Il terrore marcia sull’onda della presunzione, della stupidità e dell’indifferenza: ne parliamo perchè quello che è accaduto nella grande storia si ripete quotidianamente nel nostro privato con tecniche meno organizzate ma non per questo meno feroci. Se leggessimo le riflessioni della Arendt e volessimo trasporre nella nostra quotidianità un simile livello immane di terrore, non faremmo fatica a trovare nei fatti di cronaca esempi abbastanza simili di follia e di violenza. Quello che è cambiato è solo l’importanza storica degli eventi stessi: durante la grande guerra il fenomeno del totalitarismo è stato gestito da potenze mondiali che gli hanno alla fine conferito il grado appropriato di pericolosità e di attenzione pubblica, nel nostro anonimo quotidiano il totalitarismo dello smarrimento della ragione viene gestito da potenze anonime, sotterranee e silenziose, quasi sempre solitarie ma comunque diffuse, che agiscono in totale libertà, favorite dalll’impotenza/indifferenza istituzionale delle forze di prevenzione e delle forze di sicurezza. I dati emergenti non possono non farci preoccupare: il fatto di cronaca violento che esplode naturalmente contro le categorie più deboli (donne, vecchi, bambini ed emarginati) è praticamente diventato dirompente, eppure sembreremmo totalmente incapaci a gestirlo (abbiamo problemi molto più seri di questo che certo non è nel calendario governativo una priorità politica degna d’attenzione).
Salvo forse miracoli in cui ormai da tempo non crede più nessuno.