Si è concluso oggi l’ennesimo ritrovo motociclistico dei Bikertourist di Biassono e devo dire, per fortuna, quest’anno il tempo è stato clemente ed ha favorito l’afflusso di numerosi bikers (cinquecento persone in transito in tre giorni circa…) che sono arrivati da tutte le località della zona…L’atmosfera che si respirava ieri sera era quella dei migliori anni sessanta: gente di tutte le foggie, di tutte le risme, con addosso i propri colori, i propri trofei, il ricordo di ogni ritrovo, di ogni motoraduno partecipato, e non certo per esibizione o per poter dire banalmente c’ero anch’io, ma per poter ripensare, pensare e vivere un mondo dove le persone sono davvero qualificate per quello che sentono, che vogliono, che partecipano e condividono…; gente diversa sì, ma con un comune denominatore, la voglia appunto di stare insieme, di divertirsi senza avere bisogno d’ altro se non della propria speciale disponibilità e simpatica gogliardia….
Certo, il ritrovo di questi eterni giovani la cui età media si aggira intorno ai quarantacinque anni non è paragonabile a quelli mitici organizzati d’inverno per veri uomini duri, come l‘elefantentreffen di gennaio in Germania, ma è pur sempre un modo efficace e vitale di tenere attivo uno stile di vita, un modo di intendere la socializzazione che non è certo solo quella dei social network e del web. Comunque, grazie al web ieri sera una nostra amica argentina, Marcela, ora residente da tempo dalla nostre parti e che proprio in questa circostanza ha festeggiato il suo quarantaduesimo compleanno, ha pubblicizzato l’evento su Facebook così che ci ha portato un pò di gente giusta e ben munita di spumante e torta alla crema.
Tra tutti i presenti non ho potuto non notare i più originali o i più fuori luogo, naturalmente; una ragazza truccata e vestita stile Happy days; un’altra che sembrava appena uscita da una sfilata di moda stile via della spiga; un motociclista che sfoggiava i sui lunghissimi capelli ed un gilè di pelle bordato di lunghe frangie nere che danzavano al passo dei suoi pur stretti fianchi ondeggianti; un’altra ragazza dalle forme molto molto generose che ostentava con indifferenza la sua massa carnosa e celluloide; infine il nostro corpo di ballo ( nostro nel senso che è quello che abbiamo avuto in programma) costituito da danzatrici del ventre alle prime armi ma già molto promettenti; grazie al cielo sabato sera non faceva più tanto freddo e loro hanno resistito benissimo con il loro ombelico al vento e tutto il resto bene in vista.
Abbiamo fatto le due di notte, per bontà del servizio cucina e della gente che ha dimostrato di gradire la compagnia più che le pietanze non certo prelibate, sullo stile October fest ; per noi non è tanto importante elaborare cibi speciali, per quello esistono i ristoranti; sotto la tenda da circo si viene solo per sentire buona musica rokkettara e per fare due salti con gli amici. Naturalmente non può mancare la birra; fiumi e fiumi di siero giallo ornato di spuma si riversano nelle fauci di questi giovani e meno giovani che tra una bevuta e l’altra raccontano di tutto agli amici che non vedevano da tempo come a quelli che avevano appena lasciato come ai perfetti estranei appena incontrati. Qualcuno degli ospiti ogni tanto gradisce a tal punto che rimarrebbe a ballare per tutta la notte, fino allo sfinimento dell’ultima nota dal palco. Dopo il ballo via nella canadese a due passi fuori dal grande tendone che fino a pochi secondi prima era gremito di folla.
Tra la cottura di una patatina e la preparazione di un panino alla salamella c’è anche il tempo di fare conoscenza con il cuoco, un pò in crisi in verità perchè si è da poco lasciato con la moglie; alla ricezione degli ordini c’è Nicoletta, una bella ragazza (e vai con il termine ragazza, ormai non si usa più la parola signora che si dà solo ai morti in c…) dai capelli rossi che è per la cronaca la compagna di Luigi, il responsabile di tutto questo movimento di oggi.
In questi raduni, anche , chi vuole racconta all’altro, se ne ha voglia, dov’è stato, dove andrà, dove vorrebbe andare; certo, non tutti sono angeli, ci sono anche molti piccoli grandi palloni gonfiati che arrivano sul loro motore roboante che magari hanno tolto dal garage solo per fare il giro del quartiere; anche sulla moto ognuno di noi rimane quello che è quando cammina a piedi come quando corre sfrecciando su un potente bolide da strada o come quando viaggia sopra una semplice mountain-bike; non è il mezzo che ci fa uomini diversi o speciali, è lo spirito che ci porta a programmare un viaggio come se fosse una piacevole e straordinaria esplorazione del non conosciuto, esotico o non esotico che sia…
Non so chi di voi abbia visto il film Un Diario per un viaggio in motocicletta; è la storia del Ce ancora studente di medicina che si mette in viaggio con un suo amico per il Venezuela rimanendo in giro per oltre sette mesi; al suo ritorno decide di raccogliere le esperienze vissute in un libro che poi diventerà l’oggetto di una ripresa cinematografica. Sì, i veri motocilcisti, per intenderci, devono essere un pò guevariani, fuori di testa ed improvvisatori, entusiasti dell’avventura ed impastati di emozioni e di slancio.
Che altrimenti non si metterebbero alla guida di una due ruote come alla guida di una jeep, ma starebbero dentro un comodo salotto pieno di ogni confort e di ogni comodità banali e scontate.
E’ stato nella sede di questa associazione che non molto tempo fa ho conosciuto il già detto Luigi, un leader veramente speciale; non solo un capo ma soprattutto un’anima gentile d’eterno fanciullo che si nasconde dietro un’aspetto volutamente rustico e spartano; organizza ogni anno quest’evento (oltre tutti gli altri, come piccole escursioni domenicali da fare con gli iscritti del gruppo e con gli amici degli amici degli amici…) e tutte le volte si riemoziona; per lui vedere gli amanti dei cavalli con il motore che accorrono dalla vicina Spagna, Francia e Germania come dal vicino Veneto o dall’Emilia Romagna, appena c’è la possibilità di farlo, è un autentico ed illimitato piacere; si preoccupa di tutto, è un vero e perfetto padrone di casa, ha una parola accomodante per ognuno; ha passato lunghi lunghi giorni della sua vita sulle due ruote; è andato in Africa, quella nera, quella dura, quando ancora non ci andava nessuno; ha girato in parte l’America latina, il Medio Oriente e non si è mai vantato delle sue conquiste, perchè lui lo sa che c’è poco da vantarsi, ma solo da vivere a pieni polmoni in questa breve vita che ci è dato di inventarci.
Personalmente non ci capisco nulla nè di moto nè di motori, c’è il mio compagno che per grazia ricevuta pensa tutto lui ai problemi tecnici di un mezzo, e la prima regola, prima di partire per un itinerario che potrà rappresentare degli imprevisti, è quella di organizzarsi adeguatamente, perchè va bene l’avventura ma non l’incoscienza o la sprovvedutezza.
Per concludere è a Luigi , oltre che a tutti gli appassionati dei viaggi d’avventura, come a chi concepisce la moto come uno stile di vita, che dedico in particolare queste immagini che esprimono la bellezza del mondo visto da una sella e la bellezza dei motociclisti che sopra una sella vanno alla scoperta del mondo.