Sull’onda dello sconcerto, giorni scorsi ho scritto un articolo provocatorio intitolato Cari musulmani
Era provocatorio perchè in quel post mi rivolgevo a questo gruppo di nostri connazionali come se fossero tutti idealmente chiamati a darci conto di quello che farebbero alcuni loro fratelli causandoci grandi danni e dolori.
E’ chiaro che sappiamo che tra di loro ci sono per lo più persone normali che vorrebbero soltanto vivere con noi in pace.
E’ chiaro che il male da estirpare sono specificatamente queste cellule dormienti che aspettano solo il loro momento per diventare drammaticamente operative.
E’ chiaro che non possiamo metterci a dirci : “Mandiamoli tutti a casa, perchè non hanno diritto di stare da noi”
E’ chiaro che dopo essere stati orrendamente antisemiti e oscurantisti non abbiamo nessuna voglia di diventare antiislamici.
E’ chiaro che non abbiamo bisogni di intellettuali noti che ci vengono a dire: “Tutto questo dimostra che la religione non dovrebbe esistere perchè fa solo guai”
La religione è un bisogno della persona, e non della persona costretta e incapace di intendere e di volere, nè della persona fanatica; è un bisogno che nasce con l’uomo comune inteso nella sua maestosità e sovranità, e morirà con esso.
Detto tutto questo, deve essere ANCHE chiaro che il problema che abbiamo davanti è COMUNE, e vorremmo poterlo risolvere INSIEME.
Chiamo all’appello tutte le forze islamiche ed ebraiche migliori che possano mettersi al tavolo con noi per pianificare strategie antiterrore.
Tutto il resto sarebbero soltanto chiacchiere inutili.
Per vivere insieme pacificamente, ci occorre poco; il rispetto reciproco, l’accettazione dei valori del paese ospitante, il rispetto comune delle regole, la capacità comune di ragionare sui punti divergenti.
Scusate se ho detto poco; sono proprio su questi punti cardini che dobbiamo lavorare per sviluppare le nostre radici democratiche, condividerle con chi vive con noi, chiedere al diverso la capacità di riflettere, confermare sempre a noi stessi la capacità di accogliere.
Il nostro comune nemico è il terrorismo, che sia sotto forma di singoli o di stato organizzato. E’ chiaro che ci fa maggiore timore il suo essersi organizzato in Stato, o in sette gerarchicamente concepite.
Questo evidente terrorismo organizza eserciti di kamikaze, manda a morire bambine di soli dieci anni imbottite di tritolo, usa le donne come merce priva di qualunque dignità, stermina interi villaggi soltanto perchè non si convertono all’islam, mette in rete i suoi video di morte, semina ovunque il terrore ed il caos, innalza la sua bandiera nera annunciatrice di eventi apocalittici e di sventura.
Eppure è soltanto un’organizzazione criminale che ogni uomo sano di mente vorrebbe vedere sparire dalla faccia della terra.
Lo so, anche la mafia avremmo voluto vederla sparire dalla faccia del nostro bel paese, ed invece gode in apparenza di ottima salute (ma questo non ci proibisce di sapere che se volessimo potremmo profondamente castrarla a se stessa).
La stessa mafia si alimenta e si arricchisce di questo movimento o di movimenti simili, che si innalzano al di sopra del vivere civile, pur rimanendo solo fango e merda con cui ci si insudicia le scarpe e si perde il diritto di essere ancora chiamati uomini.
Bene. Care forze democratiche e sane che avete voglia di rimboccarvi le maniche: c’è lavoro per tutti.