e che l’uomo medio vuole per sé la normalità e non la straordinarietà, tuttavia è l’eccezione che detta i principi e non certamente il contrario.
Oggi mi posso sentire e ritenere senza più fardelli. Senza più zavorre.
I fardelli e le zavorre sono stati un lungo periodo che mi hanno impedito di voleggiare, come mi hanno temprato nel carattere e nel sapere dare il giusto peso alle cose. Nulla è perduto. Tutto ritorna utile.
Ma è la leggerezza, è la libertà liberata che mi fa conoscere e mi farà riconoscere i vitalismi e le volontà costruttiviste degli esseri, comprese le mie.
In Iran è stato arrestato Jafar Panahi, regista scomodo perchè espressione e denuncia del regime di stato iraniano.
Su Reuters Italia è possibile prendere visione delle prime informazioni che emergono dagli uffici stampa.
Immediate le reazioni di Parigi e del Giornale come di tutte le varie testate giornalistiche che condannano lo stato di oppressione civile del popolo iraniano.
Qualche notizia in più sui testimoni scomodi perseguitati dai relativi movimenti estremisti posti al governo dei loro paesi:
leggi il il pen club
leggi il Foglio
Ciao a tutti, carissimi, sono di nuovo qui tra voi con l’articolo che vi avevo promesso.
Si tratta della scoperta scientifica del dottor Ryke Geerd Hamer, studioso e ricercatore, laureato in medicina, nonchè oncologo, psichiatra e teologo; con la sua teoria detta delle 5 leggi biologiche rivoluziona il tradizionale modo di intendere la medicina e di intendere il malato.
Decisamente un argometo di estremo interesse e di altrettanta estrema complessità e delicatezza.
Non ho intenzione di esprimere pareri personali ma vorrei lasciare che sia il lettore che, prendendo lettura di alcuni documenti qui allegati, possa farsi un’idea diretta e non influenzata dalla medesima, sul tema in questione.
Consigliata la lettura a chi vuole aprire la sua mente…
Ciao a tutti, scusate infinitamente per l’orrore delle immagini del precedente articolo, ma era doveroso testimoniare con la verità degli occhi e non solo delle parole la presenza continua del male che abita il nostro mondo reale. Continua a leggere
ossari per opera della dittatura in Cambogia
L’estrema crudeltà di alcune immagini che seguono consiglia vivamente la visione di questo articolo solo a persone adulte o sotto la guida degli adulti
Caratteri del pensiero marxiano
si pone come fine il compimento della libertà reale e non della libertà teorica o apparente
ispira il pensiero marxista e tutte le sue scuole come pensiero a lui estraneo ma conseguente
si occupa della Storia ossia del mondo reale che deve diventare il compimento del comunismo inteso come regno della libertà effettiva e non apparente
Non c’è nulla di buono o cattivo al mondo se il pensiero non lo fa tale. William Shakesperare
Ciao a tutti.
Carissimi, scusate se continuo il tema dei sentimenti ma voglio chiudere il capitolo prima di passare ad altro, ossia al già anticipato problema del marxismo oggi…
Dunque, si diceva dell’amore platonico, dell’amore cortese e dell’amore borghese; ora si vuole approfondire l’argomento con il riflettere se detto sentimento possa essere stupido, facoltativo o indecente. Continua a leggere
Ciao a tutti.
Continuiamo le nostre piccole lezioni di filosofia: oggi cominciamo con il riflettere su una virtù assai rara ai giorni nostri, ossia l’esercizio della calma. Esercitare la calma significa che quando tutto intorno a te sembra crollare, tu rimani capace di rimanere calmo, di raccogliere le poche idee chiare rimaste e di farti forza; così facendo non ci si butta nella prima decisione presa d’impulso e si rimanda ogni genere d’intervento in un momento successivo, quando si è riusciti a recuperare la naturale lucidità. Continua a leggere
Ciao a tutti.
Ora parleremo della necessità di cambiare le regole. Avrete già capito dalle vostre esperienze quotidiane che le regole vanno bene quando sono giuste e che purtroppo sono molte le regole esistenti affatto corrette. Continua a leggere
Se voi avete avuto modo di scorrere i pochi articoli presenti in questo blog appena iniziato, vi sarete accorti di come varia l’impostazione del linguaggio poetico raffrontato al linguaggio filosofico. Continua a leggere
Carissimi, è di questi giorni il dibattito sentito dai giovani , ma non solo, sulla questione di un presunto ritorno di Marx o piuttosto di una sua mai avvenuta dipartita…Se siete lettori-sbirciatori dei blog filosofici potreste imbattervi in questa appassionante questione che intendo assolutamente indagare di persona per poi venire a relazionarvi la mia modesta opinione. Continua a leggere
Ciao a tutti.
Continuiamo la nostre chiacchierate filosofiche approcciando il tema di quello che è l’esercizio più praticato e diffuso su tutto il pianeta, ossia l’esercizio della menzogna.
Non a caso è stato definito nel titolo con l’aggettivo diabolico, che in questo caso più che un aggettivo e basta assurge alla qualifica di sostantivo vero e proprio; in altre parole chi mente si assume il ruolo di demone, di Satana, quel Satana che nel paradiso terrestre ha tentato la povera Eva con l’inganno della mela. Continua a leggere
Ciao a tutti, oggi vorrei parlare con voi del rapporto esistente tra pubblico e privato.
Se foste interrogati, o meglio, se vi interrogaste sul genere di legame che nella vostra vita personale esiste tra i due ambiti, cosa vi rispondereste?
Secondo voi, quale dei due luoghi è prioritario? Quale svolge il ruolo dominante? Dove si annidano i punti critici della loro auspicabile integrazione ed armonia? Continua a leggere
Ora vorrei parlare con voi dell’amor platonico e dell’amor cortese; forse qualcuno di voi starà già sorridendo, forse qualcuno di voi starà già sganasciandosi dalle risate, o forse qualcuno di voi ne vuole sapere qualcosa di preciso.
Mi rivolgo a tutti indistintamente: innanzitutto i due amori non sono connessi; l’amor platonico è per definizione l’amore che si prova per una persona verso la quale non esiste e non può esistere un contatto fisico, pena la distruzione dell’amore stesso ; per fare un esempio, come abbiamo già potuto osservare nel capitolo riservato a Giovanni il Battista, questo amor platonico esisteva tra lui ed il suo maestro, il Cristo. Continua a leggere
Buongiorno carissimi compagni d’avventura, posso chiamarvi così?
Oggi vorrei spendere due parole sull’origine della follia; ci sono due generi di follia, quella reale e quella così detta, ma che non è affatto folle, è solo un eccesso di immaginazione della mente che comunque rimane ancorato alla realtà ed alla consapevolezza del reale.
Non voglio argomentare per ora del secondo genere che personalmente definirei banalmente il buon senso dell’essere folle e non certo la tragedia dell’essere malato di mente. Continua a leggere
Sono estremamente felice d’avere iniziato con voi come per gioco una serie di presunte lezioni che potremmo chiamare con molta umiltà briciole di filosofia, in memoria di quel grandissimo pensatore della nostra storia che è stato Soren Kierkegaard.
Se di lezioni si può parlare, allora oggi vorrei argomentare con voi dello stato in cui l’essere versa quando vive la sua vita ordinaria. Non è uno stato generalmente piacevole; ognuno di noi, se interrogato nel segreto della sua intimità, potrebbe rispondere con una lunga serie più o meno giustificata di lamentele e di lacrime; anche i più forti, i più arditi, i più tenaci, invitati ad essere sinceri e diretti, comincerebbero con l’elencare le loro ragioni che li tengono in una condizione di non soddisfazione, di non realizzazione. Continua a leggere
Oggi potremmo riflettere su tre virtù intimamente connesse: la coerenza, la fatica, la speranza.
Innanzitutto perché vorrei potere approfondire proprio questi tre aspetti del vivere quotidiano? Perché questi tre volti della vita convivono strettamente a contatto con il pensiero equilibrato, ossia chi vive nell’ottica di una filosofia così come nei giorni precedenti si è argomentato, deve continuamente misurarsi con il bisogno di coerenza, con il bisogno di fare fatica e con il bisogno della speranza.
Perché la coerenza: perché non si può parlare di correttezza, di rispetto dell’altro e di giustizia se non si è minimamente coerenti; non si parla della coerenza ad un modello esterno che ci viene propinato da chicchessia, si sta parlando di modelli interni che scegliamo di fare propri. Continua a leggere
Buongiorno carissimi lettori, vorrei continuare con voi la mia riflessione sull’importanza del pensare e del pensare bene.
Non ritenete anche voi che in un mondo mediatico che pullula di stimoli tra i più inverosimili e tra i più dispersivi, sia utile ogni tanto poter leggere di discorsi forse non proprio spontanei, ma senz’altro vantaggiosi per lo sviluppo della propria capacità di comprensione del reale?
E’ con questo spirito che io mi rivolgo a voi, giovani e meno giovani, uomini e donne che siate, con la serenità e con la curiosità di chi vuole esprimersi per arrivare a fare esprimere, per arrivare a pungolare tasti dolenti e forse un pò troppo indolenziti; così oggi con voi vorrei parlare di quello che potrebbe essere ritenuto come la ricerca del pensiero equilibrato. Continua a leggere
Eccoci alla quarta riflessione che consegue quanto detto ieri sulla scienza e sullo spirito: così come non c’è scienza degna di rispetto che non si confronti con lo spirito che l’ ispira, non c’è materia che si rispetti che non debba confrontarsi con il pensiero che muove la materia.
Per essere espliciti, ogni nostro gesto, ogni nostra azione, ogni nostro comportamento per essere degno di considerazione deve stare strettamente connesso ad una motivazione interna, anche i gesti in apparenza/sostanza spontanei, in apparenza/sostanza non riflessi, in apparenza/sostanza impulsivi. Continua a leggere
Terza riflessione: ecco un argomento delicatissimo e di grande costrutto, la condizione della donna nel mondo, ma per meglio facilitarne l’indagine, vorrei ridurre il discorso sulla sua attuale condizione nel mondo evoluto.
Che la donna abbia conquistato la parità dei diritti e dei relativi doveri è abbastanza assodato, almeno in un senso generale e di principio. La mescolanza delle donne di cultura diversa sta facendo provvidenzialmente affiorare realtà disdicevoli e drammatiche: si sta parlando proprio in questo periodo della presenza sul territorio delle mogli/madri bambine, così come si potrebbe parlare lungamente della tratta delle schiave dall’est. Vorrei subito sostituire la parola cultura assai impropriamente usata con il suo opposto, ossia nella mancanza di cultura di certi paesi da cui provengono queste usanze familiari che il mondo evoluto non esita a definire barbariche e preistoriche.
Ritengo doveroso precisare che non è la religione d’appartenenza Continua a leggere
Seconda riflessione: vorrei ragionare con voi sull’importanza del pensare bene.
Se il pensiero è l’alimento dell’essere è d’ estrema importanza sapere costruire pensieri fecondi, felici, fatti a misura d’uomo. Ognuno di noi in base alle proprie esperienze di vita, in base al proprio patrimonio genetico ed in base alla propria condizione temporale e spaziale è portato a relazionarsi in un determinato modo con il mondo che lo circonda. Nessuna delle tre condizioni ora esposte pregiudica in maniera irreversibile e non modificabile le nostre decisioni; certo le condiziona, le limita, le circuisce, le ottenebra, ma non le possiede, non ne è il giudice incontrastato. Continua a leggere
Carissimi lettori, finalmente dopo oltre un mese di assenza dal web riesco a dedicarci un poco del mio tempo.
In questi giorni di grande trambusto personale, ho avuto occasione di prendere in considerazione alcune questioni che vorrei porre alla vostra lettura; eccovele esposte in ordine di argomento:
Non ho più paura
La paura si è sciolta come neve al sole
Improvvisamente i campi si sono vestiti di colore
I miei occhi primi spenti
Si sono riempiti di luce
I campanili delle chiese oggi suonano a festa
La gente mi sorride perché io sorrido alla gente
Non sono più un ventre vuoto incapace di nuovi parti Continua a leggere
Ho trovato la mia libertà
A te che pensi di avere cose più divertenti da fare che leggermi
A te che ti diverti solo quando stai davanti al grande fratello
A te che te ne stai beato seduto in qualche angolo della stanza a fare nulla
A te che stai aspettando il momento di partorire
A te che non hai avuto figli perché sei stato sfortunato Continua a leggere
Il fatto del giorno o meglio, del momento, tale che ha oscurato sotto il profilo italiano persino l’altro evento di spicco, ossia l’assegnazione del premio nobel per la Pace al presidente degli Stati Uniti Obama, merita un’osservazione speciale ; tutti i giornali si sono scatenati sulla notizia perchè conserva in sè una valenza politica e sociale non indifferente per il nostro paese, comunque espressione di un malessere di fondo, di disequilibri esistenti ed in atto ormai da lunghi anni, che richiedono da parte delle rappresentanze del potere senz’altro una posizione ormai precisa e puntuale, non più rimandabile. Continua a leggere
Se trent’anni fa ci avessero detto che avremmo dovuto tutelarci dal pericolo di vivere troppo a lungo, ci saremmo messi a ridere; oggi questo problema è una realtà schiacciante e da non sottovalutare.
Purtroppo gli strumenti tecnologici possono prendere, come spesso accade, il sopravvento, e possiamo rischiare di finire prigionieri di un tubo che ci vuole tenere in vita a qualunque costo, a qualunque condizione, per un tempo indefinito…Contro tutto questo la Chiesa valdese in questi giorni ha avviato il cosidetto Registro dei testamenti biologici. Continua a leggere
Il Dio di tutti
Signore mio
gli atei non ti pregano
perchè assicurano che tu sei un’invenzione popolare,
una chimera religiosa; Continua a leggere
Alcune sue opere tra le più affascinanti ed emblematiche
L’Italia ha avuto l’onore di dare i natali ad una grande pedagogista, purtroppo nata con l’idea giusta nel momento e nel luogo sbagliato; della personalità di questa donna mi ha straordinariamente colpito la sua personale storia biografica, ossia il fatto che una dei pilastri dell’educazione dell’infanzia, ha dovuto tenere nascosto per quasi tutta la sua esistenza il fatto d’essere diventata madre, d’essere divenuta madre fuori dal vincolo matrimoniale, e quindi, per i tempi che correvano, di avere dovuto per causa maggiore tenere segreto per oltre venticinque anni questo peccato innominabile. Continua a leggere
non te ne andare di gianna nannini
Inno alla gioia
Dedicato a tutti coloro che si amano, che si ameranno, che si sono amati
che pensano che l’amore non è una questione solo personale ma collettiva
che pensano di dovere rendere conto del proprio operato al mondo che ci accoglie e che ci guarda
che pensano che per amore si può superare ogni difficoltà
che pensano che oggi è il momento giusto perchè domani potrebbe essere troppo tardi
Che hanno un pensiero proprio, ossia sentito e vissuto
che sanno chi sono, da dove vengono e dove vanno
L’albero sempre verde
Caro padre
sei venuto a liberarmi
come un gigante mi hai risollevato
per quanto tu non l’avessi programmato
che nulla del bene che ho avuto
è stato voluto solo per me
tranne nascere credo
e tu amavi troppo la vita per pensare che un giorno
avresti cercato di morire
Per te vivere era una cosa naturale
come un abete che tutti i giorni cresce
invecchia
e poi diventa un albero secolare
osserva correre il tempo inarrestabile
e lui è sempre verde come il primo giorno Continua a leggere
Le ragioni per lasciare la croce sul muro sarebbero molte più di dieci, ma forse già la prima decina può renderci conto di quanto sia importante e necessario che non venga tolto dai nostri luoghi pubblici il nostro simbolo cristiano:
Solo una semplice domanda: ritieni giusto che venga tolta la croce dai luoghi pubblici in Europa o comunque in quei paesi che hanno la loro storia ed il loro fondamento nel cristianesimo? Quando parlo di cristianesimo non intendo la Chiesa e la sua gerarchia, in quanto si può essere cristiani e non riconoscersi nella gerarchia della comunità religiosa, intendo proprio ed unicamente quell’Essere che tutti noi occidentali bene o male condividiamo e che è andato a morire sulla croce spontaneamente, non costretto, non obbligato (per i credenti), o in qualità di vittima di un sistema (per i non credenti), e comunque in entrambi i casi, costituente il patrimonio storico del nostro passato. Continua a leggere
Sull’idea di persona
L’idea di persona che un filosofo possiede o non possiede è il fondamento più o meno consapevole e più o meno dichiarato del suo pensiero. Dopo l’illusione dell’umanesimo, che ha dovuto fare i conti con la realtà, dopo i fasti del razionalismo, che ha fatto credere l’uomo padrone del suo destino, dopo il fallimento della politica come sistema di pensiero autonomo ed infallibile, dopo il nichilismo nietzscheano, il disincanto post-moderno e la perdita dell’innocenza dell’intera umanità, Continua a leggere
Sembra una storia uscita da un romanzo dostoevskijano…Un uomo che ha tutto, che conduce una vita privilegiata, rimane improvvisamente (ma non troppo) e clamorosamente vittima dei propri errori. E’ il prezzo che si paga nell’essere uomini pubblici, ricattabili ed esposti alle regole del sistema? Non credo che così debba essere per forza, che altrimenti chissà quante notizie del genere dovremmo ritrovarci o averci già trovato sui nostri quotidiani. Continua a leggere
Lo stagismo è il primo passo per la conquista del mondo.
Non amo che le rose che non coglietti
There is always something to be thankful for in your life. Being alive is absolutely one of them!
MultaPaucis - Blog di Viaggi on The Road
Narrativa Autore Blogger
Da un'Emozione nasce un Disegno da un Disegno un'EMOZIONE
Appunti d'arte di Teresa Pergamo
Giuseppina D'Amato Libri DA Me
Un bambino che legge è un adulto che pensa
Tempo riposato tempo guadagnato
"L'attualità tra virgolette"
Vivir con amor
Educare all'apprendimento
La nuova didattica. Sono tornata!
Versi essenziali per cuori semplici
C'è poco da spiegare...basta leggere.
«Meglio una testa ben fatta che una testa ben piena» (Michel de Montaigne)
"Anche nei tempi bui si canterà? Anche si canterà. Dei tempi bui" B. Brecht
BLOG DIDATTICO_PROF.SSA CRISTINA GALIZIA . Didattica, scrittura creativa, letteratura, attualità nella scuola secondaria di I° grado
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