ma il suo Paese lo ha voluto ignorare fino alla fine, e continuerà ad ignorare questo problema fino a che potrà, perchè è un tema scomodo che nessuna volontà politica italiana adeguata vuole farsene carico.
Così chi sceglie per disperazione di morire o lo fa clandestinamente, o lo può fare andando in quei paesi dove viene permesso e legiferato.
Fino alla fine condannati all’isolamento, all’esilio, al rifiuto della normalità, senza diritti nè per la vita nè per la morte.
Certo, non è normale volere vedere finita la propria vita, ma è normale passare la propria esistenza attaccati a un tubo con il quale respiriamo, ci nutriamo, parliamo, mentre tutto del nostro corpo è condannato al buio totale?
Anzi no, il nostro cervello è ancora attivo e funzionante, e ci fa ricordare di quando eravamo uomini come tutti, capaci di stare nel mondo senza macchine che ci fanno vegetare a tempo indeterminato, meccanicamente, ignorando di noi se siamo tristi o felici, disperati o presenti, senza desideri o con tanti pensieri che guardano alle cose che sono il nostro domani.
Potrà mai in Italia un uomo decidere che se non c’è un domani, non ci può essere nemmeno un oggi? Potrà un uomo condannato ad essere ostaggio di un tubo che lo tiene respirante, decidere di volere fare un viaggio dove forse potrà trovare la pace che ha perso?
Dj Fabo ha combattuto con tutte le sue forze, ed alla fine ieri ha smesso di essere obbligato ad una macchina ed impedito senza speranza alla felicità.
Perchè il potere essere felici e non condannati a stare attaccato a un tubo è un diritto sacrosanto e sancito dalla Costituzione.