Morto il leader Maximo

Morto il lider Maximo

Nel bene e nel male ha fatto la storia di Cuba, è stato fino alla fine capace di rimanere fedele a se stesso e alla sua storia, alla storia della sua Isola: Cuba lo ha più amato che odiato, e per essere stato un dittatore,  il mondo ha potuto vedere di molto molto molto   peggio di lui…

E’ stata di certo la forma di comunismo di Stato  più a misura d’uomo  che si sia vista  sul pianeta Terra.

Rimane di certo  una realtà  alla quale fare riferimento e sulla  quale volgere studi e riflessioni, osservazioni, critiche e  possibili cambiamenti per il futuro, soprattutto dopo la fine dell’embargo americano.

Figura eccezionale che è entrata nell’immaginario collettivo accanto all’altro grandissimo lider,  rimasto  amatissimo ai giovani rivoluzionari di ogni tempo,  il  leggendario  Che Guevara.

In vita   ha dovuto combattere feroci lotte e guerre fredde senza risparmi di colpi da parte dei suoi potentissimi avversari, senza mai arrendersi.

A 90 anni  si è lasciato piegare dal tempo,  che non risparmia nessuno,  che arriva  nel momento che deve essere  per tutti…

Una rivoluzione autonoma, quella cubana; mai esportata, non esportabile, unica.

Ma il suo futuro?

 

 

70 anni di democrazia, attenzione a non perderla

  

 

Meravigliose donne di ieri, di oggi, di domani…

 

 

Riforma della scuola o riforma della società?

Nella riforma della scuola   si parla di       retroazioni virtuose  per cui   si intende   che  il docente dovrebbe diventare il primo e assoluto  coach  di se stesso, del proprio lavoro, del proprio agire didattico.

L’ultimo  ma non meno importante   compito dell’insegnante è quello di valutare.  Per potere certificare correttamente  un percorso  formativo    occorre ovviamente   avere  osservato, avere registrato, avere programmato secondo  uno stile meticoloso che prevede per ogni ambito   il quando valutare, il cosa valutare e il come valutare.

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Analisi di un salvatore…

Torno sul mio argomento preferito: la personalità di Gesù.

Dalla lettura molto accattivante di Alberto Maggi  sto rispolverando  un Cristo  che praticamente era:

  • irriverente ( non su cura dell’autorità, delle convenzioni, della tradizione, mettendosi a dire e fare cose assolutamente sconvenienti)
  • scomodo ( parlando nel nome del Padre suo, ossia nostro, mette in ridicolo la stessa autorità che aveva la presunzione di detenere  la verità assoluta  e andando predicando tutto il contrario di quello che i sacerdoti del Tempio  sostenevano)
  • rivoluzionario ( glorifica gli ultimi, la feccia della società, e anzichè circondarsi di dotti e religiosi, si circonda di miserabili pescatori, dopo avere  riscattato i pastori  e i ladri; parla  alle donne,  che era noto, non avevano diritto di occupare un posto di rilievo nella gerarchia sociale; addirittura perdona l’adultera,  compromettendo un equilibrio politico e giudiziario che si reggeva sulla condanna assoluta verso i peccatori e soprattutto verso certi generi di peccato; si accosta toccandoli ai lebbrosi, che per antonomasia erano intoccabili, senza volto e senza nome, chiamati ad espiare le colpe dei loro padri o le loro stesse colpe, indesiderati dal mondo e dallo stesso Dio; guarisce nel giorno del sabato, giorno assolutamente dedicato al Signore e dunque non profanabile; compie miracoli a costo zero, senza chiedere sacrifici alcuni da parte dei beneficiari, mentre i sacerdoti vanno avanti a suon di riti sacrificali che richiedono dei precisi tributi…
  • incomprensibile,     perchè parlava  di un regno che era giunto, che portava la salvezza,  e tuttavia  la stessa vita di Gesù,  cioè del suo stesso profeta, viene messa dai suoi comportamenti   in grave pericolo, e dunque quale doveva essere la salvezza che questo giovane un pò folle  andava  predicando?
  • blasfemo   perchè  si esprime con l’autorità stessa del Padre,  e non come un qualsiasi  profeta,  pretende l’identità padre-figlio, aggiunge il servizio dello spirito santo, andando a suggellare il mistero della Trinità in un contesto  culturale  profondamente  Teocentrico e monocentrico, dove l’umano era l’umano e il divino era il divino, assolutamente distinti e diversi, praticamente inconciliabili

Che altro aggiungere?

Io davvero non conosco rivoluzionario  storico che possa competere con questo profilo.

Di tutti i grandi rivoluzionari, ed ognuno potrebbe aggiungere e pensare al proprio o ai propri,  io non  individuo alcuno vagamente simile.

Mi si potrebbe replicare che come rivoluzionario, Gesù ha miseramente fallito.

Perchè,  conosciamo forse rivoluzioni che abbiano sconfitto concretamente   la povertà? le malattie? l’ingiustizia? la corruzione? infine la tortura e la stessa morte?

Forse qualcuna qualcosa ha fatto di buono; occorre valutare con parsimonia ed equilibrio, obiettività e giudizio.

A testimonianza del fatto che gli uomini quando si impegnano seriamente,  riescono, possono riuscire.

Magari non fanno miracoli, ma nessuno pretende miracoli da un uomo.

La  differenza tra le rivoluzioni umane e le rivoluzioni divine,  è che  il divino  sarebbe capace dell’impossibile.

Gesù può piacere solo ad inguaribili sognatori. A chi o vuole tutto, o non si accontenta.

Possa la lebbra invadervi…

Cari amici, cerchiamo di fare il punto.

Il Pd guidato dal suo fallimentare capobastone  non ha saputo trovare la via della riuscita verso il governo, eppure i segnali della disfatta  c’erano tutti e belli evidenti, considerando che si trova ad essere solo il numero uno di un numero tre…

Il Pdl  chiede dall’inizio di potere fare il governissimo, ma non è stato minimamente preso in considerazione come se fosse la peste fatta persona, mentre ha preso i suoi terzi di voto come tutti gli altri.

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La scuola che amo

La scuola che amo è un luogo allegro, dove la gente si reca  ogni mattina contenta di andarci, tutta indaffarata nelle proprie occupazioni, senza l’affanno  del dovere a tutti i costi  portare a casa un obiettivo irraggiungibile o fuori luogo.

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Dopo la contestazione, qualcosa c’è, molto manca…

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Parola di web

Cari amici, quello che sta accadendo in Italia io credo sia un fenomeno singolare che non vada assolutamente taciuto.

Credo che per singolarità possa essere allo stesso livello delle dimissioni del Papa, e mi riferisco al fatto che siamo in scacco di fronte allo scenario politico di questi giorni.

I casi sono due;   lo scacco o  lo diamo, o lo subiamo.

Il fenomeno mi interessa e credo che dovrebbe interessarci sia come amanti del  web, sia come italiani. Come  amanti del web perchè usiamo la stessa rete che ha permesso al fenomeno Grillo di esistere;  sia come italiani perchè siamo tutti reduci da  un voto elettorale, e sia che si abbia votato Grillo ( uno su quattro  tra di noi) sia che si sia votato altro, a tutti dovrebbe importare di stare dentro un paese che non conosce governabilità.

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TEMPI MODERNI

Femminista ucraina protesta in Piazza San Pietro

Quali sono i matrimoni ben riusciti?

Sappiamo quali sono i matrimoni che vorrebbe la Chiesa ed il senso comune, ma questo non risponde alla nostra domanda.

Io sono eterosessuale, mi piace il sesso opposto al mio, ma non per questo posso affermare che non possano esistere sentimenti contrari e diversi.

Sappiamo   anche che l’essere una coppia etero non è garanzia per rappresentare  anche una famiglia equilibrata.

La cronaca ci riporta fatti contrari e terribili   quotidianamente.

Quando penso ad una possibile coppia gay   come detentrice del diritto genitoriale, non penso di avvallare il desiderio dei genitori, ma penso di rendere possibile una  buona protezione  per il bimbo o la bimba che potrebbero trovarsi  a crescere dentro questa coppia omocostituita.

Poi mi immagino questa famiglia tanto  rivoluzionata   dentro la nostra attuale società, e qui effettivamente  mi compaiono evidenti tutte le possibile difficoltà e complicazioni del  caso.

Una famiglia per potere garantire il meglio ai suoi figli deve potersi sentire accettata  anche dal gruppo sociale.

E forse per potere comprendere che una società è pronta ad accogliere questo, occorrerebbe fare un referendum  che chiedesse l’opinione di tutti.

Come si è fatto per il divorzio e per l’aborto.

Siamo pronti ad andare a votare  per decidere se le coppie gay possono costituirsi un una famiglia ed educare figli?

In Francia  sembra che ci sia in questi giorni una forte contestazione in merito i diritti  avanzati dalla comunità omosessuale, ma accade   più per radicate credenze tradizionali o per contestare una sinistra troppo esigente in materia fiscale?;  l’Inghilterra insegna diversamente, nel  senso  che sembra essere molto più progredita ed evoluta; e la Spagna? gli americani? i russi? i cinesi? cosa ne pensano loro dei matrimoni gay?

E tu cosa ne pensi?

Oggi in piazza san Pietro durante il tradizionale Angelus impartito dal pontefice alla folla gremita e ossequiosa, un gruppo di contestatrici femministe ucraine  hanno voluto protestare il loro dissenso contro una posizione clericale storicamente   antifemminista e antitutto  quello che può sapere di vago rinnovamento.

Ieri era la caccia alle streghe, oggi è la caccia all’omosessuale  piuttosto che allo straniero,  omosessuale  che cerca di riscattare lunghi periodi di oscura persecuzione;    domani lo sarà a qualcos’altro…

Io penso che tutti abbiamo diritto ad essere felici, con la precisa natura con cui veniamo al mondo, che non è solo  quella del sesso, ma anche  quella della testa e del cuore.

Penso che ci possono essere affetti casti anche dentro le coppie gay, e perversioni anche dentro il più canonico ed ortodosso dei matrimoni.

E non dico questo privilegiando i sentimenti degli adulti, lo dico per privilegiare la buona crescita e protezione dei bambini stessi.

Un figlio cresce bene se ha dei genitori che si amano e si rispettano (o che cercano di amarsi e rispettarsi), e se ha una società che rispetta  o cerca di rispettare  tutti i propri membri.

Inutile sostenere   il contrario nel volere  separare le due facce della stessa mela; nella vita familiare il bimbo si ciba  dell’umanità  diretta ed immediata, quotidiana e carnale, fatta di contatti fisici, di sguardi, di emozioni profonde, di silenzi parlanti, di condivisioni totali…; nella vita sociale,  che  può cominciare  ben presto, spesso  fin dal proprio inserimento nel nido,  l’infante si ciba  di sostituti che vanno a replicare, integrare o sostituire  quello che la famiglia stessa non può offrire o garantire.

A  volte  il piccolo  si trova ad affezionarsi maggiormente a figure estranee al gruppo genitoriale o presunto tale; dipende dalla quantità di tempo che si trova a potere  passare in famiglia, e dipende dalla qualità della famiglia stessa.

Questo ci riporta alla premessa; solo la società intera può decidere sul presente e sul futuro di questa delicata e preziosa  questione.

Poi accadrà che anche nelle coppie gay succederanno crisi coniugali, e si andrà in separazione con la contesa dei relativi figli, ma questo non sarà da addebitarsi  in quanto coppia omosessuale, ma semplicemente in quanto coppia limitata e soggetta alle  difficoltà  della vita comuni a tutti  i matrimoni.

E così proseguiranno i tempi moderni.

I FATTI ALLA SCUOLA DIAZ

Diaz NON CANCELLATE QUESTO SANGUE

Il  film l’ho visto, anche se non è stato   un bel vedere.

Si è  dovuti   aspettare   undici anni  per  tentare di parlare di un evento  che all’epoca dei fatti suscitò  molto sconcerto  e  sdegno.

Nel 2001  lavoravo al Levi    e mentre raccontavano gli episodi in televisione,  noi  a scuola ci si guardava esterrefatti con sguardi  sorpresi  pieni  di   incredulità.

Ci si chiedeva banalmente: “Come possono accadere queste  cose nel 2001, in una città viva e aperta e per nulla di destra come Genova, contro giovani non armati ed indifesi, presi di mira da una feroce rappresaglia, e proprio da quelle militanze  governative predisposte alla difesa pubblica?”

Ebbene,  la risposta è altrettanto banale:  si può, eccome, si può benissimo, quando le cose sfuggono di mano, quando  la tensione raggiunge livelli molto pericolosi, quando ci sono in campo interessi di parte  e lo sguardo di un intero mondo che ti guarda, che ti giudica,  che da te  Stato  si aspetta che tu faccia la cosa giusta, o comunque la cosa più ragionevole.

Il processo che si è concluso  in sostanza ha messo in evidenza  gli eccessi di violenza delle forze dell’ordine e dei reparti speciali, con tutti i loro discutibili sistemi di indagine, di reclusione e di falsificazione delle prove…

Eppure stiamo parlando di  giovani  uomini dello Stato  che hanno anche loro famiglie (si presume) e che hanno anche loro dei sentimenti  e delle ragioni   legate all’idea di giustizia, di democrazia, di trasparenza e di quant’altro…

Già,  ma le colpe nefaste dei black bloc?  Quando si va in piazza armati di tutto punto, o con bombe molotov, o con arnesi vari  per cui e con cui si minaccia la vita di chi ci sta di fronte  vestito con la divisa contraria, e si minaccia la proprietà altrui,  è legittimo difendersi, è legittimo  fare la propria parte.

Quali allora le alternative sociali? andare in piazza non armati, con manifestazioni pacifiche,  in un corteo  che  sa tenere fuori dalle sue frange  i non desiderati.

Dunque   esistono due modi di fare lotta, di fare opposizione; esistono due movimenti nel movimento;  uno  che vuole rimanere nella legalità, ed uno che questa legalità non la riconosce e per questo la vuole  scientificamente  e disonestamente  distruggere.

Distruggere come?  distruggendo cosa?  Mettendo a soqquadro le cose delle persone private, dei liberi cittadini. Togliendo la libertà   di espressione  ad  altri che hanno il solo torto di appartenere al gruppo contrario, vuoi per scelta, vuoi per i casi della vita, vuoi per il semplice bisogno di portarsi a casa  un salario,  e che praticamente vengono presi d’assedio.    Mandando verso  un destino segnato di  macelleria messicana  (così come è  stata   definita  da alcuni   giornalisti   l’operazione Diaz) i propri stessi  compagni di strada ma non di letto, quelli così detti  pacifici,  quelli che vanno ai G8  come se si andasse a feste popolari con tanta musica e voglia di  stare allegri   al seguito….

La strage Diaz  ci insegna  che i colpevoli sono rimasti impuniti e gli innocenti le hanno prese, le spranghe, ed hanno subito torture e l’afflizione di un lungo e penoso  processo.

La  strage Diaz ci insegna  che i vertici   delle forze dell’Ordine in quei  giorni nefasti  hanno perso il senso della misura,  la visuale complessa e reale  delle cose, ed  hanno giocato sporco, se non nella loro totalità,   senz’altro nelle loro sostanziali direttive.  Così hanno valutato la situazione. Così hanno ritenuto opportuno agire. In un paese civile, libero e democratico  si è pensato di ricorrere a mezzi per nulla  civili, liberi e democratici.

Gli   organi di rappresentanza dello Stato  non dovrebbe mai arrivare   a questo, ma se ci arrivano  con tanta ferocia e determinazione è necessario chiedersi  i  perchè.

Si sa che la disciplina  nella vita militare è molto, praticamente   è tutto.   Se ti danno un ordine non lo puoi nemmeno discutere.

Io posso comprendere gli errori,  che  la paura e la rabbia facciano   cento,  però non posso comprendere un soldato addestrato per combattere contro feroci criminali  ed armato di tutto punto si accanisca   con violenza inaudita contro  ragazzi e ragazze   indifese    che  semplicemente stanno in un luogo per manifestare  pacificamente (fino a prova contraria)  e nello specifico  in procinto di coricarsi. E  tra questi giovani ci stanno anche giornalisti,  semplici addetti ai lavori,  inviati   dalle proprie testate   per eseguire   il mero  compito di documentare  i propri   reportage…

Si  dice che  se non vuoi guai non vai in certe situazioni; forse,     ma ancora una volta  il mondo dello Stato e della politica  ha dimostrato di non sapere stare dalla parte dei giovani, della loro naturale e provvidenziale voglia  di un mondo più giusto e con minori differenze…

E  la dice giusta  il buon saggio   della situazione  che  trovandosi nel posto sbagliato nel momento sbagliato,  finisce anche lui ricoverato al  pronto soccorso con un braccio rotto;  interrogato  sulla sua presenza  da  un   celerino ( o qualcosa di  simile)  male informato,  commenta:   “Avete fatto una cazzata,  avete fatto una grande cazzata…”

Questo film rende finalmente  merito  a chi in quei giorni  subì enormi ingiustizie,  rende merito  ai giovani  e alle loro famiglie,  alle nuove generazioni  che  non hanno avuto nessun dubbio  ad esporsi, nel modo migliore  e non  violento, e che continuano a farlo,  non scoraggiati  dai cattivi esempi,   non  mortificati  dalle  pessime  testimonianze  che noi  adulti siamo sempre pronti  a  propinare…

Scusate, ma c’è davvero poco da aggiungere.