
Sto leggendo “Se il sole muore” di Oriana Fallaci.
Scrisse questo libro per raccontare degli astronauti che si preparavano ad andare sulla Luna. Per farlo visse un anno intero accanto a loro, vivendo il loro mondo, ragionando sui loro problemi, intervistando i loro protagonisti, sviscerandone tutte le domande, i dubbi, le questioni, le problematiche e le riflessioni ad essi legate.
Leggere la Fallaci è sempre un piacere, vuoi per il suo stile arguto, per il suo umorismo toscano, per la sua spiazzante curiosità, per il suo volere conoscere e capire sempre tutto, di ogni cosa, per il suo andare diretta allo scopo, senza mezze misure o parafrasi.
Nascono nella scrittrice le stesse domande che nascerebbero in noi se ci dovessimo trovare a contatto con una realtà che vive dalla mattina alla sera di tecnologia, dove tutto si riduce a sapere stare dentro una macchina che ci porterà nello spazio, sulla Luna, in un universo sconosciuto e misterioso, dal quale forse rischiamo di non potere tornare, e di morire durante questo terribile viaggio. Terribile per i rischi che comporta, ma affascinante ed irresistibile per le straordinarie possibilità di scoperta che ci offre.
Noi, proprio noi uomini speciali scelti tra mille ad andare nello spazio, sugli altri pianeti, oggi la Luna, ma domani chissà, potrà essere la volta di Marte o di Venere, di Saturno o di Nettuno…
Oriana li intervista, alcuni, con il suo inimitabile stile, obbligandoli a venire allo scoperto, con i loro pensieri ed i loro difetti, le loro paure e i loro più nascosti desideri, con la loro normalità di uomini qualunque che semplicemente si sono messa in testa l’idea di andare a fare una cosa speciale, a qualunque costo, per qualunque fatica….
Uomini che devono avere dimostrato di possedere un fisico perfetto, una salute perfetta, una intelligenza perfetta, una capacità di controllo perfetta, una formazione tecnica perfetta, una volontà spaziale irremovibile, una intelligenza fuori del comune.
Leggere di questa storia di allora, dopo oltre quarant’anni da quei primi voli ed esperimenti, fa capire come quello che sembrava allora futuristico e troppo azzardato oggi ci appare del tutto normale, dando la piena ragione a quegli eroi che hanno messo in gioco la loro vita per la loro convinzione che fosse giusto andare per pianeti, metterci a viaggiare tra le stelle e le meteoriti del cielo nero e immenso di cui non conosciamo nulla o troppo poco.
L’uomo è fatto per scoprire, e per mettersi alla prova, per allontanare sempre di più l’asticella che si pone come limite. Se così non fosse nella sua natura, non avrebbe scoperto il fuoco, e quindi la ruota, e quindi il treno, e quindi le navi, e quindi l’aereo, e quindi i sommergibili, e quindi le navicelle spaziali.
Nel momento che si mette alla ricerca non si ferma davanti a nessun dubbio, nonostante la paura, nonostante i rischi messi nel calcolatore, nonostante gli insuccessi inevitabili che fanno parte come sempre del gioco.
Le domande che si pone Oriana sono le stesse che ci poniamo noi: ma è proprio necessario mettere così tanta immensa energia nel progetto di andare nello spazio? lo facciamo solo per competizione o anche perchè ci sentiamo investiti di una missione che sentiamo coinvolgerci? A cosa porta al mondo, alla Terra, agli umani normali che rimangono a casa, l’agire di questa manciata di astronauti che per arrivare a fare questo hanno dato un pezzo intero della loro esistenza sacrificando ogni genere di distrazione, di leggerezza, di spensieratezza e di ripensamento?
Quanto ci può servire conoscere nuove forme di vita? Ci saranno altre forme di umanità nel cosmo che ci circonda? Come potremo conciliare la scoperta di marziani con la fede nella Bibbia che ci racconta della sua genesi senza fare menzione di altri mondi e di altri viventi nel cielo? A tutte queste legittime e sacrosante domande gli scienziati coinvolti danno le loro risposte, e c’è solo una cosa che rimane certissima anche a noi in tutto questo interrogarsi: andare ieri sulla Luna è stato giusto, come lo sarà domani andare su Marte…
(riprenderò il tema alla fine della lettura…:-)
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