Il piccolo Charlie

Lui è il piccolo Charlie. Tutto il mondo ne parla, per l’attenzione che è stata creata su caso.  Chi potrebbe rimanere indifferente davanti a un cucciolo di uomo che è nato sfortunato, afflitto da un male incurabile che ne impedisce il normale sviluppo muscolare,    e che sarebbe destinato a morire senza speranza?

C’è già una sentenza della suprema Corte inglese   che ne avrebbe disposto la fine, ordinando la sospensione dell’accanimento terapeutico.

Ma Charlie è così piccolo, così indifeso, così assurdamente  senza speranze, e allora sia il Vaticano che il presidente degli Stati Uniti si sono mossi per fare qualcosa per lui.

Lo vorrebbero entrambi nelle loro cliniche mediche all’avanguardia   dove si  tenterebbe una serie di  esperimenti  nella speranza di trovare una cura miracolosa contro questo male incurabile.

Detto così potrebbe risuonare come una specie di esperimento  laboratoriale    dove Charlie potrebbe diventarne la cavia.  E in effetti un poco è quello che si andrebbe a  tentare. E’ probabile che la vita  artificiale  di questo bimbo di   un anno e  poco più  verrà inutilmente prolungata di un certo periodo che non porterà a nulla,  ma sappiamo quanto sia  difficile staccare la spina a un  figlio che abbiamo messo al mondo volendogli regalare  la promessa di una lunga vita, mentre lui fatica a tenere gli occhi aperti.

E alla fine    Charlie nella disgrazia  è persino privilegiato. Per lui si proverà tutto.

Anche che la suprema corte inglese riveda la sua decisione, e così Charlie potrà arrivare   nelle mura vaticane, dove si predica la salvaguardia della vita  nella misura in cui   non diventi accanimento terapeutico.  Tutto per rispondere alla richiesta dei suoi genitori  che non si rassegnano all’idea  di  vederlo spegnere.

E allora forza Charlie,  Charlie, sei tutti noi, e facci capire   fino a quando Tu  e proprio  Tu  avrai  voglia di combattere.

Dietro la notorietà di questo infante    rimane il destino di morte di migliaia  di altri bambini  di cui però nessuno sa nulla.  Del resto  non si è in grado di salvare tutti, di impedire  tragedie, di……essere presenti  ai problemi ovunque, di avere tutti i riflettori  sistematici puntati addosso…

Anche la  politica globale  è afflitta da un male, questa volta   curabilissimo,   che però nessuno sembra avere la forza   di risolvere.

Se il sole muore, seconda parte

Ho finito di leggerlo.

La prima cosa che mi viene da commentare  è che il libro meritava, naturalmente.  Non solo per come scrive la Fallaci, che comunque lo sappiamo, è stata un genio della scrittura. Non solo perchè  il suo stile ora leggero, ora canzonatorio, ora storico, ora giornalistico…non ci permette mai d’annoiarci.  Ma più che altro per quello che ci racconta, di questo suo viaggio che fece in America a studiare gli astronauti che vanno sulla luna.

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Gesù di Nazaret

da        Il Gesù di Nazaret  di Ida Magli

Nel    leggere questo  saggio su Gesù sapevo di andare a scoprire una visuale del cristianesimo che mi avrebbe sorpreso e  illuminato, oltre che confermato nel mio  pensiero,  ma non potevo immaginare  quanto.

Questa meravigliosa   scrittrice  che ci ha da poco lasciato dall’alto dei suoi  ottantasei anni suonati  si conferma  come un’antropologa profondissima e capace nell’analizzare i fatti storici  che accaddero nel tempo del Messia,  dando di questi una interpretazione  lucida, razionale  e nel contempo spirituale  su quello che fu il volere e il fallimento  inevitabile  dell’agire messianico.

In poche parole, che certo non possono rendere nella loro sinteticità la bellezza ed il dramma che sempre ci assale in ogni discorso intorno alla morte del nostro  Profeta (per chi è credente) ,  o di un grande rivoluzionario della storia (per chi non è credente) ,  Ida Magli ci direbbe (ma sono le mie parole che vanno ad interpretarla):

” Gesù ha cercato di far comprendere al suo popolo e non solo  che  la sola cosa che conta nella vita  è l’amore e il relativo sentirci figli di Dio   dal quale l’amore stesso  è reso  possibile.  Il suo modo di vivere, pensare, comportarsi  è stato   un radicale rifiuto della gerarchia ebraica, un radicale rifiuto della ritualità e della gestione del sacro così come inteso nella stessa Bibbia. Dentro questo agire quotidiano  Gesù comprende di non avere al suo seguito  veri seguaci che l’avessero saputo capire, se non forse in  minima  parte Giovanni.  Nella sua assoluta libertà e consapevolezza, Gesù ama l’umanità che a lui corre per essere assistita, e in particolare ama le donne in quanto parte stessa  e sofferente  dell’umanità, proprio  perchè  nella struttura ebraica  le donne sono relegate a esseri  inferiori e impuri, per la loro stessa costituzione fisica (l’essere soggette al ciclo mestruale).

Le sole persone che forse avrebbero saputo veramente trasmetterlo  al mondo   sarebbero state proprio le donne, ma siccome per la società stessa non contavano nulla,  è necessario che Gesù cerchi solo tra gli uomini  i mezzi   ed i testimoni  del suo passaggio e del  suo agire.

Di sicuro sono proprio le donne ad amarlo/capirlo   profondamente,  e Gesù accetta l’amore che da loro proviene senza cercare di impedirlo, perchè l’amore in quanto tale non può essere fermato, impedito, condannato, giudicato e offeso.

Tutto questo accade nella totale  disapprovazione  del sistema sociale e nella totale confusione e  imbarazzo  a cui ripetutamente gli apostoli non sanno dare una spiegazione  e necessaria comprensione.

Accade anche nella finale disperazione del figlio di Maria, la quale per tutti i trent’anni di vita in comune con lui avrà cercato di farne di lui un buon figlio della sua stirpe, senza riuscirci (secondo la sua visione),  Gesù stesso  si trova   nella totale  sconsolazione,   perchè senza possibilità d’avere  persone simili  a lui  al suo fianco.

Gli apostoli del Figlio di Dio sono tali più per necessità che per vocazione,  e saranno proprio   loro i destinatari inadeguati   di questo personaggio specialissimo ed unico  che mai più si potrà ripetere nella storia dei popoli.

La Chiesa che consegue alla vita e morte di Gesù non è in nulla la Chiesa che Gesù stesso avrebbe voluto, sempre che Gesù avesse mai voluto    cambiare una Chiesa sbagliata con un’altra altrettanto identica nello stile;   Gesù stesso  non  avrebbe mai   pensato di lasciarci  in eredità   il cristianesimo, proprio perchè Gesù è nel profondo contrario a qualunque forma di amore sacrale  istituzionalizzato.  In lui sacro e profano vengono a identificarsi.   In altre parole,  non si trattava di trasformare una religione ormai superata in un’altra religione che in quanto tale si sarebbe rivelata inadeguata al suo scopo liberatore e salvifico.  Gesù ci dice che Dio sta in ogni uomo e donna in quanto persone fatte a  immagine e somiglianza di Lui, e che è solo l’esercizio dell’amore che ci permette di far vivere l’amore  cioè Dio stesso dentro di noi.

Il fatto che dopo di Lui mandato a morire si sia voluti costruire la Chiesa con i suoi sacramenti e riti e dogmi tra cui il principale che è quello eucaristico,  significa che gli uomini non hanno capito nulla dell’insegnamento stesso del Messia, se non che dimostrare che forse  questo  valore o potere o sapienza o virtù  o necessità   dell’essere giusti  spetta a pochi uomini e non all’umanità in quanto tale, meno che meno alle sue gerarchie, comprese quelle sacre.

Pochi uomini illuminati che accettano di destinarsi ad una vita di solitudine ed emarginazione,  dove non esiste il potere, dove non esiste  il  prestigio, l’onorificenza,  l’elogio,  ma  il  contentarsi, possono semmai  arrivare ad avvicinarsi al suo  pensiero.

O ancora meglio,  saranno gli ultimi ad essere i primi nel regno dei cieli.  Eppure la nostra religiosità o  fede o volontà d’amare come sarebbe meglio chiamarla,  deve essere spesa qui nella vita della terra, e non riservata al mondo dei morti che poi sarà il mondo  implacabile del giudizio, o forse fin troppo accomodante  ed equivocabile    del perdono.”

 

Insomma,   Gesù lascia un interrogativo aperto.  E’ possibile  dare vita  al suo insegnamento  nello spazio e nel tempo della vita di ogni uomo e donna sulla terra?

Certo che rimane possibile,  che non possiamo negare la libertà dell’amore che agisce ovunque quando meno ce lo aspettiamo,  che  non può essere fermato da nessun potere dittatoriale   se non attraverso la forma distruttiva della violenza fisica e morale la quale può distruggere il corpo ma nulla può contro  la forza  dello spirito.

Ida Magli con maestria rigorosa   divide le vere parole di Gesù scritte nei Vangeli, dalle parole costruite dagli evangelisti ad interpretazione  e  illustrazione  del loro scopo, non certo  per volere dissacrare quello che rappresenta la nostra indiscussa tradizione, ma per dare come Gesù avrebbe voluto il giusto senso ad ogni cosa.

Ma come possiamo legare questa presenza totale d’amore con il mondo reale che ci circonda, il quale ha completamente   dichiarato  guerra  al legame dell’uomo con Dio, un  Dio che viene stupidamente   associato alle forme dittatoriali delle sue gerarchie, un Dio che viene dichiarato ideologicamente   ancora  un’idea  menzognera messa in circolo da regie  politiche  perverse?  O ancora peggio: un Dio che viene messo in conflitto con se stesso, là dove i tre grandi monoteismi nel nome dello stesso Dio hanno portato il mondo sull’orlo di un ennesimo conflitto di religione, che poi è solo conflitto di potere?

Come legare questo esercizio  perfetto e meraviglioso dell’amore  all’essere sessuato dell’uomo  che oggi giorno  ha sdoganato forme   confuse di sessualità, dove si dice di detta sessualità   il tutto e il contrario di tutto?   Come legare  questa scelta dell’amare senza un secondo fine, semplicemente nel donarsi  e nel farci  accoglienza,   con  le scelte perentorie    dell’uomo  che ricorrendo alla tecnica  ha  destabilizzato il confine  tra il naturale e l’artificiale?

Gesù, se fosse oggi tra noi,  come si comporterebbe?  Quali parole avrebbe da riservarci?

Io so solo che   Gesù  non è vissuto e morto per nulla.  So solo che  non ci possiamo affidare a nessuno se non al nostro senso  religioso  interiore che ci può ancora guidare nella selva sempre più oscura  e tenebrosa che è il dono  di vivere.

La tragedia di Giulio Regeni

Lui  era Giulio Regeni, un giovane ricercatore universitario che stava portando avanti la sua ricerca   di dottorato per conto degli inglesi    Al Cairo, in Egitto.

Un anno fa proprio oggi, il 25 gennaio 2016, il suo corpo martoriato veniva ritrovato  senza vita,  torturato in ogni sua parte, tanto che la madre  disse, nel vederlo “Aveva intatta solo la punta del naso”

Su questa morte il governo egiziano ha cercato di raccontare le più varie versioni, tutte del resto inverosimili.

Prima ci fu detto che Regeni aveva subito un incidente automobilistico.

Poi ci fu detto che il giovane Regeni era finito in uno strano giro di omosessuali.

Quindi che era finito in uno strano giro di droga.

Quindi che era stato rapito da una gruppo di sbandati malavitosi    che ne volevano chiedere il riscatto.

Dopo questa ennesima  versione  assurda e poco credibile,  che ci ha fatto molto incazzare per il fatto di venire presi in giro  da un paese straniero che ritenevamo amico,  ecco l’ultima apparente verità.  Regeni andava in giro a fare domande poco  opportune,  assoldato dai suoi capi inglesi dell’Università,  e quindi  è stato denunciato  per patriottismo  alla polizia egiziana dal capo del sindacato autonomo  degli ambulanti,   accusato   di essere una  pericolosa  spia  che andava eliminata.

Esiste un video che ritrae Giulio nove giorni prima di venire fatto sparire.

In questo video il sindacalista gli chiedeva del denaro, ma lui risponde che non può dare denaro per una ricerca universitaria i cui finanziamenti non dipendono   da lui, di cui lui certo non ha nessun  interesse privato e personale.

Allora come sarebbe andata a finire? Il sindacalista lo vende alle forze dell’ordine perchè non avrebbe ottenuto il compenso desiderato?

E perchè questo video compare solo oggi? E chi manovrava dietro  questo video?

Il sindacato o i servizi segreti? O entrambi?   Regeni era già stato avvistato da tempo   come una persona indesiderata che andava in giro a fare troppo domande scomode?

Ma perchè l’Università inglese che gioca un ruolo di primo piano in questa vicenda non fa sentire la sua chiara versione? Che non l’abbiano voluto fare i servizi segreti egiziani è abbastanza comprensibile.  Ma gli inglesi?

Regeni era consapevole di quanto stava rischiando in questa vicenda? Era consapevole di stare in una paese per nulla democratico  che certo avrebbe mal digerito il suo andare in giro a fare domande pericolose?  In che modo la stessa Università inglese  è in parte responsabile di  mandare suoi accademici dentro situazioni certamente scomode e troppo a rischio?

Al Cairo ogni giorno spariscono di media tre giovani sotto tortura e sotto repressione.

Giulio Regeni per  questo governo    era solo ed è stato solo un personaggio   che andava eliminato e che poi andava  scaricato nella maniera più opportuna e più indegna.

Per esempio, cercando di infangarne la memoria ed il merito, memoria e merito che non è stata in nulla scalfita da tutti questi 365 giorni  che ci dividono da quel tragico evento.

Credo che presto la totale verità verrà fuori. E  credo che  in questa storia gli inglesi giocano un ruolo non minore. Non si vuole sminuire la gravissima responsabilità del governo egiziano, un governo dittatoriale e violento,  che non poteva venire in alcun modo sottovalutato.

Di certo c’è solo che un giovane italiano brillante e coraggioso (forse fin troppo)  è stato eliminato tra le peggiori sevizie  nel compimento del suo lavoro, nel compimento del suo dovere, nel compimento della sua missione universitaria.

La sua famiglia ne porterà il dolore per sempre.

Noi possiamo solo  prenderne atto. E riflettere sull’immediato futuro. Anche con scelte internazionali mirate e accorte. Nel nome di questo nostro meritevole  italiano.

 

 

 

Dopo l’occidente

Ho appena finito di leggere Dopo l’occidente di Ida Magli.

Libro interessantissimo, per acutezza, intelligenza, vastità di conoscenze e amore per la verità, o meglio, amore per la ricerca di un mondo più giusto e più a misura d’ uomo.

Ida Magli è una donna arguta, determinata nelle sue analisi che non si lasciano deviare dai pensieri dominanti e spesso superficiali e di comodo.

Fa un’analisi spietata dell’Europa di oggi, ormai volta al tramonto, destinata a diventare l’Africa del nord tra l’indifferenza di tutti, in primis dei sistema di potere occulti che ne hanno decretato la fine a suon di  guadagni predatori  operati dalla logica finanziaria e speculativa.

Fa un’analisi   spietata  degli americani e di quello che l’America ormai  rappresenta sempre più per tutti,  ossia un paese non più liberatore, non più portatore di pace e di democrazia (se mai è esistito un tempo in cui lo è stato), ma un paese violento, fagocitante e onnivoro, pronto a divorare anche se stesso se si dovesse trovare nel bisogno di farlo.

Fa un’analisi spietata della Chiesa, che da comunità  evangelica e perseguitata si è trasformata nel tempo in un contenitore ora crudele,   ora  corrotto, ora vuoto,   che ostinatamente continua  a dichiararsi, più per necessità che per convinzione,  portatore di luce e di salvezza.

Fa un’analisi  spietata  dell’Islam e di quello che rappresenta, ossia un’enorme agglomerato di persone pressochè primitive, insensibili a qualunque volontà di cambiamento e di apertura al mondo, convinte della propria attuale superiorità sia numerica che ideologica, e che  detteranno da qui a breve il loro predominio su una comunità europea e non solo, del tutto incapace a difendersi e a proteggere la propria bellezza, la propria storia, la propria civiltà,  la propria scienza, la propria arte, musica, e letteratura. Tutto quello che ha costruito in 2000 anni di vita.

E’ la fine dell’Occidente, è la fine della supremazia dei bianchi sui neri o sugli orientali.

E’ la fine del nostro mondo, delle nostre radici, della nostra passione per il progresso, le nostre scoperte,  le nostre incommensurabili battaglie che mentre che seminavano vittime andavano a celebrare il trionfo della libertà sull’oscurità dello stare prigionieri dei propri tabù.

Dopo l’occidente ci dice a chiare lettere che stiamo per finire, che verremo dominati da esseri inferiori in tutto ma non nel numero e non nell’ignoranza.

Si sa che l’ignoranza può fare enormi danni, persino maggiori dell’intelligenza criminale.

Infine la scrittrice  apre uno spiraglio:  chiude la sua  serie di analisi spietate, scomode ed indigeste,  con un’analisi generosa e portatrice  di possibilità di  ripresa da questa già decretata apocalisse.

Sarà la  grande  Russia il paese che erediterà i nostri tesori, che cercherà di fare opposizione alla conquista islamica, che non sarà mai assorbita dalla follia  americana, che non mollerà le proprie radici ortodosse e profondamente religiose, nonostante la  rivoluzione bolscevica, nonostante  lo sterminio assoluto  perpetrato  contro i monaci e contro il pensiero  religioso  e teologico. Se lo fece, fu per ottime  ragioni che Ida Magli non ha problemi    ad argomentare.

Una Russia che ci è sempre più assomigliata di quanto mai abbiamo saputo comprendere, che ci ha sempre amato e preso come modello, modello di vita, di cultura e di espressione, senza però  essere mai stata la stessa cosa, perchè la grande e sterminata  terra  degli zar   si è sempre contraddistinta  per il proprio ineguagliabile  ed  indomabile  carattere.

Dentro questo scenario globale non mancano considerazioni interessanti sul Giappone e sulla Cina, il  primo elogiato per la propria assoluta capacità  disciplinare, il secondo elogiato  per  la propria capacità di pesare sull’asse della bilancia, almeno in termini economici.

Non mancano nemmeno gli ebrei, che rimangono una presenza non presenza, nel senso che  se Israele  è stato capace   di regalarci  Gesù di Nazaret,   lo ha fatto senza volerlo, lo ha fatto senza riconoscerlo, lo ha fatto conducendolo a morte, tra   la repulsione dei romani   ed   il ludibrio  del popolo  perduto    osannante ed inconsapevole  della  sua fine.

Scrittrice dalle grandi passioni,  dunque, che credo abbia ancora molto da dirci.

 

 

 

 

 

 

 

L’arte del dono

Donare è un’arte, un bisogno, una festa, la festa dell’anima che si autocelebra, che non si vuole dimenticare, che urla al mondo “Io esisto, e tu esisti, e noi siamo presenze che contano, non nullità nell’aria, non  inesistenze cancellabili…

Non si può donare quello che non si possiede, sarebbe come barare.

Non si può donare a chi butterebbe il nostro dono nella spazzatura,   sarebbe buttare via una opportunità.

Non si può donare  a chi   pretende il nostro pensiero come obbligato,  sarebbe un servire.

Doniamo allora a chi sa ricevere, a chi sa dire grazie, a chi sappiamo essere nostro creditore, a chi  dobbiamo/vogliamo/possiamo   soccorrere  o  vestire con i colori della felicità…

Buon fine anno  e i migliori auguri per  l’anno nuovo, che possa essere davvero un anno di miglioramento globale.

E  lunga vita alle differenze, alle coerenze, alle radici, alle propulsioni, alle tante anime che pulsano nei popoli, che possano sempre sopravvivere alla lunga mano del potere malvagio presente in mezzo a noi,  che tutto pretende di schiacciare.

Urliamo tutti insieme “Io sono umano”

 

 

 

Buon fine anno….

Prepariamoci all’anno nuovo

Sta per arrivare,  porterà a tutti cose meravigliose, sarà migliore di quello che  ci lasciamo alle spalle, ricco di promesse e speranze.

Bisogna crederci, che la fiducia nel futuro può fare miracoli…sempre.

Bisogna avere speranza e coraggio.

E poi non si tratta banalmente  di miracoli, ma di sogni per cui abbiamo lottato che diventeranno realtà più che meritate… Diamoci da fare :-)))

 

 

 

Il terrorista Amri Anis è morto

Ucciso il terrorista Amis

E’ stato ucciso il  folle terrorista del momento.

A  Sesto San Giovanni, là da dove il tir era partito  prima di finire a Berlino per la terribile strage  pianificata.

Un viaggio  di morte  andata e ritorno.

Questa volta i controlli hanno funzionato, le forze dell’ordine hanno fatto il loro lavoro con grande responsabilità e coraggio.

E la Germania ci ringrazia.

Grazie Italia

 

Trump vince

 

E’      il nuovo volto della Grande America.

Ha spiazzato chi lo dava  per impossibile, chi lo ha   insultato in tutte le maniere, non sapendo mettersi nella pancia del Paese, della gente comune, la working class,  che deve preoccuparsi   di mettere insieme    il pranzo con la cena.

La Clinton  non ha convinto, non è piaciuta abbastanza,  non era certamente   lei la  persona giusta da mettere come controparte, troppo compromessa  con i giochi di palazzo, con  la politica del conformismo.

Il presidente uscente Obama ha subito fatto squadra, ha subito invitato il popolo  elettorale  ad accogliere pacificamente il risultato del voto,  anche se ci sono state manifestazioni giovanili spontanee   anti Trump, mosse  dalla cocente delusione e dalla paura del futuro.

Ecco, la democrazia è anche questo: ieri con un Presidente di colore, oggi con uno yankee  di razza  che   ha salutato e ringraziato la Grande  Congregazione Americana  per avergli dato fiducia, per averlo onorato di tanto  riconoscimento.

E  se Trump dovesse stupire tutti quanti???

Staremo a vedere. In politica contano solo i fatti.

Norcia chiede di Vivere, come prima, meglio di prima…

Aiutiamo Norcia e dintorni  a tornare a vivere…

Hanno bisogno di tende, container, casette di legno, speranza…

Non lasceranno mai i loro paesi, nessuno vuole lasciare le sue radici…

non senza giusta causa… non senza la morte nel cuore…

Rilancio il sito che può dare suggerimenti su come muoversi…Terremotocentroitalia

Fertility Day: ecco come lo penso…

Mettiamoci a fare un bambino

Mettiamoci a fare un bambino

Ma se non arriva ...

Ma se non arriva …

Ma se non possiamo farlo adesso perchè...

Ma se non possiamo farlo adesso perchè…

Dobbiamo volere una società che protegge la famiglia...

Dobbiamo Costruire   una società che protegga  la famiglia…

Ammetto d'essere all'antica, per me la famiglia è ancora questa...

Ammetto d’essere all’antica, per me la famiglia è ancora questa…

cioè questa

cioè questa

e non omosessuale

è possibile anche questa  ( solo  come eccezione alla regola)

e questa è possibile ma solo per diritto di adozione e non di surrogazione

e questa è possibile ma solo per diritto di adozione e non di surrogazione

Credo nelle differenze e non nelle omologazioni che nel nome della democrazia pretendono di cancellare la Storia di millenni

Personalmente Credo nelle differenze e non nelle omologazioni che nel nome della democrazia intesa come il tutto concesso, pretendono di cancellare la Storia di millenni, il nostro naturale sentire- Non per questo mi sento una che dorme…

Le famiglie possibili sono tante ma solo uno rimane il modo di fare figli

Le famiglie possibili sono tante ma solo uno rimane il modo di fare figli da cui dipende il diritto/dovere  di averne

Come di certo la fertilità necessita di cromosomi differenti che quando funzionano fanno miracoli

Di certo la fertilità necessita di cromosomi differenti che quando funzionano fanno miracoli

Non voglio ridurmi a sperare in un miracolo...

però non voglio ridurmi a credere nei miracoli…

Però i figli è meglio farli quando non si è troppo vecchi

E  i figli è meglio farli quando non si è troppo vecchi,  potendolo fare

Un giorno sarò madre

Un giorno sarò madre

Un giorno sarò padre...

Un giorno sarò padre…

Un giorno ci sarò anch'io...

Un giorno ci sarò anch’io…

Non posso compromettere la mia possibilità d'avere figli...

Non posso compromettere la mia possibilità d’avere figli…

E se il Maggiore problema è sociale...

E se il Maggiore problema è sociale…  con il  Diritto degli uomini compreso…

Allora lavoriamo sul Concreto per far vincere le Idee...

Allora lavoriamo sul Concreto per far vincere le Idee di libertà, giustizia, realizzazione…

Olimpiadi 2016

Sono già iniziate da qualche giorno, ma sinceramente  non mi sono sembrate l’evento prioritario.

Però è bello potere parlare ogni tanto di cose positive, ed i giochi olimpici, doping permettendo,  sono senza dubbio un evento che ancora ci  conquista.

Tante medaglie all’Italia, naturalmente!!!

Calendario programma completo

 

Muhammad Alì

Un mito, un simbolo, un grande del ventesimo secolo

Addio a Muhammad Alì

Povera società, povera Sara

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Un mondo senza atomica

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E’ morto il signor Hood

A un   Grande Signore della Politica Italiana che deve continuare a Vivere tra noi

L’orco, la verità e i bambini

Lui è l’orco cattivo che i bambini se li mangia dopo averli abusati.

Gli adulti lo sanno, ma non dicono nulla.

Sentono  e vedono il pianto degli innocenti, ma  raccomandano di fare silenzio,  che tutto passerà….

Allora gli amici bambini dei bambini mangiati, raccontano tutto  alla fata buona che arriva per salvarli.

E la piccola Fortuna  finalmente riesce ad avere da morta  l’attenzione  che tanto si meritava d’avere  da viva.

 

Le nozze di Laura

Le nozze di Laura  è una storia  al limite tra la realtà e  il sogno,  tra il passato e il futuro,  tra il moderno e l’antico, tra la tradizione e la capacità di cambiamento,   tra  il bisogno sociale di scoprire un’umanità diversa e il bisogno personale  di  crescere imparando a saperci difendere da chi ci vuole fare del male.

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l’amore non è violenza

L’evento è già accaduto, ma non per questo scaduto.

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Io percepisco, ma tu sei

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Non basta percepire, occorre verificare che quello che ho percepito corrisponde al vero.

Se bastasse la verità della percezione,  allora io sono Napoleone perchè così mi percepisco.

Oppure  una giraffa  con lo spirito di un’aquila…

E’ quello che sta accadendo al nostro pensiero squilibrato.

Occorre stare molto attenti a non perdere la bussola dell’orientamento, amici carissimi.

Così come siamo tutti d’accordo nel dire che il terrorismo islamico è una follia, dovremmo anche essere tutti d’accordo che c’è differenza tra il percepire qualcosa  e il comprendere quella stessa cosa, tra il fare una prima analisi delle cose e  l’arrivare alla verità, quella risolutiva,  quella che alla fine conta e permette di costruire le cose.

Perchè noi siamo fatti per crescere, per essere felici, per trovarci, per trovare, per mettere tutto in discussione ma anche per non buttare via le cose di cui non possiamo fare a meno,  per amare senza con questo distruggerci e distruggere, per odiare senza con questo uccidere e mortificare.

Questo volevo dirvi, oggi.

dove il vento grida più forte

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ecco il mondo libero

Un grande e composto spettacolo, come mai si era mai visto, come mai si era mai sentito.

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5 gennaio 2015

e la luce fu

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luce del mondo

In una stanza silenziosa c’erano quattro candele accese. La prima si lamentava: “Io sono la pace. Ma gli Uomini  preferiscono la guerra: non mi resta che lasciarmi spegnere” e cosi accadde. La seconda disse: “Io sono la Fede. Ma gli Uomini preferiscono le favole. Non mi resta che lasciarmi spegnere” e cosi accadde. La terza candela confessò: “Io sono l’amore. Ma gli Uomini sono cattivi e incapaci di amare. Non mi resta che lasciarmi spegnere“.  All’ improvviso nella stanza comparve un bambino che, piangendo, disse: “Ho paura del buio“. Allora la quarta candela disse: “Non piangere. Io resterò accesa e ti permetterò di riaccendere con la mia luce le altre candele. Io sono la speranza

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viva peppino tra noi

Quando ho visto il film che ci racconta la vita e la morte di Peppino Impastato, oltre essermi commossa per la bellezza di questa persona che ha vissuto in maniera coerente e coraggiosa, mi sono sentita catturare  da  una scena  specifica, che tutto dice del personaggio e del suo modo di pensare e di sentire.

Saremmo naturalmente  portati a immaginare  che sia  quando viene ucciso, o  quando mette la sua vita in serio pericolo, con le sue incontenibili e straordinarie provocazioni che non conoscevano pudore e paura di sorta…(in apparenza).

E invece no.

Mi colpì  moltissimo, come continua a colpirmi ogni volta che la rivedo, la scena di quando si mette a litigare con il fratello più piccolo, più normale, più discreto, più rispettoso delle regole e del quieto vivere…(che così faceva  per non fare soffrire troppo i genitori, che per quanto criticabili, sono sempre e sempre rimangono carne della nostra carne).

Si mette a urlare, a urlare, a urlare tutta la sua rabbia, la sua voglia di ribellarsi, di rompere uno schema sempriterno, mentre che il povero miserrimo cercava di calmarlo e avrebbe voluto sparire sessanta metri sotto terra.

Peppino Impastato dichiara al mondo,  in una  maniera che non dà possibilità di ritorno, il suo essere diverso,  il suo essere contro la mafia, contro la società dell’omertà e della condiscendenza, e lo fa contando i cento passi che separano la sua casa dalla casa di chi tiene soggiogato un intero paese, un intero popolo, con tutte le miriadi di vite che contiene, le vite delle sue donne, dei suoi uomini, dei loro figli e dei figli  dei loro figli…


 

Questo giullare della verità  probabilmente aveva messo in conto di venire ucciso, prima o poi, probabilmente in cuor suo se n’era fatto un’idea,  sull’eventualità; ma mai se lo sarebbe immaginato così presto, così improvvisamente, così vigliaccamente, con tutta quella inaudita e bestiale violenza.

Non è violento  che Peppino muoia; non è violento che Peppino venga trucidato, preso a sassate come un porco che deve essere scuoiato; è violento e inaccettabile che Peppino muoia  nel momento che  aveva scelto non per morire, ma per vivere. Vivere per urlare, sbraitare, correre, fottere, ridere, bersi qualche birra, scrivere, raccontare il mondo…

e Morendo in quel modo viene consegnato all’eternità, non l’eternità  che il mondo disprezza a cui rivolge sono fragorose pernacchie, ma l’eternità di chi se ne frega  della morte perchè sa che tanto solo i porci muoiono.

Di  sicuro   i codardi e i malavitosi che  uccidono come bestie, come  sciacalli, peggio delle bestie, peggio degli sciacalli, perdendo nell’atto dell’uccidere   la loro dignità di uomini, loro non sono mai nati, sono zombi viventi, sono morti che camminano, loro sì morti che camminano perchè quando moriranno nessuno si accorgerà della loro scomparsa, se non per gioirne…

Questo giovane che per me rappresenta il meglio di ogni possibile gioventù, l’indomani della  suo morte, anzichè trovare lacrime e riconoscimenti,  si trova a dovere  competere  contro un fatto di cronaca estremamente   ridondante sotto il profilo politico ed  internazionale;  il ritrovamento del cadavere dell’onorevole Aldo  Moro che viene fatto scoprire dentro il bagagliaio di una macchina.

In quel  frangente,  del suo assassinio  si parla pochissimo, in sordina. Si dice che Peppino si sia suicidato. Si cerca di  archiviare il fatto come un incidente legato alla depressione.

Sarà poi la forza della madre e di chi l’aveva conosciuto ed amato, del suo stesso paese  e dei suoi stessi amici,  la forza della verità, a rendergli giustizia, a portare all’onore della cronaca e della storia questo semplice esempio di umanità e di poderosa  civile testimonianza.

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