da Il Gesù di Nazaret di Ida Magli
Nel leggere questo saggio su Gesù sapevo di andare a scoprire una visuale del cristianesimo che mi avrebbe sorpreso e illuminato, oltre che confermato nel mio pensiero, ma non potevo immaginare quanto.
Questa meravigliosa scrittrice che ci ha da poco lasciato dall’alto dei suoi ottantasei anni suonati si conferma come un’antropologa profondissima e capace nell’analizzare i fatti storici che accaddero nel tempo del Messia, dando di questi una interpretazione lucida, razionale e nel contempo spirituale su quello che fu il volere e il fallimento inevitabile dell’agire messianico.
In poche parole, che certo non possono rendere nella loro sinteticità la bellezza ed il dramma che sempre ci assale in ogni discorso intorno alla morte del nostro Profeta (per chi è credente) , o di un grande rivoluzionario della storia (per chi non è credente) , Ida Magli ci direbbe (ma sono le mie parole che vanno ad interpretarla):
” Gesù ha cercato di far comprendere al suo popolo e non solo che la sola cosa che conta nella vita è l’amore e il relativo sentirci figli di Dio dal quale l’amore stesso è reso possibile. Il suo modo di vivere, pensare, comportarsi è stato un radicale rifiuto della gerarchia ebraica, un radicale rifiuto della ritualità e della gestione del sacro così come inteso nella stessa Bibbia. Dentro questo agire quotidiano Gesù comprende di non avere al suo seguito veri seguaci che l’avessero saputo capire, se non forse in minima parte Giovanni. Nella sua assoluta libertà e consapevolezza, Gesù ama l’umanità che a lui corre per essere assistita, e in particolare ama le donne in quanto parte stessa e sofferente dell’umanità, proprio perchè nella struttura ebraica le donne sono relegate a esseri inferiori e impuri, per la loro stessa costituzione fisica (l’essere soggette al ciclo mestruale).
Le sole persone che forse avrebbero saputo veramente trasmetterlo al mondo sarebbero state proprio le donne, ma siccome per la società stessa non contavano nulla, è necessario che Gesù cerchi solo tra gli uomini i mezzi ed i testimoni del suo passaggio e del suo agire.
Di sicuro sono proprio le donne ad amarlo/capirlo profondamente, e Gesù accetta l’amore che da loro proviene senza cercare di impedirlo, perchè l’amore in quanto tale non può essere fermato, impedito, condannato, giudicato e offeso.
Tutto questo accade nella totale disapprovazione del sistema sociale e nella totale confusione e imbarazzo a cui ripetutamente gli apostoli non sanno dare una spiegazione e necessaria comprensione.
Accade anche nella finale disperazione del figlio di Maria, la quale per tutti i trent’anni di vita in comune con lui avrà cercato di farne di lui un buon figlio della sua stirpe, senza riuscirci (secondo la sua visione), Gesù stesso si trova nella totale sconsolazione, perchè senza possibilità d’avere persone simili a lui al suo fianco.
Gli apostoli del Figlio di Dio sono tali più per necessità che per vocazione, e saranno proprio loro i destinatari inadeguati di questo personaggio specialissimo ed unico che mai più si potrà ripetere nella storia dei popoli.
La Chiesa che consegue alla vita e morte di Gesù non è in nulla la Chiesa che Gesù stesso avrebbe voluto, sempre che Gesù avesse mai voluto cambiare una Chiesa sbagliata con un’altra altrettanto identica nello stile; Gesù stesso non avrebbe mai pensato di lasciarci in eredità il cristianesimo, proprio perchè Gesù è nel profondo contrario a qualunque forma di amore sacrale istituzionalizzato. In lui sacro e profano vengono a identificarsi. In altre parole, non si trattava di trasformare una religione ormai superata in un’altra religione che in quanto tale si sarebbe rivelata inadeguata al suo scopo liberatore e salvifico. Gesù ci dice che Dio sta in ogni uomo e donna in quanto persone fatte a immagine e somiglianza di Lui, e che è solo l’esercizio dell’amore che ci permette di far vivere l’amore cioè Dio stesso dentro di noi.
Il fatto che dopo di Lui mandato a morire si sia voluti costruire la Chiesa con i suoi sacramenti e riti e dogmi tra cui il principale che è quello eucaristico, significa che gli uomini non hanno capito nulla dell’insegnamento stesso del Messia, se non che dimostrare che forse questo valore o potere o sapienza o virtù o necessità dell’essere giusti spetta a pochi uomini e non all’umanità in quanto tale, meno che meno alle sue gerarchie, comprese quelle sacre.
Pochi uomini illuminati che accettano di destinarsi ad una vita di solitudine ed emarginazione, dove non esiste il potere, dove non esiste il prestigio, l’onorificenza, l’elogio, ma il contentarsi, possono semmai arrivare ad avvicinarsi al suo pensiero.
O ancora meglio, saranno gli ultimi ad essere i primi nel regno dei cieli. Eppure la nostra religiosità o fede o volontà d’amare come sarebbe meglio chiamarla, deve essere spesa qui nella vita della terra, e non riservata al mondo dei morti che poi sarà il mondo implacabile del giudizio, o forse fin troppo accomodante ed equivocabile del perdono.”
Insomma, Gesù lascia un interrogativo aperto. E’ possibile dare vita al suo insegnamento nello spazio e nel tempo della vita di ogni uomo e donna sulla terra?
Certo che rimane possibile, che non possiamo negare la libertà dell’amore che agisce ovunque quando meno ce lo aspettiamo, che non può essere fermato da nessun potere dittatoriale se non attraverso la forma distruttiva della violenza fisica e morale la quale può distruggere il corpo ma nulla può contro la forza dello spirito.
Ida Magli con maestria rigorosa divide le vere parole di Gesù scritte nei Vangeli, dalle parole costruite dagli evangelisti ad interpretazione e illustrazione del loro scopo, non certo per volere dissacrare quello che rappresenta la nostra indiscussa tradizione, ma per dare come Gesù avrebbe voluto il giusto senso ad ogni cosa.
Ma come possiamo legare questa presenza totale d’amore con il mondo reale che ci circonda, il quale ha completamente dichiarato guerra al legame dell’uomo con Dio, un Dio che viene stupidamente associato alle forme dittatoriali delle sue gerarchie, un Dio che viene dichiarato ideologicamente ancora un’idea menzognera messa in circolo da regie politiche perverse? O ancora peggio: un Dio che viene messo in conflitto con se stesso, là dove i tre grandi monoteismi nel nome dello stesso Dio hanno portato il mondo sull’orlo di un ennesimo conflitto di religione, che poi è solo conflitto di potere?
Come legare questo esercizio perfetto e meraviglioso dell’amore all’essere sessuato dell’uomo che oggi giorno ha sdoganato forme confuse di sessualità, dove si dice di detta sessualità il tutto e il contrario di tutto? Come legare questa scelta dell’amare senza un secondo fine, semplicemente nel donarsi e nel farci accoglienza, con le scelte perentorie dell’uomo che ricorrendo alla tecnica ha destabilizzato il confine tra il naturale e l’artificiale?
Gesù, se fosse oggi tra noi, come si comporterebbe? Quali parole avrebbe da riservarci?
Io so solo che Gesù non è vissuto e morto per nulla. So solo che non ci possiamo affidare a nessuno se non al nostro senso religioso interiore che ci può ancora guidare nella selva sempre più oscura e tenebrosa che è il dono di vivere.