Domani è il giorno di San Valentino, ma chi se ne frega, io amo un morto, ucciso dalla mafia e dall’avversione dello Stato. Il suo nome immortale è Giovanni Falcone.

Domani è il giorno di San Valentino, ma chi se ne frega, io amo un morto, ucciso dalla mafia e dall’avversione dello Stato. Il suo nome immortale è Giovanni Falcone.
Donare è un’arte, un bisogno, una festa, la festa dell’anima che si autocelebra, che non si vuole dimenticare, che urla al mondo “Io esisto, e tu esisti, e noi siamo presenze che contano, non nullità nell’aria, non inesistenze cancellabili…
Non si può donare quello che non si possiede, sarebbe come barare.
Non si può donare a chi butterebbe il nostro dono nella spazzatura, sarebbe buttare via una opportunità.
Non si può donare a chi pretende il nostro pensiero come obbligato, sarebbe un servire.
Doniamo allora a chi sa ricevere, a chi sa dire grazie, a chi sappiamo essere nostro creditore, a chi dobbiamo/vogliamo/possiamo soccorrere o vestire con i colori della felicità…
Buon fine anno e i migliori auguri per l’anno nuovo, che possa essere davvero un anno di miglioramento globale.
E lunga vita alle differenze, alle coerenze, alle radici, alle propulsioni, alle tante anime che pulsano nei popoli, che possano sempre sopravvivere alla lunga mano del potere malvagio presente in mezzo a noi, che tutto pretende di schiacciare.
Urliamo tutti insieme “Io sono umano”
Buon fine anno….
E’ successo ancora, ad una coppia italiana, con oltre quarant’anni di vita insieme.
Che orrore, quarant’anni di vita inutile, di vita buttata via, finita nel peggiore dei modi.
Vorrei un mondo senza sentire di queste notizie, sì, dove non possa esistere la prevaricazione di un sesso sopra l’altro. Ma come arrivarci?
Non è la diversità dei generi a scatenare le incomprensioni, ma la volontà in sè di dominare sull’altro, che probabilmente potrebbe essere anche dello stesso sesso.
Certo che la violenza fisica è più maschile che femminile.
A questo punto inviterei tutte le parrocchie a chiudere gli altari, magari per un mese: a indire lo sciopero dei sacramenti, come segnale forte contro la perdita dell’umanesimo partecipato.
Anche i sindaci dovrebbero indire lo sciopero dei matrimoni civili. Di qualunque genere, anzi, quelli gay ok, che loro ancora non si sono stancati di sposarsi, ma quegli altri che siano proibiti. Per almeno un mese.
Visto che le coppie dimostrano di avere perso il senso dell’essere coppia, almeno per un mese chiusura totale di questa funzione. Se un mese non basterà, potremo farli diventare due…fino a che la società non riesca a dare dei segnali di ripensamento.
L’errore di un singolo deve diventare la colpa di tutti, altrimenti non ne verremo fuori mai.
Che senso ha contrarre matrimonio per andare a fare questa fine? Che senso ha contrarre matrimonio ignorando ciecamente i segni di questo stillicidio sociale?
Lo so, sto solo provocando, cerco risposte che non trovo.
Il mondo ha perso il suo pudore, in tutti i sensi; ha perso il suo buon senso, la bussola.
Si è evoluto nella tecnologia ma non ha saputo evolvere i suoi membri, spesso maschi, a volte incolti, altre volte emancipati, a volte uomini qualunque, altre volte uomini famosi; ma sempre colpevoli di volere dominare.
Possa l’orrore di questo terribile ennesimo femminicidio, aggravato dall’età matura che dovrebbe essere sinonimo di saggezza, servire ad un conto a ritroso…ma invece so già che non sarà così… che non abbiamo ancora toccato il fondo…perchè tiriamo avanti indifferenti…
Lei è una eccellenza della ricerca in campo medico.
Dava fastidio in Parlamento e quindi viene ingiustamente accusata di un fatto gravissimo e infamante.
Ci vogliono dieci anni di processo prima di arrivare alla assoluzione definitiva.
Alla fine la nostra eccellenza italiana non più motivata a rimanere in patria, ci dice addio a testa alta, si dimette da quel Parlamento che ha rappresentato per lei solo un incubo infinito (le sue testuali parole), e fugge in America.
Questo è uno spaccato del nostro Paese, purtroppo.
Musulmano che prega davanti alla Chiesa dove l’anziano prete cattolico di Rouen è stato sgozzato.
negati i funerali ai terroristi
le ultime sull’attentato a Nizza
Mettiamoci nella testa che ovunque potremmo essere in pericolo.
E l’Unione europea cosa sta facendo a livello di interventi unitari e di strategie coordinate?
Ma il business legato all’immigrazione, a chi sta giovando? Forse le maggiori responsabilità di questo cataclisma in atto stanno proprio lì dentro.
L’ Isis ha rivendicato la paternità del gesto, e dimostra quello che è, cioè che la religione non conta nulla (il terrorista in questione era tutto tranne che un religioso) ma è solo una manovra per destabilizzare l’Europa, da noi; il mondo, altrove.
Si vuole una globale sottomissione all’Islam e alle sue regole; si vuole la rivalsa su quello che viene vista come una colpa dell’Occidente (di andare a fare guerre a casa degli altri, ma anche altre molte ragioni meno evidenti, più meschine e più sotterranee).
La Francia è nel mirino, ma nessuno è fuori dal gioco, abbiamo visto Bruxelles, ma poi il Bangladesh, lo stesso Pakistan, il recente tentativo di rivolta della Turchia dove una minoranza vorrebbe un potere laico ed uscire dalla teocrazia islamica.
Sappiamo che l’Inghilterra sta investendo moltissimo sulla sicurezza (forse per questo rimane ancora illesa?)
Sappiamo che Roma per il Vaticano è un bersaglio sensibile, anzi, ultrasensibile.
Ogni tanto anche negli Stati Uniti c’è qualche lupo solitario che agisce con la stessa strategia con cui ha agito il terrorista di Nizza, franco tunisino d’origine.
Gli Stati Uniti hanno già pagato un prezzo altissimo (anche per le loro scelte militari e di politica estera) a questa guerra sbagliata (come se ce ne fossero di giuste) e bisogna risalire al 2001; ormai si parla di quindici anni nei quali si sarebbe potuto fare di più per garantire/sviluppare/avviare un dialogo diplomatico tra le parti.
Nei territori in Medio Oriente tra l’Iraq e l’Afghanistan quotidianamente accadono atti criminali contro i cristiani o contro i musulmani appartenenti alla maggioranza sunnita che non viene riconosciuta legittimata a governare dalla minoranza sciita, la più fanatica dello jihadismo.. Prima era Al Qaeda, oggi è il sedicente stato islamico. Domani?
La Siria non esiste più, è stata spazzata via dal piano del gruppo di conquista, ed era il paese più tollerante in assoluto, dove convivevano diversi gruppi religiosi in assoluta tranquillità, tra ebrei, cristiani e musulmani (proprio per questo era da eliminarsi? perchè era di cattivo esempio?).
Per non parlare di quello che accade nella grande Africa, dove ieri gruppi militanti appartenenti a Boko Haram (una delle frange di questo organismo estremo) hanno rapito le studentesse frequentanti una scuola ad indirizzo occidentale, per impedire che il nostro stile di vita intacchi le loro donne e le loro ideologie; ma domani sentiremo di altri attentati contro il libero pensiero e contro le realtà diverse da quella islamica.
Dove attaccheranno la prossima volta? E chi sarà il terrorista? Un lucido squilibrato che decide di suicidarsi in maniera “onorevole e gloriosa”, o un lucido commando di studenti borghesi che si saranno votati alle ragioni di non so quale ideologia?
Ex detenuti in cerca dei loro cinque minuti di gloria, o sedicenti uomini in apparenza pacifici e ben formati, che anzichè seguire ideali pacifisti, liberali e tolleranti faranno della violenza, dell’odio, della vendetta, dell’arroganza, della rabbia e della follia il loro campo (inglorioso) di battaglia?
Ma del resto loro sono più forti, ragazzi: più forti in numero, più forti in determinazione, più forti nel non avere nulla da perdere, più forti nell’avere ancora salda la loro identità culturale mentre noi abbiamo smarrito la nostra.
Ma il popolo islamico non comprende che se non comincia a fare sentire una voce corale di dissenso, inevitabilmente uscirà fuori il razzismo nei loro confronti? E che è proprio quello che lo Stato islamico vuole, metterci l’uno contro l’altro? Destabilizzare? Generare il caos?
Anche se non è una guerra di religione, e nemmeno culturale, ma solo una strategia di assalto ben pianificata che si avvale anche di libere e spontanee iniziative dove l’agire non richiede avere a disposizione un esercito: basta un uomo, un mezzo, qualche arma, un piano (e un lauto compenso magari, per essere più convincenti).
Ci stanno sbranando, assalendo, come farebbe un branco di iene o di avvoltoi che avendo avvistato un animale ferito decidono di farne carne per il loro pasto.
Come dunque uscirne con il minor danno possibile? Non saranno le ennesime manifestazioni di canto e di musica a salvarci. Non saranno le ennesime proclamazioni di sdegno.
Ci vuole una risposta chiara, unitaria e capace, disposta a fare scelte importanti, anche poco popolari, o di disturbo alle elites che manovrano nell’ombra indisturbate.
Altrimenti questa guerra andrà avanti ancora per molto molto molto tempo.
E’ accaduto in Turchia, e la gente questa volta ha risposto, scendendo in piazza in maniera singolare
Pagina dedicata al rispetto delle differenze.
C’è uno stato islamico che sta avendo la pretesa d’essere riconosciuto come stato assoluto, sia all’interno del mondo musulmano, come all’interno del mondo cristiano. Poi ci sono altre sette estremamente pericolose perchè radicali.
Ormai costituiscono una minaccia per il mondo normale. Non sono molti, ma sufficienti per fare danni catastrofici.
Chiunque dimostra di non portare rispetto verso chi la pensa diversamente, non può pretenderlo (il rispetto) a suon di atti terroristici. Se lo fa, è solo un folle, uno squilibrato, un esaltato. Trattasi di un singolo come di una organizzazione.
Un musulmano prepotente è e rimarrà sempre e soltanto un musulmano prepotente, spesso anche assassino.
Un occidentale secolarizzato e dimentico delle regole religiose, è e rimarrà facilmente un uomo di mondo, a volte un vizioso della peggior specie, ma non per questo un assassino.
Abbiamo bisogno che il mondo arabo cominci a MANIFESTARE il suo essere contro la LORO forma di islamismo radicale, cominciando a percepire le nostre sciagure da loro causate come le loro stesse sciagure.
Abbiamo bisogno di osservare che anche gli arabi non solo non si mettono a ridere delle nostre disgrazie (come purtroppo ci tocca di vedere che è accaduto, sia dopo l’11 settembre che dopo l’atto terroristico di Francia), ma che sono capaci di scendere in piazza a chiedere scusa per questi loro folli che stanno facendo questo orrore, dissociandosene.
Altrimenti arriveremo a chiederci (come già qualcuno sta cominciando a fare) se possano veramente gli arabi essere in grado di capire gli occidentali, almeno una parte di quanto gli occidentali hanno dimostrato di capire gli arabi; cominceremo a dubitare l’esistenza di una volontà civile araba realmente desiderosa di dialogare con noi.
Poi la tortura è tortura per tutti, chiunque la pratica e per qualunque ragione, e non può essere mai accettata.
Adesso sta al mondo civile arabo la replica.
Noi tra poco potremo essere sul punto di non avere più parole.
E naturalmente chi ha sbagliato pagherà.
Sappino tutti i giovani che vanno a immolarsi sull’altare della guerra santa, che dopo morti per loro non ci sarà il Paradiso, nè tutte le beatitudini che crederanno di incontrare; ci sarà solo il nulla e un immenso supplizio; il supplizio d’essere stati ingannati, il supplizio d’essere stati presi in giro, il supplizio d’avere buttato via la loro vita, il supplizio d’avere vissuto non solo per nulla, ma per passare alla storia per quello che sono: meschini e insulsi assassini.
Lo stagismo è il primo passo per la conquista del mondo.
Non amo che le rose che non coglietti
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