Il terrore e’ sempre di moda

    

Il terrore  marcia sull’onda  della presunzione, della stupidità  e dell’indifferenza: ne parliamo perchè  quello che è accaduto nella grande storia si ripete quotidianamente nel nostro privato con  tecniche  meno  organizzate  ma non per questo meno feroci.  Se leggessimo  le riflessioni della Arendt  e  volessimo  trasporre  nella nostra quotidianità un simile  livello immane  di terrore,  non faremmo fatica  a trovare nei fatti di cronaca   esempi abbastanza simili  di follia e di violenza.  Quello che è cambiato è solo  l’importanza  storica degli eventi stessi:  durante la grande guerra  il fenomeno del  totalitarismo  è stato  gestito  da potenze mondiali che gli hanno alla fine  conferito  il grado appropriato di pericolosità  e di attenzione pubblica,  nel nostro  anonimo  quotidiano il  totalitarismo dello smarrimento della ragione   viene gestito  da potenze anonime, sotterranee e  silenziose, quasi sempre  solitarie  ma  comunque  diffuse,  che  agiscono in totale libertà,   favorite  dalll’impotenza/indifferenza    istituzionale   delle forze  di  prevenzione  e delle forze di sicurezza.  I  dati  emergenti  non possono non farci  preoccupare:  il fatto di  cronaca violento   che esplode  naturalmente contro le categorie più deboli  (donne, vecchi, bambini   ed  emarginati) è praticamente  diventato  dirompente,  eppure  sembreremmo   totalmente incapaci  a   gestirlo (abbiamo problemi molto più seri  di questo  che certo non è nel calendario  governativo  una priorità   politica degna  d’attenzione). 

Salvo forse  miracoli in cui ormai da tempo non  crede più nessuno.

Lettura  dei   Testi tratti dal saggio    di Hannah Arendt         Le origini del totalitarismo

Prima Terrorizzare   poi  Uccidere

 Più che dal ricatto diretto e dall’assassinio delle persone sgradite, la propaganda totalitaria è tuttavia caratterizzata dalle minacce velate e indirette contro chi non ascolta i suoi insegnamenti e, in seguito, dal massacro indifferenziato di colpevoli e innocenti. Il pericolo prospettato dal bolscevismo era quello di perdere il treno con la storia, di rimanere irrimediabilmente in ritardo rispetto la propria epoca, di consumare la propria vita inutilmente. Il pericolo prospettato dai nazisti era invece quello di vivere contro le leggi eterne della natura e della vita, di esporsi a un irreparabile misterioso deterioramento del proprio sangue. L’insistenza della propaganda totalitaria sulla natura scientifica delle sue affermazioni è stata paragonata a certe tecniche pubblicitarie che pure si rivolgono alle masse. E’ vero che la pubblicità di ogni giornale è un esempio di questa “scientificità” in virtù della quale un fabbricante prova con dati e cifre e l’ausilio di un laboratorio di “ricerche” che il suo è “il miglior sapone del mondo”. (…) L’ossessione dei movimenti totalitari per le prove scientifiche cessa appena essi giungono al potere. I nazisti licenziarono persino gli studiosi che erano disposti a servirli, e i bolscevichi usarono la reputazione dei loro scienziati per scopi assolutamente non scientifici costringendoli a far la parte di ciarlatani.  p.  476

Uomini  come  ipnotizzati ( e colpevoli)

“ Tutto quello che voi siete, lo dovete a me; tutto quel che io sono, lo devo a voi”                         Hitler in un discorso alle SA

Soltanto la plebe e l’elite possono essere attratte dall’impeto del movimento totalitario; le masse devono essere conquistate con la propaganda. Quando la lotta politica si svolge in condizioni normali, nel rispetto della costituzione e nella libertà d’opinioni, i movimenti totalitari possono usare solo in misura limitata il terrore e condividono con gli altri partiti la necessità di guadagnare aderenti e di apparire plausibili a un pubblico che non è ancora rigorosamente isolato dalle altre fonti di informazione. (…) Quando il regime detiene il controllo assoluto, sostituisce la propaganda con l’indottrinamento e impiega la violenza non tanto per spaventare la gente (cosa che fa soltanto nelle fasi iniziali, in presenza di una opposizione politica), quanto per tradurre in realtà le sue dottrine ideologiche e le menzogne pratiche che ne derivano.        p. 471

I movimenti totalitari sono organizzazioni di massa di individui atomizzati e isolati, da cui, in confronto degli altri partiti e movimenti, esigono una dedizione e fedeltà incondizionata e illimitata; ciò già prima della conquista del potere, in base all’affermazione, ideologicamente giustificata, che essi abbracceranno a tempo debito l’intera razza umana. Dove, però, come in Russia, a differenza della Germania nazista, il regime totalitario non è stato preparato da un movimento totalitario , questo è stato organizzato dopo e le condizioni indispensabili al suo sviluppo sono state create artificialmente per rendere possibile quella fedeltà totale che ne è la base psicologica.

Ci si può aspettare una simile fedeltà soltanto da un essere umano completamente isolato che, senza alcun vincolo sociale con i familiari, gli amici, i compagni e i conoscenti, senta di avere un posto nel mondo esclusivamente mercè l’appartenenza al movimento, al partito. La fedeltà totale è possibile soltanto quando è svuotata di ogni contenuto concreto, da cui potrebbero ovviamente derivare mutamenti d’opinione. I movimenti totalitari, ciascuno a modo suo, hanno fatto del loro meglio per sbarazzarsi dei programmi che specificavano punti concreti e che essi avevano ereditato dalle fasi di sviluppo precedenti, non totalitarie.        p. 448

 La vera ragione della superiorità della propaganda totalitaria su quella degli altri partiti e governi è che il suo contenuto, almeno per i membri del movimento, non è più una questione oggettiva su cui si possono avere delle opinioni, ma è diventato un elemento della loro vita quotidiana non meno reale e intoccabile delle regole aritmetiche. L’organizzazione dell’intera trama della vita in conformità a un’ideologia può essere pienamente attuata soltanto in regime totalitario. Nella Germania nazista contestare la validità del razzismo e dell’antisemitismo, quando nulla contava all’infuori dell’origine razziale, quando una carriera dipendeva dalla fisionomia ariana (Himmler soleva scegliere i candidati alle SS dalle fotografie) e la quantità di generi alimentari dal numero degli ascendenti ebrei, equivaleva a metter un dubbio l’esistenza del mondo.         p.  500

Un pensiero su “Il terrore e’ sempre di moda

  1. E’ vero che lo è!!! Ricordo un romanzo di Crichton in cui spiegava come il terrore è un meccanismo funzionale alle stesse democrazie, come accade spesso. C’è il demonio nel medioevo, ma c’è anche il ‘comunista’ di turno negli Stati Uniti. Ovviamente sto estremizzando, ma credo che veramente sia così. La razionalità credo che produca inevitabilmente questo.
    Bell’articolo, complessivamente, lucido e corretto.
    http://www.vongolemerluzzi.wordpress.com

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